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Autore: sku    03/07/2009    1 recensioni
Vent'anni prima Allanon aveva svelato a Shea la sua discendenza reale e lui aveva sconfitto il Signore degli Inganni. Adesso un nuovo nemico minaccia le Quattro Terre e il druido torna a calcarle per fermarlo.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allanon, Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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33.
L'Epilogo di Sour.

L'uomo dai capelli castani osservava l'orizzonte dai camminamenti sulle mura della città di Leah. Fissava un punto più a sud con nostalgia e dolore. Il leggero vento che si era alzato gli scompigliava i capelli che non si voleva tagliare; con un gesto stizzito della mano li spostò distrattamente di lato e sospirò.
Menion Leah lo osservava da lontano insieme alla moglie.
- Non è nostalgia di casa. E' qualcosa di più. - disse lei mentre i capelli rossi le danzavano intorno al viso nonostante tutti i suoi sforzi di tenerli in ordine.
- Tu ne sai qualcosa di quella. - rifletté il marito osservandola.
- La mia città è stata distrutta. Ma adesso ne ho una nuova. - gli sorrise con malizia. - E posso anche regnare! -
- Allora era questo il tuo piano! - rise.
Rimasero per alcuni attimi vicini in silenzio, contenti di essere ancora vivi ed insieme.
- Vai a parlargli. - disse poi Shirl iniziando a scendere le scale.
Menion si avvicinò al giovane lentamente, osservando la sua città brulicante di vita.
- Uomo del Callahorn. - lo apostrofò quando gli fu vicino.
- Maestà. - ripose l'altro senza staccare gli occhi dal panorama a cui erano avvinghiati.
- Mia moglie è preoccupata per te. -
- Me ne dispiaccio. Non era mia intenzione... -
- Lascia perdere. E' compito delle donne preoccuparsi degli altri. Se non ci fossero loro a quest'ora saremmo tutti morti. -
- Già. -
- Cosa non ti lascia in pace? -
- Tanti pensieri. Mi detesto per come ho trattato la mezzosangue. - Nonostante il rammarico non poté fare a meno di pronunciare l'ultima parola con un tono aspro.
- Allanon direbbe che con la tua arroganza le hai dato un motivo in più per dimostrare il suo valore. -
- Allanon avrebbe detto "Al momento giusto saprai quale è stata la tua parte nella sua vita." - lo scimmiottò.
Menion non poté fare a meno di ridere. - Più o meno. -
- E poi... - L'altro rimase in silenzio in attesa che il vero motivo della tristezza di Sour venisse svelato. - Ho abbandonato alla morte un amico. -
Il ricordo di Brennar non lo lasciava mai solo.
- Brennar ha deciso della sua vita. - disse Menion. - Sour, hai fatto ciò che hai ritenuto giusto; hai fatto una delle cose più difficile che si possano immaginare; hai sacrificato la vita di un amico per salvare la vita di migliaia di sconosciuti. -
Sour non rispose, incerto su come vedere la questione.
Con un gran sospiro Menion continuò. - Adesso ti racconterò di quando un nano è morto per salvare la mia vita e quella di migliaia di sconosciuti... -


L'epilogo di Garvo

Lo gnomo era stanco, il viaggio era stato lungo e pesante, soprattutto per lui, reduce dall'amputazione del braccio sinistro. Sapeva che non c'era stato altro da fare, il veleno delle bestie l'aveva reso incurabile e il druido aveva proceduto con la rimozione dell'arto ormai inservibile. Garvo non riusciva però a spiegarsi come mai a volte lo sentisse ancora come una parte di sé, gli sembrava di poter muovere le dita.
Si fermò davanti ad una casa di Varfleet, non era certo che fosse quella giusta.
"L'unico modo per saperlo è bussare." si disse percorrendo i pochi passi che lo distanziavano dalla porta.
Fu un giovane dall'aria truce quello che venne ad aprirgli.
- Gli Gnomi non sono bene accetti in questa casa. - lo respinse bruscamente.
- Aspetta! Ho un messaggio per madonna Mailin... - esclamò Garvo mentre l'altro gli chiudeva la porta in faccia.
- C'è un solo uomo che chiama mia madre così. - disse il giovane.
- Allanon, vero? -
Il giovane si fece da parte e lo lasciò entrare, poi lo condusse in una stanza sul retro dove una donna stava preparando il pane.
- Madonna Mailin? - la chiamò lo gnomo.
- Cosa ci fa uno gnomo nella mia cucina? - chiese lei senza staccare gli occhi dall'impasto.
- Mi chiamo Garvo e vengo da parte di Allanon. -
- Sarete stanco, sedetevi mentre parlate. - Mailin continuò a massaggiare la pasta del pane con energia. Il ragazzo stava uscendo, ma Garvo lo richiamò schiarendosi la voce.
- Allanon mi ha mandato in sua vece, dovevo tornare a Varfleet e lui mi ha chiesto questo favore. -
- Come avete perso il braccio? - chiese il ragazzo visibilmente interessato.
- Combattendo. E' stato il mio sacrificio. -
- Col druido? -
Garvo annuì; non gli piaceva particolarmente parlarne, era ancora troppo presto.
- Vi è andata bene. - disse Mailin.
Ci fu un momento di silenzio poi lo gnomo estrasse una spada avvolta nella stoffa e la consegnò al ragazzo. Lui esitò mentre sua madre fece finta di non vederla.
- Leian mi ha chiesto di dartela. - Era stato il druido a riferirgli il desiderio della ragazza e lui non se l'era sentita di rifiutarle una cosa così piccola.
Il ragazzo sciolse il nodo e dipanò la stoffa sporca fino a scoprire la lama della spada appartenuta a suo padre.
- Quando l'ha trovato ad Istrat ha pensato che era il minimo che potesse fare per voi dopo tutto il vostro aiuto. -
- E' stato un bel gesto. - disse Mailin dando forma alle pagnotte.
Garvo si alzò e si diresse verso la porta, aveva compiuto il suo dovere; ma il ragazzo lo fermò. - Cosa farete adesso? -
- Tornerò a guidare spedizioni nell'Anar Superiore quando le acque si saranno calmate e i commerci riprenderanno. -
- Posso lavorare con voi? -


L'Epilogo di Nur

Valle d'Ombra era sempre stata simile a se stessa, mai un cambiamento radicale, le case tenute in ordine, le persone immutabili e sempre uguali generazioni dopo generazioni.
Per questo la visita dell'enorme Troll delle Montagne alla locanda fece un clamore che l'uomo in questione considerò fastidioso come il ronzio di una zanzara. Flick fu quindi abbastanza sorpreso quando questo gli si parò davanti un pomeriggio in cui sonnecchiava su una sedia nel locale deserto.
- Siete Flick Ohmsford? - chiese gentilmente.
- Sì. Con chi ho il piacere di parlare? - Flick si era alzato e cercava una sedia abbastanza robusta da sostenere un troll completo di armatura. Nur sorrise e si sedette su una panca risolvendo il problema.
- Allanon mi ha parlato di voi. Avete cresciuto Leian. -
- Già. -
- Avete fatto un buon lavoro. -
Flick non rispose e cercò di cambiare argomento e al contempo di sostenere la sguardo del troll. Fu così che si accorse di un profondo taglio che deturpava il suo viso coriaceo. - Come ve la siete procurata? -
- Lottando al fianco di Leian e di Allanon contro le bestie. Ho sacrificato il mio occhio destro, per fortuna dal sinistro vedo meglio. - Rise, una risata che rimbombò nel locale vuoto migliorando l'umore dell'uomo della Valle, anche se solo per un momento.
- Come mai siete arrivato fin qui? E' un po' lontano dalle Terre del Nord. - disse versando due birre.
- Non quanto si possa pensare. - considerò. - Ho un ultimo compito da svolgere. - spiegò poi.
- Da parte di Allanon? - chiese l'uomo caustico.
- Da parte di Leian. C'è una bambina che in questa guerra ha perduto entrambi i genitori... - 
- Non sarà l'unica. - replicò sulla difensiva.
- Si era persa quando Leian l'ha trovata. Ha pensato che qui sarebbe stata più al sicuro che da ogni altra parte. -
- Non credo che sia così, Leian si è sbagliata. Io non posso... - Non riuscì a terminare la frase interrotto dall'entrata ad effetto di una bambina dall'aria sperduta.
E Flick vide sul suo viso la stessa espressione smarrita che aveva visto in Leian la prima volta che si erano incontrati, la medesima richiesta d'affetto e di protezione. E capì che non avrebbe rifiutato.
Nur sorrise nell'ombra.


L'Epilogo di Allanon

Allanon era stremato, la lotta l'aveva indebolito più di quanto avesse previsto. Ma c'erano cose che non poteva rimandare. Si avvicinò alla riva del Perno dell'Ade e stese le braccia.
Dopo qualche attimo un forte vento si levò nella valle e le acque presero a turbinare, mentre voci angosciose urlavano tutta la loro disperazione.
Poi dal centro del lago emerse una figura solitaria, irreale e trasparente che si avvicinò al druido. Attorno a loro due si fece silenzio mentre nel resto della valle sembrava infuriare una tempesta di anime perdute.
- Padre. - mormorò Allanon.
- Dimmi. -
- Ho compiuto il mio dovere, Abaddon è stato sigillato per altre ere. -
- Hai fatto ciò che era tuo dovere. -
- A quale prezzo? -
- Le tue energie torneranno grazie al Sonno dei Druidi. -
Allanon non rispose.
- Hai ancora un compito, riportare le pietre a Istrat e porle sotto un altro incantesimo di protezione. -
- Vorrei proteggerle a Paranor. -
- Non si può, così dev'essere fatto. Devi staccarti da loro. Tutti hanno sacrificato qualcosa, così deve essere anche per te. -
- Ma io ho già sacrificato qualcuno, ho sacrificato quella che era una figlia per me! - urlò mentre sembrava che la furia del Perno dell'Ade ammutolisse di fronte a quella di Allanon.
- Così andava fatto, Allanon. E non l'hai ancora sacrificata. Finché hai le pietre con te senti la sua vita nelle tue mani. -
- Le ho fatto fare un viaggio che l'ha condotta alla morte. -
- Le Creature del Verbo non muoiono, ritornano a lui. E il suo viaggio nelle Quattro Terre è stato felice. Perché tu l'hai reso tale. Avresti potuto trattarla freddamente e considerarla solo come un mezzo per ottenere i tuoi scopi. Invece hai fatto di più e nessuno te lo riconoscerà mai. Le hai dato il calore di una famiglia con Flick e Saraia e tutti gli altri che ti hanno aiutato ad allevarla; tu le hai dato la conoscenza; Garvo, Adael e  Nur l'appoggio che necessitava nel momento del bisogno; Brennar e Sour le hanno permesso di capire che poteva scontrarsi con i più forti e vincere; Dreiden le ha dato l'amore. Niente di tutto questo era scritto ma tu l'hai permesso. Ha avuto una vita migliore della nostra. Adesso devi lasciarla andare per sempre. -
Lo spettro scomparve e dopo di lui anche la furia del lago si placò.
Allanon si riposò seduto su una roccia aguzza, poi, quando fu sicuro che le sue forze l'avrebbero permesso, si arrampicò fuori dalla valle incurante delle ferite che i sassi taglienti gli procuravano alle mani. Arrivati in cima si voltò verso est aspettando i primi raggi del sole nascente. Quando lo colpirono, estrasse le pietre e le guardò scintillare nella luce aranciata del mattino. Sembravano sorridergli. Doveva essere molto stanco.
- Addio Leian. -

"Alla forza dei popoli delle Quattro Terre, che l'hanno preservata dai baratri oscuri in cui poteva cadere.
A Leian, Adael, Brennar e Dreiden, perchè il loro spirito protegga ciò che hanno contribuito a salvare."

***fine***

Dedico questa lunga storia ad Alberto che, nonostante fosse completamente digiuno della saga di Shannara, l'ha letta tutta per me e che alla fine ha commentato: "Sei troppo psicologica per il fantasy" Grazie davvero.

Grazie a tutti quelli che mi hanno letto, messo tra i preferiti e commentato.

Un grosso e personalissimo grazie ad Alaide che mi ha seguito fin qui riempiendomi sempre di complimenti; davvero mi hai dato un motivo in più per completare la mia più lunga storia. Lettori come te sono un dono e a volte ho pensato di non "meritarti". Spero che ti sia piaciuta anche la fine.

A presto, in giro per il web,
sku
  
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