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Autore: Alba_Mountrel    23/05/2018    1 recensioni
Sotto la pioggia... tutto finalmente avrà un senso e allo stesso tempo non ce lo avrà più
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: L, Light/Raito
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
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CHE TRISTEZZA

“Che tristezza. So già che per me sarà la fine se solo proverò a far arrestare almeno il secondo Kira, cioè Misa Amane. Lo Shinigami potrebbe, in quanto protettore del proprio quaderno, avere una sorta di legame con l’attuale proprietario, cioè sempre Misa. Però non voglio nemmeno stare fermo a guardare… Mi sono proprio cacciato in un bel pasticcio… Non è vero?! Accidenti… queste campane oggi sono proprio assordanti anche se qua fuori, col rumore della pioggia che ne copre gran parte, il suono è meno monotono, freddo e tagliente. Ma… quello è Light… perché sei venuto? Beh forse vuoi convincermi con la gentilezza che non sei Kira, oppure al contrario vuoi rivelarti perché tanto sai che per me è giunta la fine, oppure ancora vuoi gongolare della mia sconfitta. Chi lo sa, so solo che non ti vorrei qui… in questo momento” terminai i miei lugubri pensieri, accorgendomi che Light mi stava dicendo qualcosa ma siccome il rumore delle campane nella mia testa e quello della pioggia incessante sovrastavano ogni cosa, gli feci cenno di non sentire per ben due volte, perciò lo costrinsi a uscire dal sottotetto e a venirmi incontro, sotto la pioggia scrosciante. Quando il ragazzo dai capelli castani mi fu vicino…
“Che stai facendo Ryuzaki?” espresse con finta non chalance Light.
“Cercavo di godermi gli ultimi momenti ma comunque non sono affari tuoi” pensai molto seccato.
“Niente. Non sto facendo assolutamente niente di particolare. Ascolto il suono delle campane” risposi invece per poi mettermi mentalmente sulla difensiva
“Le campane?” chiese l’altro
“Se avessi un po’ più di coraggio ed esperienza con le persone mi difenderei a parole ma sono capace solo nella mia testa perciò vorrei tanto che non ti immischiassi in questa cosa perché tanto non la capiresti. Però sei troppo preso nel tuo giogo mentale, per accorgerti che non è il caso di chiedermi di cosa sto parlando o di farmi tornare alla realtà per darti di nuovo retta… Perché tanto è solo questo a cui aspiri, l’attenzione di tutti e nient’altro, altrimenti non ti saresti unito a me che in un batter d’occhio avrei potuto farti arrestare, e non avresti neanche provato ad uccidermi con il quaderno la prima volta in televisione” ma invece risposi.
“Già! Oggi però devo dire che fanno davvero un baccano assordante” vidi lo studente, Light girarsi a destra e a sinistra ed ebbi la conferma ai miei pensieri, troppo preso per capire che stavo passando un conflitto interiore; infatti Yagami rispose
“Io non sento niente”
“Dici sul serio?” chiesi atono ma ampiamente ironico.
“Lo so benissimo che non le senti, non sei nella mia testa Yagami, anche se credi con tutto te stesso il contrario, e di avermi ormai capito alla perfezione, ergo di avermi in pugno.”
“Eppure è tutto il giorno che vanno avanti. È impossibile ignorarle. Dev’essere una chiesa, forse c’è un matrimonio, o forse…”
“Il funerale di qualcuno che amavo che si mischia in questa fredda e assordante danza della musica rintoccante delle campane del mio di funerale… arrivato alla fine della mia vita è una dolce coincidenza che ne chiude il cerchio: il fatto che senta queste campane…” pensai rasserenandomi e mettendomi l’anima in pace. Light mi interruppe e mi urlò contro
“Ma che stai dicendo Ryuzaki? Smettila con queste sciocchezze e torna dentro” mi guardò quasi infuriato, come se lo avessi offeso in qualche modo e lo avessi spaventato. In realtà era lui che mi aveva offeso e spaventato ma non volli di certo dirglielo in faccia, preferisco stargli il più lontano possibile con il cuore e, soprattutto con la mente, non permetto a nessuno di interferire con i miei pensieri e i miei sentimenti, quindi semplicemente chiusi la discussione nell’unico modo che conoscevo e “finsi” di starci male…
“Scusami. Dico sempre cose senza senso, non starmi a sentire” dissi incolore, con una lieve punta di amarezza.
“Hai ragione Ryuzaki, tiri sempre fuori un sacco di cose totalmente prive di senso, se dovessi dar retta a tutto quello che dici diventerei matto, ormai ti conosco bene”.
“Ecco. L’hai ammesso, mi conosci bene… e invece non mi conosci proprio per niente… Light. Quindi, anche se sono costretto a risponderti che hai ragione, risparmiami quel tono fintamente sincero e rassicurante, perché non me la bevo… Kira”
“Sì… hai proprio ragione… Light”
“Non è vero, non hai ragione e adesso ti smaschererò almeno ai miei occhi. Sono io e io solo che in realtà ti ho in pugno, ed è una cosa che proprio non avrei voluto neanche per tutto l’oro del mondo. Sei solo una prima donna… e io non sopporto le prime donne” pensai sempre troppo tranquillo per la situazione in cui mi trovavo
“Però… Lo stesso vale anche per te…”
“Che cosa vuoi dire?”
“Che tu sei Kira. Bastardo”
“Dimmi una cosa: dal giorno in cui sei nato hai mai detto anche una sola volta la verità?”
“La risposta che mi darai è ovvia come il sole e normalmente mi tranquillizzerebbe sul tuo conto in altre circostanze… ma trattandosi di te so benissimo che è una completa menzogna e, inoltre… so benissimo che il modo in cui la dirai… sembrerà fastidiosamente sulla difensiva. Prova schiacciante se non altro della tua colpevolezza” mi ritrovai a pensare molto amareggiato “In fin dei conti non era affatto male passare le giornate con un’altra persona che mi capisse appieno, non dico che mi accettasse, però Light l’ho addirittura nominato mio successore… non l’ho fatto solo per vedere la sua reazione, beh forse un po’”
“Che stai dicendo Ryuzaki? Ahn? Certo, a volte anch’io mento. Del resto, chi a questo mondo non ha mai detto una bugia in vita sua. Però… non esiste nessuno tanto perfetto… tutti mentono. Però, io sono sempre stato attento a non dire bugie che ferissero le altre persone. Ecco la mia risposta”
Non riuscii a trattenermi dal fissarlo torvo durante quella interminabile risposta, più simile a un monologo, per rispondere alla mia semplice domanda; ma durò solo un secondo, poi guardando in basso mi rattristai ancora di più, consapevole di non poter far capire che sapevo del suo segreto, ne trasmettere il mio stato d’animo quindi mi limitai a rispondere…
“Immaginavo che avresti risposto così”
“Non poteva essere altrimenti, o vorrebbe dire che o mi sia totalmente sbagliato e piuttosto preferirei morire seduta stante, oppure che tu sia diventato davvero un veggente e anche questo mi sento di escluderlo. Altrimenti non mi avresti fatto così tanti problemi per la storia delle campane. Che tristezza averti incontrato… Light Yagami. Con te un giorno prima ci si diverte un mondo e quello dopo si piomba inevitabilmente nell’oscurità più totale, come sono io in questo momento” riflettei con la testa bassa ma in realtà non guardavo niente in particolare se non il mio riflesso come un fantasma che esce dal mio corpo prendere il volo verso il nulla. Mi destai dal mio torpore interiore e mi arresi definitivamente alla realtà: per me era finita ma non avrei fatto altro che continuare a lottare fino all’ultima goccia di tempo che mi rimaneva.
“Torniamo dentro, siamo bagnati fradici”. Tornammo dentro al palazzo e prendemmo da uno sgabuzzino degli asciugamani puliti per frizionarci la testa e non prendere un malanno.
“Tanto sai che me ne importa di ammalarmi o no, fra poco sarò uno spirito libero dal corpo, dalla mente e da tutto quello che ho di più caro, tutto a causa della tua inutile e infantile brama di risoluzione, di potere e di attenzione… Kira”
“Accidenti… per poco non ci prendevamo un malanno”
“Che idiozia. Mi faccio pena da solo da quel che mi tocca dire”
“Colpa tua direi. Stare sotto una pioggia del genere…”
“Ecco che ricominci… non ti stuferai mai di giudicare gli altri inferiori a te, neanche prima della loro morte. Veramente un essere ignobile, eppure devo far buon viso a cattivo gioco per dimostrarti chissà che cosa, non lo so nemmeno io”
“Hai ragione… scusami”
“E per finire… l’ultima buona azione della mia vita sarà quella di aiutarti in una cosa così, che sembra a tutti molto banale e ambigua ma in realtà è molto profonda e simbolica, è lo stesso gesto che fece Gesù con uno dei suoi amici… Giuda. Un soprannome perfetto proprio per te in questo momento… Light” dopo queste riflessioni provai un forte senso di pesantezza al cuore e desiderai solo non pensare o riflettere più su niente, solo volevo liberare la mente e assistere imparziale a quegli ultimi momenti che mi rimanevano. Mi avvicinai a lui e mi abbassai ai suoi piedi, che aveva liberato dalle scarpe perché erano zuppe d’acqua.
“Tu… che sei tutto perfetto, con la tua cravatta sempre annodata fin su e che non allenti mai, la camicia sempre ben profumata e stirata da tua madre, quella santa donna, e i tuoi pantaloni con la piega perfetta da vero uomo in carriera… sei venuto in contro a me, uno straccione qualunque, sotto la pioggia solo per gongolare della mia situazione. Non è per me ma per te che devo provare pena… Yagami”
“Che stai facendo Ryuzaki?”
“Si direbbe che in un momento di tale euforia tu non sia in grado di dire altro…”.
Gli risposi in modo tranquillo e pacato: per non so quale ragione credo gli dia fastidio questo mio modo di essere e di parlare, persino quando era tornato un ragazzo come tutti gli altri.
“Pensavo di darti una mano, sto cercando di asciugarti per bene i piedi”
“Lascia stare, non è il caso”
“Lo è per me. Ma adesso non voglio proprio pensare più, nella vita non ho fatto che questo mentre tutto il mondo andava avanti senza di me e all’oscuro della mia esistenza”
“Ti faccio anche un massaggio, lascia almeno che ripari al mio errore. Sono bravo sai”
Sospira “Fa pure come vuoi” mi rispose in modo seccato, come gli stessi chiedendo insistentemente se posso molestarlo o peggio, catturarlo.
Cominciai a frizionargli la pianta del piede con più forza di quanta ne avrei voluta infondere, d’altronde un po’ di risentimento lo provavo anch’io ogni tanto, soprattutto in quel momento e soprattutto per lui.
“Sta calmo, ti abituerai subito”. Dopo di che delle gocce mi caddero dai capelli sul suo piede rendendo inutile quello che stavo facendo e lui in tono quasi accusatorio… di nuovo, mi disse che ero ancora tutto bagnato per poi asciugarmi i capelli con il suo asciugamano, e lo ringraziai controvoglia.
Al pensiero che fra poco io debba morire i miei occhi divennero umidi e la mente molto poco lucida, nonostante l’apparente tranquillità e la convinzione di aver accettato la situazione non riuscivo appieno a convincermi di tutto ciò, e avrei voluto solo piangere, sfogarmi, spaccare tutto, spaccargli quella testa malata e viziata che si ritrovava, ammazzare io stesso qualcuno, tipo lui… che mi stava davanti senza la ben che minima idea di cosa mi facesse provare il suo comportamento da isterico. 
“È così triste. Tra poco dovremo dirci addio”
“Credo che questi saranno gli ultimi miei pensieri… e così finalmente sono riuscito a dirlo ad alta voce. Non mi fa sentire meno abbattuto, solo un po’ più libero… Vorrei tanto urlarti in faccia come un pazzo che sei Kira ma pazzo lo sembro già perciò non ne vedo il motivo, al quartier generale nessuno considera completamente le mie delucidazioni sul tuo caso, proprio per il fatto che non mi reputano del tutto normale. Se solo non fosse per questo… magari ora saresti già in prigione ma d’altro canto comprendo perfettamente anche i sentimenti annebbiati di tuo padre che per semplice amore vorrebbe difenderti anche oltre la morte, e questo anche se mi crede cecamente e mi capisce perché vede esattamente quello che vedo io ma non ci vuole credere, perché vorrebbe dire rimetterci anima e corpo. Lo capisco, lo capisco perfettamente e anzi, lo ammiro ancor di più per questo suo coraggio e la sua perseveranza e testardaggine, siamo uguali io e lui, per quello infondo in fondo mi crede anche lui”.
All’improvviso questo fastidioso silenzio, che credo senta solo il mio nemico vista la mia predisposizione alle allucinazioni uditive di campane e quant’altro, venne interrotto dallo squillare e il vibrare del cellulare nella mia tasca e rispondendo sentii distintamente la voce preoccupata e allarmata di Watari, invece le campane mi avevano temporaneamente abbandonato. Mi disse di tornare alla stanza principale delle indagini perché c’erano delle novità e di non riattaccare perché mi avrebbe dato importanti istruzioni, io stavo per chiudere ugualmente, seriamente scocciato perché non mi importava più di nulla ma lui mi incalzò ad ascoltarlo con attenzione, e dal suo tono capii che c’erano davvero delle novità. Poi, con mio gran stupore mi chiese di non ripetere per nessun motivo a Light quello che mi avrebbe detto, anche se ci ero già abituato e non l’avrei fatto comunque, però suonò più come un “fai finta di niente”. Io mi risollevai un po’, infondo morte o non morte potevo almeno concedermi di andare fuori dai miei schemi e seguire per una volta i suggerimenti del mio caro amico Watari e lasciarmi aiutare per una volta, pensai che fosse ormai esasperato dai miei modi sempre molto egoisti e forse troppo diretti. Restai al cellulare in attesa di istruzioni e intanto feci cenno a Light di seguirmi, il quale chiaramente mi fissò con un’irritante espressione sull’attenti, come i felini in presenza di un corpo estraneo anche se non è effettivamente per loro un pericolo. Dopo un po’, quando stavamo per arrivare alla sala principale, sentii Watari farmi una strana richiesta ma che pareva abbastanza sensata a pensarci bene: mi chiese di mandare tutti a casa tranne Light che mi doveva restare incollato fino alla fine del caso, (e fin qua tutto a posto) perché le indagini sarebbero ricominciate il giorno successivo. Lo ascoltai impartirmi questo passaggio, abbastanza basito anche se non lo detti a vedere ma allo stesso tempo, compiaciuto della tenacia di Watari… Santo Uomo.
“Ma come? Sto per morire e nessuno può nemmeno essermi testimone o vicino negli ultimi momenti? No, ovviamente Watari ha un piano, e forse non me lo vuole rivelare perché ieri sera ha notato lo stato catatonico in cui sono piombato e quindi teme che mi possa rivelare in qualche modo. Non ha tutti i torti infondo. Io che finora ne sono sempre uscito praticamente immutato, mi sento sopraffatto da quest’unico caso, o ragazzo… Ecco appunto: ha perfettamente ragione a essere misterioso. Non sono affatto nel pieno delle mie solite facoltà, mi è andata in malora l’autostima, la mente non mi funziona più come vorrei”.
Arrivati nella sala principale delle indagini, chiesi ai miei compagni di non preoccuparsi perché le indagini sarebbero potute anche riprendere il giorno dopo. Nel frattempo, stranamente il suono assordante delle campane nella mia testa, che nel frattempo era ripartito, cominciò ad attenuarsi.
“Che per una volta nella mia vita mi sia sbagliato e non stia per morire? No, difficile da dire, pur Watari avendo un piano, questo potrebbe andare in fumo come tutti i miei precedenti… quindi stiamo a vedere”.
Vidi Light, il quale improvvisamente molto rilassato cominciò ad avviarsi anche lui ma lo trattenni per un braccio
“Light, dove credi di andare? Ti ricordo che tu non puoi allontanarti da me fino alla risoluzione del caso e il caso non è stato di certo risolto” gli feci notare atono ma con una gran voglia di buttarlo a terra in una sola mossa. Lui mi guardò indispettito, e pensare che prima ci teneva con tutto se stesso a partecipare alle indagini. Tutti se n’erano apparentemente andati ma io sapevo che in questo momento stavano tornando indietro e si sarebbero fermati dietro alla porta. Avevo ancora il cellulare all’orecchio e volevo proprio capire dove volesse andare a parare Watari. Poi lo sentii dirmi di mettere in scena una recita credibile della mia morte e allora intuii tutto, quindi mi dissi che potevo anche mettere giù, altrimenti la recita non sarebbe mai risultata credibile.
“Light tu sai già che io penso che tu sia Kira, almeno in questo momento, e per questo ho dato direttive a Watari di iniziare i preparativi per il trasporto del quaderno, un altro paese l’ha richiesto, sempre sotto le mie indicazioni”.
“Cos’è questa storia Ryuzaki? Dove lo vogliono trasportare? E come mai hai deciso di non dirmi niente?”
“Non riesci a comprendere vero? Beh fra poco ci arriverò, sta tranquillo”
“L’importante Light, non è dove lo portano ma perché… Voglio provare il quaderno”.
“E chi dovrebbe scriverli i nomi? Io no di certo. Lo sai bene che una volta che si avrà iniziato a scrivere, si dovrà continuare a farlo all’infinito ogni tredici giorni”. Mi disse Light con un tono quasi beffardo, del quale evidentemente solo io sentivo la sfumatura.
“Tu no di certo eh?”
“Faremo in modo che a scrivere il nome sia un detenuto la cui condanna a morte sia prevista entro tredici giorni, se una volta trascorso questo arco di tempo sarà ancora vivo commuteremo la sua pena con una più lieve”.
“Adesso non mi resta che trovare l’appiglio giusto per concludere la scenetta e fingere la mia morte. Speriamo di non fare un buco nell’acqua, altrimenti temo sarebbe l’ultimo”. Mi caricai d’improvviso animo ed energia e feci per portare a termine la scena.
“Ci siamo Light, o Kira… Chiunque tu sia! Se chiarisco questa cosa il caso sarà immediatamente risolto”. Dopo questa mia frase volutamente troppo energica, per dare modo a Watari di inviarmi un segno e poter mettere in pratica il piano, vidi tutti gli schermi che sembravano essersi spenti con la scritta “all data deletion”, il che in teoria significherebbe che Watari in punto di morte è stato costretto, secondo una mia direttiva, ad eliminare tutti i dati raccolti con le precedenti indagini, solo che quando questo accade davvero la luce è rossa e si sente un forte allarme d’emergenza, e in un certo senso sarebbe stato meglio mettere un suono anche in questo caso ma purtroppo siamo umani anche noi, altrimenti non dovrei perdere degli interi giorni di sonno per trovare i colpevoli per ben altri due me oltre a me, in giro per il mondo.
“Cancellazione dei dati? Che significa Elle?” mi chiese Light con un misto di orgoglio e finta preoccupazione, che in ogni caso non raggiungeva per niente un grado accettabile di trasporto per una situazione così grave.
“Avevo detto a Watari che doveva sbarazzarsi di tutti i dati raccolti… nell’eventualità che gli fosse accaduto qualcosa”. Sempre dalla mia solita postazione mantenni la calma in posizione rannicchiata sulla sedia e finsi di guardarlo torvo in viso, certe espressioni non potrebbero venirmi meglio date le mie occhiaie e il mio sguardo perennemente fisso con gli occhi sbarrati in un'unica posizione, infatti faccio molta fatica ad esprimere sentimenti un po’ più forti o felici. Lo vidi, come supponevo, incrinare leggermente la bocca in un ghigno di soddisfazione, che temevo stesse per scoppiare in una fastidiosissima risata esagitata che per altro mi sarei dovuto subire perché non sarei davvero morendo. Ad ogni modo continuai imperterrito la mia recita
“Dov’è lo Shinigami?” mi finsi preoccupato e mi alzai in piedi per simulare quella sensazione al meglio.
“Ascoltami bene Light Yagami… Lo Shiniga…”. Contrassi tutti i muscoli e caddi sulle ginocchia portando le mani al petto in corrispondenza del cuore, come stessi avendo un attacco cardiaco e finii poi rovinosamente a terra rivolgendo lo sguardo verso l’alto, come a guardarlo e a giudicarlo un’ultima volta. Feci passare due, tre secondi e poi prima di chiudere gli occhi lo chiamai un’“ultima” volta.
“Kira!” trassi un ultimo sospiro e poi li chiusi, abbandonando il corpo a se stesso. 
“In questa posizione potrebbe tranquillamente controllarmi se il battito c’è ancora anche se io so rallentarlo notevolmente ma scommetto che preso dall’euforia del momento non lo farai caro Light, sono io che ho capito il tuo profilo standoti accanto. D’altronde sono io che ho affianco il maestro migliore di tutti: Watari, e un passato di cui posso andare fiero ma che mi ha portato a quello che sono, per tutto ciò non basterebbero mille scuole. Tu non puoi neanche immaginare come sia sentirsi come mi sento io e non capiresti mai neanche sotto ipnosi”.
All’improvviso lo sentii farfugliare qualcosa e trattenni con tutte le forze la curiosità di aprire anche solo un po’ gli occhi, altrimenti se ne sarebbe accorto e a quel punto non ci sarebbe nessuna confessione o prova schiacciante.
“Mi sono sbarazzato di tutti coloro che mi erano d’intralcio. Io… sono il Dio di un nuovo mondo. L… ho vinto io. È vero… Sono Kira!” e a questo punto scoppiò in una fragorosa risata di sdegno e di vittoria. 
“Fastidiosa proprio come me l’aspettavo, accidenti a loro… ma cosa aspettano a entrare, questa mi sembra una prova sufficiente, no? No, ho capito… aspettano un mio segnale”. Socchiusi gli occhi per vedere se mi stava ancora fissando e infatti lo ritrovai incollato nella stessa posizione
“Beh, se non succederà in altro modo potrebbe essere che te lo faccia venire io l’infarto, aprendo gli occhi di scatto …” e così fu. Aprendo di scatto i miei occhi scuri, vidi l’altro sobbalzare e addirittura spaventarsi, i miei enormi occhi sbarrati e inespressivi fanno sempre quest’effetto alla gente.
“Sì Light, hai ragione… tu sei Kira! – mi sforzai di mantenere un tono neutrale come al solito ma fu molto difficile in una circostanza simile – Ma mi dispiace avvertirti… che su tutto il resto le tue parole fanno acqua da tutte le parti”. Lo guardai contrarsi in mille espressioni indecifrabili mentre la mia era una sola: vittoria, finalmente e eravamo tutti al sicuro, a parte purtroppo quelli che ci avevano lasciato tempo addietro. Ma almeno tra noi si sono salvati tutti a parte… Ukita. Pensai ancora in posizione sdraiata, per poi cominciare ad alzarmi molto ma molto lentamente, in modo da logorare ulteriormente i nervi del ragazzo.
“È da ieri che non faccio altro che arrovellarmi su tutto ciò che di irrisolto c’era nel mondo, a cosa avrei dovuto rinunciare, a cosa avrei lasciato dietro di me e quali altre disgrazie sarebbero venute a causa della mia morte. Watari, scusami ancora per questa improvvisata che ti ho costretto a ideare. Me la sono giocata proprio male questa partita anche se non è andata per il peggio…Dovevo essere meno infantile e da adesso in poi è quello che sarò. Di sicuro. Maturo e completamente accorto. Certamente mi verranno in mente mille altri modi, dopo questa giornata, con i quali avrei potuto arrivare a risolvere il caso. Ancora scusa… a tutti quanti. Forse anche a te… Light. Che ti ostini a esserci nemico nonostante ti abbiamo sempre trattato al meglio delle nostre possibilità, però è normale che tu non te ne accorga… me l’hai ampiamente dimostrato sul tetto. Troppo preso da qualcosa che nemmeno tu comprendi davvero”
   
 
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