Serie TV > Sherlock (BBC)
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Autore: cdm05    22/05/2018    1 recensioni
Sherlock rimane solo e inizia a pensare al suo rapporto con John quando si rende conto di provare qualcosa per il suo amico che forse non dovrebbe.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pioggia, il rumore incessante dell’acqua che batteva sui vetri del salone di casa Hudson coccolava l’instancabile mente di Sherlock Holmes che sedeva sulla sua poltrona guardando fuori dalla finestra mentre in una mano stringeva la tazza con il suo amato tè. Pensava, ma quella non era una novità, pensava sempre, continuamente, non riusciva a smettere, era qualcosa che non riusciva a controllare, qualcosa di ingestibile. Pensava agli indizi, alle prove, alle testimonianze, pensava a ogni singolo particolare che potesse condurlo al colpevole. La sua mente lavorava come una macchina, non si fermava, non si stancava, non si distraeva e non provava emozioni, almeno fino a quando John Watson non entrò nella sua vita.

 

Da un momento all'altro si era ritrovato un amico che riusciva a comprenderlo, riusciva a tenergli testa e cosa più importante riusciva a non annoiarlo. John era entrato nella sua vita come un proiettile trapassa il corpo di un uomo, all'improvviso, e all'improvviso Sherlock era cambiato. Era logico che affezionarsi a qualcuno lo avrebbe cambiato ma nessuno avrebbe mai pensato che una persona egocentrica, piena di se, che non sa relazionarsi con gli altri, che non sa dove finisca il bene ed inizi il male possa affezionarsi ad una persona, che a detta di Mycroft, era tanto piccola, semplice, noiosa e con una vita monotona, era strano che un sociopatico iperattivo si fosse affezionato a qualcuno come John Watson.

 

Sherlock non avrebbe mai pensato di ritrovarsi seduto su una poltrona ad aspettare che il suo amico tronasse a casa, ed invece, stava lì ad attendere il rumore della chiave nella serratura, il suono degli ingranaggi della porta che si muovono, stava lì ad aspettare lui.

 

Era passato molto tempo senza che se ne rendesse conto: il tè era diventato ormai freddo, la pioggia aveva smesso di battere sui veri e lui poteva smettere di attendere perché finalmente le sue orecchie avevano udito il rumore della porta aprirsi.

 

-Sai John, mentre eri via ho pensato a te.- disse rimanendo con lo sguardo fisso fuori dalla finestra  come se stesse parlando da solo.

 

-Ehm, e cosa pensavi di preciso?- chiese John sedendosi anche lui sulla sua poltrona.

 

Sherlock si alzò e si posizionò dietro il soldato poggiandosi con i gomiti sullo schienale della poltrona.

 

-Ho pensato a quanto tu sia importante per me e ho capito, John, che è molto più di quanto tu ed io potessimo aspettarci.-

 

Sherlock si spostò in modo da ritrovarsi faccia a faccia con John.

 

-Che intendi?- chiese John con uno sguardo confuso.

 

Sherlock non rispose, avvicinò il suo viso a quello del soldato facendo si che i loro nasi si sfiorassero, scrutò i suoi occhi a lungo fino a quando John non parlò di nuovo.

 

-Che intendi Sherlock?- ripeté impaziente.

 

-Oh John, a volte mi sorprende come tu non riesca a cogliere le cose più elementari.- disse l'investigatore prima di far coincidere le proprie labbra con quelle dell'amico.

   
 
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