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Autore: Cruel Angel    05/07/2009    5 recensioni
Albus Silente non è più Preside della più restigiosa scuola di magia e stregoneria del mondo e Minerva ne è distruta. Nel giorno peggiore della sua vita riceverà un forte sotegno da una persona da cui ci si aspetta solo indifferenza...ih ih ih, vedrete....
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sola. Vuota. Abbandonata. Così si sentiva. Sola, perché non c’era più nessuno a capirla ed ad amarla. Vuota per la perdita. E abbandonata dall’uomo che amava. Non riusciva a trovare un senso ala vita, tutti le stavano attorno, ma lei sentiva solo voci confuse e lontane. Solo una si sentiva chiara e riusciva a consolarla e non se lo sarebbe mai aspettato da lui. Era riuscita a comprenderla nel suo dolore e ora le stava accanto silenzioso, ma pronto ad appoggiarla in qualsiasi momento. Qualcuno bussò alla porta  interrompendo il filo dei suoi pensieri.

“Avanti” disse la donna. Una figura avvolta in un mantello nero entrò nella stanza.

“Severus, come posso aiutarti?” gli chiese con voce fioca la donna.

“Licenziando quell’ incompetente ammasso di ciondoli che si fa’ chiamare Sibilla Cooman” rispose freddo sedendosi davanti alla nuova Preside.

“Severus, in questo periodo la scuola non può permettersi di cambiare professori. Bisogna impegnarsi nel ricostruire la scuola, dato il recente attacco dei mangiamorte e credo che anche tu lo sappia bene” rispose secca.

“Sono sicuro che agli studenti non dispiacerà saltare la materia di “Divinazione”” rispose con voce provocatoria, facendo il segno delle virgolette sull’ultima parola. Minerva sorrise divertita e l’insegnante di Pozioni inarcò il sopracciglio destro in una smorfia seccata. Minerva era cambiata molto da quando Albus era morto. Era diventata meno acida e ogni volta che poteva sorrideva divertita dal comportamento di qualcuno. Come se volesse imitare il vecchio Preside. Sospirò snervato. Gli sarebbe piaciuto fare una conversazione sull’incompetenza di Sibilla e sapeva che Minerva era d’accordo con lui.
”Che cosa hai da ridere?”

“E’ il tuo modo di essere che mi fa’ ridere” rispose con un sorriso. Un sorriso candido che non aveva mai visto fare a Minerva. Un nuovo fatto insolito per lei. La severa professoressa di Trasfigurazione rideva per un buffo particolare che prima non avrebbe degnato di uno sguardo.

“Sei cambiata” le disse l’uomo vestito in nero. Il sorriso divertito della Preside si trasformò in un sorriso triste.

“Lo so” rispose pacata

“Per colpa sua?”

“Per Abus, dici? Sì, ma non per colpa sua, ma grazie a lui” rispose con un nuovo sorriso, un sorriso spento. Teneva troppo a quella donna per vederla in quello stato. Era stata l’unica  persona oltre ad Albus a starle vicino, senza giudicarlo come gli altri.

“Lascia che prepari io i funerali” i offrì l’uomo.

“No. Voglio farlo io”

“Lascia che ti aiuti, allora” insistette. Lei sospirò pesantemente e si lasciò andare sullo schienale della sua comoda poltrona e congiunse  le mani sul ventre.

“Severus, io non so se…” iniziò lei, ma una voce familiare la interruppe.

“Suvvia, Minerva. Non penserai di fare tutto da sola come al tuo solito”. La voce era quella del vecchio Preside. Quanto le mancava quella voce, quanti ricordi le affollavano la mente.

“Minerva”. Una voce melliflua e parecchio seccata la riportò alla realtà. La strega scosse il capo e tossicchiò imbarazzata.

“Scusate”

“Di nulla mia cara” rispose Silente. Piton si limitò a fare una smorfia seccata. Nella stanza calò un silenzio tombale.

“Ebbene?” chiese dopo poco il professore di Pozioni con aria annoiata.

“Cosa?” chiese con aria  distratta la strega.

“Minerva hai intenzione di ascoltarmi? Rispondi alla mia domanda” le disse a denti stretti. Minerva si girò verso il quadro del vecchio Preside e questo gli rispose con un sorriso dolce. Poi si girò lentamente  verso Piton e lo guardò un attimo.

 “Stai per caso aspettando un’illuminazione ?” chiese con sarcasmo lui. Lei sorrise, quasi stanca.

“Va bene. Mi aiuterai per i funerali” disse annuendo. Lui si alzò senza mostrare la sua soddisfazione e uscì sbattendo la porta dietro di sé.”E’ un bravo ragazzo”

“Lo so, Albus, lo so”

“Bene”

“Adesso cosa farò?”

“Io non lo so, ormai non sono più il Preside”

“Sì, è vero”

“Ma rammentati che io ci sarò sempre, in qualsiasi cosa tu decida”

“Grazie”. Lui le sorrise dolce. La strega posò un bacio sulla punta delle dita, stese il palmo e ci soffiò sopra in direzione del quadro di Albus. Lui allungò la mano, come per prendere il bacio e la chiuse a pugno che si portò al petto, vicino al cuore.

 

   
 
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