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Autore: MadHattersTwinSister    09/05/2018    4 recensioni
È il 22 Agosto del 2010 e Draco Malfoy forse ha bevuto troppo.
Ed è probabilmente incoraggiato dal liquore che ha in corpo, che si smaterializza davanti al cancello di quella villetta.
Perché, ormai, non ha più nulla da perdere. Perché anche se si pentirà di averlo fatto, avrà la soddisfazione di essersi tolto quel macigno dal petto. Perché lui deve dirglielo.
Che loro erano formidabili.
(Song-fic sulla canzone "Formidable" di Stromae)
 
Genere: Malinconico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Ron/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Contesto generale/vago
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Tutti i personaggi appartengono a J.K.Rowling che ne possiede tutti i diritti.

La storia non è scritta a scopo di lucro.

 

 

22 Agosto 2010

 

Si asciugò le mani nel canovaccio che ripose, piegato, sul bordo del lavandino. La brezza serale estiva filtrava dalle persiane aperte accarezzandole il viso. Lo schiocco della smaterializzazione distrasse il suo sguardo dalla spugna, intenta a rimuovere gli ultimi schizzi di sapone dal ripiano, e lo attrasse fuori dalla finestra di fronte a lei. Accolse la vista dei nuovi arrivati con un sorriso prima di raggiungerli alla porta. Il piccolo gruppo era ancora permeato da un’eccitazione elettrica, nonostante la partita fosse finita da diverse ore. Non seppe ben distinguere chi fosse più entusiasta e si sentì un po’ in colpa quando si schiarì la voce per interrompere i due giovani padri, ancora impegnati a discutere delle azioni di gioco. Sorrise intenerita alla vista di Hugo e Albus, addormentati placidamente sulle spalle dei due uomini, osservati di sottecchi da un piccolo James che lottava strenuamente per mostrarsi ancora sveglio e pimpante. Fu certa che l’idea di Harry e Ron di portare i bambini alla loro prima partita di Quidditch fosse stata assolutamente geniale quando incrociò gli occhi luccicanti di sua figlia mentre, col faccino ancora pieno di meraviglia, le correva incontro. Le tese le braccia sorridente, pronta ad afferrarla al volo.
«Mezzosangue.»
Vide Rose incespicare sui propri passi e bloccarsi a metà strada per voltarsi verso quell’intrusione.
«Ma che bel quadretto!»
Draco Malfoy, o quella che era una sua versione più adulta, si stagliava sotto la luce del lampione appena fuori del cancello della villetta. La posa era scomposta, tanto che sembrava reggersi in piedi per miracolo, ma il petto era in fuori, la testa orgogliosamente levata all’indietro in modo sprezzante. La camicia di fattura pregiata, sgualcita e umida di sudore, ricordava ad Hermione il canovaccio che giaceva sul lavandino della cucina. Le ginocchia erano piegate e, come le punte dei piedi, rivolte verso l’interno delle gambe. Precaria. Quella versione di Draco Malfoy le apparve estremamente precaria, come se da un momento all’altro potesse cadere a pezzi. Unica nota di forza in quella figura era la presa della mano sinistra, chiusa saldamente intorno a ciò che spiegava quell’aspetto così inusuale per lui. Il braccio ciondolante terminava con una bottiglia, in cui si scorgeva un liquido ambrato, stretta possessivamente nella morsa delle dita.
Per quanto tempo potesse essere passato dalla Guerra e per quanto la maturità potesse aver appianato i dissapori della gioventù, quell’apparizione non provocò reazioni altrettanto mature. Forse perché era così malconcio, forse perché era ubriaco e quindi ispirante poca fiducia, forse perché era semplicemente lui e fiducia non l’avrebbe mai davvero ispirata. Bastarono gli sguardi ostili, le orecchie arrossate di Ron, le mani che si avvicinavano istintivamente alle bacchette. Bastò questo a farlo ridere. E fu una risata orribile e graffiante, quella di Malfoy.
«Non c’è bisogno che si scaldino, io voglio parlare solo con te.»
Hermione lo guardò a lungo confusa, era certa di essere la persona a cui Malfoy si stesse rivolgendo. Non aveva dubbi perché il suo sguardo, annebbiato ma tremendamente deciso, era fisso e piantato su di lei.
«Lo sai noi...» iniziò lui «Noi eravamo formidabili.»
 

 

 Oh bébé - oups! - mademoiselle
J'vais pas vous draguer, promis juré
J'suis célibataire, depuis hier putain !
J'peux pas faire d'enfant et bon c'est pas - Eh reviens !
Cinq minutes quoi ! J't'ai pas insultée J'suis poli, courtois,
et un peu fort bourré et pour les mecs comme moi,
vous avez autre chose à faire hein

(Ehi pupa – ops! - signorina!
non ti voglio rimorchiare, lo prometto, lo giuro
sono single, da ieri porca puttana
non posso avere figli, e va bene, non è... ehi, torna qui!
solo 5 minuti, dai, non ti ho mica insultata, sono gentile, cortese
e molto sbronzo ma per i tipi come me
hai altro da fare, vero?

 

«Noi...cosa?!» Si pentì di aver articolato un pensiero così poco intelligente, ma quello sguardo la stava facendo sentire a disagio, scoperta e con le spalle al muro.
«Vedi Mezzosangue, anzi forse è il caso che ti chiami “Signora”...» e per un attimo i suoi occhi si posarono sulla mano sinistra del rosso. Solo per un momento, poi tornarono su di lei come attratti da una calamita, pesanti e intensi. Per quanto ingenuo, Ronald doveva aver inteso qualcosa in quegli occhi, qualcosa che a Hermione doveva essere sfuggito, perché si impose nella conversazione, improvvisamente infuocato e iroso,
«Cosa stai farneticando Malfoy?!»
Un ghigno di scherno andò formandosi sulla bocca del biondo.
«Tranquillo Weasley.» Hermione non comprese quella risposta, decise di attribuirla all’alcool che stava evidentemente circolando nel suo corpo, così come ciò che iniziò a farneticare dopo.
«Anche se, in effetti, il mio matrimonio è andato a monte. Figli, eredi...a quanto pare non posso avere tutto. E ora ce l’hanno tutti con me, tutti delusi...» finì le ultime parole strascicando a fatica le lettere, la lingua troppo impastata dal liquore. Ma non distolse mai lo sguardo da lei.
Era dal secondo anno che Hermione non si sentiva così. Pietrificata.
 


Eh tu t'es regardé? tu t'crois beau
Parce que tu t'es marié, mais c'est qu'un anneau
Mec, t'emballe pas,
elle va t'larguer comme elles le font chaque fois.

(Ehi tu, ti sei guardato? ti credi bello
solo perchè ti sei sposato ma è solo un anello,
non ti montare la testa
ti lascerà, così come le donne fanno sempre.)

 

«Cosa sei venuto a fare Malfoy?» Harry. Fino ad allora l’aveva solo osservato, dubbioso e sull’attenti. Il biondo sembrò essere attraversato da un moto di stizza.
«Perché vi intromettete tutti?!» e nel dirlo buttò all’aria le braccia che ricaddero come se fossero fatte di stoffa. Per la seconda volta distolse lo sguardo da Hermione e a lei sembrò di ricominciare a respirare.
Aveva affrontato tante atrocità nella sua vita ed era capace di gestire il dolore. Ma quello che aveva visto negli occhi di Malfoy l’aveva gelata. Perché non avrebbe mai creduto di poter vedere sul volto borioso ed arrogante, che tante volte aveva sfidato, tutto quel dolore. E lei non sapeva come gestirlo. Per un attimo pensò che avrebbe preferito averlo davanti vestito di scherno e pregiudizi, così com’era sempre stato, piuttosto che così nudo e precario. Lei non sapeva come gestirlo.
«Il tuo comportamento è inappropriato.» la risposta di Harry arrivò alle sue orecchie pacata e misurata. «Ci sono anche i nostri bambini.» Forse Harry non l’aveva fatto apposta, forse aveva parlato più come padre che come avversario, forse non aveva ascoltato le precedenti farneticazioni di Malfoy sulla sua vita personale. Prima di sentire le urla di Draco, Hermione vide le sue pupille dilatarsi impercettibilmente.
«Cos’è ti senti potente?!» strillò muovendo qualche passo e sbilanciandosi pericolosamente. Le braccia come prive di vita, seguivano inermi i movimenti del corpo. «È quell’anellino insignificante che ti fa sentire superiore?! O quei marmocchi che ti stanno addosso?!» Harry si portò istintivamente davanti a James. Fu allora che Hermione si ricordò che i bambini erano presenti e che ancora nessuno di loro aveva osato emettere un fiato. Distolse lo sguardo da Malfoy per la prima volta da quando era arrivato e lo posò sui piccoli. Hugo e Albus dormivano ancora, troppo provati dalla giornata non erano stati svegliati dalle urla, James, invece, lanciava occhiatacce al biondo ma tenendosi ben riparato dalla gamba del padre. Rose lo guardava. Era rimasta in piedi tra il padre e la madre, nel punto in cui la sua corsa era stata interrotta. E lo guardava. Seria. Attenta.
«Tanto ti abbandonano tutti prima o poi.» la voce si abbassò, la differenza di frequenza la fece spezzare. «Un giorno non troverai più la mogliettina a farti la cena.» il tono si abbassò ancora di più fino a ridursi ad un sussurro. «E quel che ti rimane è un anellino vuoto.»
 


Formidable, formidable
Tu étais formidable, j'étais fort minable
Nous étions formidables

(Formidabile, formidabile
tu eri formidabile, io ero patetico.
Eravamo formidabili)

 

Lo videro abbassare la testa e vacillare ancora più pericolosamente di quanto avesse fatto fino ad allora. Poi, quando sembrò aver ristabilito quel minimo di equilibrio necessario a stare in piedi, gli occhi scattarono per ripiantarsi prepotenti in quelli di lei.
Hermione non avrebbe mai pensato potesse capitarle per qualcuno come Malfoy, ma non appena i loro volti si incontrarono di nuovo lei poté percepire il proprio cuore spezzarsi. Perché nessuno avrebbe mai dovuto avere quell’espressione così stravolta. E lei l’aveva vista troppe volte, sui visi delle vittime della guerra, delle vittime sopravvissute. Quelle che erano dovute venire a patti con la consapevolezza di aver perso ogni cosa per cui valesse la pena vivere, a parte la vita stessa.
«Formidabili...» e dicendolo scosse la testa «Così formidabile ed io...patetico.»
Avrebbe voluto rispondergli a tono, alzare il naso all’insù e incrociare le braccia, come faceva sempre quando il campo di battaglia era il corridoio fuori da una classe. Avrebbe voluto pretendere spiegazioni, scuse e poi cacciarlo da casa sua e dalla sua famiglia.
Ma non poteva, non dopo aver visto. E forse fu dopo aver visto, che iniziò a capire.
 


Et petite - oh pardon ! - petit
Tu sais dans la vie y'a ni méchant ni gentil
Si Maman est chiante, c'est qu'elle a peur d'être mamie
Si Papa trompe Maman, c'est parce que Maman vieillit, tiens

(Ehi piccola, ah scusa, piccolo!
sai, nella vita non ci sono né buoni né cattivi
se la mamma è fastidiosa è perchè ha paura di diventare nonna
se il papà tradisce la mamma è perchè la mamma invecchia! )

 

«Mamma,» Hermione si voltò verso la figlia. «ma cosa dice il signore?» La madre la guardò confusa non sapendo cosa dire. Guardò prima la bambina poi l’uomo davanti a lei. Sembrò aver trovato qualcosa da dire quando si rivolse alla piccola ma venne bloccata sul tempo.
«Vedi ragazzino,» fece qualche passo in avanti barcollando e quando ebbe messo a fuoco chi aveva di fronte mostrò in volto una lieve sorpresa. «Ah scusa, ragazzina.» Lo videro guardarsi le gambe e, a fatica, accovacciarsi sul posto, tentando di mantenere l’equilibrio sulle punte dei piedi. Poi si concentrò solo sulla piccola.
«Vedi, nella vita ti verrà insegnato che c’è male e bene e che solo una delle due è veramente meritevole di essere seguita.» cercava di bilanciare la voce che era ancora troppo stonata dall’alcol e cozzava terribilmente con quello che sembrava un discorso serio. Con gli occhi fece una panoramica di tutti i presenti fino a fissarsi su un punto non ben definito.
«E ti diranno che i tuoi sono i buoni. Ma devi capire che i buoni e i cattivi non esistono. È tutto molto più misto.» E nel terminare la frase riportò sulla bambina uno sguardo duro e allucinato.
«La mamma prima o poi ti sembrerà cattiva, oh si!» Mentre parlava la voce era rapida ed eccitata, le labbra che si storcevano in un ghigno. «Ma non dovrai sentirti in colpa per averla considerata così, perché lei sarà davvero un po’ cattiva. Perché non vorrà invecchiare e ti tratterà male, perché tu sarai giovane e lei un giorno sarà comunque piena di rughe.» Sembrava sempre più folle mentre proseguiva. Hermione si chiese se quelle assurde farneticazioni fossero qualcosa che lui stesse, con cattiveria, augurando alla bambina o che, con rabbia, stesse ricordando. «E anche il tuo paparino, sai? Oh si! Il tuo buon papà un giorno non potrà più sopportare una mamma così acida e vecchia e ne vorrà una più giovane e bella.» Continuò imperterrito ignorando gli strepiti furiosi di Ronald. «E tu, bimbetta, scoprirai quanto finti e crudeli possono essere gli eroi.» Turbata da quelle parole, che una bambina di sei anni ancora non poteva comprendere, Rose scoppiò in lacrime. Venne prontamente agguantata dal braccio protettivo del padre.

 

Pourquoi t'es tout rouge ? Ben reviens gamin !
Et qu'est-ce que vous avez tous, à me regarder comme un singe, vous ?
Ah oui vous êtes saints, vous !
Bande de macaques !

 

(perchè sei diventato tutto rosso? beh, torna qua ragazzo
e cosa avete tutti da guardare? come fossi una scimmia?
ah certo, perchè voi siete tutti santi
banda di macachi!
)

 

«Malfoy, vattene immediatamente da casa mia!» il ruggito del rosso non lo scalfì, anzi seguì a rivolgersi alla bambina che nascondeva il visino bagnato nella gamba del padre.
«No bimbetta non piangere ora, ci sarà tempo per farlo più avanti.» Si alzò in piedi perdendo l’equilibrio e rise leggermente. Se di se stesso, dell’assurda situazione o di qualcos’altro a loro ignoto, non fu chiaro a nessuno. Poi come se si fosse accorto improvvisamente degli sguardi ostili che lo circondavano si rivolse agli adulti.
«Beh, cosa volete?! » E riprese ad urlare e a lanciare le braccia senza vita. «Perchè mi guardate così?! Non ho forse ragione?!» Nessuno proferiva parola, si limitavano a guardarlo con diffidenza. «SMETTETE DI GUARDARMI COSÌ!» Il grido fu così disperato che la voce graffiò prepotentemente la gola asciutta. Li fissò tutti con gli occhi allucinati, il respiro corto e pesante. «Certo. Voi siete tutti santi, vero?» non urlava più ma la rabbia e il sarcasmo erano così marcati da far venire il mal di stomaco. «Non siete voi quelli sbagliati, vero?»
Abbassò la testa come sconfitto e la rialzò solo per guardare di nuovo lei, attraverso i capelli scomposti sulla fronte. Di nuovo, il suo sguardo la inchiodò sul posto. Un’altra volta, Hermione seppe che si stava rivolgendo solo a lei.
«Non ho scelto io di essere quello sbagliato

 

Formidable, formidable
Tu étais formidable, j'étais fort minable
Nous étions formidables...
Formidable
Tu étais formidable, j'étais fort minable
Nous étions formidables

 

(Formidabile, formidabile
tu eri formidabile, io ero patetico.
Eravamo formidabili…
Formidabile,
tu eri formidabile, io ero patetico.
Eravamo formidabili).

 

Non fu certa di aver capito a pieno quale fosse il senso della sua frase, del suo discorso, del suo essere lì, ma quando un campanello cominciò a tintinnare lievemente nella sua mente, lei fece finta di essere sorda. Perché era semplicemente assurdo, ridicolo e impensabile che lui fosse lì per quello e si diede della stupida per averlo anche solo ipotizzato. Ma se ignorare quel flebile tintinnio si stava dimostrando piuttosto semplice, come avrebbe fatto con i suoi occhi? Perché quelli, glielo stavano semplicemente urlando in faccia.
Fece per aprire bocca ma lui la interruppe. Lei poté percepire chiaramente il suo stomaco accartocciarsi su se stesso.
«Io non l’ho mai voluto. Ma è andato tutto così.»
Hermione avrebbe voluto scuotere energicamente la testa, implorarlo di stare zitto. Perché c’era già troppo dolore in quegli occhi e lei non avrebbe avuto la forza di scolpircene dell’altro. Ma era ancora pietrificata, immobile, incapace di muoversi. Non era neanche certa di stare respirando e per l’ennesima volta si diede mentalmente della stupida, per la reazione eccessiva che tutta quella scena le stava causando. Si giustificò, in parte, dicendosi che tra tutte le situazioni difficili e impensabili a cui si era preparata, quel momento non era mai stato previsto. Chi, mai, avrebbe potuto prevedere che una sera lui si sarebbe ritrovato ubriaco, nel giardino di una villetta, per lei?
Draco sembrò improvvisamente cogliere tutti quei pensieri perché sgranò impercettibilmente gli occhi cedendo ad una smorfia di lieve imbarazzo. Come colto sul fatto. Forse, rifletté Hermione, neanche lui si era preparato a questo tipo di battaglia. E fu vedendo il suo imbarazzo che lei si sentì improvvisamente più a suo agio. Lo sussurrò appena.
«Come?»
L’imbarazzo sul volto di lui venne sostituito da un’espressione nostalgica che a molti sarebbe potuta sembrare intenerita. Gli occhi corsero nel vuoto, a rincorrere qualcosa di perso e irraggiungibile.
«Tu eri formidabile.» Poi scosse la testa con una smorfia amareggiata. «E io… così patetico. Ma insieme...Oh insieme! Avresti dovuto vederci.» Alzò gli occhi su di lei come se la vedesse per la prima volta. La guardò e riuscì a intravedere dietro quell’espressione triste, quasi mossa a pietà, un appena percettibile segno di diniego. Ma a questo, Draco, era preparato. Era cosciente del fatto che l’unica risposta che avrebbe potuto ricevere sarebbe stato un rifiuto. Ma lui non era lì in cerca di risposte. L’alcool sembrò defluire da lui come le emozioni, raddrizzò la schiena e i suoi occhi si fecero improvvisamente limpidi, sereni. Senza dire nulla si girò e si incamminò verso il cancello ancora aperto. Nessuno volle fermarlo, se lo aspettava, non avrebbe mai osato sperarlo.
Mentre si allontanava dalla villetta, nel silenzio della notte estiva si sentì leggero, libero.
Perchè non avrebbe perso nulla.
Perchè non si sarebbe mai pentito.
Perché nella sua mente, lui
doveva dirglielo, loro erano formidabili.1


 

 

 

 

 

1-L’ultimo periodo può ricordare la frase conclusiva del film “Noi siamo infinito”. Ci ho pensato dopo aver riletto il testo. Non è stato intenzionale, è una struttura che enfatizza molto il concetto e che mi piace particolarmente. Amando molto “Noi siamo infinito” non mi dispiace pensare che, inconsciamente, io abbia preso ispirazione. Quindi mi sento in dovere di menzionare quest’opera come citazione.

 

Note personali

Prima di tutto, grazie mille di essere arrivati fino a qui, lo apprezzo veramente moltissimo.
Non mi sembra vero di essere di nuovo qui, eppure, eccomi. Non mi faccio vedere sul sito da poco più di tre anni e riconosco, per questa ragione, di essere stata pessima. Ho lasciato lavori in sospeso ma, la faccio breve, non riuscivo più a scrivere qualcosa di cui fossi soddisfatta. Così ho mollato. Ora, questa storia mi frulla in mente da tantissimo tempo. Ogni qual volta mi parta la canzone sul telefono o sull’mp3 io immagino questa scena. E dopo due anni, più o meno, mi sono decisa a pubblicarla. Credo, a questo punto, che sia stato meglio aspettare, oggi ho una maturità che non avevo due o tre anni fa. E non parlo solo in termini di scrittura, visto che alcune tematiche che ho affrontato le ho sentite molto mie. Ma non volevo “tornare” con qualcosa di arrangiato, così mi sono messa giù e per tre giorni ho principalmente lavorato a questa one-shot. Mi ritengo sufficientemente soddisfatta, per quel che può valere. Spero che questa storia sia una sorta di bigliettino di scuse per questo sito e per chi mi seguiva e aspettava i miei aggiornamenti. Non simboleggia un mio ritorno definitivo per quanto riguarda le mie altre storie in corso, ma sicuramente è un “Hey, ci sono ancora!”. Intendo dire che se avrò idee che riterrò buone e riuscirò a svilupparle, mi vedrete ancora qua tra i vari autori e autrici. Perché da anni questo sito è un bellissimo rifugio dalla quotidianità, è stato, come è tutt’ora, un trampolino per mettermi alla prova e mi ci sono realmente affezionata. Un distacco mi è impossibile, infatti sebbene abbia sospeso la scrittura ho continuato la lettura. Certo, non è lo stesso.
Avrei tante altre cose da dire ma le lascio per le “note personali” di una prossima storia. Per ora dico solo hey, ci sono ancora!

 

Sulla storia

Come ho anticipato è una storia che immagino da tantissimo tempo e proprio perché l’ho pensata così intensamente ne riesco a vedere ogni dettaglio. Spero di essere riuscita a farvi vedere quello che vedo io, che la canzone vi faccia sentire, pensando alla storia, come ha fatto sentire me. Sono consapevole di aver descritto una scena un po’ strana, potrebbe quasi non sembrare di Harry Potter se non si parlasse di Quidditch e Smaterializzazioni, ma è una scena che ho immaginato proprio per i personaggi di Draco ed Hermione. Lo ammetto, mi piace tanto vedere il biondino che si strugge per amore e qui l’ho strutto così tanto che ci si potrebbe fare la piadina. Battutone esilaranti per cui avrete le lacrime a parte (per favore niente pomodori), sono consapevole del fatto che potrei essere inciampata appena appena nell’OOC, forse più per Hermione che per Draco. Ho cercato di evitarlo il più possibile, lo giuro, ma immaginavo la scena esattamente così con i caratteri un po’ stravolti. So, inoltre, che sembra assurdo che Harry e Ron se ne stiano per lo più in disparte, ma volevo che il focus fosse principalmente su Draco ed Hermione e su quello che accade tra loro. Spero mi perdonerete.
Quando Draco parla con Rose ho immaginato stesse parlando della sua infanzia, di una madre fredda e un padre prima venerato e poi scoperto come assente e infedele. È una mia personale interpretazione.
Ho anche scelto di non dilungarmi troppo sul piano introspettivo perchè speravo di riuscire a far passare tutto, a far capire tutte le minime sfumature, spiegando il meno possibile. Spero che i significati si capiscano meglio attraverso le battute dei personaggi, soprattutto il fatto che (SPOILER)  Draco avesse idealizzato una vita di coppia con Hermione. Spero, quindi, che non passi per pigrizia.
Per quanto riguarda il mio stile, la scelta di iniziare molti periodi con “E” o “Perchè” è intenzionale. È un mio “brutto vizio” quando si tratta di testi del genere, ad alcuni potrà dare molto fastidio e forse ad altri potrà piacere, chissà. Ne parlo non per giustificazione ma per spiegarvi nel dettaglio come appare questa storia attraverso i miei occhi. Il fatto è che quando tratto queste tipologie di testo cerco di seguire il mood del racconto con le parole e le strutture. Potrebbe essere un’immensa stupidaggine, l’importante è che me lo facciate sapere. Ditemi tutto ciò che pensate sulla storia, di bello o di brutto che sia, significherebbe tanto per me.
Grazie mille a tutti,

MadHattersTwinSister

  
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