Una sera
come tanto per gli abitanti di new york.
Dal cielo
pioveva una leggera pioggerella che rendeva tutto silenzioso, ovattato.
Come se
si fosse dentro ad una bolla.
Alcune
macchine passavano lungo la via ma fino ad adesso, l’uomo
appollaiato su di un
piccolo ballatoio fuori dalla finestra ne aveva contante poche.
Aveva i
capelli leggermente bagnati, alcune goccioline si erano impigliate nei
suoi
capelli color biondo cenere ma non era abbastanza per fargli cambiare
idea e
cercare un riparo.
Si strinse
nelle spalle e alzó il colletto della giacca come a volersi
riparare. Un
leggero fumo bianco usciva dalla sua bocca ad ogni respiro.
Assottigliò
lo sguardo verso una finestra nel
momento in cui si accese una luce.
Poi su un
altra non appena si accese anche quella. Il falco era concentrato.
La mascella
tesa e lo sguardo sottile. Dalla finestra della cucina
riuscì finalmente a
scorgere quello che voleva. Un ammasso di capelli rossi che
ondeggiavano dalla
porta di ingresso fino alla cucina per poi tornare sul divano con una
bottiglietta in mano.
Si
lanciò
sul divano di pelle bianca e si allungò per prendere il
telecomando e accendere
la tv.
Fece avanti
e indietro per qualche minuto prima di trovare un programma che le
interessasse. Dei vecchi cartoni animati con un gatto e un canarino.
L’uomo
sulla balconata sorrise appena ma senza perdere la concentrazione. ...
Si stese
sul divano dopo essersi tolta le scarpe e allungò i piedi
sul divano. << hai finito i
compiti? >>
una voce di donna le si era avvicinata e baciato la massa informe di
capelli
rossi tanto quanto i suoi. << non
li hai nemmeno iniziati, vero? >> aggiunse
spostandosi in cucina. La
piccola rossa fece sbucare la testa da dietro il divano puntando gli
occhi
grigi sulla donna che richiudeva il frigo. << Claire, fila a fare i compiti
>> alzó un sopracciglio in
direzione della ragazzina sul divano. Sua figlia. <<
mmm.. non mi va >> disse tornando a sedere
composta
sul divano e ritornando con l’attenzione ai cartoni.
<< li faccio dopo
>> aggiunse. La
sentì chiudere il frigo con uno scatto secco e poi
più nulla. Non preannunciava
niente di buono. << Barton! Ti
conviene correre a prendere i libri. >> quello
era un tono che non
ammetteva repliche e la piccola di casa dovette alzarsi e prendere lo
zaino.
Tornò
poco
dopo con uno zaino che svuotò sul tavolino da
caffè della sala davanti alla tv.
Prese un grosso quaderno ad anelli e cominciò a fare i
compiti.
L’uomo
dalla
balconata assisteva alla scena con un leggero sorriso sulle labbra. Un
sorriso
amaro accompagnato da una leggera ruga sulla fronte. Guardava tutto
come fosse
al cinema a guardare un film. Un film che ancora non era finito.
<<
che ne dici se ordianiamo cinese?
>> chiese la donna in cucina mentre sfogliava una rivista
e sorseggiava
un te. Venne raggiunta dalla ragazzina che si trascinava dietro
quell’enorme
quaderno. Si sedette sul panchetto davanti alla donna e riprese a
scrivere.
<< o magari potre cucinare
qualcosa..>> aggiunse la donna facendo apparire
un ghigno schifato
sul viso della figlia. << l’ultima
volta che hai cucinato abbiamo dovuto cambiare casa >>
aveva alzato
lo sguardo dal quaderno guardandola con spavento.
No Non era
per niente una buona cuoca. <<
ok
ok .. vado a farmi una doccia ordini tu? >>
domandó la donna
alzandosi. La ragazzina annui chiudendo il quaderno per poi tornare sul
divano.
L’uomo sul balcone aveva visto anche troppo. Una
mezz’ora più tardi, qualcuno
suonó al campanello. << vado
io!
>> urló la ragazzina che ancora guardava i
cartoni sul divano. Si alzó e
andó ad aprire la porta.
<<
c..iao>>
disse incerta la piccola rossa davanti ad un uomo dall’aria
infreddolita e
scioccata allo stesso tempo. Entrambi non si staccavano gli occhi di
dosso. Fu
una voce proveniente dal caldo salotto a fare alzare lo sguardo
all’indeciso
signore. Una voce fin troppo familiare ma che non sentiva da tempo.
Claire
passó lo sguardo da uno all’altro più
volte prima di alzare le spalle e tornare
in sala lasciando il posto a sua madre.
<<
Clint..>>
<<
nat..>>
Il falco
aveva deciso che voleva essere parte anche lui di quel film, che
guardarlo da
lontano era gia stato sufficientemente doloroso. Aveva deciso di
scendere dai
tetti e restare coi piedi puntati ben saldi a terra stavolta
perché era quello
il suo posto.