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Autore: Mikarchangel74    09/05/2018    2 recensioni
E mentre Dean sollevava l’arma per fendere il colpo di grazia, gli ultimi pensieri di Sam furono per suo fratello: quando finalmente tutto sarebbe finito e se mai lui fosse tornato lucido un giorno, che cosa avrebbe fatto, una volta acquisita la consapevolezza che Sam era morto per mano sua?
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
- Questa storia fa parte della serie 'Nuove avventure per Sam, Dean e Jack'
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~~Autore: Mik Mik
Titolo opera: Dipendenza
Fandom: Supernatural
Partecipo alla #26 promptschallenge 2/26
Parole: 1176
Avvertimenti: Hurt/comfort
Link: https://www.facebook.com/hashtag/26promptschallenge?source=feed_text

 

Appoggiato allo stipite della porta che dava sui corridoi in penombra del Bunker, braccia incrociate e testa leggermente inclinata verso il basso, Dean Winchester fissava suo fratello Sam che era intento a leggere un libro sulla mitologia greca e stava seduto al lungo tavolo di legno al centro della sala principale.
Ciò che colpiva di più era il modo in cui Dean lo guardava; Non era lo sguardo amorevole di un fratello, era piuttosto lo sguardo di un predatore.

Tutto era cominciato quando Dean aveva accettato di prendere su di sé quel dannato marchio. Ma era stato necessario. Niente marchio, niente prima lama e quella era servita per uccidere Abaddon. Era stato un sacrificio lodevole.
Da quando quel segno era passato a lui, Dean era cambiato. Era iniziato lentamente ed il giovane cacciatore aveva ignorato o comunque preso alla leggera le parole e gli avvertimenti di Caino. Ma solo adesso si rendeva conto di quanto il marchio avesse preso il sopravvento su di lui, sul suo corpo e sulla sua mente.
La bramosia di sangue e di morte che provava 24 ore su 24 lo stava consumando lentamente e inesorabilmente. E quell’arma, quel pugnale rozzo fatto con la mandibola di un asino lo chiamava, voleva essere impugnato ed usato.
Dean però lo aveva chiuso in una cassaforte nella stanza più lontana di tutto il bunker, la stanza dove solitamente rinchiudevano qualche nemico da interrogare, dove persino Crowley, il re dell’inferno, vi era stato rinchiuso….
Come se servisse a qualcosa. Lui non riusciva a togliersela dalla testa, era come se sentisse continuamente il bisogno d’impugnare quell’arma, ma se la impugnava sapeva bene quali erano le conseguenze… Una carneficina.
Quando la stringeva ed iniziava a combattere perdeva la testa; Non solo uccideva il malcapitato, ma infieriva anche sul corpo già inerme riducendolo a brandelli.
Più volte, quando alla fine si era calmato, si era ritrovato in ginocchio in una pozza di sangue circondato da cadaveri orribilmente maciullati.

Senza accorgersene il cacciatore strinse l’avambraccio nel punto in cui era impresso il vistoso segno rosso a forma di L rovesciata che adesso era coperto dalla manica della camicia quadrettata.
Il Bunker era immerso nel silenzio, salvo per alcuni tenui ronzii prodotti dalle apparecchiature elettroniche, si sentiva persino il leggerissimo ticchettio dell’orologio che Dean portava al polso.

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Dean scosse la testa cercando di scacciare le parole di Caino, riprendendosi dal fiume di pensieri che adesso scorrevano nella sua testa. Immaginava migliaia di possibili morti di suo fratello ed erano visioni talmente nitide che poteva sentire il sapore metallico del sangue in bocca.

Ormai aveva tentato di tutto, a scappare lontano da Sam ad inebetire la sua mente con l’alcol, a seppellire la lama, ad opporsi e resistere, ma la sua volontà veniva annientata ogni minuto di più.
Quella lama gli serviva. Non si era mai sentito più potente.
La prima volta che l’aveva impugnata, il suo corpo era stato attraversato da un brivido, come se una scarica di 50 volts lo attraversasse. Si era sentito invincibile, anche se aveva avuto una paura folle. Ma col passare del tempo, di quella paura non vi era rimasta alcuna traccia, adesso c’era solo quel bisogno morboso di riavere la lama tra le mani, di sentirsi di nuovo un Dio e di compiere quell’ultimo sacrificio per quietare la sua sete di sangue.
Come Caino aveva ucciso Abele, la lama adesso voleva che Dean uccidesse Sam.

Di colpo si spostò dallo stipite della porta, muovendosi con passi lunghi e decisi verso il fratello minore, che sollevò il volto guardandolo, ma quando si accorse dell’espressione dell’altro tentò di respingerlo; Non fece nemmeno a tempo ad alzare le braccia che fu’ afferrato per il collo saldamente.
“Dean!” Esclamò con voce soffocata e stupita, sapendo bene cosa potesse passare per la testa al fratello maggiore.
Lo aveva osservato spesso ultimamente, anche quando Dean non se ne rendeva conto, sapeva bene quanto tormento c’era in lui da quando portava il marchio.
Fino ad ora però non lo aveva mai assalito, sì c’erano stati un paio di episodi che quasi non lo aveva riconosciuto quando impugnava il dente d’asino ed aveva tentato di colpirlo, ma Dean gli aveva chiesto di stargli lontano in quelle occasioni, ma adesso la lama era chiusa in cassaforte, lontana.
Sentendosi soffocare Sam si dibatté e colpì le braccia del fratello maggiore con le proprie mani, cercando di fargli perdere la presa e riuscire ad inspirare il prezioso ossigeno prima che le forze gli venissero a mancare. Ma Dean sembrava posseduto da una forza sovrannaturale e non accennava a mollare la presa sul suo collo.
“D-Dean!” Gracchiò per la seconda volta iniziando a boccheggiare come un pesce fuor d’acqua, spaventato.
“Devo farlo…” Rispose Dean continuando a stringergli la gola.
Sam ormai vedeva scintille fluorescenti danzare davanti agli occhi. Tossì e si aggrappò alla camicia del fratello maggiore, stringendola nei pugni
“Ti prego … basta! Lasciami!” Decise di tentare l’ultima carta, riuscire a far tornare Dean abbastanza lucido da riconoscerlo “Sono io Dean! Sono Sam!” Ma così finì tutta la riserva d’ossigeno nei suoi polmoni che non riuscì a recuperare. Strinse gli occhi, ma poco dopo si accasciò contro il corpo di Dean privo di sensi.
Finalmente il cacciatore mollò la presa, sorreggendo il corpo esanime del fratello e adagiandolo poi sopra al tavolo di legno, dopodiché gli legò mani e piedi per evitare qualsiasi sorpresa qualora Sam si fosse ripreso.
Quindi, ormai soggiogato dal potere della lama, si recò deciso a prenderla. Impugnandola inspirò profondamente e soddisfatto, provando l’inebriante sensazione di potere, quindi tornò nella sala principale, prese una delle sedie, la girò in modo da avere lo schienale sul davanti ed appoggiarsi, si sedette all’altezza del volto di Sam e si mise a giocherellare con l’arma, con la punta appoggiata sul tavolo e ruotandola su se stessa.

Quando Sam riprese conoscenza, si guardò intorno confuso prima di incrociare lo sguardo del fratello.
Dean lo osservava scuro in volto. Sam cercò nuovamente di farlo tornare in sé ricordandogli qualche episodio di quando erano piccoli, ma sembrava non avere alcun effetto su Dean.
“Uccidermi non ti servirà a niente!” sbottò con rabbia alla fine
Dean si alzò con calma e si avvicinò al fratello, aprendogli la camicia sul petto e prendendo la mira per colpirlo al cuore.
Sam iniziò a respirare rapidamente, sentiva che stavolta era finita per lui, tra poco Dean lo avrebbe pugnalato al cuore e non c’era più niente che potesse fare per fermarlo.
La lama aveva vinto di nuovo.
E mentre Dean sollevava l’arma per fendere il colpo di grazia, gli ultimi pensieri di Sam furono per suo fratello: quando finalmente tutto sarebbe finito e se mai lui fosse tornato lucido un giorno, che cosa avrebbe fatto, una volta acquisita la consapevolezza che Sam era morto per mano sua?
Ma non ci fu’ risposta.


(The End)

   
 
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