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Autore: bubapluffa    14/05/2018    2 recensioni
Un'altra solita giornata per Thomas, apparentemente identica alle precedenti. Non sa che da un momento all'altro, durante quello che lui crede essere un altro monotono viaggio su quel tram, incontrerà qualcuno che gli sconvolgerà la vita.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Newt, Newt/Thomas, Thomas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Note:​ Ciao a tutti! Questa è la prima fanfiction che io abbia mai scritto, ma è da tanto che volevo provarci. Parte tutto da un sogno che ho fatto qualche mese fa, spero possa piacere. Un bacio e buona lettura :)



19/73

Stesso tram numero 19, stesso tragitto, stessa meta, sempre Roma. Thomas è seduto al suo posto, conquistato con facilità al capolinea a Piazza Risorgimento (della serie “ti piace vincere facile”) quando ad Ottaviano sale un ragazzo, un ragazzo che anziché prendere le cuffiette o il telefono, tira fuori dallo zaino un libro. È proprio lì, di fronte a Thomas, quando ad un tratto estrae una delle armi più potenti al mondo: un taccuino da disegno. Thomas è seduto svogliatamente, fermo, intento a leggere il suo libro scolastico. Qualche volta alza lo sguardo per osservare intorno a lui, per guardare le persone, essendo un ragazzo molto curioso per natura. Ed è giusto in uno di questi momenti che incrocia lo sguardo del disegnatore…non riesce a crederci, sta guardando proprio lui. Poi disegna, cancella, disegna di nuovo e lo guarda. A Thomas, naturalmente, viene un po’ da chiedersi: “ma starà disegnando proprio me?”. Passano varie fermate, si fermano in mezzo al traffico un paio di volte, causato dagli innumerevoli semafori ed incroci e nella mente di Thomas continua a rimbombare quella domanda, non riesce proprio a fare a meno di ripetersi quelle parole nella testa, come una litania. Se lo chiede ancora, senza avere alcuna risposta certa, se non qualche segnale.

La certezza gli arriva da una ragazza seduta accanto al disegnatore, la quale spia il foglio, alza lo sguardo che poi rivolge a Thomas, e sorride.
Inaspettatamente però, il tram si ferma, causa una macchina tra i binari e a quel punto il disegnatore inizia a sfumare il carboncino, guarda Thomas sempre più attentamente, e ricomincia a disegnare, probabilmente anche uno sfondo, magari qualche albero che si intravede dal finestrino o il sedile alle spalle del ragazzo.

Quando il tram riparte, lui ha già probabilmente finito il suo disegno. E prima della sua fermata cosa fa? Stacca il foglio dal blocco da disegno, alimentando le speranze di Thomas di vedere il ritratto. Invece niente, il disegnatore lo guarda, si alza e se ne va, lasciandogli la curiosità di vedere quel volto, col pensiero che aveva ritratto il viso proprio a lui, Thomas, un ragazzo qualunque su un tram qualunque in un giorno qualunque, e lasciandolo con qualche domanda per la testa: “Quale espressione avrà catturato? Quale storia avrà costruito?”.
 

10 anni dopo…

Stesso tragitto, stessa meta, altra città. Thomas è ormai adulto, dopo aver conseguito la laurea in programmazione ha ottenuto un ottimo lavoro in un’importante azienda veronese. E così ha deciso di abbandonare la sua amata Roma e di trasferirsi, per cominciare una nuova avventura. Nei giorni successivi allo strano incontro in tram, era capitato spesso che si ritrovasse a pensare al ragazzo del ritratto. Non lo vide più purtroppo. Non si sarebbe mai aspettato che, a distanza di 10 anni, proprio mentre si trovava sul solito 73, l’autobus diretto verso casa sua, avrebbe scorto dal finestrino lo stesso ragazzo incontrato su quel tram a Roma che gli aveva sconvolto la vita quando era appena 17enne. Lo vede e il suo cervello smette momentaneamente di ragionare. Vuole andare da lui. Vuole parlargli. Vuole chiedergli quello che non è riuscito a domandargli 10 anni prima. Prenota la fermata, nonostante per casa sua ne manchino ancora 3. Scende e quasi si mette a correre, nella foga di incontrarlo.

Quando giunge di fronte a Ponte Pietra, il ragazzo misterioso neanche si accorge del suo arrivo, tanto è impegnato nel suo lavoro. E così Thomas ha la possibilità di osservarlo meglio, senza essere visto. È bello, è la prima cosa che pensa nel rivederlo. Sa di averlo pensato anche la prima volta in cui lo aveva visto salire su quel tram a Roma, ma ora sono cresciuti entrambi. E il ragazzo è davvero bello, mentre con la macchina fotografica cerca l’angolazione giusta per catturare il sole che tramonta dietro al Santuario in lontananza. Ma all’ultimo, viene catturato dall’attenzione di un paio di gabbiani che si gettano in picchiata sulla riva dell’Adige e decide di cambiare il soggetto della sua foto. E proprio mentre si gira, vede il ragazzo che lo sta osservando da ormai 5 minuti buoni. Lo vede e il suo cuore smette di battere per qualche secondo.

I loro sguardi si incrociano per la prima volta e sembra che al mondo non ci siano altro che loro due. Thomas ricorda all’improvviso di non aver mai guardato negli occhi dell’altro ragazzo, su quel tram. Allora era troppo timido e imbarazzato al solo pensiero che qualcuno gli stesse facendo un ritratto, per poterlo guardare in viso. In questo momento invece, non riesce a distogliere lo sguardo. È lui a fare la prima mossa. Si avvicina al fotografo, gli porge la mano e si presenta, con un timido “Sono Thomas”. L’altro ragazzo non è da meno. Riesce solo a farfugliare “Newt”, tanta è l’emozione che sta provando nel rivederlo. Non possono crederci, nessuno dei due. Ad un tratto però, è la curiosità di Thomas ad avere la meglio, e non riuscendo più a trattenersi, domanda: “Scusa, so che probabilmente è una domanda stupida dato che sono passati 10 anni, ma hai ancora il ritratto che mi hai fatto su quel tram a Roma?”. E inaspettatamente Newt tira fuori dalla sua giacca il blocco da disegno, con dentro piegato e conservato il ritratto di Thomas. Finalmente riesce a vederlo, ha quasi paura di aprirlo. Lo ha catturato nel momento della lettura, come aveva supposto. Non si sarebbe immaginato però tanta cura nei dettagli, doveva averlo studiato davvero con minuziosa attenzione. A Thomas mancano le parole, non riesce ad esprimere quello che prova. È Newt questa volta a rompere il ghiaccio, chiedendogli un parere riguardo al ritratto.

Ed è così che iniziano a parlare, senza più riuscire a fermarsi e tanta era l’agitazione che ad un certo punto iniziano a camminare, senza meta, dimentichi entrambi delle faccende che ancora dovevano sbrigare prima della fine della giornata.
Camminano e parlano, sembra si conoscano da sempre. Non si accorgono che è ormai sera inoltrata, il cielo è scuro e avvolge tutta Verona. Non si fermano più, come se nessuno dei due abbia voglia di separarsi dall’altro. E infatti non lo fanno, né oggi, né domani, né nei giorni a seguire. Perché quel giorno sul tram a Roma era scattato qualcosa di magico tra i due, era solo l’inizio e non se ne erano accorti sul momento. Ma ora lo sanno, e non se lo lasceranno scappare di nuovo.
   
 
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