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Autore: Beckett_95    14/05/2018    1 recensioni
Sotto di se percepiva la terra bagnata dal suo stesso sangue, pregava la morte di prenderla in fretta in modo che il suo calvario finisse.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hinata Hyuuga
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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  Il respiro della vita

 
Tutto il suo corpo urlava dal dolore, i suoi occhi erano pesanti e non riuscivano ad aprirsi mentre, nelle sue orecchie risuonavano suoni lontani e ovattati. Sotto di se percepiva la terra bagnata dal suo stesso sangue, pregava la morte di prenderla in fretta in modo che il suo calvario finisse.

Era pronta ad riabbracciare la sua amatissima madre. Riusciva già a percepire il suo delicato odore di lillà e fiori d’arancio che la avvolgeva in tenera età.
Tutta la sua miserabile vita le passò nella mente come fotografie sbiadite. Ripercorse la sua infanzia traumatica, segnata dalla morte della persona a lei più cara, la cattiveria di suo cugino Neji che si affievoliva di fronte al disprezzo che suo padre provava per lei.

Suo padre sarebbe stato deluso anche dalla sua morte.

Lei invece, mentre sentiva la sua vita scivolarle tra le dita, era fiera di essere morta per la persona che amava e che era riuscita a darle speranza nei periodi più bui della sua vita.
 
Naruto Uzumaki.

Prima di accasciarsi al suolo era riuscita a vedere la sua espressione intrisa di dolore e rabbia. L’aveva liberato dai paletti che tenevano il corpo del ragazzo ancorato al suolo, utilizzando una nuova tecnica che aveva inventato lei.
Il primo ninja ad inventare una nuova tecnica nel suo clan era stata lei. Di sicuro Neji percependo quella tecnica avrà provato orgoglio verso di lei. Essa raffigurava tutto il suo credo ninja.

In lontananza sentiva delle voci chiamare il suo nome, tutte con emozioni diverse, ma lei non aveva nessuna intenzione di rispondere.

Davanti a lei ora poteva finalmente vedere la figura elegante e bellissima di sua madre.
Indossava uno yukata color blu notte, ricamate su tutta la stoffa c’erano delle farfalle viola, i lunghi capelli neri ricadevano lisci sulla schiena e sul seno, gli occhi perlacei la guardavano e le labbra fini erano aperte nel più dolce dei sorrisi.
 La somiglianza tra di loro era straordinaria, anche se Hinata non credeva che lei apparisse così eterea e meravigliosa agli occhi degli altri.

Hinata la chiamò con emozione sempre crescente cercando di raggiungerla per poterla toccare e riabbracciare, arrivata ad un metro da lei, allungò le braccia timorosa di vederla scomparire improvvisamente. Sua madre con decisione si fece avanti e la avvolse tra le sue braccia sussurrando il nome della figlia più e più volte amorevolmente.
Hinata le ripeteva quanto profondamente l’amasse e quanto fosse mancata a lei ed ad Hanabi. Raccontò alla madre di come cercava di prendersi cura della sua sorellina e di Neji.

Sua madre le disse che era orgogliosa della donna che stava diventando e del coraggio che aveva dimostrato quel giorno, le disse che non era venuta per portarla via con lei ma per rispedirla indietro e per avvisarla che le aspettavano delle prove molto dure da quel momento in poi, di essere forte per sostenere tutto il dolore che vedeva nel suo futuro e di credere sempre in se stessa perché lei avrebbe vegliato sulle sue bambine per sempre.

 Hinata distrutta dal dolore nel dover lasciare nuovamente sua madre non voleva assolutamente tornare indietro ma l’ultima frase che le mormorò all’orecchio la convinse a staccarsi dal caldo abbraccio per tornare indietro ad affrontare la sua vita.

Avrebbe seguito i consigli di sua madre, sarebbe cambiata diventando realmente se stessa, senza dare ascolto a tutti gli altri, perché lei aveva la forza e il coraggio di lottare.

A quanto pare le esperienze di morte erano un ottimo stimolo per modificare alcune cose che non ci sono mai andate bene nella vita.

Restando con gli occhi fissi su sua madre si allontanò da lei, ogni passò che faceva era per tornare verso la vita.

Le sue orecchie udirono con nitidezza Neji chiamarla a gran voce e Sakura, la sua amica, che istruiva altre persone mentre la curava con il suo chakra. Il dolore si avvievolì man mano che i minuti passavano.

Le palpebre fremettero e con grande sforzo si sollevarono inquadrando il volto felice di Sakura e Neji, che commossi la riempirono di domande su come si sentisse. Con l’aiuto di entrambi riuscì a mettersi seduta, potendo così vedere tutti gli altri suoi amici che preoccupati le si avvicinarono.

Neji la strinse in un caloroso abbraccio lasciando stupefatti gli altri ninja di Konoha, mentre Hinata investita dall’affetto del cugino si lasciò andare ad una risata cristallina.

I suoi occhi sembravano captare particolari che prima non erano mai riusciti a vedere, tutto le appariva nuovo e puro, come se fosse rinata e il mondo fosse irrimediabilmente cambiato.

Quella rappresentava una seconda possibilità, una nuova vita.

Hinata aveva tutte le intenzione di goderne appieno, non si sarebbe più nascosta, isolata, sottomessa al volere degli altri. Si sarebbe presa la sua rivincita.

Facendo forza sulle gambe mal ferme si alzò, era circondata dalle macerie della sua città ma lei era ancora li.

I suoi vestiti erano impregnati di sangue, il suo corpo doleva, le sue guance erano segnate dalle lacrime che aveva versato quando era stata ferita, il vento le scompigliava i lunghi capelli blu notte e la vita le scorreva dentro impetuosa come non aveva mai fatto prima.

Girandosi verso i suoi amici vide che le loro espressioni erano stupefatte e lì in quel momento si rese conto che finalmente loro potevano realmente vederla, lei era proprio come sua madre eterea, fiera e coraggiosa.

Fece un passo in avanti tra la sabbia della sua terra, un passo verso il suo destino, un passo verso la speranza, un passo verso la vera se stessa.




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Konnichiwa!
Grazie a tutti quelli che hanno letto fino a qui. Spero di essere riuscita a suscitare qualche emozione con questa piccola one shot.
A presto
Beckett

 
  
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