Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: Alexiel94    14/05/2018    1 recensioni
[Missing moment di Diamond is Unbreakable | Lievi spoiler di Stone Ocean]
Quella in cui Jotaro fa una telefonata intercontinentale.
Anche noi siamo la tua famiglia, Jotaro.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jotaro Kujo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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L'uomo compose il numero e poggiò la schiena contro la vetrata della cabina telefonica. Attese pazientemente che gli squilli cessassero e per un momento si chiese quanto potesse costare una chiamata intercontinentale fino agli USA, ma decise che non gli importava. L'università finanziava il suo dottorato - la cui tesi, nonostante tutto, era quasi completa - abbastanza da permettergli una chiamata da Morio-Cho a Miami.
Il telefono ancora squillava e l'uomo fu tentato di riagganciare il telefono e richiamare più tardi, ma la voce di una donna si sostituì a quel costante suono.
-Pronto?-.
-Sono io, Jotaro- rispose l'uomo senza preamboli.
Dall'altra parte della linea telefonica, a migliaglia di chilometri da lui, la moglie di Jotaro singhiozzò.
-Hai ricevuto il telegramma?-.
L'uomo sospirò.
-Sì, l'ho ricevuto-.
Fece una pausa. Le parole scritte nel telegramma lo avevano parecchio scosso, costringendolo a una scelta ardua, ma ancora più difficile era comunicarlo alla moglie. Si disse che avrebbe potuto rispondere anche lui con un telegramma, ma se proprio doveva dare una notizia del genere preferiva farlo a voce piuttosto che scriverlo e disimpegnarsi.
-Quando tornerai?- domandò la moglie.
Jotaro raccolse tutto il suo coraggio per pronunciare quella frase.
-Non tornerò, ho delle importanti faccende da concludere qui-.
Per diversi secondi vi fu solo silenzio dall'altra parte del telefono tanto che Jotaro cominciò a pensare che la moglie avesse riattaccato.
-Jotaro, ti rendi conto di cosa stai dicendo? Nostra figlia è da diversi giorni in ospedale con la broncopolmonite a combattere tra la vita e la morte e tu non ti degni nemmeno di presentarti qui?-.
Le sue parole lo ferirono molto più di quanto immaginasse. Jotaro pensò a Jolyne, la sua bambina di sette anni, e a quanto lo facesse stare male la sola idea che lei fosse gravemente malata, ma se era lontano lo faceva per proteggerla. Immaginò cosa sarebbe accaduto se il serial killer di Morio-Cho avesse deciso di seguirlo fino a Miami e uccidere Jolyne e sua moglie solo per fargli un torto. O, peggio ancora, che il suo ritorno avesse scatenato lo sviluppo di un possibile stand di Jolyne nel momento in cui era più debole e in quelle condizioni non sarebbe sopravvissuta.
A loro aveva nascosto tante cose e preso scelte difficili per il loro bene, nonostante probabilmente stessero cominciando a odiarlo. Meglio sapere che mi odiano ma che sono vive che non stare con loro e causare in qualche modo la loro morte, pensava. Anche se questo pensiero, fin troppo spesso, non serviva a farlo sentire meglio.
-È una questione di famiglia- tentò di giustificarsi Jotaro e in fondo non era molto lontano dalla verità: Josuke e i suoi amici stavano dando la caccia al serial killer ed era suo dovere evitare che si facessero uccidere nel raggiungimento dello scopo.
-Anche noi siamo la tua famiglia, Jotaro- replicò con freddezza la moglie prima di riattaccare.
Jotaro sospirò e riagganciò il telefono. Uscì dalla cabina telefonica e inalò un profondo respiro nella speranza di alleviare il proprio senso di colpa.
Eppure, nonostante l'aria fresca e primaverile di Morio-Cho, il senso di colpa sembrava soffocarlo.
   
 
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