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Autore: VinDeagle    06/06/2018    0 recensioni
Ambientato in un mondo post industriale, dove l'impero della Grande Volvograd regna incontrastato, dove il suo imperatore, con l'ausilio di 13 famiglie nobili, impone il pugno di ferro su ogni sua terra. In un mondo dove nascono i Metamaghi: uomini che possono sfruttare il tessuto magico, alla base di qualsiasi fenomeno fisico, che però sono indottrinati e sguinzagliati come cani da guardia dall'impero. In questo mondo, nascono due uomini, un Metamago liberato dal giogo dell'imperatore e un operaio che ha perso tutto. Entrambi decideranno le sorti della società, porteranno la rivoluzione, o moriranno provandoci.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Vlas quel giorno tornò prima dal lavoro, inusuale per un operaio come lui, ma aveva implorato il suo capo operaio affinché lo lasciasse assistere al parto. Corse per le strade di Moriotova sotto la grande cappa grigia delle sue fabbriche fino all'ospedale 'Zar Pietro II'. Era agitato e ignorava la stanchezza e la fame derivanti da una giornata di lavoro in fabbrica. Raggiunto l'ospedale vi entrò sbattendo la porta. Uno dei Fucilieri della Guardia lì presente lo squadrò da cima a fondo. Vlas era in condizioni pessime, non tanto per il suo vestiario un po annerito, ma per la puzza che portava con sé dopo aver lavorato all'altoforno. Chiese all'ingresso di sua moglie e dopo diversi tentativi riuscì a trovarla. Quando entrò nella stanza fu pervaso dalla sensazione magnifica che lui tanto amava. Non era il primo figlio che aveva eppure la gioia era la stessa. La moglie teneva in braccio il loro figlio e accanto era seduta Yara, la loro primogenita. Rimase lì per diversi minuti, guardando la sua famiglia al completo e pensando che nonostante le sue condizioni di lavoro, nonostante l'ingiustizia sovrana delle strade di Moriotova era felice. Non lo sarebbe stato a lungo.

«Alexia» Disse trattenendosi le lacrime Vlas «Sono così felice di...» Non riuscì neanche a finire la frase che già il neonato si muoveva e insieme a lui un foglio di carta in una scrivania lì vicino si alzò levitando. Vlas inizialmente non capì ma cercò di tranquillizzare comunque la sua famiglia. Fece mente locale. Poi si ricordò dei Metamaghi: persone con doni innati che l'imperatore indottrinava e sguinzagliava come cani da guardia. La disperazione per ciò che sarebbe successo si affacciò pian piano nella mente di Vlas.

«Alexia, stai calma, dobbiamo andarcene da qui» Alexia fino a quel momento era calma, ma dopo aver sentito quelle parole si agitò, stringendo suo figlio in braccio.

«Vlas, cosa succede?»

«L'inquisizione Alexia, arriverà da un momento all'altro, andiamo prendi tutto e andiamocene» Vlas cominciò a raccogliere i vestiti e tutto ciò che sembrava della moglie.

«L'inquisizione? E perché dovrebbe venire qui l'inquisizione?» Disse alzandosi Alexia lentamente, provata dalla stanchezza post parto. Vlas prese al volo il foglio fluttuante e lo mise nella borsa di Alexia.

«Alexia, il bambino, è un Metamago» A quelle parole la donna sbiancò, come se avesse appena collegato tutto l'accaduto. Prese per mano Yara e cercò di calmarla dicendogli che era tempo di andare. Non fecero in tempo a varcare la porta che questa si spalancò, rivelando due grossi uomini in divisa blu con uno stemma a scudo in petto, composto da 3 bande, ognuna con una parola: 'Pace. Ordine. Controllo'. I due inquisitori erano armati di pistola e manganello. Vlas si guardava in torno in cerca di occasioni per uscire da quella situazione.

«Signora, abbiamo motivo di credere che il suo figlio appena nato sia un Metamago, la chiediamo di consegnarcelo subito o affronterà le conseguenze» Annunciò uno dei due inquisitori avvicinandosi ad Alexia. Vlas cercava lo sguardo di sua moglie, perso nel vuoto.

«Alexia... Ti prego» A lei aveva lasciato il compito di decifrare questa preghiera. Alexia alla fine decise che era stufa di sottomettersi e poi non avrebbe lasciato che il suo bambino diventasse una macchina a servizio di uno stato ingiusto.

«No, passerete sul mio corpo»

Subito dopo un inquisitore la colpì in testa con il manganello, mentre l'altro strappò il bambino dalle braccia inermi della madre. Yara urlò saltando addosso agli aggressori mordendo uno di questi alla gamba. Al che l'inquisitore morso, estratto il manganello sferrò un colpo anche a Yara, uccidendola sul colpo. Vlas,in un impeto di furia si scagliò contro l'inquisitore che aveva colpito la sua famiglia ottenendo solo un colpo in pieno volto che gli fece quasi perdere i sensi buttandolo a terra. Vlas non ebbe la forza di rialzarsi. In qualche secondo aveva perso tutto, aveva assistito alla morte della sua famiglia, della sua felicità. Giurò a se stesso vendetta. Giurò che quell'impero, quell'inquisizione, quell'ordine così tanto osannato, sarebbero caduti, o sarebbe caduto lui provandoci.  

   
 
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