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Autore: Lumik Lovefood    31/05/2018    1 recensioni
Il problema di entrambi era l'orgoglio. Arricchito con un pizzico abbondante di testardaggine, diventava un cocktail perfetto per il caratteraccio dei caratteracci, e la Signora Rukawa era riuscita a partorire non uno, ma ben due individui muniti di ciò, e non sapeva se esserne fiera o più spaventata.
Di tutto ciò, il Signor Rukawa non era di certo immune.
Adorava i suoi gemelli, come li chiamava affettuosamente in loro assenza, ma spesso subiva il loro caratteraccio taciturno e scontroso e si ritrovava a guardare con uno sguardo allibito la moglie, che invece si scioglieva in una risata cristallina, ormai conscia dei due adorabili mostri che aveva partorito.
Spesso, il povero Nobuo Rukawa cercava di interagire con i suoi figli, alle volte fallendo miseramente, altre stupendosi lui stesso di aver fatto con loro un discorso più lungo di cinque sillabe.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaede Rukawa, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Portraits





First

1993
Paper and apple, 162cm x 187cm x 184cm x 190cm

Shohoku High School, Rukawa’s House and Ryonan High School, Kanagawa








Se il suo gemello era riuscito a rientrare nelle finali a quattro dopo una faticosissima partita contro lo Shoyo, per lei quel giorno era la resa dei conti: ci sarebbero stati gli esami e, di conseguenza, la graduatoria della media scolastica degli studenti del primo anno della prefettura di Kanagawa.
Per una settimana Keiko era stata più intrattabile del solito e se ne era accorto anche Mitsui, tanto che l'aveva deliberatamente evitata, anche se un giorno dovette per forza averci a che fare, dato che doveva controllarle il libretto scolastico, con suo enorme dispiacere. Il richiamo era sempre lo stesso: lei davanti la porta della sua classe ed in mano quel blocchetto della malora che molleggiava tranquillamente.


Più cerco di evitarti, più questo libretto del cazzo mi perseguita!” esclamò nervoso Mitsui, con una vena pulsante sulla fronte.
Hm.” scollò le spalle la Rukawa, sedendosi stancamente su una sedia, di fronte al banco di quell'ex capellone teppista, e passandosi una mano sui capelli.
Domani hai l'esame?” - annuì - “Kogure mi ha detto che è da tre anni che il liceo Shohoku non ci partecipa... E' una grande responsabilità.”
“Hm.” si riprese il suo libretto, scoccandogli un'occhiata che Mitsui non riuscì a definire bene. Non era superba ma aveva un'ombra che non piacque per nulla al ragazzo: aveva forse paura di non farcela? Dopotutto, era solo una matricola, ed era forse la prima volta che partecipava ad esami del genere con studenti provenienti da tutte le scuole della prefettura. Oltretutto, era l'unica rappresentante del liceo Shohoku, una grande responsabilità, oltre che scocciatura.

Ehi Rukawa.” la richiamò alla porta e lei si voltò verso di lui, con un sopracciglio alzato e notò che il suo senpai stava ghignando - “Spacca i culi.”


Gli esami si tenevano nel liceo Ryonan, con grande disappunto del gemello.


La famiglia Rukawa era di nuovo a tavola, ma la tensione che c'era poteva tagliarsi con un coltello. I gemelli avevano litigato. Satsuki se ne era accorta dalle occhiatacce in tralice che si rivolgevano i due ed il mutismo forzato in cui erano piombati solo per non dover mugugnare tra di loro. Il problema era che la donna non riusciva a capire il perché, insieme a quel povero Nobuo che decise, per salvarsi la pellaccia, di far finta di niente. Cosa del tutto ignorata dalla donna, che voleva sapere. A differenza delle normali persone, che gridavano e si sputavano in faccia le cattiverie più assurde, quei due assestavano monosillabi e frasi striminsite dette con grugniti tanto sommessi che si sentivano a malapena tra di loro, quindi figurasi se qualcuno si accorgeva di qualcosa!
Allora Kaede...” esclamò improvvisamente la Signora Rukawa “Quando ci sarà la prossima partita?”
Settimana prossima.” mormorò tra un boccone ed un altro il gemello maschio, scoccando un'occhiata di fuoco alla gemella femmina che gli aveva rifilato una botta al gomito, facendogli cadere dalle bacchette la sua porzione di frittata.
Erano passati ai dispetti da bambini. Tipico.
Satsuki vide sua figlia impassibile a quella occhiata e quindi si buttò su di lei “E tu Keiko? Gli esami quando li avrai?”
“Dopodomani.” grugnì, mentre incassava ed ignorava una gomitata alla sua ciotola di riso dal gemello.

E dove si svolgeranno?”
Al Ryonan.” - Kaede le rifilò un'altra gomitata, con tanto di grugnito questa volta. Se si potesse ammazzare con lo sguardo, lo avrebbero fatto quei due testoni.
L'accompagni tu, caro?” chiese la donna al marito, più per avere una mano con quei due che per altro.
“Hm?” - perché i suoi gemelli dovevano per forza assomigliare a Nobuo Rukawa?
La donna tornò a guardare i due, maggiormente perché aveva sentito un rumore di bicchieri rovesciati: Keiko aveva fatto cadere il bicchiere di saké del padre sulla frittata di Kaede.
Sarebbe stata un lunga cena.

Dopo essersi fatto una doccia, Kaede trovò la gemella seduta sul letto, mentre era circondata da diversi libri e ne sfogliava uno, vagando velocemente sulle pagine con gli occhi. Avevano passato l'intera serata a grugnirsi contro ed a farsi dispettucci stupidi solo per innervosirsi e disturbarsi l'un l'altro. Ora la osservava in piena crisi scolastica. Non lo dava a vedere, ma lui la capiva più di tutti: le dita che tamburellavano su un ginocchio, i piedi impossessati da tic nervosi e lo sguardo stanco. Doveva darsi una regolata con lo studio, togliendo da parte ovviamente il fatto che l'esame l'avrebbe fatto nella scuola del suo rivale Porcospino. Sapeva che si conoscevano, ma quanta più distanza ci fosse tra di loro, più lui era tranquillo.
Entrò nella stanza della gemella, facendola finalmente alzare gli occhi dai suoi libri, anche se non ne sembrava molto entusiasta, data l'occhiataccia in tralice che gli aveva rifilato. Kaede non ci fece caso e, con una semplice manata, le gettò a terra tutti i tomi che aveva sul letto, compreso quello che stava sfogliando.
“Sei impazzito?” gli grugnì contro, vedendosi puntare i suoi stessi occhi addosso.
Non proferì parola e si stese sul letto della sorella, posandole una mano sui capelli, come ad invitarla affianco a lui. La sentì sbuffare, ma si stese accanto al fratello, poggiando la testa sul suo braccio e finalmente si concesse di chiudere gli occhi. Kaede sentì attraverso la pelle del braccio il battito di Keiko che rallentava a mano a mano, calmandosi sempre più. Era da tempo che non si concedevano di rilassarsi insieme e chiuse anche lui gli occhi. La sentì muoversi affianco a lui e posargli una mano all'altezza del cuore e prendere fiato. La mano sul cuore era il loro collegamento: nonostante a quei due non piacesse il contatto fisico, tra di loro se lo concedevano sporadicamente.
“Se farò schifo?”
Aprì di scatto gli occhi “Keiko Rukawa che non prendeva cento ad un compito?” - “Invece no.”
Parve pensarci su “Hm.” disse semplicemente.

E sta lontana dal Porcospino.” aggiunse poi Kaede con un grugnito.
La sorella imprecò “Kami!”


Nel Ryonan c'era fermento.
Quel giorno si sarebbero svolti gli esami scolastici della prefettura di Kanagawa e tutti gli studenti del primo anno si erano recati lì. Sendoh, nonostante fosse arrivato in ritardo, trovò mezza scuola fuori ad aspettare che arrivassero le matricole degli altri licei, più per curiosità che per un reale interesse a chi sarebbe arrivato primo. Sendoh non era tra questi, ma perché entrare prima in classe e perdersi lo spettacolo?
Le maggiori scuole di Kanagawa presentavano un nutrito gruppetto di matricole la cui media scolastica superava il novanta su cento. Altre scuole, non tanto prestigiose o famose, presentava i suoi quattro-cinque studenti migliori, ma sicuramente non meno affamati di punti rispetto ad altri. Gli occhi di Sendoh però furono colpiti dalla sola e unica studentessa dello Shohoku, accompagnata da un solo professore, un uomo poco più altro di lei e con la testa pelata come una palla da bowling. Era lei.
Il professore le stava parlando ma lei non batteva ciglio o rispondeva, mettendosi una ciocca di capelli corvini dietro un orecchio e guardandosi intorno curiosa. Arrivarono di fronte ad un professore del Ryonan che si presentò ai due dello Shohoku e gli fece strada per la stanza adibita all'esame. La ragazza si sistemò distrattamente il fiocco rosso della sua divisa e seguì il professore.
Sendoh vagò con lo sguardo, alla ricerca di quel pettegolo di Aida, che sicuramente sapeva tutto quello che sarebbe accaduto quel giorno.
Lo trovò davanti agli armadietti delle scarpe, intento a togliersi le sue per sostituirle con quelle dell'istituto.
“Hikoichi!”
La matricola gli sorrise a trentadue denti “Sendoh! Buongiorno! Come stai?”
L'asso del Ryonan ricambiò il sorriso “Bene, grazie. E tu?” ma non aspettò la sua risposta “Sai che sta succedendo?”
Annuì con fervore “Ci sono gli esami scolastici della prefettura per quelli del primo anno. Ci partecipa anche un ragazzo della mia classe. Si chiama Yoshikawa! Ci sono ottime probabilità che il Liceo Ryonan si posizioni nelle prime cinque posizioni!”
“I risultati per quanto si avranno, che tu sappia?”
“Dopo la pausa pranzo. E' un test, quindi la correzione sarà veloce, dato che arriva direttamente dal Ministero dell'Istruzione.”
“Grazie Hikoichi.” e Sendoh si dileguò.
L'avrebbe fermata a pranzo, decise.


Quell'idiota del professore di Fisica lo aveva trattenuto fin troppo in quella classe, solo perché doveva finire la sua interrogazione, che fortunatamente raggiunse la sufficienza striminzita. Corse fuori verso il cortile scolastico e si guardò un po' in giro: era stracolmo di studenti, del Ryonan e non. Con un cenno salutò Koshino, che si stava intrattenendo in una chiacchierata fitta fitta con una matricola dello Shoyo, e cercò un posto tranquillo ed isolato, lontano da tutti. Sapeva che l'avrebbe trovata lì: se era riuscito ad inquadrare ben il gemello, lei non era tanto diversa da lui.
Ed infatti, fu così.
La trovò all'ombra di un albero, la testa china su un libro posato sulle gambe stese ed un torsolo di mela che si stava già annerendo all'aria, più una scatola di bento vuota. Il sole faceva capolino tra le fronde dell'albero, illuminandole lievemente i capelli con degli specchietti di luce dorata e donandole una strana tranquillità da farla sembrare meno fredda del solito. Decise di avvicinarsi e di sfoggiare il miglior dei sorrisi che avesse nel suo repertorio, sperando che non fosse in tutto e per tutto uguale al gemello.
“Ciao.”
Keiko era rimasta con una pagina a mezz'aria ed alzò il viso, assumendo un'espressione contrita in volto. Merda, Kaede era un uccellaccio del malaugurio!
Sendoh continuò a sorriderle “Com'é andato il test?”
“Bene.” rispose breve lei, riprendendo a sfogliare il libro.
Le si sedette affianco, incrociando le gambe e sbirciando un po' tra le pagine “Fisica?” - essa annuì, non distogliendo gli occhi - “Ikegami è un mostro in fisica! Conosce tutti i libri del triennio... A differenza mia!” e scoppiò a ridere di nuovo.
La ragazza lo osservò sottecchi, mentre la sua risata cristallina le riempiva le orecchie e la distraeva un po' dal casino che aveva fatto “Sono sicura di aver confuso alcuni principi della Termodinamica.” ammise mesta e guardando gli occhi blu del ragazzo allargarsi dallo stupore.
Gli aveva risposto veramente?
In realtà, Keiko non si spiegava perché glielo avesse confessato. Forse la sua risata l'aveva messa a suo agio oppure l'annebbiamento del suo cervello si era ripresentato, dopo che le aveva fatto sbagliare quasi sicuramente la risposta sulla Termodinamica. Kami, e meno male che aveva detto al suo senpai che sarebbe arrivata prima... Si era giocata il primato!
Sendoh continuava a guardarla con stupore, ma poi le rivolse un sorriso che parve rassicurante “Sei l'unica studentessa dello Shohoku del primo anno, vorrà pur dire qualcosa...”
“Hm.”
Il DNA della volpe era comparso di nuovo “Quando escono i risultati?”
“Alle tre.”
Si guardò il polso, dove aveva un orologio che guardava praticamente mai “Tra un'ora.”
Keiko annuì e decise di chiudere il libro con un tonfo e si appoggiò con la schiena sul tronco dell'albero. Un po' di minuti di riposo non avevano mai fatto male a nessuno, soprattutto a lei.
Akira le rimase affianco, non pronunciando più parole e sorridendo tra se nel vederla per la prima volta rilassata ed in pace con se stessa, forse.
Sembrava così diversa da quella volta che la vide alla partita dello Shohoku contro lo Shoyo.



Il palazzetto era colmo di gente, ma solo i cori dello Shoyo riecheggiavano distinti, sovrastando quelli miseri dello Shohoku.
Gli amici di Sakuragi avevano preso posto comodamente nella prima fila degli spalti, affiancati da Haruko Akagi e le sue amiche di classe, e si stavano guardando in giro curiosi.
“Non manca qualcuno?” chiese Yohei, lanciando un'occhiata sugli altri spalti.
Takamiya aveva una mano infilata in un pacchetto di patatine al curry “Manca la signorina Rukawa.”

E' vero!” notò Okuso “All'ultima partita era dei nostri...”
Starà arrivando...” disse Noma, voltandosi poi alla sue spalle “Ooh... Guardate, c'è il Ryonan!”
I quattro si voltarono, seguendo il dito del ragazzo, sgranando gli occhi.
Notando la figura di Uozumi, la porchetta esclamò “Il capobranco!”
In cima agli spalti, l'intera squadra del Ryonan si era ritrovata di fronte la squadra del Kainan, la più forte della prefettura di Kanagawa, ed alla sua guida il loro capitano Shin'ichi Maki nella sua tuta blu e d'oro. Sorrise di circostanza ai giocatori del Ryonan, lanciando una lunga occhiata al loro asso.
Sendoh, non per nulla intimorito, ricambiò il sorriso, rivolgendosi direttamente a lui “Al Kainan chi pensate che vincerà? Eh, Maki?”

Lo Shoyo con dieci punti di scarto...” rispose deciso, non distogliendo gli occhi dal ragazzo.
Alla sue spalle, Soichiro Jin prese parola “E secondo il Ryonan, Uozumi?”
“Io punto sulla squadra favorita!”

Dal capobranco c'era d'aspettarselo!” esclamò Mito, sorpreso.
Okuso affilò lo sguardo “Oh! Guardate chi c'è lì!” esclamò indicando le due squadre sugli spalti. Gli altri tre seguirono il suo dito, scontrandosi con la figura di Keiko Rukawa, con la divisa scolastica addosso intenta a sistemarsi alla meno peggio il fiocco rosso che aveva sul petto, facendosi spazio tra i ragazzi del Kainan.

Permesso.” disse, spostando il più gentilmente possibile un ragazzo che le sembrava più una scimmia per come non riusciva a stare fermo. Sendoh rizzò i peli sul collo, sgranando gli occhi nel vedere la ragazza. Fece per dire il suo nome, ma venne preceduto da qualcun'altro.
“Signorina Rukawaaaaa!”
L'intero gruppo si voltò in direzione della voce, trovandosi di fronte i quattro amici di Sakuragi agitare le mani in direzione della ragazza, che assunse un'espressione tutt'altro che piacevole.
La scimmia prese parola “Ru-Rukawa.... Come quel Rukawa?”
Keiko non si prese nemmeno la briga di rispondergli e gli rivolse un'occhiataccia di puro ghiaccio, ma evidentemente non bastava per far freddare il carattere del giocatore del Kainan, nonostante si fosse allontanata da lui.

Ehi! Tu!” esclamò il ragazzo, puntandole un dito “Dì a tuo fratello che il rookie numero uno sono io, Nobunaga Kiyota dell'imbattibile Kainan King!”
Si fermò sul primo gradino, lanciando un'occhiata agli amici del Rosso, intenti a reprimere le risate. Si voltò per la prima volta a guardare il ragazzo, non facendo caso a come fosse vestito o che faccia avesse “Emerito idiota.” sillabò cupa, assottigliando gli occhi, come a reprimere gli starnazzi di quei quattro scalmanati, e riprese a scendere verso il posto a sedere che Mito le indicava affianco a se, ma evidentemente qualcuno quel giorno ce l'aveva con lei.

Ciao Rukawa.”
Si voltò nuovamente, questa volta in direzione dei giocatori del Ryonan, dato che la voce proveniva da loro. Si ritrovò la figura tutta sorridente di Akira Sendoh intendo a sventolarle una mano per salutarla.
Alzò gli occhi al cielo e raggiunse i suoi compagni di scuola, mentre le risate del Porcospino le riempirono le orecchie.



Alle tre in punto, vennero esposti i risultati del test. Keiko stava ancora riposando e perciò Sendoh le sfiorò brevemente il braccio con una mano, togliendola immediatamente quando la vide scattare come una molla. Gli rifilò un'occhiata strana, non era rabbiosa o altro, solo stupita.
“Sono usciti i quadri.” le disse il ragazzo, indicando una piccola folla che si era ammassata nell'atrio. Raccattò velocemente le sue cose e scattò in piedi, fermandosi poi di botto e lanciando uno sguardo verso Sendoh. Si alzò anche lui e l'accompagnò, sorridendole e beccandosi uno sbuffo dalla Rukawa.
Keiko si fece largo a forza, mentre il ragazzo era rimasto un po' fuori quella folla, aspettando che gli facesse sapere qualcosa, con le mani affondate nelle tasche dei pantaloni. Tornò quasi subito, con uno sguardo che non preannunciava nulla di buono. Gli occhi le fiammeggiavano. Gli passò affianco, senza degnarlo di uno sguardo, mentre si mordicchiava un'unghia nervosamente, guardando fissa davanti a se.
“Rukawa.” la richiamò Sendoh, seguendola verso l'uscita della sua scuola, ma sembrava essere diventata sorda “Keiko!” - finalmente si voltò, assestandogli uno sguardo tutt'altro che amichevole.
“Che vuoi?” - il tono di voce era freddo e rabbioso.
“Com'è andata?”
La ragazza parve rifletterci su, ma alla fine parlò “Seconda.”
Sendoh sospirò “E' un buon risultato...”
Keiko si scurì in volto “I secondi sono i primi degli ultimi.”
L'Asso del Ryonan scoppiò a ridere. “Imbecille” pensò la ragazza, facendo per andarsene, ma fu agguantata al polso da una mano di Sendoh. Lo guardò con occhi gelidi.
“Scusa.” si affrettò a dire il ragazzo, grattandosi la testa.
“Lascia perdere.”
“Kami! Identica a tuo fratello.”
“Gemelli.”
“La prossima volta arriverai prima.”
Keiko sgranò leggermente gli occhi per poi sbuffare e guardare Sendoh orgogliosa “Ovviamente.”
Si voltò ed andò via, non prima di aver rivolto un'occhiata al ragazzo, che scoppiò a ridere e sventolò una mano in segno di saluto.









Salve a tutti
Quando si dice "Chi non muore si rivede"
In questo ritratto, si delinea un po' di più il carattere di Keiko, molto simile a quello del gemello eppure totalmente diverso. Sappiamo tutti che Kaede è un ghiacciolo fatto e finito, ma volevo comunque instaurare una connessione con sua sorella, fatta ovviamente di silenzi. Inoltre, mi sono divertita a scrivere la parte in cui si punzecchiano a vicenda solo perché a lui non va giù il fatto che lei vada nella scuola del suo acerrimo nemico.

Il rapporto con Sendoh è criptico. Nel senso, Keiko sa chi è lui per il gemello, ma non riesce ad inquadrarlo ancora per se stessa. Lampante il fatto che fa un cenno verso di lui affinché la segui a vedere i risultati e che riesca a scucirsi con qualche parola in più.

Mitsui, caro Mitsui. Come ogni senpai che si rispetti, vuole che la sua kohai non lo faccia sfigurare, anche se pare si stia facendo largo dell'istinto fraterno? Boh.

Scusate la lunga attesa, questo capitolo era già pronto ma non ero mai sicura del risultato ed è cambiato parecchie volte nel frattempo.
Per concludere, spero che vi piaccia e che mi facciate sapere cosa ne pensate...
Alla prossima...

Vostra, Lu.

   
 
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