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Autore: AGirlInTheDark    19/05/2018    1 recensioni
Jungkook evita in qualsiasi modo di guardarlo negli occhi.
E Taehyung vorrebbe conoscerne la ragione.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Ci conosciamo?"

 

 

Jungkook non sa cosa rispondere.

Si conoscono?

Non ne ha la minima idea, sa solamente che l'uomo davanti a lui ha qualcosa di familiare.

 

 

"Non credo?"

 

 

E Taehyung è confuso.

Giurerebbe di aver già visto quel 

viso, ma non riesce a capire dove.

 

Il mondo sembra fermarsi e la gente che respira, vive e cammina, sembra non provocare alcun rumore.

 

È strano.

Taehyung ammette che fermare un apparente sconosciuto nel bel mezzo della strada, sia parecchio avventato.

Ma nulla glielo ha impedito, quindi ora è troppo tardi per dei ripensamenti.

Spera solo di non averlo spaventato.

 

 

"Scusami davvero allora."

 

 

E il ragazzo ride.

Ride delicatamente e,con grande probabilità, lo giudica uno stupido.

Chi diavolo si mette a fermare 

persone in giro per la strada?

 

Lui.

Solo lui.

 

 

"Non preoccuparti.

Se ti consola, anche tu mi sembri familiare."

 

 

Jungkook osserva la sua bocca.

E tutto ciò a cui è in grado di pensare è al mare.

Alle onde delicate in una mattina d'inverno.

Al cielo grigio e alla pioggia leggera.

 

Poi passa ai capelli.

Gli ricordano la dolcezza di una serata spesa a guardare la luna, la paura di non essere più in grado di vivere sereni.

 

Le mani sono forti.

Riportano alla mente immagini di un orologio che smette di funzionare.

Lancette ferme come il dolore.

Quello che non sei in grado di dimenticare, non importa quanto tempo sia passato.

 

E vorrebbe guardarlo negli occhi ma qualcosa lo costringe a rinunciare.

 

 

Si conoscono?

 

 

No, proprio no.

Ma potrebbero iniziare a farlo.

Qualcosa, nell'aria, giura che andrà tutto bene.

Che ne varrà la pena.

E vanno a prendersi un caffè.

 

(Non si sa mai che tu sia la persona che ho sempre cercato.)

 

 

 

 

 

 

"Credo che tu abbia dei seri problemi."

 

 

E mentre Taehyung finisce di mangiare la sua terza confezione di patatine consecutiva, può solo che ignorare lo sguardo dell'amico.

Uno sguardo carico di giudizio, uno sguardo che preferisce evitare.

Lo farebbe sentire in colpa.

 

 

 

"Ne volevi qualcuna?"

 

 

 

E Jungkook è sorpreso.

Come può mantenersi in forma mangiando in quella maniera?

Forse vi è una leggera invidia da parte sua o una genuina curiosità.

Neppure lui sapeva cosa pensare.

 

 

 

"Non è un po' tardi per chiedere?"

 

 

 

Guardano fuori dalla finestra e la neve sembra ricoprire ogni cosa.

 

È Natale.

Il loro primo Natale insieme.

 

Si erano conosciuti durante quella giornata inaspettata, il giorno in cui si sono cambiati la vita a vicenda.

 

Ed ora sono seduti sul divano a guardare film natalizi e a mangiare schifezze.

 

Insieme.

Nel luogo più bello dell'intero universo.

L'uno accanto all'altro.

 

 

 

È mezzanotte ed è arrivato il momento di scartare i regali.

Jungkook non capiva il ragionamento.

Se aspetti la mezzanotte non è più Natale ma, bensì, il giorno successivo.

"Per aumentare la suspense."

E aveva annuito.

D'altronde Taehyung è difficile da comprendere e, se attendere così a lungo lo rende felice, avrebbe aspettato anche fino all'ultimo giorno della sua vita.

 

 

C'è imbarazzo nell'aria e, la paura di aver fatto un regalo non apprezzato, si fa sentire pesantemente.

 

 

I due pacchetti sono molto diversi.

Quello per Taehyung è piccolo, una scatola ricoperta di carta colorata.

 

L'altro è invece rivestito di nero.

Grande.

Estremamente grande.

 

 

 

"Chi comincia?"

 

 

"Vai tu."

 

 

 

E Jungkook non insiste, inizia a scartare la sua enorme sorpresa.

 

La carta è spessa, ha bisogno di una forbice e l'apertura richiede grandi sforzi ma è arrivato all'ultimo strato.

Cuore in gola.

 

 

 

 

"Davvero?"

 

 

 

 

Taehyung non capisce se la sua sia una reazione positiva o il suo estremo contrario.

 

 

Il quadro è dipinto a mano da lui stesso.

Ci ha messo quattro mesi per portarlo a termine e ne era davvero orgoglioso.

Ma gli occhi di Jungkook sono spalancati e nessuna parola esce dalla sua bocca.

 

 

"Sai, quando ti guardo penso sempre al mare.

All'inizio ero tentato dal farti un ritratto, ma poi mi sono fermato a riflettere.

Non volevo rappresentare ciò che vedevo, ma ciò che sentivo.

E la tua voce mi calma come il suono delle onde."

 

 

 

Silenzio.

 

 

 

"Posso aprire il mio?"

 

 

 

Era inutile affogare nell'imbarazzo.

Ignorando il discorso lo avrebbero superato senza discussioni.

 

 

Ma Taehyung apre il suo pacchetto e non crede a ciò che vede.

 

È una foto.

Una fotografia del mare.

Lo stesso mare che aveva richiesto mesi di lavoro per essere dipinto.

Il mare che aveva immaginato e mai visto.

Perché non sa nemmeno dove si trovi.

 

 

Jungkook evita in qualsiasi modo di guardarlo negli occhi.

E Taehyung vorrebbe conoscerne la ragione.

 

 

Era un caso.

Certo, che cos'altro poteva essere?

Si erano fatti dei regali che rappresentavano la stessa cosa.

Può succedere, non è poi così impossibile.

 

 

 

"Perché non mi guardi mai?"

 

 

 

Solo in quel momento se ne rende conto.

Jungkook non lo aveva mai guardato.

Evitava sempre il suo sguardo, i suoi occhi.

Sembrava gli provocasse del dolore che non voleva più sentire.

 

 

Taehyung si alza e pretende di essere guardato.

Vuole ricordarsi il colore dei suoi occhi per sempre.

 

 

Ma Jungkook si scansa.

Non è pronto.

Non vuole.

 

 

Ma, prima o poi, dovrà farlo.

Guardarlo nonostante il dolore.

Nonostante i ricordi e l'intensa paura che prova ogni singola volta.

 

Agonia della quale non conosce l'origine. Ma c'è, ed è così profonda da non sembrare reale.

 

 

"Ti prego.

Guardami."

 

 

Taehyung non capisce.

Vorrebbe prendere tra le dita il viso di Jungkook e forzarlo nella sua direzione.

Perché, in questo momento, la sua testa è girata e guarda verso la finestra.

La neve che non smette di cadere ed il tempo che scorre ma sembra essersi bloccato.

 

 

Respiro profondo.

 

 

E Jungkook lo guarda.

Per la prima volta in assoluto.

 

Vede il mare e la sofferenza di quella notte in cui non sembrava esserci un posto a cui appartenere.

 

 

Vede la luce di un Sole stanco che bacia dolcemente la sua pelle.

Quella mattina in cui si era alzato solo, ed il tempo così sereno sembrava prenderlo in giro.

Perché non se la sentiva più. Né di alzarsi, né di vivere.

 

 

Si ricorda di quella voce.

Profonda, familiare ed estremamente diversa dalla sua.

Una voce che non sentiva da una vita e che aveva ritrovato nell'uomo  che, pochi mesi prima, gli era parso un perfetto 

sconosciuto.

 

 

Sente sulla sua pelle le mani, le unghie e le labbra di un ragazzo che non si era mai permesso di toccare il suo corpo in quel modo.

Eppure ricorda i segni da nascondere, e i gemiti per sempre incisi nella sua mente.

 

 

E Taehyung vede il fuoco di un falò ormai spento, nel bel mezzo della spiaggia.

 

Il profumo pungente del caffè e quello dolce della sua pelle. 

Le mani intrecciate aspettando la torta che avevano ordinato.

 

Il rumore della pioggia che lo aveva cullato e aiutato a prendere sonno durante quella fatidica notte.

La notte in cui si erano persi e mai più avrebbero avuto la possibilità di ritrovarsi.

 

 

Il giorno in cui si erano detti addio perché si erano illusi di poter trovare pace fra le braccia dell'altro.

Ma continuavano a soffrire, perché l'amore non ti cura.

Non è abbastanza forte per farlo.

 

 

Ed in quell'attimo se ne rendono conto.

Di essersi già incontrati.

Tanto, tanto tempo fa.

 

 

In un'altra universo.

In un'altra vita.

 

In una vita in cui non ci erano riusciti.

In cui si erano promessi di non lasciarsi, di amarsi fino alla fine.

 

Perché non avevano avuto fortuna.

Il mondo non era mai stato, nemmeno per un solo minuto, dalla loro parte.

 

Ma ci possono provare.

Ora.

In questa vita dove tutto sembra possibile.

 

 

 

Si erano incontrati al mare e, davanti ad esso, si erano salutati per l'ultima volta.

 

 

E davanti a quel quadro, alla rappresentazione di ciò che li aveva uniti e strappati l'uno dall'altro, hanno avuto il coraggio di guardarsi.

Di ritrovarsi.

 

Qualcosa nell'aria dice che andrà tutto bene.

 

 

 

 

(Perché sei, e sarai sempre, la persona che stavo cercando.)

 

   
 
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