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Autore: sevy    05/07/2009    4 recensioni
Il rapporto fra insegnanti e studenti è molto più forte di quel che si pensi, e a volte troppo poco rispetto a quel che dovrebbe essere. Come affronta un'alunna la morte di un'insegnante? Una storia un poco malinconica, scritta poco dopo avere lasciato le medie e ispiratami dai professori che mi hanno lasciato buoni ricordi.
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tramonto

Tramonto

Era sera, e il sole stava lentamente tramontando. Il cielo si stava tingendo di una colorazione che variava dall’azzurro all’arancione. Il sole stava scomparendo dietro le montagne. Tutto intorno c’era assoluto silenzio. Ogni tanto qualche uccellino cinguettava, e si sentiva rumore di passi, ma non una parola, non una macchina vi era da quelle parti per potere turbare quell’assoluta tranquillità. Gli alberi crescevano rigogliosi, e nonostante il prato fosse ormai asciutto, si sentiva ancora quel buon odore tipico  dell’erba bagnata.  Sola, seduta sul prato, in discesa,  il peso appoggiato all’indietro sulle braccia piegate, c’era una figura umana. Era una ragazza, piuttosto giovane. Doveva avere circa quindici anni, ad occhio e croce. Non vi era nulla in lei che potesse attirare. Non era bella, ma neppure particolarmente brutta. Nulla dai suoi occhi poteva far pensare che potesse essere particolarmente intelligente o stolta. Sembrava una ragazza assolutamente normale. Ma allora, che cosa ci faceva, una ragazza normale, sola, in silenzio, su un prato, intenta solamente a fissare il tramonto?

La ragazza era bionda, ma non di quel biondo che in genere tutte le ragazze sperano di avere; un biondo più spento, quasi color paglia, seppure nella luce del tramonto rilucesse e diventasse più bello. Non indossava niente che la potesse far sembrare fuori dal comune; aveva dei jeans, delle scarpe da ginnastica e una camicetta nera. Solo l’espressione sul suo volto era strana. Non stava contemplando il tramonto… in effetti sembrava non avesse espressione. Il suo volto era una maschera piatta. I suoi occhi verdi erano aperti, fissando quel poco che ormai rimaneva del sole.

Se qualcuno l’avesse vista probabilmentebe avrebbe pensato che fosse una delle tante ragazze senza pensieri, che non hanno altro da fare che passare il tempo facendo, appunto, niente.

Mai come allora si sarebbe trovato distante dalla realtà.

Sill stava pensando. Chiuse gli occhi, lentamente. Non voleva più vedere. La tranquillità della natura la stava facendo impazzire. Possibile che fosse l’unica a sentirsi sul punto di cadere a pezzi? Un tempo quando pensava a questo scoppiava in lacrime. Ora non più. Si era chiusa così tanto in se stessa che dubitava che sarebbe più riuscita a piangere. Semplicemente sentiva un vuoto opprimente nel petto. Non era un peso, no. Era semplicemente vuoto. Che ogni tanto si faceva così grande da impedirle di respirare.

Ma ancora, non riusciva ad isolare il dolore che provava. Tutto era continuato normalmente da quell’infernale giorno, e questo era ciò che più la distruggeva. Sembrava che nessuno si accorgesse che qualcosa era cambiato, che il mondo intero era cambiato…

Da quel giorno, quando aveva scoperto che una delle sue insegnanti preferite era morta. Era solo un’insegnante, avevano detto i suoi compagni. Oh, non erano stati indifferenti. Erano stati dispiaciuti, per un po’ di tempo, ma nulla di più. Non capivano come mai questo episodio avesse cambiato così tanto Sill. Dopotutto non avevano alcun rapporto oltre che quello di un normale insegnante con una normale alunna. Ma loro non capivano. Non era una normale insegnante. Era stata una loro insegnante, e aveva dato loro così tanto, senza che neppure si accorgessero. Come potevano rinnegare così la sua memoria? Lei, che aveva fatto così tanto per loro… ma no, non si rendevano conto. Come avrebbero potuto? Così concentrati sulle proprie vite, come qualunque adolescente… perché non poteva essere anche lei una di quei superficiali, frivoli adolescenti come le sue compagne, pensare solo a trucchi e ragazzi, alla propria indipendenza dai genitori? Ma no, lei doveva nascere come ragazza responsabile, l’unica stupida ad affezionarsi ai propri insegnanti… e così era successo. Si era distrutta da sola. Sì, era interamente, ingiustificabilmente colpa sua. Quante volte si era detta di non affezionarsi… era ovvio che i sentimenti irrazionali non portassero a nulla, lo sapeva da secoli! E ancora… non si era arresa. Sapeva che prima o poi se ne sarebbe andata – be’, non morta, pensava che avrebbe cambiato scuola, ma nonostante questo non era riuscita a privarsi della gioia che le provocava vederla ogni volta, della felicità derivata dai suoi sorrisi, di essere contenta ogni volta che lo era lei.

Aspettava… ancora un po’, si diceva. Che male avrebbe fatto? Mancava ancora del tempo alla fine delle scuole, poteva prendersi ancora un po’ di tempo. Raramente si era sentita così felice come con lei. Perché fermare tutto questo, si era detta?

Ecco perché. Perché niente avrebbe mai potuto comparare le sensazioni che ora stava provando. Avevano provato a consolarla, a dirle che la comprendevano. Ma come avrebbero potuto riuscirci, quando era palese dai loro sguardi perplessi che non capivano? Il tramonto era finito. Ora il cielo era buio, come la sua anima. Una leggera brezza le scompigliò i capelli. Una veloce immagine attraversò la sua mente come un lampo. La vedeva sorridente, durante la gita, con i capelli scompigliati dal vento… era straordinaria.

Se avesse avuto ancora lacrime, avrebbe pianto.

Ma ormai era andata oltre il semplice dolore.

Così, come ogni giorno, si diresse a casa, pronta per andare a dormire, pronta per alzarsi il giorno dopo e ripetere tutte le azioni che aveva compiuto fino ad allora, come un automa, senza che alcun segno di emozione comparisse sul suo volto.

 

Mi mancano ancora terribilmente i miei insegnanti delle medie. Questa storia è dedicata a loro, perché l’affetto che provo tuttora nei loro confronti possa giungere nei loro cuori.  So che è stupido, ma… avevo davvero bisogno di sfogarmi.
Ditemi cosa ne pensate. Un completo disastro? Passabile? Recensite, per favore

  
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