Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: AGirlInTheDark    06/05/2018    1 recensioni
"Potresti rendere il mondo un posto migliore."
"Forse non voglio che lo diventi."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Per chi scrivi?"


La domanda è gentile, detta sottovoce per non fare troppo rumore. Per non farsi sentire dalle stelle che non mantengono mai i segreti.


Yoongi non sa se rispondere o rimanere in silenzio per non rovinare l'atmosfera.
È notte, la Luna sorride dolcemente con la sua metà mancante e forse sta ancora piovendo ma, se respiri troppo forte, il suono della pioggia non si sente e chiunque direbbe che ha smesso di cadere.


Jimin guarda gli alberi oscillare delicati, appoggiato al davanzale della finestra con il viso rivolto verso il cielo.


Chiunque, durante una nottata del genere, passerebbe tutto il tempo a guardare verso l'alto in cerca di stelle cadenti. In cerca di un aiuto, di un sogno da realizzare o di bellezza. Perché mentre la pioggia dovrebbe coprire ogni cosa, la luce di quei corpi celesti la supera, facendosi vedere e ammirare da chiunque abbia ancora voglia di credere.


Avevano promesso che l'avrebbero visto insieme questo spettacolo ed eccoli qui, a mantenere la promessa.


"Non me lo vuoi dire?"


Yoongi era certo di essere riuscito ad evitare il discorso, ma quando la voce di Jimin rompe il silenzio, si rende conto di aver solo ritardato l'inevitabile. 
Voleva una risposta ed ignorarlo non serviva a nulla.


"Per nessuno in particolare."


"Non è possibile. 
Non quella canzone."


Sapeva bene di che brano Jimin stesse parlando. 
Del brano più difficile che avesse mai scritto, del più sincero e crudele.
Quello che lo aveva reso celebre e coronato come produttore della casa discografica per cui aveva sempre sognato di scrivere.
Quello che le ragazze dedicano ai loro amati, quello che infinite coppie di sposi avevano utilizzato come promessa, per giurarsi amore eterno e costante sostegno.
Quel brano che lui aveva scritto e poi scartato perché troppo profondo per essere mostrato al mondo. Perché quella canzone era sua e non voleva che nessun altro la sentisse.


Ma Jimin l'aveva trovata sopra la sua scrivania mentre cercava qualcosa e, leggendola ed invadendo la sua privacy, gli aveva fatto i complimenti, consigliando ad un più che furioso Yoongi di portare il brano da qualche produttore o casa di produzione, ottenendo uno sguardo di ghiaccio e un "non ti intromettere" come risposta.
Forse era vero, non si doveva permettere di leggere pagine che non lo riguardavano, ma non poteva lasciare che lo scrittore tenesse quell'opera d'arte nel suo cassetto, senza condividerla con nessuno.


"La tua musica è arte,  ha il potenziale per diventare famosa, per essere ascoltata da migliaia di persone."


Lo sguardo di Yoongi non era cambiato, carico di rabbia e di risentimento.


"I brani che scrivi possono cambiare la vita della gente. Trasformare le loro emozioni in parole, in musica.
Hai così tanto talento Yoongi."


E forse, anche solo per un secondo, lo scrittore si era calmato,    lasciandosi cullare dai complimenti della persona con cui aveva condiviso tutta la sua vita.
Il suo migliore amico. 
Amico.
L'anima della quale si sarebbe sempre fidato.


Ma quella calma era durata poco, e Yoongi aveva avuto un solo impulso: strappare il foglio dalle mani di Jimin per poi voltarsi ed uscire, lasciando il ragazzo mortificato alle sue spalle.


Era tornato alle due di notte, e la casa che condividevano da quasi due anni, sembrava vuota e triste.
Jimin sul divano, con gli occhi chiusi e le lacrime, di qualche ora prima, tatuate sul volto.
Sapeva che andarsene in quel modo lo avrebbe ferito ma si era sentito violato, come se qualcuno avesse letto il suo diario segreto contenente la descrizione di tutti i suoi sogni e affetti.


Non voleva fare rumore.
Non voleva svegliarlo.
Ma, raggiunta la porta della sua stanza, una voce lo interrompe.


"Yoongi?"


Quella voce. Così debole.
Solo Dio sapeva quanto, in quel momento, Yoongi preferisse ignorarla pur di non affrontare il dolore che, inevitabilmente, la accompagnava.
Ma non poteva ignorarlo per sempre e quindi, quella notte, si perdonarono, lasciarono che il tempo portasse via le loro colpe e che le parole, per una volta, se ne stessero mute.


"Tu con la tua musica.
Potresti rendere il mondo un posto migliore."


"Forse non voglio che lo diventi."


Jimin l'aveva guardato con curiosità e non capiva.
Proprio non lo capiva.


"Forse mi basta avere la mia musica."


(E te.)


"Perché il mondo non vuole essere cambiato."


 
Dopo quella notte non parlarono più del brano e, quando lo scrittore si decise a portarlo a qualche produttore, per poi essere contattato e assunto, Jimin rimase in silenzio. 
Fiero e orgoglioso di quell'uomo con così tante paure e talento.




Ed ora si stanno guardando e Yoongi vorrebbe alzarsi e andarsene di nuovo, perché parlare ancora di quella canzone lo avrebbe distrutto e, sinceramente, se ne era pentito.
Pentito di averla scritta.
Di averla lasciata sulla scrivania, sola ed esposta, perché ora deve dare delle spiegazioni e proprio non ci riesce.


Silenzio e stelle.
Luci e respiri.


Jimin lo guarda, ma il ragazzo evita i suoi occhi. Guarda il cielo e forse prega che una stella cadente lo attraversi e faccia in modo che l'argomento cambi.
Che non debba dare delle risposte.


Jimin prende il respiro e canta.
Sussurra le parole di cui Yoongi ha tanta paura. Le parole che ha scritto ma che vorrebbe cancellare per sempre.
Quelle parole che non sono più sue ma di tutto il mondo, ed hanno perso il loro valore.




"Sento il tuo profumo in luoghi a cui non appartieni.
Luoghi lontani.
Luoghi che voglio dimenticare.


Ho bisogno di una coperta.
Di una coperta che mi ripari dalla mia mente.
Dai sentimenti.
Da me stesso.


Perché guardo il cielo e tu non ci sei.
E ho freddo.
E ho paura.
E non trovo pace, non trovo te.


Ci siamo feriti 
per poi curarci col sale.
E abbiamo nuotato nel miele 
per dimenticare il dolore.


Abbiamo baciato l'asfalto 
E odiato la vita
Ma ora siamo qui


E non ho più paura.
E non ho più freddo.


Ed ho trovato un senso.
In te ho trovato un senso."




E Yoongi vorrebbe tappargli la bocca ed impedirgli di finirla perché odia quella canzone con tutto il suo cuore.
Ma Jimin continua e con un ultimo sussurro conclude.




"Incontriamoci di nuovo.
In un'altra vita.
Amiamoci di nuovo.
In un'altra vita."




Miele.
La sua voce è come il miele.
E Yoongi, mentre lo guarda negli occhi, vorrebbe baciarlo e sapere se anche le sue labbra hanno quel sapore.
Di dolce.
Di una vita un po' meno dolorosa.




"Per chi scrivi Yoongi?"




Il silenzio dura minuti.
Forse ore, ma non è importante per loro contarle.


Ed il Sole sorge, la Luna scompare lentamente ed i loro occhi non smettono mai di osservarsi.




"Grazie per le stelle e tutto il resto.
È meglio che ora vada."




E Yoongi vorrebbe fermarlo e dirgli che scrive per lui.
Solo ed esclusivamente per lui.
Ma forse non sono destinati ad amarsi in questa vita e avranno più fortuna in un'altra.


Ma sarebbe proprio un peccato.




"Scrivo per te.
Perché non potrei mai scrivere per nessun altro."




E Jimin gli sorride e si avvicina.
Lo bacia come se la sua vita dipendesse da quel solo gesto.
Dolce, lento. Soffocante.




E Yoongi aveva ragione.
In quel bacio era riuscito a trovare tutto ciò che, nel corso della sua vita, aveva sempre cercato.
Quello che aveva perso e finalmente, dopo anni, ritrovato.
L'amore che non provava da anni.




Sapeva di vita.
Sapeva di miele.

























 

   
 
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