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Autore: ludo22    30/05/2018    1 recensioni
Gli mancava il modo in cui James parlava, con una punta di risata nella voce, anche molto tempo dopo che la battuta era stata fatta.
/O delle cose che a Sirius mancano di James.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Potter, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, II guerra magica/Libri 5-7
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-My poor babiiieess (perché mi faccio del male scrivendo di questi due? Perché sono stupida e masochista, ecco perché!)!
 
-Ci sono talmente tante cose belle da dire su Prongs e Padfoot che mi fa male lo stomaco al solo pensiero!
 
-La citazione – nonché parte del titolo – è presa, ovviamente, dal quinto film (non mi ricordo se ci sia anche nel libro, ma tant’è…) e so che non è Sirius a dare la foto del primo ordine della fenice a Harry, ma la tentazione era, semplicemente, troppa.
 
-Credo di poter affermare tranquillamente che ho un’ossessione per James e Sirius (vi autorizzo a dare la colpa a Ben Barnes e a Aaron Taylor-Johnson – e ai loro occhi, piedi, capelli e tutto ciò che c’è nel mezzo – e a Madama Rowling per averli fatti così pulcini e belli). Ciò mi impedisce di continuare a scriverne? Probabilmente no (ciò che dovrebbe impedirmi di farlo è l’insano tempo che passo a vedermi loro video su Youtube, ma questa è una storia per un’altro giorno)!
 
-As always, no beta.
 
 
 

 

It’s been fourteen years…

 
 
 
 
 
-Sono trascorsi quattordici anni, e non passa giorno in cui non senta la mancanza di tuo padre.- disse Sirius.
 
Avvertì, come da distante, come fossero altro, gli angoli degli occhi pizzicare.
 
 
(E Harry non aveva mai conosciuto suo padre e il pensiero lo costrinse a distogliere lo sguardo dagli occhi verdissimi dal figlioccio, per riposare su quello familiare, perché mai dimenticato, del migliore amico. Passò un dito distrattamente sulla vecchia foto, come se stesse davvero accarezzando il volto del ragazzino dai capelli neri e gli occhi nocciola che, per primo, lo aveva fatto sentire parte di qualcosa.)  
 
 
Gli mancava davvero James.
 
Gli mancava il modo in cui si passava una mano tra i capelli (nonostante la più che ironica connessione tra la sua famiglia e i prodotti per capelli). Gli mancava il modo in cui James difendeva chiunque ne avesse avuto bisogno, in un battito di ciglia, come aveva salvato Snivellus anche se Sirius lo avrebbe lasciato morire, come avrebbe messo la sua stessa vita a rischio per salvare quella di uno sconosciuto, senza nemmeno pensarci. Gli mancava il modo in cui James rideva, con gli occhi nocciola che sembravano ricoprirsi di piccole rughe e le labbra che si stiravano in un sorriso impossibilmente largo, nel mentre che si teneva lo stomaco, come se dal troppo ridere gli facesse male, quando Sirius sapeva bene quanto il divertimento lo eccitasse, viveva per divertirsi e far divertire. Gli mancava il modo in cui faceva sempre vincere Peter a scacchi magici, e come faceva sempre due copie dei suoi appunti per Remus, e gli faceva i compiti di Trasfigurazione e Incantesimi e Pozioni, quando si avvicinava la luna piena, come era solito avvolgere attorno ai tre amici una coperta quando si addormentavano immancabilmente davanti al fuoco, o si faceva carico di metter loro un paio di pesanti calzini di lana quando faceva davvero troppo freddo. Gli mancava il modo assolutamente ridicolo in cui ballava, e come si buttava sul pavimento quando era ubriaco, e la sua andatura tranquilla e rilassata (anche quando stavano facendo tardi a lezione), e lo scintillio malizioso, complice e amorevole che aveva sempre negli occhi. Gli mancava il modo in cui James parlava, con una punta di risata nella voce, anche molto tempo dopo che la battuta era stata fatta. Gli mancava il modo in cui i suoi occhi sembravano capire ciò che Sirius voleva dire e il tono di voce che avrebbe presto usato, secoli prima che le parole uscissero dalla sua bocca e le sue mani che erano della esatta dimensione del suo cuore spezzato (e gentili il giusto da non ferirlo ulteriormente). Gli mancava il profumo di James (pino e tutto ciò che c’era di speziato e dolce su questa Terra e fiori quando piove e casa). Gli mancava come fosse sempre casa per lui; perché era il calore dell’abitazione nelle fredde notti invernali, e il bastone della vecchiaia quando non era più in grado di alzarsi. Era la figura materna che serviva quando Sirius era di cattivo umore e doveva mangiare (ma davvero davvero di cattivo umore) e quella paterna di cui aveva bisogno quando aveva la necessità di avere qualcuno che saltellasse su e giù con lui, con l’eccitazione che gli usciva da ogni poro della pelle. James era l’amico che gli era stato più vicino della sua stessa carne, che amava e da cui era stato riamato più di ogni altra cosa al mondo.            
 
Harry chiese qualcos’altro e Sirius fu costretto a smettere di pensare al ragazzino che, per primo, gli aveva aperto la porta di casa sua, del suo mondo e che gli aveva dato così tanta speranza e gioia da dargli, adesso, il voltastomaco.
 
A presto, Prongs…

 
   
 
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