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Autore: Jim Mori Moriarty    04/06/2018    0 recensioni
'' ...Il sonno di Moriarty non riuscirebbe a scaturire comunque; (no!,) neppure con una luce notturna disposta tra le opzioni di ogni computer che si rispetti, perché egli non lo desidera: dormire abbassa la veglia e il Futuro Re di Londra non può permetterselo, se vuole carpire i Segreti di Sherlock Holmes. ''
Genere: Angst, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Jim Moriarty, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Sebastian Moran, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'RevengeMe'
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⟨ IL SIPARIO
    –––– Atto casuale. ›

       
        _________

   La smorfia tramùta in ferocia dietro il solito schermo dalla tenue luce blu; quel barlume che si dice – seppur non si veda ma l’encefalo e gli occhi a esso collegati lo captino privi di conscio - altri non sia che artefice del privare il sonno di eoni su milioni, tra le vittime della rete informatica che vanno di notte in notte e di giorno in giorno a rovinarsi le sinapsi fra una qualche digitazione e l'altra. Tuttavia…
 .
.. Tuttavia il sonno di Moriarty non riuscirebbe a scaturire comunque (,no!,) - e neppur con una luce notturna disposta fra le opzioni di ogni computer che si rispetti... ma anche e soprattutto poiché egli affatto in primis lo desidera: dormire abbassa la veglia... e il Futuro Re di Londra non può permetterselo – desideroso e maniacalmente ossessivo come ben pochi, pur di carpire i Segreti di Sherlock Holmes.
 «...Il suo caro fratello tanto in pena per la sua sicurezza mi ha dato molte informazioni; a sua detta TUTTO il suo scibile... ma so che qualcosa deve essermi sfuggito. E sai perché lo so?» sussurra ilare ancora e ancora una volta il folle uomo dalla bassa statura, che tutti oramai conoscono come il terribile Moriarty – e talmente folle da parlare in completa solitudine al silente schermo incapace della minima replica.
 «---ANDIAMO, PENSA! PENSA, MORIARTY!» sbraita d'improvviso - sbattendo un sordo pugno sull'ingombra e buia scrivania... Ed è proprio in questo attimo – in questa serie incalcolabile di nanosecondi e secondi quasi infiniti e noiosi per uno come lui... che improvvisamente la risposta ufficiale di quei dubbi (dubbi che lo hanno soffocato per tutta la giornata dispensata nel tedio massimo di non trovare accenno di risposta) non tarda ad arrivare... E allora e solo allora Moriarty si alza; si alza e fa un saltello, per poi prender quasi privo d'un nesso a danzare.
 ---Oh, se è quasi maledettamente teatrale in questa sua posa – perché forse si immagina un pubblico, un palcoscenico con vista sul Mondo intero - o in somma probabilità sull'Universo dal quale vi è possibile scrutare tutte le pedine inginocchiarsi al suo cospetto... Ma poi ecco che passano gli infinitesimi, i secondi, i minuti - e che nuovamente questi si ritrova seduto e placido alla sua sedia; immaginandosi probabilmente, ora, d'esser poggiato su di un Trono.
 Torna a fissare coinvolto lo schermo, lasciandosi senz’altro travolgere da un nuovo, affilato sorriso.
 
  (...)

 Un’unica risposta, dopo silenzio di ritorno, fuoriesce come veleno dalle sue labbra: «Mycroft non può CERTO conoscere tutto... perché Sherlock è troppo furbo per fidarsi del tutto di un fratello (specie uno come lui), ma io... LO FERMERÒ E LUI DOVRÀ SCOPRIRE LE SUE CARTE! Oh, sì: per una volta sei graziato, Mycroft / Inutile / Holmes.»

         [...]
  Il teatrino chiude i battenti: cala il sipario.
 Dietro le quinte fischiano i primi fuochi artificiali, ma nessuno che possa udirli o esservi partecipe… O almeno non ancora.


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