PROTAGONISTI AL FUNERALE DI UNO SCONOSCIUTO
Ed eccomi qua…alla fine sono venuta…ma che
diavolo mi è Passato nella testa?!?
Ho rinunciato ad un giro di shopping in centro
per andare al funerale di un tizio che alla fine neanche conosco…
Eppure ora sono qui…incastrata…non riuscirei
mai a sgusciare via senza dare nell’occhio… che cosa mi inventerei poi?!? Ops
ho sbagliato…scusatemi ma credevo che il morto fosse un altro?!?
D’accordo…rimango…
Mi sono rintanata in fondo nell’angolo più
buio per cercare di passare inosservata, ma in un paesino come questo… diciamo
che il “passare inosservati” è un pretesa un po’ troppo eccessiva per chiunque,
figurati poi per me in un’occasione simile….
Eccoli che arrivano…tento di farmi piccola
piccola dietro le larghe spalle di quel signore, ma ora come ora preferirei di
gran lunga fare un buco per terra e seppellirmici…
Possibile che non si sia fatto vivo nessuno
degli altri ragazzi?!?! Santo cielo, con tutti gli amici che ha quel
disgraziato, possibile che nessuno abbia trovato un secondo per presenziare al
funerale di suo nonno?!?! Nessuno tranne quell’incosciente della sottoscritta,
ovviamente!!!!!!!!
E lei?!? Non ci credo…neanche lei…è vero che
oggi i negozi sono aperti e deve lavorare, ma in fondo è pur sempre morto il
nonno del suo ragazzo…tizio che probabilmente non ha mai visto…tuttavia non mi
sembra una buona ragione…
Mi sento osservata…possibile che con una bara
aperta, un morto dentro e tanta gente che piange debbano tutti fissare me?!?!?
Li guardo in faccia ad uno ad uno, li conosco
e posso leggergli nel pensiero come se avessero il fumetto.
“Oh, povera cara…guardala…là, sola, soletta,
in fondo…guarda quanto lo ama…anche se lui l’ha mollata per la sua migliore
amica, è lei quella che è venuta per stargli accanto in un momento così
tragico…”
e la signora accanto alla macellaia “Che
storia d’amore romantica…e tragica insieme…lei che lo ama in silenzio
dall’asilo e lui che non l’ha mai calcolata nemmeno di striscio…che pena …
poverina…” Già, che pena…come se il funerale fosse il mio…
Ah, non dimentichiamoci del il signore che
lavora dal carrozziere all’angolo “ma le stupid ul fiò dal Rino, una inscì bela
tusa gha fa il fil el sa met cun ca la
spitinfia le*”
E per finire l’edicolante “Povera stela…l’è
bela, brava, buna, la gha i danè e la gha minga un fidanzato…l’andrebbe propi
ben per quel disgrazià dall me neut!**”
No…suo nipote no…non mi piace….è stupido ed
appiccicoso…
Certo che se ci fossero stati anche gli altri
sarebbe stato tutto diverso…
In mezzo al gruppo di amici mi sarei confusa
tra la massa e solo un attento osservatore mi avrebbe notato. Ne sarei uscita
con relativa eleganza e il commento peggiore sarebbe stato un moderato:“Guarda
un po’ chi c’è, nonostante le vecchie storie sono rimasti amici…che bella la
gioventù di oggi, non la capisco, ma mi sembra una cosa positiva…almeno
qualcosa di buono tra tutto quelle cose brutte che combinano oggi giorno!!!-
Ecco, così si che sarebbe stato
perfetto…elegante, moderato e innocuo. Invece, lo so che la situazione che si è
creata nella realtà è una bomba ad orologeria pronta ad esplodere da un momento
all’altro…
D’altronde la vita nei piccoli centri è così,
la gente è poca e annoiata e far parte dei rami centrali di alcune tra le
famiglie più conosciute del paese non aiuta certo a passare inosservati. In
più, la nostra generazione ha avuto la malaugurata idea di crescere educata e
rispettosa, bella e divertente: la compagnia perfetta, seconda solo a quella
delle Indie, l’ideale per costruirci
sopra negli anni una Beautiful casereccia. Questo essere o meglio questo
mostrarsi “perfetti” nel tempo ha aiutato e reso la vita molto più facile in
parecchie situazioni, tuttavia ha fatto dei nostri tira e molla adolescenziali
gossip di prim’ordine nelle file al banco del supermercato.
Forse, come ha dimostrato anche la decisione
di quelli che sono venuti dopo di noi, hanno davvero scelto meglio i nostri
predecessori: difetti e peccati alla luce del sole. Dando così tanto da
parlare, una volta marchiati come “cattivi ragazzi”, hanno ottenuto la libertà
di fare tutto ciò che volevano senza il timore di essere giudicati ad ogni
passo.
Non lo so, forse sarà l’erba del vicino che è
sempre più verde, ma loro hanno confessato di rimpiangere la nostra vita almeno
quanto noi la loro… siamo tutti nella stessa barca, in fondo…tutta questione di
scelte…
Comunque, tornando alla realtà, in questo
maledetto paese, non c’è una singola anima che non sappia della mia mega cotta,
chiamiamola così, per quell’idiota…
Belli, bravi e con i soldi, eredi di due delle
famiglie più in vista del paese, lei è dolce e intelligente, umile e
divertente, studia, fa volontariato e, nonostante non ne abbia bisogno,
lavoricchia per guadagnare qualcosa, lui è carismatico e responsabile, sempre
allegro e al centro della scena, studia, lavora ed è capitano della squadra di
calcio del paese. Si incontrano all’asilo ed è amore a prima vista, crescono,
si sposano e hanno tanti bambini. I personaggi perfetti, la storia perfetta, il
finale sbagliato.
Purtroppo per tutti, crescendo le vicende
della vita li dividono: lei, forse troppo sicura di sé o forse troppo insicura,
rinuncia a combattere, lui, troppo timido o troppo indeciso, fa altrettanto e
nel tira e molla generale si allontanano, si fanno del male, si prendono in
giro…e tutto finisce così…in questa chiesa dove lui, in prima fila accanto alla
madre e al fratello, non sente la gente che parla di lui e pensa alla sua
ragazza commessa in un negozio del centro e lei in fondo alla navata che si
guarda intorno cercando disperatamente una via di fuga.
No, speriamo non si volti, no…non la madre…non
il padre,…no, speriamo non mi veda nessuno…altrimenti, che gli racconto…che
passavo per caso?!? Tanto so già che glielo diranno: “Indovinate un po’ chi
c’era sull’ultima panca?!?!” No…non glielo diranno mai…figurati, avranno altro
a cui pensare sono gente adulta, in fondo…
Oh mio Dio, NO, loro NO!!! Sono morta…lo
sapevo che non ci dovevo venire…
Sorrido e faccio un gesto con la manina agli
amici del fratellino…ecco, si, loro si che glielo diranno…
Ma si, oramai tanto che mi importa più?!? Non
credo di poter fare più pena di così alla gente del paese: venticinque anni,
(ebbene si, sono già venticinque anni che questa maledetta storia si trascina),
bella, laureata, ricca e con un buon carattere, non ancora sposata né
fidanzata, il miglior partito del paese, oserei dire, ambita da tutti i nipoti
e i figli dei negozianti del circondario…
È meglio che continuino a pensare che abbia il
cuore spezzato o inizieranno a dire che sono lesbica…
Certo loro non sanno che non ho passato
propriamente da sola questo mio primo quarto di secolo, e di sicuro non sarò io
ad informarli, tuttavia, il fatto che non abbia mai avuto un fidanzato degno di
tale qualifica da portare a passeggiare per la piazza a braccetto e da
presentare alle matrone locali, credo non gli vada propriamente giù….
E spesso, a dir il vero, non va tanto giù
neanche a me…
Volete sapere qual è la verità?
Faccio tanto la dura, ma in realtà credo che
abbiano ragione loro…
Perché sono qui altrimenti?!?
Perché non sono mai riuscita a stare insieme
ad un ragazzo per più di pochi mesi?!?!
Perché non inizio mai una storia pensando che
sia quella giusta?!?!
Perché non incontro mai un ragazzo
perfetto?!?!
Perché mi viene da piangere?!?!
Sono ad un funerale e non posso nemmeno
piangere…
Che ironia, non trovate?!?
Mi faccio pena e mi sento una stupida…
Mi sbatto tanto per cercare di fare sempre la
scelta giusta, di non fare del male agli altri, di rispettare la legge e di non
cacciarmi nei guai, eppure vivo ogni singolo giorno infrangendo spudoratamente
niente popò di meno che uno dei dieci comandamenti.
Il più viscido, il più innocuo, il più
incomprensibile, il più terribile e il più temibile, perché, ho imparato a
spese mie, totalmente indipendente dalla volontà.
Ma perché diavolo deve essere così?
Perché diavolo non riesco a non pensare a lui?
Perché diavolo non posso innamorarmi anch’io
di qualcun altro?
Perché diavolo non posso essere felice
anch’io?
Le lacrime oramai scorrono libere e senza
freno…
Spero tutti concludano che sia una persona
estremamente sensibile, così sensibile che
si commuove persino ai funerali di estranei ultranovantenni…
La gente se ne va e io torno a nascondermi
nell’ombra dell’ultima colonna…non voglio che lui mi veda…
Se ne va, è a braccetto della madre,
l’accompagna verso l’uscita. Fortunatamente l’agonia per oggi è finita…
Sto per avvicinarmi all’uscita laterale,
quando però una strana sensazione mi impone di voltarmi di nuovo verso il
portone principale.
E lui è lì, mi guarda, mi sorride, dice
qualcosa, è troppo lontano per sentire la sua voce, ma non fatico al leggere il
labiale: “Grazie”.
Mi mordo il labbro inferiore, sorrido e
scandisco un “Prego”.
Qualcuno dall’esterno lo chiama, mi fa un
cenno can la mano e se ne va.
Lo guardo scomparire oltre la luce del
portone. Sospiro. Strano…quel senso di
pena si è come volatilizzato, ora sono diversa, non dico felice, ma serena e
fiduciosa del futuro.
Mi avvicino alla luce abbagliante della
porticina laterale ormai convinta che il mondo che mi aspetta oltre quella
soglia sia immenso e pieno di possibilità anche per me.
Sarò felice un giorno, ora lo so, ne sono
sicura, incontrerò il grande amore e, come nelle favole, vivremo per sempre,
felici e contenti.
*”Guarda un po’ come è stupido il figlio del
Rino, una così bella ragazza che gli fa il filo e si mette con quella ragazza”
insipida””
**” Povera stella, è bella, brava, buona,
benestante e non ha uno straccio di
fidanzato…andrebbe proprio bene per quel disgraziato di mio nipote!”