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Autore: Nirvana Index    21/05/2018    0 recensioni
Un breve racconto riguardante creature splendide che possono cambiare la vita di ognuno di noi ma sono altrettanto capaci di svanire dolorosamente. Il tutto è narrato da una sola persona che si rivolge a tutti i suoi conoscenti, specialmente ad uno.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Oggi come oggi, tu non ci sei. Mi hai lasciato, non per colpa tua, né mia, tantomeno di altre persone. Oggi voglio scrivere queste parole per farle leggere a tutti. Anzi, le scrivo per sfogarmi. Sarà lungo come tema ma io ho bisogno di sentirmi più leggera e di essere compresa. Probabilmente saranno in pochi a capirmi perché sarà anche un tema molto pesante. Quindi serve attenzione. Sarò anche giovane, ma queste parole descrivono il mio dolore. Sai, ora come ora, saresti dentro di me un po' grandicello rispetto a qualche mese prima (in quel periodo eri microscopico e non ti si vedeva, però ti facevi sentire) e io sarei stata un po' più grossa con la pancia o con l'intero corpo! Sai, l'altro giorno, tornando dalla scuola guida, avevo visto un cespuglio di rose rosse e avevo intravisto una rosa veramente piccina, così la staccai, la misi nella tasca sinistra della giacca al petto e me la portai a casa. Sai, l'avevo presa perché mi ricordavi tanto. Appena l'aveva notato Mamma, la sfilò da lì e la piantò nel vaso di gerani che è sulla finestra della cucina. Sai, quando te ne andasti via da me, avevo pianto molto. Avevo talmente pianto che stavo letteralmente male: vomitavo, avevo mal di testa forte, mal di stomaco allucinante e diventavo sempre più triste alla vista di giovani donne con il pancione o con un neonato tra le braccia o nel passeggino. Allora, quando avevo scoperto che eri sia vivo che morto, piansi e di conseguenza, per commemorarti, accendevo una candela al giorno dall'8 marzo all'8 aprile. Per me, l'8 marzo sarà sempre il giorno più triste dell'anno. Non sarà più nemmeno la festa internazionale della donna poiché donna non sono più, piuttosto non mi sento più donna. Immagina questo: tuo padre mi lascia perché non ero mai andata da lui nella sua nuova casa, accusandomi ingiustamente di tradimento. Immagina pure quando, secondo lui, avrei potuto tradirlo nonostante avessi poco tempo per me stessa: quando gli dicevo "Guarda che oggi ho degli impegni, tra cui lo sport e i corsi di lingue" oppure "Stasera credo di uscire con gli amici e con mio fratello" o "Scusami, ma oggi pomeriggio sarò a gruppo di lettura e credo che starò con i ragazzi fino a tarda sera, sai, forse mangiamo la pizza intanto che parliamo o vediamo un film che sceglieremo". Sì, davvero pensava a tutto questo il tuo papà. Quando mi aveva lasciata, mi aveva gridato "TROIA CHE NON SEI ALTRO!" (scusami il termine poco adatto a te, però era successo così). Tuttavia il vero traditore era lui. Tuo papà mi aveva tradito con un'altra ragazza, di cui potrei solo supporre chi sia. È vero, provo un po' di rancore verso tuo padre ma lo perdono. Con lui avevo sbagliato in certi casi e momenti. Lui era scorretto in quasi tutti gli istanti con me. Avevamo passato molti momenti che, purtroppo, si sono frantumati come un bicchiere di vetro caduto a terra. Certo, ci sono stati pure quelli brutti però erano veramente pochi. Sai, un giorno, dopo la rottura, mi arrivò un suo messaggio con scritto "Successo quel che è successo. Credo, anche se mi fa male dirlo, che non ci dovremmo più sentire. Non voglio riportare alla memoria brutti ricordi ma rimanere con quelli fantastici che abbiamo io e te. Ti chiedo di non cercarmi, per favore. Anche io ci rimango male ma è una cosa che dobbiamo fare per entrambi. Addio". Esatto, anche se leggerà queste pagine piene di parole, lui negherà tutto questo. Non ti ammetterà mai la verità. Anche se tu fossi sopravvissuto o sopravvissuta e da grande saresti andato o andata da lui per dirgli "Ciao, papà! Io sono tuo/a figlio/a. Ora ho x anni e la mamma mi ha concesso la possibilità di incontrarti almeno una volta nella mia vita. Guarda, pure. La mamma è in macchina ad aspettarmi perché fra poco ho gli allenamenti. Vuole soltanto che io ti conosca, almeno un briciolo. Se vuoi, non vengo più.", non ti vorrebbe neanche nella vita. Riuscirebbe pure a negare che lui mi abbia conosciuto ai nostri tempi delle superiori, che si sia innamorato di me, che abbiamo avuto rapporti sessuali, che ci siamo sverginati a vicenda, che siamo andati nella stessa scuola, che siamo usciti numerose volte, che mi abbia fatto fare cazzate che avrei potuto evitare, che mi abbia mentito su quasi tutto, che mi abbia lasciato per un motivo molto stupido, che mi abbia raccontato spesso stronzate false, che mi abbia mollato senza rendersi conto di cosa sarebbe successo se io fossi rimasta incinta e se tu fossi rimasto in vita. Perdonami ancora il linguaggio scurrile, ma necessito di gettare via qualche cosa di inutile che mi porto. Sai, a volte io e tuo papà immaginavamo il nostro futuro con te e con altri tuoi ipotetici fratelli. Tu saresti stato il/la primo/a e in base al tuo sesso ti avremmo chiamato/a Anastasia (un nome che adora ma odiato da me; d'altronde non mi piace quello di tuo padre, anzi dirò che lo odio perché è senza significato) o Dante, nome splendido ma tuo padre lo ripudiava poiché "è un nome insensato e insignificante". Sfortunatamente non sei venuto/a al mondo per colpa mia, almeno all'inizio pensavo in tal modo. Mi sarebbe piaciuto averti qui con me, nella "mia" casa. Lo so, è scorretto dire casa mia ma sarebbe stata nostra se ci fossi stato/a pure tu con me e i miei fratelli, cioè tuoi zii, e con Mamma e Papà (i tuoi nonni). So che avrei rischiato molto pur di crescerti in una famiglia sana, come la "mia", pur di tenerti tra le braccia mentre ipoteticamente piangi per la fame o per i primi dolori che hai, pur di vivere con te, figlio/a mio/a. Tuo padre non prevedeva queste cose, infatti non pensava mai alle conseguenze delle sue e nostre azioni. Amore mio, lui mi aveva distrutto dentro e psicologicamente: la tua mamma cominciava a voler morire definitivamente l'8 marzo. La tua mamma aveva iniziato a tagliarsi la pelle, a pensare al suicidio perché ti aveva ucciso inconsapevolmente, aveva iniziato anche a vestirsi totalmente di nero come se fosse in lutto perenne, come se per lei la felicità non potesse più tornare. La tua mamma aveva cominciato seriamente a pensare di non volere più altri figli perché voleva evitare di perderne altri, di ucciderne altri. Piccole creature innocenti ammazzati dalla propria madre. Questo pensiero rendeva la tua mamma veramente paranoica e follemente incontrollabile. Sai, la tua mamma era stata isolata dai suoi amici, soprattutto da quelli migliori. Credeva che l'avessero abbandonata per sempre. Invece la osservavano da lontano e la proteggevano. Infatti appena era uscita sconfitta da quella storia, fu subito aiutata da alcuni suoi amici, quelli che erano intimi e la conoscevano da tanto tempo. Uno di questi era in una simile situazione, ma a differenza di tua mamma, quella dell'amico non era grave. Immagina: la tua mamma aiutata da questo suo amico, che la trattava come una persona e non come un oggetto (ero stata usata, mi dico spesso), che l'aveva salvata da una strada da cui difficilmente sarebbe uscita viva e che le dava tutto ciò che potrebbe averla resa felice, anche con poco. Sai, ora sto bene. La mamma sta bene, amore. Non preoccuparti per me. Non sarai nato/a, ma ti voglio bene, anzi ti amo. Sei la persona che forse avrei più atteso pazientemente e più amato, più amato del tuo stesso padre. Sai, la mamma ha cominciato a fare mini lavoretti che la soddisfano e che le piacciono e ha ripreso regolarmente con tutto, anche con la scuola e lo sport. Se fossi nato/a, ti avrei insegnato a sopravvivere in questo mondo che, per certi versi, è fantastico ma per altri è orrendo. Controverso, insomma. Sai, la mamma ha ripreso pure i contatti con i suoi amici ed esce volentieri con loro. Io con queste parole voglio aiutare chi è nella stessa situazione o simile in cui sono stata io tempo fa. Le mie parole, probabilmente, saranno inutili a chi se n'è già andato via senza lasciare traccia. Sai, ti ho immaginato che stessi sotto a un grande tulipano rosso arancio e allora ti ho disegnato così. Sei stupendo/a nel disegno. Se tu fossi presente in camera mia, lo vedresti dentro una cornice bianca su una libreria e tu, con sguardo spensierato, sei lì felice e rilassato/a. Sai, probabilmente mi tatuerò la rosa che raccolsi qualche giorno fa sulla pancia, vicino all'ombelico. Non si allargherà o stringerà mai: non credo di volere altri bimbi al di fuori di te. Non voglio che si ripeta lo stesso errore che commisi. Al massimo adotto dei fratelli o delle sorelle solamente per te. Racconterò a loro tutto, dall'inizio alla fine. Non sarò come tuo papà. Prometto, tato/a. Sai, tuo papà mi diceva che ero splendida così grassa. Avevo cominciato ad amarmi, però avevo capito più tardi che lo diceva per prendermi in giro. Lui mi sembra che non si è mai visto allo specchio. Lui mi sembra che non ha mai capito che io l'amavo per il suo carattere, non per l'aspetto fisico. È molto stupido, sappilo. Per questo ti ho scritto sopra di fare attenzione. Sai, so che questo non lo potrai mai leggere né narrarlo a qualcuno, tuttavia c'è la probabilità che tuo padre lo legga e che mi possa criticare per tutto. Negherà tutto questo. Cerca di essere forte e di fargli comprendere come sta la mamma. Se ti dirà qualcosa contro e ti offenderà, ci penserò io. Tu non devi mai preoccuparti per me, sarò forte. Forte come adesso che sto lottando per vivere bene anche con queste cicatrici indelebili. Approfitto di scusarmi con Mamma e Papà: non volevo che tutto questo accadesse. Sono stata stupida a dargli ascolto. So che mi dicevate tutto pur di non commettere sbagli come questi, però penso che sarebbe stato il più bel sbaglio che potessi fare se fosse nato qualcuno. Mamma, Papà, non avrete più fiducia in me per questo, ma so che ancora mi volete bene nonostante i miei errori e la mia stupidità. Adesso voglio ringraziare i miei amici e i miei fratelli: senza di voi, forse non avrei mai potuto riprendere una vita normale, tranquilla e spensierata. Forse non avrei avuto mai il coraggio di raccontare la storia di uno che non è mai nato fisicamente però biologicamente sì, di me che lentamente mi sto riprendendo da questa storia. Ora concedo altre parole agli altri: se dovete fare qualcosa con qualcuno, fatelo con la testa e spero che troviate qualcuno che sia sincero con voi, che vi ami veramente per quello che siete dentro e non fuori. Valutate le persone dalle azioni e non dalle apparenze. Io mi ero innamorata di uno che avevo valutato soltanto dalle parole che pronunciava e dalle sue ambizioni totalmente pessime. Se doveste ripetere i miei errori, non ripeteteli. E tu, probabilmente, mi scriverai qualcosa contro. Me lo aspetterò e non mi stupirò della mia presunzione. Meglio prevenire che curare. Vivi come vuoi, vivi felicemente, vivi ma non ti permetterò di mietere un'altra vittima. Io sono sopravvissuta a questo tentato omicidio e denuncio questo atto inaccettabile. Starà a te valutare le tue azioni. Starà a te sopportare questo peso che ti porti dietro. Io ho deciso di alleggerire il mio bagaglio narrando questa vicenda che tu negherai a tutti. Io ti perdono per quel che è successo, tuttavia non perdono i tuoi effetti collaterali causati a me e al/alla tuo/a erede. Ho finito il mio tema, amore mio. Spero che il messaggio passi a tutti, anche se molti ignoreranno o disprezzeranno queste parole. Amore mio, mi manchi. Desideravo con tanto amore di avere un pancino e un pancione e infine qualcuno di minuscolo da crescere, nutrire, con cui giocare, leggere, guardare i cartoni animati insieme e dormire assieme. Avrei passato la maggior parte della mia vita con te. Non so come spiegarti tutto, però mi manchi e il mio amore per te sarà infinito. La mamma non ti dimenticherà, non sono come papà che vuole dimenticarti. Io voglio ricordarti.
   
 
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