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Autore: AllisonHermioneEverdeen    10/06/2018    1 recensioni
Henry Stark. Iris Foster. Chloe e Jennifer Rogers. Scott Greyworld.
Cinque ragazzi brillanti, figli degli eroi più potenti della Terra.
Si può vivere tranquilli con un'eredità del genere sulle spalle? E' tutto rose e fiori come gli altri credono?
I cinque ragazzi saranno trascinati in una storia più grande di loro. Riusciranno a scoprire che fine ha fatto Natasha Romanovv? E perché Thor non torna sulla Terra da settimane?
Ma soprattutto: chi tra loro è la preda di qualcuno molto potente, e perché?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo uno



Quando Friday attivò la sveglia delle sette e mezzo, Henry era già sveglia. O, meglio, non si era mai addormentata: disattivò la sveglia con un gesto distratto della mano e si tolse le cuffie dalle orecchie. Aveva ancora il giubbotto umido addosso, sopra ai jeans e alla maglietta verde scuro che indossava dal giorno prima. Si alzò sbadigliando, dando un'occhiata alla stanza immersa nel caos: abiti smessi buttati per terra, il tappeto che si intravedeva a malapena sotto i pezzi di metallo esplosi la sera prima (ultimo esperimento fallimentare di lei e Chloe) e i fogli pieni di calcoli e disegni accurati, l'armadio aperto, pieno di pezzi di ricambio, taccuini e, occasionalmente, qualche vestito buttato da una parte; la scrivania con sopra il computer acceso per analizzare una simulazione, altri fogli ancora, stavolta con sopra note di una canzone in lavorazione (lasciati da Iris, senza dubbio, quella smemorata che non era altro...) e i resti della pizza nei cartoni abbandonati accanto al computer, che sembrava essersi impallato: continuava a caricare a vuoto. Henry lo chiuse con un sbuffo: doveva fargli dare un'occhiata da Scott, anche se le costava ammetterlo... erano tre giorni che non riusciva a finire quella simulazione!
La ragazza passò per il bagno giusto per sciacquarsi il viso con acqua gelida, nella speranza di svegliarsi il giusto per non addormentarsi in classe (le notti insonni facevano quest'effetto... ed erano sempre più frequenti) e cercare di dare un segno agli scarmigliati capelli biondi corti (arrivavano poco più già delle spalle), poi tornò in camera, prese la borsa a tracolla che usava come zaino, ci infilò il computer, qualche foglio con gli ultimi calcoli che doveva finire di controllare con Chloe, l'ultima composizione di Iris e i quaderni e i libri di scuola... dovette lottare un po' per infilare anche quelli, ma alla fine chiuse vittoriosa la zeep. Si infilò la borsa a tracolla, mise il cellulare in tasca, collegò le cuffie e se le infilò, pronta ad andare in quell'edificio gonfio di noia e disperazione chiamato scuola.
- Vado! - si limitò a dire a mò di saluto mentre attraversava la sala ed entrava nell'ascensore. La Stark Tower era grande, ma lei sapeva che a quell'ora sua madre Pepper stava preparando qualcosa da mangiare e un po' di caffè al decimo piano (quello delle camere) e suo padre Tony stava in laboratorio a sperimentare qualcosa di nuovo, e non sarebbe stato reperibile per un bel po'.
Al piano terra Happy la invitò a salire sulla limousine di famiglia, ma lei sbuffò e scosse la testa: avrebbe preso il bus, come ogni mattina, nonostante suo padre sembrasse dimenticarsene sempre.

Quando Jane entrò nella stanza di Iris, la ragazza era già sveglia, in vestaglia, con i lunghi capelli castano scuro sciolti e scarmigliati, e suonava il violino davanti alla finestra, dando le spalle alla porta e muovendosi a tempo, totalmente immersa nella melodia. Il letto era sfatto, sul tappeto erano stati abbandonato il sassofono e il clarinetto, e sul pianoforte vicino all'armadio erano piegati con cura i vestiti che Iris doveva mettere quella mattina.
- Tesoro? - la chiamò Jane. Le dispiaceva interromperla mentre suonava, ma era davvero ora che si sistemasse per andare a scuola.
La ragazza si voltò verso di lei, continuando a suonare.
- La colazione è pronta, tra quindici minuti passa il bus, - continuò Jane. Iris sbuffò e interruppe la canzone, posando il violino sul letto.
- Ho lasciato i fogli della mia ultima composizione a casa di Henry, - sbuffò. - Spero non vadano perduti in mezzo al disastro che è la sua camera! -
- Vedrai che oggi a scuola te li ridarà, - la rassicurò Jane.
- E' uguale, tanto pranzo da lei con Chloe e Scott, - scrollò le spalle Iris. - Speravo solo di poterla ritoccare durante la lezione di musica... -
- Stasera resti alla Stark Tower anche a cena? - chiese Jane, sedendosi ai piedi del letto... e alzandosi svelta per prendere il flauto seminascosto dalle lenzuola.
- Oh, ecco dov'era! - lo afferrò Iris. - Cosa intendi, comunque? Stasera torno a casa! C'è papà! -. L'espressione colpevole di Jane doveva essere piuttosto evidente, perchè...
- Non dirlo, - disse rigida Iris.
- Tesoro.... - tentò Jane.
- Non ci sarà, vero? - la interruppe la ragazza. - Sono tre settimane che manca, non può annullare anche stasera! -
- Mi dispiace, ha avuto un contrattempo, - sospirò Jane. Iris non rispose: posò il flauto accanto al violino, si diresse a grandi passi al pianoforte per prendere i vestiti e poi si chiuse in bagno, sbattendo la porta.
- Pancake o toast? -
- Toast... -
- Succo di mela o d'arancia? -
- Mela... -
- E per pranzo? Non mi fido del cibo che servono alla mensa... -
- Quello che vuoi... -
- Chloe, stacca il naso da quesi fogli e fai colazione! -. La ragazza finì l'equazione su cui stava lavorando, poi sollevò gli occhi per dedicare uno sguardo assassino alla sorella, Jennifer, che sedeva di fronte a lei, i capelli biondi ben pettinati e il trucco perfetto attorno agli occhi blu.
- Sto lavorando, - affermò secca.
- A cosa? - replicò con uno sbuffo Jennifer. - Sbaglio o l'ultimo esperiemento che tu e la tua amica da strapazzo avete fatto è esploso? -. Se possibile, lo sguardo di Chloe divenne ancora più assassino.
- Era solo il primo esperimento, oggi ricontrolleremo i calcoli e correggeremo il progetto... -
- Così farete esplodere qualcos'altro? - replicò beffarda Jennifer.
- Ragazze, non litigate, - intervenne Steve, porgendo i toast a Chloe.
- E' lei che ha cominciato, - affermò Chloe.
- Ho solo fatto notare che potresti fare colazione invece di perdere tempo in calcoli inutili e sbagliati, - ribattè Jennifer. - Magari fareste persino in tempo a pettinarti, così sembri un pulcino bagnato -. Chloe si passò una mano fra i corti capelli castano chiaro.
- Jennifer, non essere cattiva con tua sorella, - entrò in cucina Amanda.
- Ma mamma, stavo solo... -
- Litigando per cose futili, - la rimbeccò Amanda. Si era appena alzata, ma le erano bastati due minuti in bagno per sistemare i lunghi e mossi capelli castano chiaro, e con appena un filo di trucco attorno agli occhi era bellissima.
- Vostra madre ha ragione, - affermò Steve, dando a Chloe il bicchiere di succo di mela. - Siamo una famiglia, non dobbiamo perdere tempo a litigare per cose inutili -. Jennifer e Chloe si guardarano male.
- Mi sono limitata a fare un'osservazione, - incrociò le braccia al petto Jennifer. Steve e Amanda si scambiarono uno sguardo esasperato.
- Jennifer, vieni in sala, parliamo un attimo, - disse infine Steve. La figlia maggiore sbuffò sonoramente, ma si alzò da tavola e seguì il padre fuori dalla cucina.
Amanda si sedette accanto a Chloe, che stava mangiucchiando un toast, tutta la sua attenzione rivolta ai fogli pieni di calcoli sparsi per il tavolo.
- Jennifer può essere cattiva a volte, - esordì Amanda. - Ma sai che è solo perchè a volte si sente messa da parte... -
- E se avesse ragione? - disse a sorpresa Chloe, alzando gli occhi castani sulla madre. - Se non fossi brava con i numeri quanto credo? -.
Amanda la guardò, un mezzo sorriso che le spuntava in viso.
- La radice quadrata di due? - chiese improvvisamente.
- 1,414213562373... - rispose subito Chloe.
- Visto? - la interruppe Amanda. - A me sembri piuttosto in forma -. Chloe riuscì a tornare a sorridere.
- Adesso, - continuò Amanda. - Il mio piccolo genietto potrebbe avere un po' di pazienza con sua sorella maggiore? -
- Va bene... - sbuffò Chloe. - Ci proverò... -


- Non puoi attaccare tua sorella in quel modo, - esordì Steve una volta arrivati in sala.
- Ma Chloe non fa altro che stare dietro ai suoi calcoli, tutto il giorno! - ribattè Jennifer. - Qualche volta potrebbe anche alzare gli occhi e partecipare alla vita, magari parlando in maniera comprensibile! -
- Sai che il fatto che è un piccolo genio matematico non la rende superiore a te, vero? - disse a tradimento Steve. Jennifer parve congelarso sul posto.
- Io... io non... non ho mai detto... non penso... - incespicò alla ricerca delle parole giuste, senza successo.
- Io e tua madre vi amiamo entrambe allo stesso modo, - continuò Steve. - Siete i nostri due miracoli, e avete entrambe le vostre qualità e i vostri difetti -.
Jennifer rimase in silenzio.
- Se pensi davvero che Chloe dovrebbe staccarsi più spesso dai suoi calcoli, allora parlane con lei, - continuò Steve. - Non attaccandola, ma come sorella -. Jennifer sospirò.
- Ci proverò... -

Scott quasi non si accorse che suo padre era entrato in camera: stava digitando in tutta fretta sul suo computer, la stanza immersa nel buio: le tapparelle erano chiuse, le tende tirate. Il letto vuoto testimoniava che il ragazzo non aveva neanche provato a dormire, troppo preso da qualsiasi cosa stesse facendo al computer.
- E così voglio proprio vedervi incespicare per cercare di rintracciarmi tra ventidue stati diversi... - sussurrò soddisfatto il ragazzo.
- Spero vivamente che quello non sia il Pentagono, - disse una voce alle sue spalle. Scott sobbalzò, balzando in piedi e afferrando la lampada della scrivania come arma.
- Riposo, soldato, - rise Micheal, suo padre. - Sono solo io -
- Oh, ciao papà... - sorrise imbarazzato Scott, affrettandosi poi a girarsi per chiudere il computer.
- Un'altra notte al computet? - continuò Micheal.
- Perchè, che ore sono? - chiese Scott.
- Le sette e mezzo del mattino, - rispose con un sospiro suo padre. Il ragazzo rimase un attimo in silenzio, poi...
-Oh -. Fu tutto quello che riuscì a dire. Micheal sospirò, andò alle finestre, le spalancò e aprì le tapperelle. La luce invase la camera; Scott cercò di non far vedere quanto gli ferisse gli occhi, e si limitò a sistemarsi nervosamente gli occhiali sul naso. Aveva i capelli rossi tutti scarmigliati e due occhiaie spaventose.
- Non puoi continuare così, - cominciò Micheal.
- Lo so,- disse subito Scott. - Mi dispiace, ho perso la cognizione del tempo, non succederà più -
- Me l'hai detto anche ieri mattina... e l'altro ieri... -. Il ragazzo si agitò sul posto. Micheal gli si avvicinò, sospirando.
- Anche io sono preoccupato per tua madre, - affermò. - Ma questo non è un buon motivo per restare svegli tutta la notte per entrare nei file del Pentagono! So che speri di trovare informazioni su quello di cui si sta occupando, ma c'è una ragione se quelle informazioni sono top-secret! - lo guardò negli occhi. - Dobbiamo fidarci di lei, vedrai che presto sarà a casa -. Scott si limitò ad annuire.
- Dai, - disse allora Micheal. - Prepara lo zaino per scuola, intanto vado a farti un caffè... -.
Appena il padre uscì, Scott tornò al computer, attaccò una chiavetta in cui scaricò tutte le informazioni a cui era riuscito ad avere accesso, poi cancellò ogni sua traccia dai radar informatici e spense il computer, infilandosi la chiavetta in tasca. Gli dispiaceva per suo padre, sapeva che era preoccupato e non voleva aggiungere nuova preoccupazione, ma quando una missione che doveva durare un mese si allungava fino a due mesi e mezzo, qualcosa era andato terribilmente storto, e Scott non si sarebbe arreso finchè non avrebbe scoperto cos'era successo a sua madre, Natasha Romanovv.

Luogo Sconosciuto
L'ufficiale si avvicinò al suo superiore, aspettando di essere interpellato. Non dovette attendere molto.
- Allora, è tutto pronto? -
- Affermativo, signore, se è uno di loro, lo sapremo entro sera -.
- Eccellente... -. L'uomo guardò fuori dalla finestra, accarezzandosi distrattamente la cicatrice che gli attraversava il volto.
- La prigioniera ha detto niente? - chiese poi.
- Niente, signore, ci stiamo ancora lavorando -.
- Bene, sbrigatevi, voglio quelle informazioni il prima possibile -.
- Certo, signore, - si congedò l'ufficiale.
L'uomo continuò a guardare fuori dalla finestra, gli occhi persi nel panorama ghiacciato intorno alla base.
"Ti troverò... Non possono proteggerti ancora per molto..."

ANGOLO MALATA DI MENTE
Ta daaaaa!
Ok, non so esattamente cosa sia uscito fuori, ma questo che avete letto è un esperimento. Un Pilot, per così dire, se ci sarà o meno il seguito dipende se pensate che l'idea sia interessante o meno.
Come avrete capito, questo capitolo ha presentato tutti i personaggi principali:
-Henry (Henrietta) Stark , figlia di Tony Stark e Pepper Popps. (Prestavolto Maddie Hasson)
-Iris Foster, figlia di Jane Foster e Thor. (Prestavolto Alexis Bledel)
-Chloe Rogers, figlia di Steve Rogers e Amanda, un nuovo personaggio (prestavolto Nicole Kidman), (Prestavolto Chloe - Cara Delavigne) -Jennifer Rogers, figlia di Steve Rogers e Amanda, sorella maggiore di due anni di Chloe (Prestavolto Elle Fanning)
-Scott Greyworld, figlio di Natasha Romanovv e Micheal, un nuovo personaggio ( prestavolto Micheal Fassbender), (Prestavolto Scott- Cameron Monaghan)

Allora, cosa ne pensate? Credete potrebbe essere una storia interessante?
Fatemi sapere se continuare o no!
A presto
AllisonHermioneEverdeen
   
 
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