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Autore: arsea    21/05/2018    0 recensioni
Ladone e Nicola sono due studenti che hanno scoperto da poco di essere maghi.
Il loro passato oscuro e sconosciuto li ha forgiati come fratelli, ma già il primo passo all'interno della scuola mette a dura prova le loro vite.
Ho scritto questa fic giocando/creando la Role su Facebook "Scuola di Magia e Stregoneria di Aradia"
Una scuola di magia in Italia, fondata da cinque maghi e streghe con intenti sconosciuti in un mondo Post-Saga di Harry Potter ancora più sconosciuto.
https://www.facebook.com/AradiaOfficial
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Black, Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Nuova generazione di streghe e maghi
Note: Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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Chi la fa l'aspetti


 
Sin dal giorno dopo Ladone fu consapevole che entrambi i suoi obiettivi erano strettamente collegati, ma attese comunque fino a domenica per raggiungerli.
Studiò attentamente le mosse di Shafiq, per qualche ragione il mago pareva non trovarlo simpatico e tentava di sminuirlo ad ogni occasione, ma non era troppo diverso dalle miriadi di arroganti e stupidi capibanda che Ladone aveva incontrato fino alla nausea mentre viveva per strada.
E se a cinque anni era riuscito a tener loro testa, non vedeva come adesso che ne aveva il triplo e più dovesse essere più difficile.
Domenica mattina si svegliò alle cinque.
Non aveva bisogno di sveglie, la sua vipera non dormiva mai, ma in qualche modo Ambar riuscì a percepire il fruscio sottile delle lenzuola mentre si alzava << Stai andando a fare qualcosa di interessante? >> domandò senza nemmeno darsi la pena di aprire le palpebre, anche se la sua voce non era affatto assonnata.
Ladone si infilò un paio di jeans scuri e un maglione nero, raccogliendosi infine i capelli in una corta e comoda coda << Sembra una cosa seria >> continuò Ambar anche se non aveva ricevuto risposta, e questa volta gettò fuori i piedi dal letto.
Ladone si fermò di fronte a lui con le spalle dritte e i piedi ben piazzati, fissandolo dritto negli occhi << Ho intenzione di farla pagare a Shafiq >> << Questo lo so >> concesse Ambar morbidamente, allungandosi nel frattempo per prendere i propri pantaloni della divisa abbandonati vicino al letto << Quel che non sai è che voglio farlo in modo spettacolare. E voglio che sappia che sono stato io. Senza naturalmente che nessuno possa incolparmi >> << Sapevo che diventare tuo amico sarebbe stata una buona idea >> ghignò l’altro, alzandosi in piedi infine.
Si infilò una maglietta grigio scuro sulla pelle d’ebano e nella penombra i suoi occhi parevano ancora più brillanti del solito << Che devo fare? >> in quella un bussare fievole venne dalla porta, facendo trasalire entrambi.
Estrassero le bacchette nello stesso momento in cui l’uscio si apriva, ma a ricambiarli trovarono solo Kira, in jeans e felpa con l’espressione annoiata e condiscendente di sempre << Sapevo che sarebbe stato oggi >> fece con semplicità << Ieri a cena sembravi un gatto che pregusta il pesciolino nell’acquario >> Ambar si portò la mano al petto con un miagolio melodrammatico, ridacchiando verso Ladone << Non sapete nemmeno quello che voglio fare >> << Oh, ti prego... Ce l’hai scritto in fronte. Umiliazione >> ribatté lei incrociando le braccia al petto << A voi va bene? >> Kira si tirò indietro dignitosamente i lunghi ricci, aprendosi in un sorriso malevolo << Un Serpeverde che ne aggredisce un altro a calci e pugni come un babbano. È volgare. Che figura ci facciamo? >> i tre ridacchiarono insieme.
Kira aveva ragione naturalmente e nel guardare nei suoi occhi scuri ammirò il suo ritegno diamantino.
Ladone non la conosceva da molto, ma non gli dispiaceva affatto il suo atteggiamento << Allora... che facciamo? >> continuò lei con la casualità con cui si parla del tempo.
Ladone fece cenno di seguirlo e loro obbedirono << Troviamo le loro camere prima di tutto >> lei scrollò le spalle << Facile. Ho controllato tutto il piano il primo giorno che sono arrivata qui >> << Come diamine hai fatto con Madenego che fa le ronde? >> lei diede in un sorrisetto scaltro verso Ambar, dandogli poi un buffetto sulla spalla con fare rassicurante << Te lo spiegherò quando sarai un po’ più grande >> il mago rispose con un’occhiataccia e uno schiocco di lingua, ma prima che potesse ribattere anche a parole lei si incamminò per fare strada.
I tre erano in due camere, una di fianco all’altra, i due Shafiq da una parte e il lacchè, che avevano scoperto chiamarsi Layman nell’altra, insieme ad un quarto che non conoscevano << Io mi prenoto per lo schiavetto >> fece Kira per prima, pronunciando poi un debole Mufflatio prima di aprire la porta.
Ladone in tutta sincerità non sapeva perché si fidasse di loro.
Forse fu la tranquillità con cui Ambar Pietrificò Salim, forse il modo in cui Kira guidò il corpo inerme di Layman fuori della stanza come se fosse la cosa più normale del mondo, forse, più semplicemente, furono gli sguardi di complicità che si scambiarono pur tenendo le bacchette salde e la determinazione ferrea, ma ad ogni modo, seppur li conoscesse da pochissimo, sapeva di poter contare su di loro.
Aveva imparato a giudicare in fretta.
Aveva affinato il suo sguardo, i suoi criteri; per poter sopravvivere dove era cresciuto aveva dovuto imparare a discernere con un battito di ciglia chi aveva davanti.
E quei due... quei due erano okay.
Salì per primo i gradini che portavano fuori dai sotterranei, guidando con attenzione il corpo svolazzante di Tarik lungo gli scalini, e una volta raggiunta la porta fece cenno agli altri due di raggiungerlo.
Se Nicola non fosse stato lì dietro ad aspettarlo?
Cazzo, lo avrebbe divorato vivo nel caso.
Ma no, il Grifondoro era dove doveva essere, sorriso luminoso e aspetto magnificamente disordinato.
Senza maglietta, con solo il pantalone del pigiama e i capelli selvaggi intorno al viso, il suo leone sembrava uscito dal uno dei suoi sogni.
Resistette all’impulso di baciarlo lì sul posto, poche ore non lo avrebbero ucciso, e preferì invece seguirlo in silenzio mentre apriva la porta con lo stemma del felino rampante e li invitava ad entrare.
La loro sala comune sembrava uscita da un brutto film basato sui cavalieri di Re Artù.
Pietra per le pareti, un camino possente e minaccioso, e un’enorme tavola rotonda al centro della stanza con tanto di vanagloriosa e assurda statua d’oro massiccio al centro.
No, decisamente Ladone si sarebbe ucciso prima di vivere in un posto simile << Dove li scarichiamo? >> volle sapere Ambar guardandosi intorno come fosse in gita scolastica, e di nuovo Nicola fece loro cenno di seguirlo.
Raggiunsero la terza porta a sinistra nell’ala dei dormitori, e dietro il pannello di quercia massiccia il Grifondoro rivelò una stanza con tre letti, tutti e tre vuoti, solo che uno era anche sfatto << I tuoi compagni di stanza sono gentili a lasciarti tanta privacy >> mormorò Kira con una risatina ironica << Ho detto loro che avrei avuto compagnia stanotte >> Ambar dovette tapparsi la bocca con la mano per non scoppiare a ridere.
Probabilmente aveva capito << Dio, sei la persona più perfida che io abbia mai visto! >> esclamò guardando Ladone, anche se dovette farlo a voce bassa << È tuo fratello! >> lo accompagnò Kira scandalizzata, ma l’altro si limitò ad una scrollata di spalle.
Con un gesto di bacchetta adagiò Tarik sul letto di Nicola e con il seguente lo liberò della sua camicia da notte.
Salim finì di fianco al cugino, a lui si limitò ad aprire un paio di bottoni del pigiama prima di sfilargli i pantaloni, mentre il terzo lo depositò su uno dei due letti liberi, per traverso, e per non urtare la sensibilità dell’unica donna presente si adeguò a lasciarlo in biancheria << Pare che a Nicola piacciano i serpenti >> fece poi, guardando suo fratello con un sorriso sghembo e l’altro lo studiò molto seriamente prima di raggiungerlo e fermarsi ad un solo passo di distanza.
Ladone sostenne il suo sguardo, sentì la pressione della sua presenza contro il proprio corpo e la sua vipera sibilò di piacere a contatto con quel calore ferino << Un serpente >> chiarì, un cupo brontolio in fondo alla gola, e Ladone diede in un unico cenno del capo, incapace di parlare per il semplice motivo che la sua bocca si era completamente inaridita.
Dopo un altro istante di occhi di topazio fiammeggiante, Nicola indietreggiò e tornò a sorridere placido << A che ora lo spettacolo? >> Ladone scrollò le spalle per darsi un contegno, distogliendo lo sguardo infine << È domenica. Diamo tempo ai nostri compagni di svegliarsi tardi... alle nove? >> << E io dove dovrei dormire nel frattempo? Hai occupato il mio letto! >> fu il turno di Ladone di rivolgergli il suo sguardo tagliente << Prova a toccare uno di loro anche solo con un dito e dovrai nutrirti con una cannuccia quando avrò finito >> sibilò, niente di diverso dalla serpe che era il suo nome, ma Nicola si limitò a ridacchiare e sollevare le mani in segno di resa.
Andò a sedersi docilmente sul letto libero, senza smettere di sorridere << Adesso andate. La Arrighi si sveglierà tra poco e comincerà le ronde >> Ladone assentì e andò alla porta, ma mentre Kira e Ambar lo seguivano si rese conto che trattenersi era inutile.
I due non erano ciechi né stupidi.
Tornò sui propri passi con un’imprecazione trattenuta, raggiunse Nicola e senza preavviso lo afferrò per i capelli, facendo scontrare subito dopo le loro labbra.
Assaporò quella bocca di miele caldo come un alcolizzato fa con un bicchiere di scotch dopo un anno di sobrietà, morse e leccò quelle forme amate, respirò il fiato bollente che amava, lasciò che rapisse il proprio finché non si sentì la testa leggera e pulsante.
Si rimise dritto con un ansito, il petto ansimante, perso nelle pupille giganti di desiderio dell’altro << Possiamo andare... adesso >> esalò portandosi dietro le orecchie le ciocche che le mani di Nicola avevano liberato dall’elastico.
Gli diede le spalle subito dopo, senza aggiungere altro, e con passi decisi e veloci percorse la strada del ritorno, fino alla propria stanza.
Kira seguì lui e Ambar senza che nessuno dei due si opponesse e quando si chiusero la porta alle spalle furono avvolti da un silenzio pesante come piombo.
Si protrasse per qualche secondo, Ladone sentì il proprio cuore contare gli attimi con assordanti battiti, poi, come al solito, Ambar parve averne abbastanza: << Beh, mi aspettavo di meglio. Non vale come incesto se non siete davvero fratelli >> il tono deluso e l’espressione sconsolata furono abbastanza fuori luogo che fu inevitabile scoppiare a ridere.
Ladone crollò seduto sul letto con un sospiro di sollievo, coprendosi il volto con le mani mentre ancora rideva, e fu grato, enormemente grato, dell’esistenza di Ambar.
Anche se naturalmente si sarebbe tagliato la lingua prima di ammetterlo a voce alta << Per lo meno si capiscono un paio di cose. Temevo fosse qualche gioco perverso di sottomissione >> intervenne Kira scrollando le spalle mentre prendeva posto al suo fianco << Una cosa non esclude l’altra >> commentò Ambar incrociando le gambe lunghe dopo essersi arrampicato dall’altra parte, del tutto incurante che non fosse il proprio << Ma piantala! >> lo ammonì lei scherzosamente, mentre l’altro continuava con il suo sorriso da volpe << Quanto siamo fottuti? >> domandò Ladone togliendosi l’elastico che Nicola aveva già per metà sfatto e ravvivandosi i capelli con una mano << Mmm... ci starebbe una facile battuta, ma mi asterrò per amore di conversazione >> commentò Ambar stiracchiandosi vistosamente mentre Kira gli lanciava un’occhiataccia prima di stringersi nelle spalle << Nella comunità magica l’omosessualità non è condannata come trai babbani. Per lo più è vista come un atto egoistico visto che impedisce la riproduzione, e, come sai, la nostra è una popolazione in calo >> spiegò poi lei << Anche con l’Inquisizione? >> lei strinse le labbra, senza saper che rispondere, e forse per questo si voltarono verso Ambar << Ehi, io non sono gay >> si difese, riuscendo in qualche modo a sembrare sia innocente che un bugiardo patentato.
Ladone non credeva né ad angeli né a diavoli, ma era decisamente sicuro che Ambar fosse la perfetta combinazione di entrambi << E io nemmeno >> fece il più giovane sarcastico << È vero! A me... diciamo che in gelateria non so mai se scegliere vaniglia o cioccolato >> << Sei il peggiore >> commentò lei scrollando il capo con esasperazione << O il migliore >> << Possiamo continuare o preferite che vi lasci soli? >> questa volta Ladone ricevette l’espressione scandalizzata di entrambi.
Ambar fu il primo a riprendersi comunque, concentrandosi finalmente sulla domanda << L’Inquisizione non si intromette. Non si esprime né a favore né contro. Certo è che non ci sono matrimoni tra maghi o streghe dello stesso sesso in Italia e, in generale, è una questione di cui non si parla >> << Tabù o semplice accettazione? >> Ambar parve pensarci un momento, poi sospirò << Più una cosa del tipo “Occhio non vede, cuore non duole”, suppongo >> Ladone assentì lentamente, pensoso.
I due lo lasciarono fare per qualche minuto, ma lei alla fine attirò di nuovo la sua attenzione: << Hai intenzione di uscire allo scoperto? >> volle sapere << Non che a noi importi >> aggiunse << Anzi, non credo importi a nessuno >> << E se a qualcuno importerà potremo sempre pensarci allora >> offrì Ambar semplicemente.
Ladone sospirò << Forse. Non lo so. Quello che so è che Nicola non è granché bravo a nasconderlo >> << È un grifone, Lado... cerca di capirlo >> sorrise del familiare nomignolo mentre guardava l’altro mago, stupito lui stesso che non gli desse fastidio.
Rimasero in attesa per circa un’ora, ma quando le prime porte cominciarono ad aprirsi decisero di tornare in sala comune per godersi lo spettacolo.
Appena in tempo: si erano appena seduti sulle poltrone davanti al camino quando Shafiq e i suoi entrarono trafelati dalla porta, lui paonazzo di furia e vergogna per il proprio aspetto e, c’era da scommetterci, per il luogo in cui si era risvegliato.
Dietro di loro entrò subito dopo Makar, palesemente furibonda << Andate a ricoprirvi, stupidi incoscienti >> sibilò indicando con una mano impietosa i Dormitori, mentre nella Sala Comune cominciavano a sollevarsi i sussurri << Che cosa è successo? >> domandò Ladone candidamente sollevandosi in piedi e gli occhi verdi della strega si posarono su di lui per un lungo istante.
Le sue spalle si rilassarono e nonostante il velo che le copriva il volto parve sorridere ancora una volta << Pare che il signor Shafiq abbia deciso di portare ad un nuovo livello la promiscuità tra le Case >> dichiarò << Oppure suo fratello, signor Minelli, è davvero estremamente ospitale con i Serpeverde. Sono certa grazie alla sua influenza >> << Che c’entra mio fratello con Shafiq? >> lei sollevò un sopracciglio, scrutandolo, spaziando poi lo sguardo nell’intorno, notando gli studenti accorsi e in attesa silenziosamente << Provi a chiederlo a lui >> dichiarò Makar infine, tornando sui suoi passi senza aggiungere altro.
Ladone sentì lo sguardo di tutti posarsi su di lui, ma la sua vipera era ben salda, acciambellata soddisfatta pregustando la loro curiosità e il loro timore di pari passo.
Quando si incamminò Ambar e Kira lo affiancarono senza una parola, risalirono le scale con calma e quando aprirono la porta furono accolti esattamente da ciò che Ladone aveva sperato: Nicola e Zeus stavano discutendo davanti alle scale, circondati da gran parte della scuola visto che non c’era molto altro da fare in una mattina di domenica << Devo andare da lui, non capisci?! >> esclamò Nicola verso l’amico, che cercava di trattenerlo dal forzare la porta dei Serpeverde << Mi stavi cercando? >> domandò Ladone in quella, attirando così l’attenzione di tutti.
Ci fu un momento di silenzio, poi Nicola superò Zeus e lo guardò mortificato << Non è come sembra >> esordì, a voce bassa, tremante, gli occhi di topazio velati d’ombra << Cosa sta succedendo? >> << Eravamo ubriachi! È stato solo... >> << Che cosa hai fatto? >> fece Ladone minacciosamente, portando la mano alla bacchetta, ma Kira vi portò la propria, fermandolo.
Lui la fulminò con lo sguardo, ma lei lo sostenne senza tentennare, fino a farlo desistere.
Quando lui abbassò la mano lei prese la sua bacchetta << Per sicurezza >> si giustificò << Arrighi ha trovato tre Serpeverde nella stanza di tuo fratello >> disse Alia poco dopo, le braccia incrociate al petto e il tono petulante << Non sappiamo chi, ma abbiamo perso cento punti grazie a questa bella idea >> << Tre >> fece Ladone asciutto, il volto divenuto quello di una statua di ghiaccio, e anche se non era una domanda la strega assentì lo stesso.
Solo dopo il silenzio che seguì parve rendersi conto dell’espressione terrificante di Ladone.
Il ragazzo sorrise nel guardare il fratello, un sorriso maligno che non toccava gli occhi << Potevi almeno invitarmi alla tua piccola festicciola >> disse << Lado... io... >> << Avrei portato qualche amico anche io >> le parole furono sputate fuori questa volta come veleno, tanto intense che alcuni degli studenti più vicini indietreggiarono di un passo.
Si permise ancora un’occhiata di fuoco, poi fece per andarsene, ma Nicola lo trattenne per una mano << Non toccarmi >> sibilò liberandosi con uno strattone << La tua stessa presenza è un’umiliazione per me. Non osare più nemmeno guardarmi! >> << È stata una sciocchezza! Una stupida... Ladone, sai che non farei mai nulla per ferirti >> << Nulla? Nulla?! Tre ragazzi ti sei fatto! >> ruggì a quel punto, colpendolo con una spinta a palmo aperto sul petto << E della mia Casa! Cosa volevi dimostrare?! Non hai avuto nemmeno la decenza di non farti scoprire! Sei... sei... >> mentre ancora cercava le parole, Nicola consumò il passo che li divideva e lo strinse a sé, conquistando la sua bocca con il più avido dei baci.
Lottò per allontanarlo, metà realtà e metà menzogna adesso, si chiese se l’Idiota non avesse accettato tutto quello sin dall’inizio solo per raggiungere quel risultato, ma lottare era inutile ormai.
Si abbandonò al bacio allora, sentì con un orecchio soltanto i respiri trattenuti e le esclamazioni di sorpresa, sarebbe arrossito se la sua vipera non si stesse crogiolando in tutto quel potere, sì, il sapere di essere al centro dell’attenzione di tutte quelle persone non poteva essere considerato nient’altro, la capacità di riuscirci lo era, perciò decise invece di approfittarne, derubando Nicola del fiato che cercava di rapire a lui << Minelli! >> tuonò una voce in quella, scandalizzata e incredula allo stesso modo, ma dovette attendere che il suo leone rilasciasse la presa che chiamava abbraccio prima di potersi volgere e fronteggiare Arrighi.
Nicola fece un passo avanti, schermandolo in parte con il proprio corpo, e allungò una mano dietro di sé per cercare quella di lui.
Era un comportamento che aveva già visto centinaia di volte, Nicola era possessivo e protettivo come un lupo, soprattutto davanti alle minacce, eppure cercava il suo tocco come rassicurazione.
Ladone lo accontentò, e non solo perché sapeva che ne aveva bisogno, lo fece perché era lui ad averne << Cosa diamine state facendo? >> fece la strega, il tono più acuto del solito tradiva il suo sconcerto più di qualsiasi altra parola << Non sono ammesse effusioni di questo tipo tra studenti! >> esclamò << E per certo... per certo non tra fratelli! >> << Non sono fratelli di sangue >> intervenne Madenego in quella, la sua voce annoiata lo precedette dagli scalini per qualche secondo prima che apparisse la sua figura.
Si appoggiò alla balaustra di marmo, incrociando le braccia al petto << E conosciamo tutti la propensione degli studenti a ignorare quella precisa regola, Aya >> aggiunse trattenendo uno sbadiglio.
Per la prima volta da quando lo conosceva, Ladone si chiese se la sua aria annoiata non fosse in verità semplicemente stanchezza.
Poi vide il suo sorriso compiaciuto e comprese che non poteva essere così << Ciò nonostante la loro efferatezza è a dir poco sconcertante! >> continuò lei imperterrita << Signor Minelli, ho appena sottratto cento punti alla sua Casa! Mi aspettavo più giudizio da lei! >> << È stato un gesto impulsivo, professoressa. Non si ripeterà più >> << Promesse da marinaio >> commentò Madenego ridacchiando << Simone! >> lo rimproverò Arrighi << Ladone Minelli è una tua serpe, se non sbaglio! >> << Infatti se ne sta attentamente zitto >> convenne il Capocasa, ricevendo un’occhiata infuocata dalla strega.
Sospirò alzando gli occhi al cielo, poi, con voce più annoiata che mai: << Cinque punti in meno a Serpeverde >> << Solo cinque punti?! È ridicolo! >> protestò la donna oltraggiata, ma l’altro si mostrò stupito da quella reazione << Non mi pare che il bacio fosse così male >> ribatté quello scandalizzato, volgendosi poi con un sorriso furbo nel dare le spalle alla Preside.
Tornò serio subito dopo, sollevando le mani come se scacciasse delle mosce fastidiose << Su, su, lo spettacolo è finito! A meno che non vogliate anche voi unirvi alle effusioni, levatevi di torno! >> esclamò, disperdendo così la folla riunitasi, e Ladone ne approfittò per allontanarsi insieme a Nicola verso la Sala Grande.
Non che fosse sufficiente a distogliere l’attenzione da loro, anzi, gli sguardi si focalizzarono su di loro non appena misero piede nella stanza, ma Ladone li ignorò, sedendosi invece a quello che era diventato il “suo” posto durante quella settimana mentre Ambar e Kira facevano lo stesso << Smettila di fissarmi >> sibilò versandosi il caffè << Sei arrabbiato? >> domandò Nicola a bassa voce, preoccupato forse, e l’altro sollevò gli occhi al cielo << Perché mai dovrei esserlo? Dovrei essermi abituato ormai alla tua totale assenza di raziocinio. Non ti chiamo Idiota per nulla del resto >> sibilò, ma le parole di risposta di Nicola (probabilmente delle stupide quanto inutili scuse) furono interrotte dall’arrivo di due ragazze, due serpi, che sederono di fianco a Kira, nello spazio che di solito la riccia teneva rigorosamente vuoto.
Erano entrambe bionde, la prima un biondo pallido acconciati corti con un folto ciuffo che nascondeva la fronte e parte di un occhio chiaro, anche se non poteva fare abbastanza per celare zigomi alti e taglienti, uno sguardo curioso e sfrontato e un paio di labbra a cuore generose.
Anche la seconda era bionda, anche se era palesemente tinto viste le ciocche castani ai lati del volto, dove li aveva rasati molto corti, aveva una corporatura molto atletica che la divisa non riusciva a nascondere, con spalle dritte da nuotatrice e un’espressione di sfida che Ladone aveva visto fin troppo spesso.
Kira guardò entrambe con uno sguardo assassino, ma la strega bionda, quella curiosa, la ricambiò  con un sorriso, affatto toccata dal suo astio << Aaron Tikaani >> si presentò tendendo la mano a Ladone << Sono la compagna di stanza di Klaus, anche se fa di tutto per fingere che così non sia >> dopo un momento di silenzio Ambar prese la mano tesa e inondò la ragazza con il suo miglior sorriso << Ambar Gemignani >> disse, facendola ridere visto che il saluto non era stato inteso a lui << Sono il compagno di stanza di Ladone. Ne so qualcosa sul fingere che io non esista >> anche la seconda ragazza scoppiò a ridere, portandola così a presentarsi << Anastasia De Santis. Io sono quella che ha fermato Aaron dallo scattarvi una foto nel bel mezzo del bacio >> << Uno scatto pulitissimo rovinato da una stupida mano >> si lamentò Tikaani allungandosi davanti a Kira per prendere la caraffa con il succo di frutta e guadagnandosi un’occhiata degna di un basilisco << Volevi farci una foto? >> chiese Nicola con il suo sorriso idiota sulla sua bellissima faccia idiota.
Ladone provò la smania di baciarlo e schiaffeggiarlo allo stesso momento << Probabilmente ti ho salvato la vita >> disse De Santis con uno sguardo sghembo nella sua direzione << Shafiq è una tua idea, giusto? >> << Non so di cosa tu stia parlando >> disse Ladone con un sorriso stucchevole << Guarda, parla! >> esclamarono all’unisono Ambar e Tikaani, volgendosi poi sorpresi l’uno verso l’altra nel sentire l’eco della voce dell’altro nella propria, scoppiando infine a ridere sulla propria colazione.
Ladone valutò se vomitare o se conficcarsi uno dei coltelli da burro nell’occhio per far cessare le proprie sofferenze << Tutti in Serpeverde sanno che sei stato tu. Shafiq non è abbastanza stupido per farsi trovare nella stanza di qualcun altro. Tanto meno un uomo. Spero per lui che la sua famiglia non lo venga a sapere… >> continuò De Santis mentre spalmava marmellata su una fetta di pane con gesti tranquilli e misurati, attenta a non sporcarsi le dita e a non far uscire la composta dai bordi.
Nonostante l’aspetto, era chiaramente una persona pacata e riflessiva.
A differenza di Tikaani, che aveva già cominciato a chiacchierare amichevolmente con Ambar di fronte a lei.
Ladone stava ancora valutando entrambe quando i due cugini Shafiq entrarono in Sala Grande.
Nessuno prestò loro attenzione alle altre tavole, e i Serpeverde erano di gran lunga troppo bravi a dissimulare per tradirsi, ma quando sederono il silenzio si creò intorno a loro come un cancro.
Tarik sedette al centro dell’arco esterno, e gli occhi viola raggiunsero Ladone senza la minima incertezza, ma in essi non c’era astio, non c’era un bel nulla, cosa che poteva essere anche più spaventosa << È stato molto coraggioso quello che avete fatto questa mattina >> disse De Santis dopo aver masticato accuratamente un boccone, rompendo il silenzio creatosi nel loro gruppo << Stupido, non coraggioso >> la corresse Ladone dopo un momento, rompendo la lotta di sguardi per tornare a mangiare.
Aveva di meglio da fare che giocare a chi ride per primo come un ragazzino << Griffondoro >> aggiunse, indicando con un dito Nicola, che ridacchiò << Anche la mia ragazza lo è >> disse Tikaani, volgendosi poi verso il tavolo rosso-oro per indicare una testa vistosamente scarlatta sepolta in un blocco da disegno.
Quasi l’avesse chiamata, proprio in quella sollevò il viso su di loro, arrossì violentemente e tornò a muovere freneticamente la matita che aveva tra le mani << Era terrorizzata all’idea di fare coming out, ma a te non è andata poi così male. Io ho cercato di dirle che per i maghi non è poi così terribile, il Maestro di mio padre è sposato con un uomo del resto e hanno anche una figlia, ma lei è una natababbana… non mi credeva >> Ladone la guardò per un momento, poi spostò lo sguardo su De Santis << Anche tu sei lesbica? >> in risposta lei si voltò verso il tavolo Tassorosso, indicando una ragazza con gli occhiali dalla montatura spessa e i capelli tagliati a spazzola che li salutò con un gran sorriso e un cenno entusiasta della mano << Tassorosso? >> fece Ambar vagamente disgustato e lei sospirò teatralmente << Nessuno è perfetto >> << Oh, magnifico. Adesso formeremo il nostro bel ghetto gay. Mi sento realizzato >> fece Ladone sarcastico, rinunciando alla brioche per non vomitare davvero << Io sono etero >> offrì Kira, parlando per la prima volta, a mo’ di consolazione, e Ambar soffocò una risata << Io bi. Direi che possiamo contare come minoranza rappresentata >> la riccia valutò le sue parole per un secondo e assentì prima di tornare al suo tè.
Ladone si rimangiò mentalmente tutti gli apprezzamenti che aveva avuto nei loro confronti quella mattina << Io sono Ladone-sessuale >> intervenne Nicola con il suo tempismo perfetto, stiracchiandosi poi contro lo schienale della sedia << Tette e culi non sono male, ma lui è meglio >> << Chiudi la bocca >> sibilò il Serpeverde << Oh, è arrossito >> cinguettò Ambar in falsetto << È quasi carino >> gli diede man forte Tikaani.
Ladone sospirò, un altro sospiro, e si chiese dove avrebbe preso la forza di finire la colazione.



N.A.: Ciao!
Okay, questa volta ci ho messo veramente tantissimo, ma cercherò di rimediare postando due capitoli alla volta.
Tentero (e ripeto TENTERO') una cadenza mensile, anche se non sono mai stata molto brava con le scadenze, ma potrebbe funzionare visto che in via del tutto straordinaria ho già scritto qualcosa XD XD
Ad ogni modo spero di leggere qualche vostro commento! Che ne pensate finora? 
Le critiche sono bene accette e grazie ancora infinite di leggere i miei zampettii inconsulti su fogli virtuali abbandonati <3
   
 
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