Anime & Manga > Card Captor Sakura
Ricorda la storia  |      
Autore: steffirah    13/05/2018    1 recensioni
Breve one-shot scritta in occasione della festa della mamma, dedicata sia a Nadeshiko che a Sakura.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Nadeshiko Kinomoto, Sakura Kinomoto, Syaoran Li | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
母の日

 
  
  Sin da quando ero bambina, per anni e anni nel giorno della festa della mamma decoravamo casa con i nadeshiko. Ossia, i fiori che portavano il suo stesso nome.
  Ne avevamo alcune piantine in giardino e, puntualmente, il 13 maggio io, otou-san e Touya-niichan di primo mattino andavamo a raccoglierli, creavamo tanti mazzetti e li mettevamo in diversi vasi, posizionandoli un po’ in tutta la casa, soprattutto attorno alla sua foto sul comodino in cucina. Lì mi divertivo sempre a stendere i più belli tutto intorno alla cornice, quasi a creare un letto di petali colorati su cui lei avesse potuto riposare. Ed era quella l’attività che più mi piaceva di quel giorno. In quei momenti sentivo l’aria attorno a me scaldarsi, un dolce e nostalgico profumo raggiungeva le mie narici, riempiendo i miei polmoni con la sua lena e si irradiava una luce chiara, rischiarante, che rendeva tutto splendente. Era il sorriso della mamma. Era la presenza della mamma.
 
  Da quando io e Syaoran ci eravamo sposati le cose erano un po’ cambiate. Non che io avessi smesso di pensare a okaa-san, anzi. Una foto con noi l’avevamo sempre e dato che anche nel nostro giardino coltivavamo quella tipologia di garofani continuavo a portare avanti quella tradizione. L’unica differenza stava nel fatto che al posto di mio fratello e mio padre al mio fianco ci fosse mio marito, ma non che la cosa mi dispiacesse. Al contrario, mi rendeva felicissima vedere come mi sostenesse, come mi aiutasse, come lui stesso scegliesse determinati colori dalle tinte più tenui, dicendomi che secondo il suo parere si addicevano di più a mia madre.
   La prima volta che mi rivolse quelle parole ci rimasi di sasso: in passato papà mi raccontò che quelli che mamma preferiva erano i garofani dal colore rosa pallido e per questo motivo io e Touya coltivavamo proprio essi, insieme a quelli rossi tanto amati da papà. Io col tempo avevo sviluppato una passione anche per quelli bianchi, per cui mi domandavo come potesse Syaoran sapere che proprio i rosa erano i preferiti della mamma. D’altronde, non gliene avevo mai parlato. Tuttavia c’erano determinati momenti in cui così, di punto in bianco, con una qualche affermazione o un suo gesto mi sorprendeva, dandomi l’impressione di conoscere tantissimo di me. Quasi come se avessimo sempre vissuto insieme, quasi come se io avessi condiviso personalmente con lui ogni singolo istante della mia infanzia. E così compresi che lui era l’unica persona al mondo a conoscermi tanto bene, da poter anche discernere quel che mi circondava.
   Fatto sta che anche quest'anno decisi di continuare con quell’usanza, ma dal momento in cui aprii gli occhi su quel mattino soleggiato mi accorsi che qualcosa era diverso. Prima di tutto ero sola a letto, per cui mi misi seduta stiracchiandomi, sbadigliando rumorosamente. Mi stropicciai gli occhi, guardandomi intorno un po’ intontita. Mi allungai sul comodino, notando una piccola busta color crema. Sembrava una di quelle che contengono lettere. Confusa, mi appoggiai col cuscino alla testata del letto, aprendola. Da essa estrassi un bigliettino, la cui carta perlata era decorata con adesivi di fiori di ciliegio. Era così adorabile!
   Mi portai una mano alle labbra, ridacchiando deliziata, notando sul fronte una scrittura irregolare, da infante. Recitava:
 
“Cara mamma, tantissimi auguri per la tua festa. Continuiamo ogni anno a festeggiare insieme!”
 
   Stavo già per sciogliermi e saltare giù dal letto per raggiungere la sua cameretta quando mi accorsi che più sotto c’era un’altra scrittura, più dritta e ordinata.
 
“Ti aspettiamo nel salone.”
 
   Nel salone?
  Rimisi a posto il bigliettino per poter indossare le ciabatte, alzandomi. Lo ripresi portandomelo accanto al cuore e quando uscii dalla camera dovetti fare attenzione perché per poco non inciampai in un cestino in vimini. Mi abbassai a prenderlo ed esso conteneva numerosi garofani rosa. Un po’ perplessa vi posai anche il bigliettino all’interno, domandandomi intanto cosa avessero architettato, sempre più curiosa.
   Procedetti per il corridoio, sorprendendomi nel vedere che i fiori nei vasi erano stati sostituiti dai garofani rossi e bianchi. Lo spazio attorno alla foto della mamma, tuttavia, era rimasto vuoto e capii che mi avevano lasciato la parte più importante. Sorrisi cominciando a decorarla come di consueto, quando poi delle note soffuse si diffusero nell’aria, avvolgendomi, raggiungendo immediatamente il mio cuore.
   Mi bloccai con una mano a mezz’aria, un fiore mi scivolò dalle dita, strisciando proprio sul viso felice di okaa-san. Mi salì un groppo in gola e già avevo le lacrime agli occhi quando mi decisi a mettere momentaneamente da parte il cesto, raggiungendo la sala. Mi fermai sulla porta perché non appena vi misi piede un sottile canto, cristallino, si infranse sulle quattro mura, per poi avvolgermi, accompagnato dal lieve cinguettio che si udiva dalle finestre aperte.
   In un’atmosfera surreale, Syaoran suonava quella melodia così familiare che riavvolgeva il tempo, trasportandomi nel passato, seduto sullo sgabello dinanzi al pianoforte. Le sue dita riportavano alla vita ricordi, che la nostra bambina cantava, dondolando con le gambe al suo fianco. Entrambi con gli occhi chiusi, sorridevano totalmente immersi in quello che era uno dei regali più belli che mi avessero mai fatto. E io, qui, non potevo far altro che ascoltare la ninna nanna che la mamma ci intonava, ora realizzata dalle due persone per me più importanti al mondo.
   Syaoran fu il primo a riaprire gli occhi, sorridendomi dolcemente; sapevo che le lacrime avevano cominciato a scorrermi sulle guance ma tentai di asciugarmele come potevo prima che la piccola se ne accorgesse, tirando su col naso. Feci qualche passo verso di loro e anche lei mi guardò, dedicandomi un sorriso talmente raggiante che persino il sole avrebbe dovuto invidiarlo.
   Giunta alla fine della canzone saltò giù, correndo verso di me e io non persi tempo, inginocchiandomi per accoglierla a braccia aperte; lei vi si tuffò, sprofondando col viso sul mio petto. La abbracciai con tutte le mie forze, quasi sciogliendomi, strofinando la testa sui suoi soffici capelli castani mentre mi chiedeva con la sua voce squillante: «Ti è piaciuta la sorpresa?»
   «Mi è piaciuta tantissimo», confermai, ancora commossa. Era stato così inaspettato.
  Nel frattempo anche Syaoran ci si avvicinò, abbassandosi alla nostra altezza. Mi asciugò qualche residuo del pianto, quel suo sorriso gentile che da anni amavo ancora non era sparito.
   «Meno male!», esclamò contenta, rivolgendo uno sguardo gioioso al papà per poi darmi un bacio su una guancia.
  Come se si fossero messi d’accordo Syaoran mi posò un bacio sull’altra guancia e quando si staccarono mi si misero di fronte, augurandomi all’unisono: «Tanti auguri per la festa della mamma.», una appellandosi a me con okaa-chan, l’altro chiamandomi Sakura.
   Sorrisi loro a trentadue denti, stringendoli entrambi a me, ringraziandoli di cuore.
  Qualcuno avrebbe pensato che, dopo il mio matrimonio, il ricordo della mamma si sarebbe affievolito, fino a svanire del tutto. Ma si sarebbe sbagliato: esso era diventato più presente e più reale, forse perché trovava realizzazione nella nostra bambina. La nostra Nadeshiko.











Angolino autrice:
Buonasera! Fortunatamente ce l'ho fatta a pubblicarla prima che questo giorno volgesse al termine. Ci tenevo davvero tanto, dopo che Sakura stessa nell'app "Sakura talk" ha dichiarato che quest'oggi usano decorare casa con i garofani (o "nadeshiko", si tratta di una tipologia particolare che porta lo stesso nome di sua madre). Per questo ho deciso di approfittarne immediatamente creando qualcosa che potesse legare il passato col futuro, finendo così con l'inventare un nuovo personaggio; tuttavia lo confesso: mi è sempre piaciuta l'idea che, se Syaoran e Sakura avessero mai avuto una bambina, la avrebbero chiamata Nadeshiko.
Infine vi dico soltanto che 
il titolo significa proprio "giorno della mamma" e i fiori che solitamente si regalano in Giappone durante questa ricorrenza sono i garofani rossi (il che ne spiega la presenza nei vasi) in quanto rappresentano, tra le tante cose, dolcezza e perseveranza. 
Spero che tutti voi abbiate avuto la fortuna di trascorrere questa giornata insieme a vostra madre.
Un abbraccio, 
Steffirah


P.S.: se ci sono persone che non lo sanno, otou-san significa "papà", niichan significa "fratellone" e okaa-san/okaa-chan significa "mamma"
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Card Captor Sakura / Vai alla pagina dell'autore: steffirah