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Autore: Le Streghe    06/07/2009    16 recensioni
Inevitabile. Una parola per descrivere il destino che li unisce e che li condurrà tutti insieme verso una meta comune.
Una storia dove troverete amore, magia, puro angst, yaoi, graditi (o sgraditi) ritorni.
Con "Intrecci" si apre (ahinoi) l'ultimo arco narrativo di questa lunghissima storia.
Il promesso yaoi è finalmente alle porte, siete pronti/e a beccarvi le conseguenze?
Scritta in collaborazione da Le streghe, ovvero Lay e Harianne.
Capitolo 49: ‘In altri tempi, forse, una simile scena lo avrebbe fatto infuriare al punto da spingerlo ad urlare contro Doumeki, ora invece…’
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kimihiro Watanuki , Shizuka Dômeki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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A stretto contatto - Capitolo1
Destino inevitabile - A stretto contatto
Capitolo 1
Come tutto ebbe inizio.



Quel giorno era iniziato male, come tanti altri nella sua vita e, cosa peggiore, negli ultimi istanti era riuscito persino a peggiorare.
Era questo il pensiero di Watanuki, mentre con aria scocciata si avviava a passo lento verso il negozio di Yuuko, portando con sé delle pesanti buste.
«Ma insomma, perché devi seguirmi anche qui?! Non ti basta di scocciarmi a scuola?» Sbottò il ragazzo in questione, voltandosi a fissare con rabbia crescente quello che ormai considerava la sua nemesi personale.
Impassibile come sempre, Doumeki aspettò che Watanuki finisse di urlargli contro. «Sei in ritardo.» Esclamò togliendosi l'indice dall'orecchio.
Quelle tre parole, dette nel suo solito tono disinteressato, sembrarono far crescere ancora di più la rabbia di Watanuki che lo guardò malamente.
«In ritardo? In Ritardo?!» Replicò, fermandosi a prendere un respiro profondo. «Sono stato costretto a scappare per mezza città, inseguito da spettri di ogni tipo con queste buste in mano, e tu dici che sono In Ritardo!»
«Idiota.» Rincarò l'altro.
A quello, il più piccolo sembrò scaldarsi ulteriormente continuando la sua tirata sull'essere sfruttato, sul dover sottostare ad una donna che era una vera arpia e, ovviamente, sul dover subire anche la compagnia di un eterno musone. Continuò così per un po', lamentandosi del mostriciattolo nero che, d'accordo con la strega, si divertiva a torturarlo, del dover portare troppi pesi e dell' essere usato come uno schiavo.
«E mi raccomando. Non aiutarmi mai eh!» Borbottò.
Doumeki lo osservò con la coda dell'occhio. Poi,  senza mutare minimamente espressione, allungò una mano verso il ragazzo.
«Che c'è, ora?» Urlò l'altro.
L'arciere ignorò la domanda, limitandosi ad alleggerirlo del peso di due buste. Poi, dopo alcuni secondi di totale silenzio, decise di dar voce ai suoi pensieri. «Che cucini oggi? I takoyaki sarebbero perfetti.»
«Takoyaki? Takoyaki?! Non prendo ordini da te, idiota! E non ti cucino un bel niente! Ammettilo. Tu! Non mi stai accompagnando per queste!»  Strillò, sollevando appena le restanti buste. «Miravi solo a mangiare, vero? Vero?!» Continuò.
Doumeki si limitò ad una rapida occhiata.
«Lo sapevo! Tu!» Riprese il più piccolo.«Sei sempre il solito... solito... Insomma! Non ti preparerò un bel niente! Morirai di fame!»
Proprio un giorno cominciato e destinato a finire male, pensò.
Poi finalmente giunsero al negozio.

«Hei! Waaaaatanuki!» Urlò Mokona, saltando in faccia al ragazzo. «Hai portato da bere? Waaaatanuki!»
«Si, si... ho portato tutto....» Commentò questi, togliendosi il manju nero di dosso. «Oh, perché capitano tutte a me!» sospirò poi con aria affranta.
«Sempre a lamentarti, eh?»
Quella voce, sarcastica e al contempo melodiosa, lo fece sobbalzare.
«Yuuko-san? Qua… Quando è comparsa lei?!» Strillò il giovane, fissando la donna. «Un minuto fa non c'era e... Lasci stare...» Borbottò. «Meglio non sapere...» Sospirò infine, temendo una delle risposte incomprensibili della strega.
Yuuko lo studiò con aria divertita. «Hai portato il sakè che ti avevo chiesto?»
Watanuki annuì, guardandola con sospetto. «Però dimentichi di assaggiarlo a stomaco vuoto!»
«Oh… Watanuki sei sempre il solito guastafeste!» lo riprese allegramente la strega, prima di voltarsi verso Doumeki. «E tu? Cosa ci fai qui?» Domandò sorridendo al ragazzo.
L’arciere scosse le spalle «Ho portato le buste».
«Come se avesse fatto lui tutto il lavoro!» Borbottò Watanuki, ormai furioso. «Non prenderti tutto il merito. Ne hai portate solo due!» Gli urlò, additandolo.
Quella protesta fu accolta dalla risata della strega che, già su di giri, invitò entrambi ad accomodarsi, mandando Watanuki in cucina ed invitando Doumeki a condividere una bottiglia di sakè.
Senza replicare, Watanuki si avviò con aria mesta in cucina.
La vita, pensò, alle volte era proprio ingiusta.

Circa un'ora dopo il ragazzo, con indosso il grembiule ed un fazzoletto legato sui capelli, rientrò in sala accompagnato da un Mokona carico di lattine.
«Si mangia!» Strillò il manju nero, saltando sul tavolino e sedendosi vicino all'arciere.
«Evviva!» Gli fece eco Yuuko, aprendo una lattina di birra e assumendo un'aria pensosa. «Ma forse il nostro Doumeki-kun preferirebbe del sakè...»
«E chi se ne importa!» Strillò il cuoco, lanciandole un’occhiataccia prima di posizionare l'ultima portata sul tavolino.
«Sakè! Sakè!» Strillò Mokona, entusiasta della proposta.
La strega osservò la scena sogghignando e poi batté le mani. «È deciso, sakè sia! Watanuki, vai in magazzino a prenderlo? C'è ancora la bottiglia inviataci da Fay e Kurogane...»
Il ragazzo la guardò, incredulo. «Quella?! Ma è... enorme. Vi ucciderà il fegato!»
La donna tornò ad assaggiare gli stuzzichini ignorandolo del tutto.
«Watanuki non sa godersi la vita!» Urlò Mokona a quel commento. «Ti accompagno io, Watanuki scritto come primo d'aprile!» Terminò, rimbalzando sulla sua testa per atterrare davanti a lui.

~x~X~x~

Il ragazzo si guardò attorno con aria critica, ispezionando il magazzino con sguardo dubbioso.
«Dunque... se non sbaglio la bottiglia si trovava da queste parti.» Mormorò, muovendo un paio di passi tra gli scaffali.  «Questo posto avrebbe bisogno di una bella ripulita.» borbottò.
«Pu Pu Pu! Waaaatanukii guarda lassù!» Urlò Mokona.
«Che c'è ancora. Non vedi che sto... Uh!» Esclamò il ragazzo, girando lo sguardo in cerca dell’animaletto. Non vedendolo si spostò indietro, cercandolo e trovandolo di fianco ad una bottiglia. «Mo-Ko-na!» Urlò improvvisamente rosso di rabbia. « Si può sapere come ha fatto a finire così in alto?!»
Il manju nero lo fissò sogghignando. «È tardi. Yuuko ci aspetta. Sbrigati, su!»
«Sempre a me le cose difficili eh?!» Si lamentò il ragazzo, salendo su una pila di libri ammucchiati e lasciati proprio li sotto. «Ci sono quasi... un attimo e... Ahi! Mi ha punto» Urlò.
«Waaaatanuki, sbrigati!» Ripetè Mokona.
«Si, si, mi sbrigo!» Sbuffò l'altro e, recuperata la bottiglia si apprestò a ritornare in sala.

Quandò fu di ritorno, la strega lo accolse con uno sguardo di rimprovero. «Ce ne hai messo di tempo.»
«Già.» Concordò l'arciere, servendosi l’ennesimo stuzzichino.
Il tutto sotto lo sguardo irritato del cuoco, al quale non sfuggì quanti ne fossero stati mangiati in quel breve lasso di tempo.
«Watanuki non voleva prenderla e continuava a lamentarsi.» Lo accusò Mokona.
«AhAhAh, Watanuki si lamenta sempre!» Scherzò Yuuko lanciandogli un'occhiata divertita. «Su su, portami la bottiglia. E servici qualcos’altro che vada bene col sakè!»
Il ragazzo osservò i presenti con sguardo carico di rabbia, allontanandosi tra borbottii vari.
Yuuko rise. «Doumeki-kun, non lo trovi divertente?» Commentò, versando da bere per sé, Doumeki ed ovviamente Mokona.
L'arciere si limitò ad annuire con aria vagamente distratta. Lo sguardo puntato su quello che sembrava essere un petalo di ciliegio che, comparso all'improvviso, stava ora adagiandosi sul pavimento e a pochi centimetri da lui. Una visione piuttosto insolita in quel periodo dell'anno.
«Ma cosa...» Il ragazzo si allungò per raccoglierlo, vedendolo sparire tra le sue mani.  «Che strano...» mormorò con espressione neutra.
«Cosa è strano?» Domandò la strega, osservandolo attraverso il bicchiere.
«C'era qualcosa vicino alla mia gamba, un... petalo credo, ma è sparito quando ho cercato di prenderlo.»
La donna lo scrutò per un attimo con sguardo assorto.
«Mmh. Diverse cose si comportano in quel modo...» Mormorò,. «E tra esse, pochissime hanno effetti positivi.»

~x~X~x~

La strana tensione portata dalle parole di Yuuko svanì nel momento stesso in cui Watanuki fece il suo rientro in sala.
Nonostante l'espressione cordiale con la quale si sforzò di servire i nuovi piatti, qualcosa sembrava essere fuori posto: La sua carnagione si era fatta più pallida e i movimenti apparivano improvvisamente meno aggraziati del solito.
«Oi... tutto bene?» Domandò l'arciere.
«Non mi chiamo Oi...» Protestò il più giovane con fare meno aggressivo del solito.
«Sei strano.» Continuò l'altro, senza smettere di studiarlo.
«Strano a chi? Sto benissimo invece!» Sbottò Watanuki. «E smettila di fissarmi. Neanche fossi un'opera d'arte!»
«Infatti sei un'idiota.» Fu il commento dell'altro.
Quelle parole sembrarono produrre una strana reazione silenziosa da parte del più giovane che, sotto lo sguardo attento di Yuuko e quello sempre più cupo di Doumeki, si spostò con fare scocciato puntando un dito contro il suo rivale.
«Tu! Chi hai chiamato idiota?» Si lamentò debolmente, portandosi in avanti e perdendo l'equilibrio. La sua espressione si fece confusa per un breve istante, poi davanti ai suoi occhi fu tutto nero ed infine svenne.
«Yuuko, Watanuki è ubriaco senza bere!» Esclamò Mokona saltellando verso il ragazzo privo di sensi.
La strega osservò Doumeki mentre si alzava per precipitarsi dall'amico e, senza dire nulla, si avvicinò ai due ragazzi per studiare meglio la situazione.
Anche Mokona fece lo stesso. «Watanuki ha la febbre?» Domandò con espressione preoccupata.
Quel dubbio spinse l'arciere a sfiorare la fronte del ragazzo. «Non mi pare.» Dichiarò.
Al contatto con la mano di Doumeki, Watanuki sembrò riacquistare un pò di colore, muovendosi appena ed aprendo gli occhi con espressione stanca. «Che... cos'è successo...» Domandò, debolmente.
«Sei svenuto.» Fu la pronta risposta di Yuuko.
«Svenuto?» Ripetè il giovane sollevandosi per ricadere subito dopo, questa volta tra le braccia dell'arciere che, senza smettere di sorreggerlo si voltò ad osservare la strega chiedendole il motivo di quell'improvviso malessere.
La donna ricambiò lo sguardo senza rispondere e Watanuki approfittò del momento per agitarsi e sganciarsi dalla presa di Doumeki. «Si può sapere che stai facendo?» Gli urlò, voltandosi e fissandolo con aria scocciata. «Ce la faccio da so...» Non riuscì neppure a terminare la frase che un nuovo giramento lo obbligò ad aggrapparsi al collo dell'altro, mentre la stanza prendeva a girargli intorno, facendosi sempre più buia.
«Che sta... succedendo...» Mormorò appoggiando la fronte contro il petto dell'arciere.
A quella domanda Yuuko mosse un passo in avanti e, dopo avergli fatto cenno di attendere, si rivolse al ragazzo più grande.
«Prima avevi visto... un petalo, è corretto?»
«Si.»
«Un petalo... di ciliegio...» mormorò.
Il ragazzo annuì nuovamente e, dopo una rapida occhiata all'ambiente circostante, la strega si voltò in direzione di Mokona chiedendogli di controllare l'intera stanza in cerca del petalo.
«È ancora presto per la fioritura...» Tentò Watanuki con aria confusa. La sua protesta però passò del tutto inosservata ed in quel mentre Mokona tornò dalla rapida perquisizione dichiarando che no, non c'era alcun petalo.
«Capisco...» Fu il commento della donna. «Doumeki-kun tu l'hai visto sparire, vero?»
«È sparito quando ho cercato di prenderlo.» Confermò il giovane.
«Si può sapere di che state parlando?» Replicò Watanuki, staccandosi dal compagno e andando a sedersi con fare nervoso al basso tavolino ormai pieno di bottiglie, cibarie e lattine vuote.
Yuuko lo guardò con espressione seria. «Non posso ancora dirvi di cosa si tratta. Ma per il momento credo sia meglio che tu vada a vivere con lui.» Esclamò indicando l'arciere che, braccia incrociate, li stava osservando appoggiato alla parete.
«Da... lui?!» Domandò un Watanuki sempre più incredulo e vagamente imbarazzato. «Per quale motivo dovrei stare da lui?» Protestò con rinnovato vigore.
«Perché Doumeki-kun ha il tipo di energia che ti serve per riprenderti.» Commentò la donna notando l'espressione ancor più confusa del ragazzo. «Sto dicendo che avendo metà del suo occhio e grazie al sangue che condividete, la sua è l'energia a te più compatibile.»
«Cosa?! Sta scherzando spero.» Borbottò Watanuki. «E poi non posso andare a stare da lui. Ho un appartamento io!»
La voce piatta di Doumeki infranse la lamentela del cuoco.
«Se viene a stare da me, sarà al sicuro?» Chiese infatti, ignorando le motivazioni dell'altro.
Quest'ultima annuì, sorridendo. «Solo se starete a stretto contatto.»
L'arciere sembrò considerare la cosa, osservando Watanuki che, sempre più nervoso, riprese a lamentarsi, ripetendo le ultime parole della strega ed inveendo contro la donna e le sue assurde idee.
«E per quante ore dovrei starci, eh?» Le urlò contro, indicando Doumeki con mano tremante.
L'interpellata sbuffò, roteando gli occhi verso il cielo in modo quasi esagerato.
«Ti sembro un medico? Un matematico, forse? Dipende tutto da te... E da quanto reggerai, dopo ogni contatto.» Concluse con aria quasi divertita.
«Reggere? Io reggo benissimo!» Brontolò il ragazzo, raccogliendo le lattine di birra ed avviandosi in cucina.

Quando fu fuori, la stanza sembrò sprofondare in un innaturale silenzio che Doumeki spezzò rivolgendosi alla strega.
«È proprio necessario?» Domandò senza smettere di fissarla.
«Lo è...» Puntualizzò la donna facendosi ancora più seria. «Cerca di stare davvero a stretto contatto con lui. È di vitale importanza.»
L'arciere sapeva bene che le parole pronunciate dalla strega non erano mai lasciate al caso. Così davanti a tanta decisione non potè far altro che annuire.
Poi qualcosa sembrò mutare la sua visuale.
L'occhio che condivideva con Watanuki iniziò ad inviargli immagini confuse; La cucina di Yuuko, il frigorifero che gli apparve come un'immagine mossa, il pavimento.
Senza attendere oltre e, dopo uno sguardo allarmato all'indirizzo di Yuuko, il ragazzo si precipitò verso la stanza appena vista.

~x~X~x~

 Nel frattempo in cucina Watanuki, dopo aver buttato via le lattine, si stava apprestando a ripulire borbottando come al solito.
«Ma insomma» inizò, mentre prendeva spugna e detergente. «Si può sapere che le è preso, io sto benissimo!» Quasi per dimostrarsi questo punto, sollevò una delle pesanti pentole vuote ed iniziò a strofinarla vigorosamente. «Non so cosa sia successo, ma sicuramente non è niente. Niente!» Borbottò, facendo un gesto di sfida alla finestra davanti a lui.
Improvvisamente cupo, aprì il getto dell'acqua per lavare la pentola, guardando con aria assorta verso l'esterno.
«Andare a vivere da lui...» Quel pensiero gli causò un lieve rossore alle guance. «È imbarazzante!» Borbottò, corrucciando le sopracciglia.
Con un gesto rabbioso lasciò andare la pentola sul piano da lavoro e, presa una terrina, si mosse per riporla nel frigorifero.
Spostandosi si scoprì leggermente più debole. Uno stato che aumentava ogni secondo di più, tanto da obbligarlo ad appoggiarsi ad un mobile.
Lentamente anche la vista sembrò abbandonarlo e quando intorno si fece tutto sfocato, consapevole di non avere molto tempo mosse un paio di passi verso l'altra stanza. Un attimo dopo svenne.

Fu così che lo trovò Doumeki quando si precipitò in cucina, disteso sul pavimento e privo di sensi. Senza perdere tempo il ragazzo gli andò vicino tentando di farlo riprendere, senza successo.
«Non si riavrà subito.» Comunicò la strega giunta alle sue spalle. «Ha consumato troppe energie, e questo...» Continuò indicando il ragazzo disteso sul pavimento «È quanto accadrà se non ci sarai tu ad aiutarlo. Te lo chiedo ancora una volta, quindi. Lo ospiterai?»
Il ragazzo si limitò ad annuire, stringendo a sé il corpo ancora esanime dell'amico, alzandosi e avviandosi verso l'uscita del negozio. «Questo basterà?» Domandò.
Yuuko lo guardò con espressione indecifrabile. «Deve bastare. Per forza.» Commentò con tono neutro. «In fondo, si tratta di hitsuzen...» Concluse parlando a sé stessa mentre osservava i due ragazzi che si allontanavano.




* Manju è la parola con la quale vengono spesso identificati i due Mokona. Significa polpetta e sia nel manga che nell'anime la si trova spesso. "Kuro manju" ovvero polpetta nera per identificare il Mokona nero e "Shiro manju" ovvero polpetta bianca, per identificare la Mokona bianca.
Noi abbiamo optato per una versione mista, più comprensibile ma ahinoi non esattamente corretta. Confidiamo nella vostra comprensione. Ma i Mokona hanno davvero insistito per questo. :P

Nota delle Autrici:
*Lay e Harianne brindano con il sakè di Yuuko-san, poi si accorgono dei lettori e nascondono l'alcool altrove*
Salve! Questo era il primo capitolo di Destino Inevitabile, un progetto che ci ha impegnate e ci sta impegnando da diverso tempo... *lanciano un'occhiata al sakè e fanno finta di niente*
Dopo mesi di lavoro, finalmente iniziamo a postare questa fanfiction... che felicità.

Comunque sia, Destino Inevitabile sarà piuttosto lunga e da questo momento in avanti, previ strani ed inquietanti imprevisti (che quando si ha a che fare con Yuuko-san, si sa, succedono), aggiorneremo una volta a settimana. Ci saranno, attenzione attenzione, oltre a "A stretto contatto" anche altre due parti... quindi, si, è una Trilogia attualmente ancora in fase di scrittura, ma non preoccupatevi, abbiamo già tutto, dobbiamo solo metterlo in prosa.
Speriamo che il capitolo iniziale vi sia piaciuto, se pensate ci sia stata poca azione, beh, sappiate che ci rifaremo... quindi,  grazie della lettura! E per favore... Recensite!!! Un commentino non vi costa nulla e rende noi molto contente!
*inchino profondo*
Le Streghe

Ps. Il sito non è ancora pronto ma sappiate che presto potrete trovare info, aneddoti, quiz sulla fanfic e tanto altro sul sito a lei dedicato. Hitsuzen
Ps.2 Un grazie speciale a Kyle che ha fatto da consulente di idee per alcune scene. Ci tiene a precisare che la cosa vale SOLO per i capitoli privi di scene hot. Ebbene si, dimenticavamo di dirvi la cosa più importante. Ci sarà del puro e sano yaoi! *_*

Alla prossima settimana...
   
 
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