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Autore: Daistiny    24/05/2018    0 recensioni
Lei figlia di nessuno, figlia del deserto di Dalmasca, figlia delle sabbie e del vento... Il suo carattere e la sua bellezza superba degna del deserto la facevano subito distinguere per il suo nobile lignaggio.
Non si considerava nessuno, soltanto se stessa.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Al-Cid, Altro Personaggio, Ashe, Basch
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Oltre il vento e la sabbia..'
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NEL SILENZIO TROVERAI LE PAROLE 31
*La sera al palazzo reale poco dopo il rientreo di Al-Cid*





Al-Cid aveva finito di sistemare le ultime cose, come previsto da Amaya e dallo stesso principe rozariano, Halim aveva raccontato tutto alla principessa Ashe. Malta l'assistente del principe, aveva riferito tutto quello che era successo in sua assenza a quest'ultimo, riportando, anche che gli stessi amici della regina si erano imbattuti "per puro caso" nei due principi.

E che alle domande degli altri, Lady Ashe aveva prontamente inventato una scusa per giustificare quella presenza.


-È poco credibile, la scusa delle "vittime di guerra"? -disse scettico il rozariano ascoltando con molta attenzione il racconto di Malta.


-Mio Signore eppure è così, ho visto tutto!- confermò la ragazza con decisione.


-Buon Dio dove andremo a finire con quel gruppo, non li facevo così bigotti.-Disse Al-Cid quasi imprecando quando la sua assistente riferì i commetti fatti nei confronti di Amaya. L'huma si maledì tra se per non essere stato presente, quelle persone dovevano essere grati agli dei se non erano incappati nelle sue ire.


Se Al-Cid non avesse dovuto mantenere una certa apparenza probabilmente li avrebbe sfidati a duello, e lì sarebbero stati guai per tutti.

Il principe cercò di riprendere il controllo delle proprie emozioni, di li a poco sarebbe andato a far una seconda visita ad Ondore IV, visto che la volta precedente era stata inutile, questa volta Al-Cid gli avrebbe rinfrescato un po' la memoria con le buone o con le cattive.


Per poter agire, Al-Cid aspettò che il Marchese fosse libero dai suoi impegni, e in una volta sola decise di raggiungerlo nelle sue stanze come la volta precedente. Sta volta il nobile rozariano era veramente irritato dal comportamento del marchese, aveva rotto il patto con Amaya e presto o tardi ne avrebbe fatto le conseguenze.
Facendo molta attenzione a non farsi scoprire Al-Cid si diresse verso la camera del marchese, giunto a destinazione, bussò varie volte alla porta di questi aspettando che il Marchese gli aprisse la porta.
Sentendo bussare alla propria porta, il Marchese che nel frattempo stava pensando che fosse sua nipote Lady Ashe che lo cercava, si apprestò ad aprire la porta, ma chi si trovò di fronte non era sua nipote, ma il principe rozariano Al-Cid.


Ondore si sentì molto infastidito nel ricevere quella presenza poco gradita, per non dire inopportuna.

Per ciò si vide costretto a far entrare il principe nelle sue camere, anche se non voleva in nessun modo rischiare di attirare attenzioni indesiderate.

Al-Cid era furente entrò di scatto nella stanza del marchese, quasi prepotentemente, non appena Halim gli aprì la porta.
Il giovane principe quasi aggredì il Marchese afferrandolo con entrambe le mani la giacca di questi.
Halim si ritrovo a pochi centimetri dal volto del rozariano, Al-Cid che di solito non si scomponeva mai, quella volta stava mostrando un lato di sè che faceva non poca paura. Mai nessuno aveva visto quell'espressione così seria ed adirata sul suo bel volto.
In ballo in quel momento non c'era solo la rottura del patto ma anche molto altro, poichè c'era un motivo ben logico dietro alla volontà di Amaya di non far sapere dell'esistenza di Rasler e Noah.
Ondore sembrava proprio non aveva mai capito questa cosa, mentre Al-Cid era pienamente cosciente della volontà di Amaya.


-SIETE UN PAZZO!-Tuonò Al-Cid sbattendo violentemente Ondore contro la porta, in quel momento il principe aveva mandato al diavolo ogni formalismo e buone maniere. Non gli importava di stare allungando le mani sul governatore di Buhjierba, per lui quell'uomo meritava solamente una bella lezione.


La voce fragorosa di Al-Cin risuonò per tutta la stanza, rischiando quasi di attirare l'attenzione delle guardie, il principe era furibondo.


-Provate ancora dire altra parola su Ondine e tutti sapranno quanto poco credibili sono le vostre parole... e mi assicurerò personalmente di farlo, per quanto è in mio potere, di rendervi la vostra vita un inferno... visto che il mio avviso l'altra volta non è stato sufficiente.- disse il principe minacciando il marchese, che per poco non sbianco di botto.


Sta volta Ondore si ritrovava veramente in una posizione al quanto sfavorevole, finchè viveva Basch... c'era sempre la possibilità che qualcuno potesse ricattarlo. Il marchese lo sapeva bene cosa poteva dare il via, se fosse saltato fuori che il capitano Basch era vivo e stava avendo protezione da Ashe e Larsa.

Si sarebbe potuta scatenare una feroce guerra perchè le parti coinvolte erano due regnati , non solo giovanissimi, ma che con le loro decisioni avevano fatto molto parlare di se, specialmente in quell'ultimo periodo.


Un'occasione del genere avrebbe potuto fare gola a Rozaria che avrebbe potuto avanzare richieste assurde o volendo avrebbe anche potuto dichiarere guerra , con la semplice accusa che Dalmasca e Archadia stavano complottando qualcosa.

Ondore senza volerlo aveva dato il via a qualcosa più grande di lui. Per un solo istante il marchese maledisse Amaya per essersi non solo alleata con Rozaria, ma anche con l'essersi schierata con loro voltando così le spalle a Dalmasca.


La discussione tra il governatore di Buhjierba e il principe rozariano fu non solo al quanto tesa ma anche abbastanza accesa, perchè ci mancò poco che Al-Cid aggredisse fisicamente il marchese.

Questa cosa avrebbe potuto creare non pochi problemi diplomatici, cosa che nessuno da entrambe le parti desiderava.


Sistemate se pur temporaneamente le cose con il marchese, Al-Cid decise di ritornare nelle sue stanze per riflette sullo sviluppo degli ultimi eventi.

Il principe stava valutando più opzioni riguardo come muoversi.




*Contemporanea ad Al-Cid, Amaya ritorna a casa dal cimitero in compagnia di Sebastian- cap 30*


Nel frattempo Amaya stava ritornando dalla visita al mausoleo della sua famiglia, quando sulla strada del ritorno si era accorta di essere seguita da una delle sue guardie, Sebastian.


La ragazza stava per rietrare quando da un angolo oscuro di un vicolo alle sue spalle, si fece avanti la figura di Sebastian, Amaya non era per nulla contenta di essere stata pedinata.

Domandandosi tra se, se Sebastian l'avesse seguita anche nella cripta.

Ma osservando bene la sua guardia, Amaya non riscontrava nessun pensiero ed emozione che facesse riferimento all'Occuria, però era al quanto infastidita nel sapere di non essere libera di muoversi come voleva.


-Dove siete statta?- le chiese Sebastian con tono indagatore, mentre incrociava entrambe le braccia, fissando negli occhi la sua protetta.

-Se ti ci metti, sai essere peggio di tuo fratello Noel...- ribbatte seccata Amaya, guardando negli occhi la sua guardia.
Sebastian non era un tipo paziente e comprensivo come Noel anzi se solo voleva sapeva essere inflessibile.


-Noel è fin troppo buono... Ora dove siete stata? Se qualcuno vi avesse riconosciuta potevamo dire addio a tutto!-La rimproverò giustamente Sebastian, ripensando a tutta quella situazione nella quale si trovavano.


Infin dei conti Sebastian non aveva tutti i torti. Amaya anche se infastidita da tale affermazione non poteva che essere d'accordo, però non le andava affatto di stare ferma in un posto per molto tempo.

E poi chi l'avrebbe potuta riconoscere a Rabanastre a quell'ora così tarda di notte, in giro non c'era quasi nessuno.


-Sebastian... dovreste rilassarvi, stavo facendo un giro. Stare qui mi rende nervosa e sai che odio stare ferma a lungo nello stesso posto.- obbiettò Amaya mostrandosi seccata.


-Sapete anche che non possiamo permetterci passi falsi...- Ripose Sbastian nervosamente a tono.


-Questo lo so... ma per adesso, in attesa di nuove notizie, distrarmi un po' non mi farebbe male con tutta la tensione che sento.- gli ricordò la ragazza, mentre si incamminò nella direzione del suo appartamento, seguita a ruota da Sebastian.


-Allora evitate colpi di testa!- disse il ladisiano alla giovane seguendola, Amaya alzò gli occhi al cielo,sospirando, Sebastian stava proprio diventando pensante.


Amaya rimase in silenzio finchè non arrivarono entrambi al appartamento, la ragazza appena entrò si vide piombarsi di fronte la figura di Noel che la fissava al quanto arrabbiato , evidentemente si era spaventato nel apprendere dell'uscita dell'ultimo minuto di Amaya.

Prima che Noel potesse fiatare, Sebastian l'avvisò che lei era con lui, Noel non disse nulla si limitò a guardare sia il fratello che Amaya andare ognuno nella proprio camera.


La ragazza se pur detestava ammetterlo doveva essere grata a Sebastian per averla aiutata a scampare da una delle paternali infinite di Noel, che avvolte risultava essere fin troppo protettivo, qualità che Amaya apprezzava molto da una parte, ma che alcune volte detestava.
Soprattutto quando decideva di fare di testa sua.


Noel non era molto convinto della scusa raccontata da Sebastian, nonostante si fidasse del suo gemello, vedere Amaya essere accompagnata da suo fratello lo rassicurava. 
Nonostante i vari dubbi, Noel lasciò correre, non voleva in alcun modo litigare.

Lui era sempre molto preso da Amaya, in particolar modo, voleva che la ragazza stesse sempre bene e che non avesse alcun tipo di problema.
Una volta sola in camera Amaya si lasciò cadere sul suo letto, era stanca, ma soprattutto era molto nervosa per via della discussione con Gerun, non sapeva cosa fare ne a chi rivolgersi e raccontarlo agli altri non era proprio il caso.

Quella questione riguardava solamente lei e gli Occuria. Presto tardi avrebbe dovuto fare una scelta... non avrebbe permesso a Gerun di mettere le mani su Rasler e Noah.
Lentamente Amaya chiuse gli occhi, aveva assolutamente bisogno di riposare quel giorno le era sembrato interminabile.

Finalmente quella giornata poteva dirsi conclusa, non era stata affatto una giornata leggera.
Amaya era sprofondata in un sonno profondo, chissà l'indomani cosa le avrebbe riservato ma la principessa per il momento non si poneva nessun problema, lei voleva solamente dormire.


Per quelle poche ore Amaya voleva dimenticare ogni problema, tutte le sembrava così stancante e soffocante, ogni cosa riguardante la sua situazione. Si chiedeva più volte se avesse fatto bene a far nascere i due principi, egoisticamente pensò che se i suoi figli non fossero nati lei in tutta quella situazione non si sarebbe mai trovata.

Era un egoista e lo sapeva bene, eppure aveva avuto le sue ragioni per voler far nascere Noah e Rasler.
Amaya si ripeteva tra se, che doveva solamente quanto prima riprendersi i bambini e sparire dalla circolazione, in questo modo nessuno più le avrebbe potuto causare problemi, la ragazza già stava immaginando che tutti a palazzo con molta probabilità avevano scoperto il suo segreto.


Con quale faccia si sarebbe presentata al mondo? Con quale faccia si sarebbe presentata d'avanti a Basch? Amaya sentiva che aveva perso la faccia non solo con le sue vecchie conoscenze, ma soprattutto con se stessa e con la persona che più di tutti amava.


La ragazza a detta di tante persone aveva sempre avuto una certa faccia tosta, anche quando in passato lei aveva avuto svariate avventure di una notte con alcuni huma, uno tra questi Balthier quando ancora i due non si conoscevano bene.


Amaya non aveva mai detto a nessuno del suo passato libertino, quanto a Balthier aveva provveduto a comprare il suo silenzio, una volta che questi aveva scoperto durante la guerra con Archades la sua vera identità.

Erano stati lo stesso Basch insieme ad Ashe a riconoscerla come Ondine mentre lei, Amaya, stava parlando privatamente con Balthier riguardo ad alcuni affari.
La scena era stata a dir poco surreale, ma quando il pirata archadiano si era reso conto di chi Amaya fosse, sul suo viso era comparso un enorme ghigno... che Amaya prontamente aveva provveduto a fargli scomparire.






* A palazzo il giorno dopo il ritorno di Amaya*







Un nuovo giorno era finalmente sorto su Rabanastre, questo giorno portava con se nuovi sviluppi e tante altre sorprese che nessuno si sarebbe aspettato.

Ashe quella mattina era molto pensierosa, non aveva smesso di pensare un solo momento agli episodi del giorno precedente, quello che voleva era vederci chiaro in tutta quella situazione.
La principessa voleva chiedere direttamente a Larsa informazioni riguardante il fratello di Basch e sua sorella, solo lui poteva toglierle quel dubbio. Dopo aver fatto colazione ed essersi occupata di alcune vicende diplomatiche e politiche riguardanti gli affari del regno, Lady Ashe aveva organizzato un incontro fra lei e il piccolo l'imperatore Archadiano.


Inutile dire che Ashe era molto tesa nel dover parlare a Larsa, non sapeva se si sarebbe potuta trattenere o se avrebbe fatto una scenata, preoccupata com'era di vedersi avverare le sue peggiori paure.
Larsa fu molto sorpreso nel venire a sapere che Lady Ashe volesse incontrarlo, il ragazzino si chiedeva cosa potesse mai chiederle la giovane sovrana.
Si immaginò che con molta probabilità le avrebbe chiesto di Ondine, ma non ne capiva molto il senso.


Da più di un anno a questa parte Ondine e Larsa non avevano avuto più alcun tipo di rapporto, infatti dopo che si era venuti a conoscenza che Amaya era in realtà la principessa Ondine, molti avevano avanzato l'ipotesi che la ragazza fosse stata una spia mandata dalla resistenza per carpire eventuali segreti imperiali.
Spia o no, a causa di questo i rapporti tra Amaya e Larsa e i restanti giudici erano non molto amichevoli, special modo Zargabaath si era molto risentito della cosa, che non riusciva a mandare giù un simile comportamento.


Larsa per evitare che la faccenda con Amaya potesse in qualche modo incrinare i propositi di pace, decise prontamente di mettere a tacere persone che eventualmente avrebbero avuto da ridire su tali decisioni, per ciò si era visto costretto a scendere a compromessi con i suoi oppositori.
Non solo la situazione di Amaya aveva messo in difficoltà anche gli accordi con Dalmasca, soprattutto perchè essendo venuto alla luce il doppio gioco di Ondine, Larsa aveva spiegato ad Ashe le ripercussioni del gesto di Ondine che lo avevano messo in condizioni di non poter accettare tutte le richieste che Dalmasca aveva avanzato durante le trattative di pace, soprattutto quelle riguardanti il regno di Nabradia.
Larsa si era visto impossibilitato ad accettare di lasciare a Dalmasca il controllo di tali territori, che per quanto l'imperatore avrebbe voluto restituire ad Ashe, gli accordi presi con i suoi oppositori rendevano la cosa impossibile.


Ashe non era stata certamente felice nel sapere che la sua richiesta di vedersi restituire i territori di Nabradia era stata rifiutata. La giovane sovrana era a dir poco furibonda, ma non poteva far vedere questa cosa perchè ben sapeva che se sua sorella Ondine non avesse fatto la spia passando importanti informazioni alla resistenza, a quel punto Ashe non avrebbe potuto avere alcuna possibilità di riavere Dalmasca.
Sotto molti aspetti, nonostante i mezzi poco etici di Ondine, Ashelia doveva ammettere a se stessa, che doveva molto a sua sorella , ciò nonostante ella era lo stesso arrabbiata con Ondine per averle nascosto tante cose.
Ashe non vedeva l'ora in cui si sarebbe trovata faccia a faccia con Ondine per dirle tante cose. La lisa era lunga.
La giovane regina aveva fatto ricevere Lord Larsa in quello che una volta era l'ufficio di suo padre, dove fin da quando aveva memoria suo padre in quella enorme stanza si occupava dei vari incarichi politici che il titolo di re portava con se.
Erano da poco le undici di mattina, quando sulla soglia della porta comparve Larsa con il fido giudice Gabranth alle sue spalle. Ashe nel vedere insieme a Larsa anche Basch non fu affatto contenta, lei voleva parlare da sola con il piccolo imperatore.
-Lady Ashe mi avete fatto chiamare?-chiese perplesso il ragazzino, osservando la richiesta della regina dalmasca.
-Si, vorrei di parlarvi di alcune cose in privato...Gabranth potete per un momento lasciarci da soli?- disse la giovane ragazza se pur contro voglia, suscitando lo stupore di entrambi gli archadiani.
Basch non era molto felice della richiesta, questa volta non c'era Ondore di mezzo non aveva senso che la principessa lo mandasse via. Il giudice non era di certo uno stupido, intuì che molto probabilmente Ashe voleva chiedere di Ondine...ma riguardo cosa?
L'unica cosa che le veniva in mente era l'identità che la principessa aveva assunto durante la guerra, ovvero era diventata il braccio destro del suo defunto fratello. Ashe avrebbe potuto unicamente parlare di questo, Basch aveva saputo anche le ripercussioni del gesto di Ondine... quindi pensò che la faccenda non era del tutto risolta come gli aveva riferito Larsa.
Allora perchè tagliarlo fuori? Lui che con la sua esperienza avrebbe potuto dargli preziosi suggerimenti?
Basch se ne stava d'avanti alla porta dell'ufficio della regina, mentre tutto pensiero cercava di trovare delle risposte alle sue domande, qualcosa attirò la sua attenzione. Il giudice vide rotolare vicino ai suoi piedi una piccola pallina dorata, poco più in la vide avvicinarsi la figura di un bambino di tre anni tutto intento a cercare di recuperare il suo giocatolo.


Basch riconobbe subito il bambino del giorno precedente, era impossibile dimenticarsi di lui, dei occhi di un blu così intenso che affascinavano chiunque lo vedesse, mentre una montagna di capelli biondi e ribelli gli incorniciavano il viso dall'aria innocente.

D'istinto Basch si chinò a raccogliere il giocatolo che gentilmente porse al bambino, richiamando così la sua attenzione.
-Hei stai cercando questa?- disse Basch guardando dolcemente il bambino, che sulle prime fu molto timoroso ad avvicinarsi per recuperare la sua palla.
-Tranquillo, voglio sola ridarti la tua pallina.- disse il capitano porgendo il giocatolo, il bambino non si mosse continuando a fissare il giudice.
-Amamaya non vuole che parli con gli sconosciuti- disse teneramente il bambino guardando ancora il giudice che gli porgeva il suo giocatolo.
-La tua mamma ti starà cercando, non dovresti farla preoccupare, questo non è un posto adatto per giocare. Vuoi che ti porti da lei?- aggiunse Basch, ma il bambino lo fissò ancora prima di dire qualcosa di strano.
-Amamaya non è qui... -disse tristemente il bambino abbassando lo sguardo, Basch di dispiacque non poco di quel bambino, quindi gli chiese dove poteva essere la madre.
-Allora sarà da qualche parte qui a palazzo..- aggiunse il giudice guardandosi a torno, ma il bimbo scosse la testa dicendo che la sua mamma non si trovava lì.
Basch non riusciva a capire lo strano comportamento del bambino, sembrava così sicuro delle sue affermazioni. Lentamente l'huma si avvicinò al bambino che timoroso corse nella parte apposta rispetto al giudice.


Mentre Basch si decideva di avanzare, improvvisamente fece la sua comparsa Karaii che essendo molto preoccupata per aver perso di vista il piccolo Rasler si era messa a cercarlo.
La donna chiamava a gran voce il piccolo principe, tutta agitata per non riuscire a trovarlo.

Ma quando ad un tratto la donna svoltò per andare nel corridoio dove si trovava Basch con il bambino, la balia notò immediatamente il piccolo Rasler  vicino al giudice gli corse incontro chiamandolo.
-Rasler! - la donna esclamò a gran voce il bambino, tutta agitata. Finalmente era riuscita a trovare quella "piccola peste", Rasler poteva sembrare a prima vista un bambino tranquillo ma in realtà era l'esatto opposto, egli infatti era molto vivace con le persone che conosceva, con gli estranei diventava l'esatto opposto.
Sentendosi chiamare per nome il bimbo di tre anni si girò verso la sua balia a pochi passi da lui. La donna era sollevata di essere riuscita a trovare il principino e nella fretta del ritrovamento si era completamente dimenticata della presenza del giudice.
-Finalmente vi ho trovato e mai possibile che dovete sempre di disubbidirmi?..- la balia lo rimproverò, ma Karaii si vide interrotta dall'intervento del giudice che si intromise.
A Basch non era di certo sfuggito il nome del bambino e visto la particolarità del nome, il capitano decise di chiedere alla donna, che credeva fosse la madre del bimbo, alcune domande.
-Vogliate perdonami... volevo chiedere alcune cose su vostro figlio. -chiese il giudice.
Karaii rimase sbigottitta nel essere scambiata per la madre di Rasler e non per la persona che se ne prendeva cura. La donna fece una strana smorfia, non sapeva assolutamente cosa dire, poichè ella si era accorta che chi le stava d'avanti era uno dei famigerati giudici imperiali.
La donna da preoccupata si era ancora di più allarmata, a fatica cercava di mantenere un apparente sangue freddo. Ella provava un forte disprezzo per gli archadiani e tutto ciò che riguardava l'impero.
Per colpa dell'impero suo marito era morto, ucciso da uno dei giudici di Archades. La donna aveva sofferto molto per quella perdita, ma ciò nonostante non riusciva ad a perdonare l'impero per tutta la sofferenza che aveva causato.
-Scusi... Rasler deve averla importunata, mi assicurerò... che mio... figlio- fece una pausa la donna osservando per un attimo gli occhi del giudice mentre decise di assecondare l'equivoco del giudice - Non le dia più fastidio... vogliate scusarmi ancora.-disse la donna facendo un piccolo inchino, affrettandosi poi a prendere in braccio il piccolo Rasler prima di allontanarsi e sparire svoltando l'angolo del corridoio.

Basch pur avendo intenzione di farle domande si era visto stroncare ciò dal comportamento della donna, al quanto alterato nel notare la sua uniforme e il grosso stemma dei solidor impresso sul suo mantello.


Il giudice intuì che la donna non aveva una buona considerazione degli imperiali quindi aveva cercato se pur velatamente di mettere una certa distanza fra loro.

L'uomo osservò la donna allontanarsi con il bambino in braccio, mentre a lui rimaneva solo il giocattolo che curiosamente rigirava tra le dita mentre ripensava al volto del bambino.
Nel frattempo nello studio Lord Larsa e Lady Ashe stavano parlando di alcune cose riguardo Ondine. Ashelia dopo averci pesato a lungo aveva deciso di raccontare del segreto di sua sorella a Larsa e chiedergli che tipo di relazione e aveva avuto con il vero giudice Gabranth.
-Ora che sapete la verità Lord Larsa vorrei farvi delle domande. Capite che la posizione di mia sorella, quanto la mia è molto delicata... se saltasse fuori che la principessa Ondine ha avuto non solo una relazione con il vero Gabranth, ma che da questi abbia anche avuto dei figli... la situazione sarebbe grave. Voglio ricordarvi che il precedente Gabranth è stato colui che ha ucciso mio padre... Ora vorrei sapere da vuoi la vostra versione dei fatti.
Voi siete l'unico che conosceva chi era il vero Gabranth... -Disse la principessa Ashe mentre poggiava entrambe le mano sulla preziosa scrivania intagliata in legno con sublimi incisioni, mentre lasciava trasparire tutta la sua ansia.
-Lady Ashe da quel poco che so, vostra sorella aveva una grande ammirazione per Gabranth. Erano molto affiatati. Mio padre, fu lui ad assegnare Amaya a Gabranth come suo vice. Per il resto io ne so poco... quanto voi... ma se volete saperne di più, posso chiedere al giudice Zargabaath, lui certamente saprà qualcosa che noi ignoriamo.- Disse il piccolo imperatore osservando la reazione della principessa.
-Mi raccomando nessuno deve sapere di quello che vi ho raccontato, finchè non sarà fatta luce. Soprattutto riguardo a Basch... non so come potrebbe prenderla.-si raccomandò la regina mettendo in chiaro il suo volere.
-Comprendo bene perchè non avete insistito a finchè Basch non fosse presente. Volete vederci chiaro prima di riferirgli personalmente ciò che sapete. Ma proprio perchè questo lo riguarda personalmente, io penso che egli abbia il diritto di sapere queste cose, inoltre lui conosceva molto bene suo fratello e potrebbe aiutarci.
Tutta via potete star tranquilla il vostro segreto è in buone mani.-Fece presente il Larsa prima di voltarsi le spalle ed andarsene.
Come Ashelia anche Larsa era molto sorpreso, ma deciso come era a fare luce su quella faccenda, promise alla regina Ashelia di chiedere al giudice Zargabaath informazioni riguardanti Ondine e Noah.
L'incontro con Lady Ashe duro più di un'ora concludendosi verso l'una. Nel pomeriggio, più tardi. Larsa avrebbe chiesto informazioni riguardanti Amaya a Zargabaath.





Mia bella gente, dopo lo scorso capitolo con tanto di colpi di scena riprendiamo la situazione a palazzo... ed ecco che abbiamo un incontro molto accesso tra Al-Cid ed Ondore, spero di rendere i loro dialoghi ancora più vividi. Riguardo ad Al-Cid, lo voglio più teatrale nei modi come nel gioco.
Molto interessante è la scena tra Ashe e Larsa che per parlare di Ondine mandano via Basch... (la questione è delicata ma capirete più avanti).
In questo capitolo saprete anche della situazione politica tra Archadia, Dalmasca e Rozaria... voglio rendere la loro situazione credibile, perchè è importante ai fini della trama e tutto ciò che riguarda i personaggi. Come ciliegina sulla torta abbiamo finalmente un breve, quanto enigmatico incontro tra Rasler e Basch. Rasler è adorabile con la sua parola "Amamaya", che se vi starete chiedendo cosa è... è il nome di Amaya storpiato dal bambino che non riesce a pronunciare per bene le parole.
Infatti Rasler con "Amamaya" vorrebbe dire "Mamma Amaya"ma non ci riesce, perchè ha qualche difficoltà, quindi chiama affettuosamente la madre in questo modo.
Amaya non è la sola persona ad avere un "soprannome", anche gli altri suoi amici avranno un loro "soprannome" datogli da Rasler.
Io nel frattempo mi sto immaginando la faccia di Basch quando realizzerà che quel bambino è suo nipote.... con questo concludo, vi aspetto al prossimo capitolo.






Daistiny
   
 
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