Anime & Manga > Saint Seiya
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Autore: Fakir    18/06/2018    0 recensioni
Potrebbe sembrare l'ennesima storia post Hades per far tornare i Gold Sains, ma non è così, potrebbe sembrare il solito tormentone amoroso di Seiya che tenta una vita normale dopo essere stato abbandonato da Athena, ma non è così, potrebbe sembrare il solito ritorno del Signore degli Inferi nel corpo di Shun, ma non è nemmeno questo! Liberamente tratta dalla Doujinshi di Yanan e Gemma Lovefighters "Il diritto di essere liberi", questa storia vi condurrà in una nuova dimensione del fandom di Saint Seiya come mai l'avete visto prima: Personaggi strutturati nella psicologia e nel ruolo aderenti agli originali che si muovono in un contesto totalmente nuovo. Riferimenti precisi e coerenti all'opera principale e alla mitologia, nessuna love story da romanzo d'appendice, nessun nuovo fantasioso potere, nessun triangolo di dubbio gusto, solo tanta passione per quest'opera di Kurumada che si trasforma in un'opera di fandom totalmente innovativa e che esce da tutti gli stereotipi vigenti fin'ora. Seguite questa nuova appassionante avventura dei Saint di Athena e sentite ardere ancora una volta il Cosmo dentro di voi!
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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 PACE E RIMPIANTI

Narra una leggenda che quando il male minaccia l'umanità, facciano la loro comparsa i Saints di Athena, giovani ragazzi che, forti di una splendente armatura e scelti dalle stelle combattono per difendere la pace e la giustizia sulla Terra, protetti dalla dea Vergine Guerriera.

In quest'era la dea Athena si è incarnata, dopo ducentocinquant'anni, nel corpo di una giovane fanciulla conosciuta nel mondo come Saori Kido. Attorno alla reincarnazione di Athena si sono riuniti cinque valorosi giovani che combattono guidati da cinque delle ottantotto costellazioni che compongono la Sfera Celeste. Essi sono: Pegasus Seiya, Shiryu Dragon, Cygnus Hyoga, Andromeda Shun e Phoenix Ikki. Uniti proteggono la dea Athena e l'umanità dalle insidie del male e sono conosciuti dalle forze oscure come i Cavalieri della Speranza.

Nel corso di quest'era i nostri eroi hanno combattuto strenuanti battaglie nel nome della Giustizia, giungendo ad affrontare e sconfiggera persino gli dei che minacciavano l'umanità intera. Nell'ultima battaglia, contro il Signore degli Inferi Hades, che ha portato alla caduta dei valorosi Saints d'Oro, hanno indossato le Kamui, armature divine forgiate con il sangue di Athena e nel sueguente tragico confitto, nonostante il Santuario ateniese con i pochi superstiti delle sue schiere, fosse stato ceduto, per volontà della stessa Saori, alla divina Artemide ed il sacro suolo di Grecia, profanato e sconsacrato, i cinque giovani, hanno tenuto fede alla promessa fatta di continuare a lottare nel nome della loro dea.

L'ultimo, decisivo assalto, li ha visti contrastare il potere congiunto di Sole e Luna, Apollo e Artemide, intenzionati a purificare l'umanità, secondo loro rea di troppi peccati, annientandola completamente.

Grazie al divino intervento di Athena, l'annichilimento del genere umano è stato scongiurato e la pace è tornata a regnare sulla terra. A nulla può però l'intercessione della dea Guerriera a favore delle anime dei valorosi Gold Saints, rei della colpa di aver permesso l'invasione dell'Elisio ad opera di comuni mortali e per questo condannati da una misteriosa triade divina all'eterno oblio, sigillati all'interno di una macabra statua d'ambra che ne ripruduce le fattezze, impedendo così, per sempre, ai loro Cosmi di intervenire in aiuto degli uomini e del mondo.

Anche la Terra di Grecia è rimasta sconsacrata e Athena non vi ha fatto più ritorno e scomparsa nel nulla pare aver lasciato sia questo mondo che l'Olimpo.

Del Santuario, non rimangono che poche rovine, difese dai Saints superstiti nonostante privi della loro dea e del suo Sacerdote mentre i cinque Bronze Saints, che hanno sconfitto gli dei, avendo perduto le loro vestigia nell'ultima battaglia, risiedono nelle rispettive terre d'origine o d'addestramento e, stremati nel corpo e nello spirito, dall'ultimo conflitto tentano faticosamente di condurre una vita normale.

Celati nell'ombra e indiffernti al patto stipulato fra gli dei greci, però, tre misteriose divinità sono pronte a calare il castigo divino su coloro che hanno osato sfidare gli dei. E' a questo punto che il dio Eros, scaglia cinque delle sue frecce contro la statua che sigilla i Sacri Custodi Dorati e poiché nulla e nessuno, nemmeno gli dei possono sottomettere il potere dell'Amore... la ruota del destino ricomincia a girare e, per i nostri eroi sarò presto il tempo di una nuova battaglia.

 

Yokoama, Giappone, in piedi miracolosamente in equilibrio sopra un'altissima gru del porto, si trovava un giovane avvolto da un mantello bianco che sbatteva nel vento come le ali di un uccello, lasciandone intravedere il corpo, sfavillante di bagliori dorati. I raggi obliqui del sole, che ormai volgeva verso il tramonto, brillarono sui suoi riccioli biondi illuminandogli il viso, dalla pelle ambrata, che ancora non aveva perso la grazia dell'adolescenza. Alcune ciocche di capelli gli schiaffeggiavano gli occhi persi nel cielo che tutto intorno a lui, al dolce tramontare del sole, s'infiammava in ardenti tocchi di rosso e arancio.

 

Il ragazzo chiuse gli occhi cercando di assaporare quel momento di vita sulla Terra.

 

Non piangere... sei il re delle belve...”

 

Difronte al sole che, basso sull'orizzonte, con i suoi ultimi raggi d'oro giocava sull'altalena di luci e ombre generata dai palazzi della città, scintillando sulle immense vetrate che davano ai grattacieli l'aspetto di torri di diamante, il ricordo di quelle amorevoli parole giunse come un colpo allo stomaco. Il giovane strinse a pugno la mano fasciata come usano i lottatori, nell'inutile tentativo di trattenere le calde lacrime che gli rigavano il volto.

La sua mente tornò a quanto accaduto alcuni giorni prima...

 

 

Aveva spalancato gli occhi di colpo con l'impressione che gocce d'acqua gli cadessero sul viso.

Udendo, nella sua mente, quella voce così calda e rassicurante... unita al il tenero ricordo di un bambino le cui lacrime vengono asciugate dalla forte mano di un fratello maggiore.

Non piangere Aiolia... sei il re delle belve ti prometto che tornerò presto...”

Non ho fatto alro per tutta la vita... essere forte e aspettare il momento in cui ti avrei incontrato di nuovo... fratello”


 

Il Gold Saint del Leone era steso sul terreno umido e la sua guancia posava sulla roccia, ci mise qualche istante a comprendere cosa stesse succedendo, sentiva ancora la calda e rassicurante sensazione della mano di Aiolos carezzargli il volto, sensazione che, appena raggiunse completamente la lucidità, scomparve del tutto.

Ah! Ma che diavolo...”

Si sollevò in ginocchio, ero libero e vivo

Aiolos!... dove sei...”,

Cercò con lo sguardo attonito, di capire dove fosse. Si trovava nei pressi di un bosco, un luogo dall'aspetto familiare

... ma questo posto... sono in Grecia... sono vivo... e sono ...solo...”


 

Aiolia si sentiì schiacciare dal peso di questa consapevolezza e, colto dallo sconforto, rimase immobile con le mani sul terreno bagnato, con la pioggia che gli inzuppava i vestiti, mentre l'aurea immagine di Aiolos che sorridendo gli diceva...

Non piangere, sei il re delle belve...”

si dissolveva in un turbinio di ali dorate.

Alla scomparsa di quell'immagine, il giovane Saint, tornato misteriosamente alla vita, si coprì il volto con le mani mescolando le sue lacrime alla pioggia che cadeva dal cielo con un fruscio simile ad un lugubre lamento.

Il cuore di Aiolia, che da poco aveva ricominciato a battere, pulsò il sangue della sua nuova e non desiderata, vita con l'impeto travolgente di fiume in piena, scorrendo nuovamente nelle sue vene e riscaldando tutto il suo corpo per poi esplodere in un grido di straziante dolore, un grido rivolto a quegli dei così crudeli che amano giocare con la vita degli uomini come fossero i loro burattini. Non gridò però, rivolto verso il cielo ma contro la terra quell' impenetrabile crosta di pietra e roccia che separe il mondo dei vivi da quello dei morti, il luogo in cui aveva finalmente potuto rivedere il suo amato fratello maggiore.

Scagliò il pugno contro il terreno quasi, nella vana speranza che il suo colpo bastasse ad aprire un varco fino alle viscere della terra. Poi una voce lo sorprese, giungendo alle sue spalle

Aiolia...”

Il ragazzo levò lo sguardo sul nuovo arrivato.

Tu!?”

Il giovane davanti a lui inclinò il viso incorniciato dalla lunga chioma blu intenso e i suoi occhi color turchese brillarono mentre sul viso grazioso sfoggiava quel suo irresistibile sorriso da furfante.

Milo!”

esclamò Aiolia, non aspettandosi certo di vedere il suo compagno in quel luogo.

Il Saint dello scorpione era abbigliato come un combattentente greco con una tunica di lino chiara sopra i pantaloni dello stesso colore, la cintura di pelle e lo spallaccio di metallo a protezione della spalla sinistra. Indossava protezioni di metallo e cuoio su braccia e stinchi sostenute da strisce di lino allacciate. Chiaramente era un abbigliamento da lottatore più che altro di fortuna, più simile a quello indossato dai gladiatori schiavi nell'arena che dai nobili Gold Saint e Aiolia si chiese dove il suo amico avesse trovato quei vestiti e se per caso avesse combattuto. Notò uno strano vezzo però al suo abbigliamento, che poco si conciliava con gli abiti lisi. Una sciarpa candida che gli circondava il collo per scendere sulla spalla destra.

Aiolia si chiese se non fosse un ricordo importante appartenuto ad una persona cara, ma non ebbe il coraggio di chiederlo.

Scuotendo i riccioli zuppi di pioggia, Milo dello Scorpione gli porse gentilmente la mano, sorridendogli amichevolmente e Aiolia la stinse con sentita riconoscenza, adesso almeno non era più solo a camminare nuovamente su questa terra.

Il Saint del Leone sospirò a quel ricordo, rammentando a sé stesso che lo scopo della sua visita in Giappone era però quello di incontrare un amico a lui molto caro.

“... Seiya...”

 

 

Il sole del tramonto inondava di luce dorata la camera dell'appartamento di Seiya, dove il ragazzo stava sdraiato con le mani intrecciate dietro la nuca, immaginando che, al di là della finestra aperta, dalla quale proveniva il rumore della vita del porto, il mare scintillante oltre la darsena, fosse un paesaggio meraviglioso. Chiuse gli occhi cercando di godere della pace perfetta di quel momento, ma appena la tensione lasciò i muscoli del suo corpo, la sua mente non potè che vagare in tormentate riflessioni

 

“... pace...”

 

questa parola suonava nei suoi pensieri così seducente, ma allo stesso tempo così lontana e ormai irraggiungibile, per uno come lui

 

“... l'abbiamo tanto cercata, tanto sognata... e ora? Perchè non riesco a dimenticare? Perchè nonostante tutto ciò che è accaduto, non riesco a sentirmi veramente parte di questo mondo finalmente in pace?

Avrò davvero il diritto di vivere nella pace sapendo che ora ci sono altri a vegliare su questo mondo?”

 

Mentra vagava nei suoi pensieri, una morbida oscurità lo avvolse, mente e cuore, per poi aprirsi come un diafano tendaggio oltre il quale Seiya rivide sé stesso con i suoi compagni, le armature a pezzi, immersi nelle tenebre, che guardavano oltre un orizzonte così lontano da sembrare un miraggio... poi sentì una voce sacrale, atonica, che pareva provenire da un luogo oltre lo spazio ed il tempo, un luogo immerso nelle tenebre.

 

Seiya...” diceva la voce

Hai meritato questa pace... hai già sofferto abbastanza... lascia il compito ad altri...”

 

Poi una figura si stagliava, più scura dell'osurità che la circondava, una figura tenebrosa quanto ammaliante, circondata da ali argentee come quelle dell'angelo della morte

 

Questa voce... chi sei?”

 

E poi quel volto pallido, i lunghi capelli corvini e quegli occhi di così mirabile incanto, del bel colore di una chiara e fresca sorgente, che avevano strappato l'anima al leggendario Saint di Pegaso.

 

Io sono Hades... riposa in pace Pegasus... il tuo ruolo in questa storia è concluso!”

 

Il Signore degli Inferi pronunciò queste decisive parole mentre fra le sue mani splendeva l'Universo. Seiya si sentì ormai perduto... cosa può un semplice uomo contro un dio?

 

E poi appareve Lei, splendente nella sua gloriosa e aurea armatura, colei che che tutto può, che infonde coraggio e speranza nel cuore dei Saints che combattono per la pace e la giustizia sulla Terra. La più splendente delle stelle del firmamento la dea vergine dal candido peplo, sotto le cui ali dorate gli uomini trovano protezione e rifugio, colei che ha sofferto e sempre soffrirà perchè nessuno più debba subire l'ingiuria del male, che ha versato il suo sacro sangue a favore dell'umanità, colei alla quale anche il sole ubbidisce docilmente e che placa i flutti burrascosi del mare, l'astro del mattino e del vespro, che impugna lo scettro della giustizia e della vittoria. Saori Kido.

Tese la sua mano verso il ragazzo che la stava sognando, guardandolo con amorevolezza mentre i lunghi capelli color glicine le accarezzavano le guance.

 

Seiya... questa volta, non puoi seguirmi...”

 

Le sue labbra, delicate come petali di rosa, si schiusero a pronunciare queste parole

 

Athena!”

 

Il grido di dolore irruppe nella stanza quando Seiya, madido di sudore si alzò a sedere di scatto sul letto, sconvolto e tremante.

La sveglia sul comodino strillava con insistenza.

 

“Accidenti!” pensò il ragazzo

 

“Che sogno sinistro... roba da fare gelare il sangue...”

 

Poi, improvvisamente, si affacciò alla sua mente il volto felice di una ragazza con i capelli raccolti in due code sciolte sulle spalle

 

“Oh! Cacchio... Miho.. le avevo promesso di usire oggi... ma devo calmarmi o si preoccuperà...”

“Oh... povero me, sto ancora tremando... per il semplice suono di una sveglia... e sono pure in ritardo”

 

disse fra sé mentre si rassettava i capelli alla meglio e tentava di lisciarsi la maglietta stropicciata. Avrebbe potuto fare di meglio ma purtroppo il tempo non giocava a suo favore quindi lasciò perdere e uscì di corsa chiudendosi la porta alle spalle.

 

“Caro Seiya... farai meglio a correre invece di piagnucolare come una femminuccia...”

 

Percorse la strada per il porto correndo a perdifiato, si stava recando, è vero ad un appuntamento con una ragazza, ma il suo cuore batteva al ricordo di quando la sua corsa a perdifiato era volta a salvare la sua dea e l'umanità intera. Allora gli sembrava di volare, nonostante il peso dell'armatura e le ferite riportate in battaglia, ora invece sentiva le gambe pesanti e il respiro affannoso, non tanto per la fatica ma perchè non vedeva realmente il senso di quella corsa verso una cosa così futile e lontana dall'uomo e dal Saint che ora sentiva di essere diventato.

 

Quando vide Lamia che lo aspettava con la schiena appoggiata ad un lampione, ebbe però la chiara sensazione che la sua vita ora fosse quella e che a ciò doveva adattarsi, perchè questo era il volere di Athena. Ora che il mondo era in pace e Saori non correva più alcun pericolo, il loro ruolo era terminato e bastavano solo pochi Saint d'argento e di bronzo a proteggere il Regno di Grecia. Continuare a struggersi nel ricordo di una battaglia armai terminata non aveva senso, tanto valeva godere di ciò che la vita di un ragazzo comune può offrire. Si soffermò a guardare Miho, che per l'occasione indossava una graziosa camicetta di mussola bianca leggerissima e la minigonna color fragola.

 

“Pace... mi chiedo se sono davvero più meritevole di altri per aver diritto di scegliere di vivere in pace. Dovrei accettare di buon grado. Miho la pensa così e forse ha ragione... cara Miho... si sta comportando proprio come una sorella amorevole, lei sta facendo di tutto per farmi superare questo momento di tristezza perchè io possa essere di nuovo felice, tornare quello di un tempo... non sa che non potrò mai tornare quello che ero... ma come faccio a dirglielo? Come faccio a dirle che, dopo tutto quello che è accaduto nulla sarà più come prima? Non posso fare altro che assecondarla anche se so di mentirle...”

 

Accompagnato da questi pensieri, Seiya si avvicinò alla ragazza giungendole dietro le spalle e sorprendendola con un caloroso abbraccio

 

“Ciao Miho! Scusa se ti ho fatta aspettare! Mi dispiace tanto... mi perdoni?”

 

“Seiya...” Rispose lei arrossendo, “sono felice di vederti! Pensavo non venissi più...”

 

La fanciulla poi si voltò verso il ragazzo, guardandolo teneramente mentre gli ultimi raggi del sole si riflettevano nei suoi occhi verdi rendendoli ancora più intensi e brillanti.

 

“Seiya...” disse con dolcezza

“Sei pallido... forse dovresti rimanere a letto per oggi, vuoi che rimandiamo il nostro appuntamento?”

“Oh no! Affatto!”

Rispose il ragazzo prendendole la mano e intercettandone lo sguardo con i prfondi occhi scuri.

 

“Anzi, sai che ti dico? Ti porto al luna park Miho... ci divertiremo.” Concluse strizzandole l'occhio.

 

Era una serata tiepida e i due giovani trascorsero piacevoli momenti tra le giostre del luna park che era stato allestito sulla spiaggia. Seiya avrebbe voluto provare almeno un brivido salendo sulle montagne russe, ma Miho aveva troppa paura. Lui provò ad insistere cingendole le spalle con il braccio e stringendola a sé

 

“Via! non fare la fifona, ti proteggo io...” Le disse in tono protettivo, ma lei piagnucolò

 

“No! Lo sai che non mi piacciono le montagne russe!”

“Hei cos'è non ti fidi?” esclamò lui e si allontanò indignato trascinandola stretta per mano

 

“Oh! Insomma!” Esclamò, la ragazza che stentava a stargli dietro

 

“E poi mi è venuta un'idea migliore, guarda lì!”

 

Seiya si fermò incuriosito. “Un altra idea?”

 

Lei lo guardò mettendosi a mani giunte e facendogli gi occhi dolci

 

“Mi conquisti uno di quei pupazzi al tiro a segno?

 

“Ok ci sto” rispose lui

“... e poi se me lo chiedi così non posso proprio dirti di no...”

 

Quando il giovane Saint di Pegasus, prese tra le mani l'arco di legno dal discutibile stile western, con il quale avrebbe dovuto colpire dei semplici bersagli circolari a pochi metri da lui, iniziò a tremare come una foglia. Sentì le gambe cedergli e il sudore bagnargli i capelli sulla nuca. Gli parve che l'arco che teneva tra le mani fosse di pesante oro massiccio, gli parve di avere un diadema a cingere la sua fronte e di sentire sul suo corpo il peso di un'aurea corazza, che simboleggiava il peso di una grande resposabilità, un pesante fardello che gravava sulle sue spalle piumate d'oro, il dolce giogo dell'essere un Saint di Athena, consacrato anima e corpo alla dea, sacro custode della pace e della giustizia sulla Terra, scelto dalle stelle per non essere, uno fra i tanti, ma qualcuno in grado di fare la differenza.

Ricordava come, molto tempo prima, dalle sue braccia che tendevano ben altro arco, dipendessero le vite di Athena, del'intera umanità e delle persone che amava, pronte al sacrificio per permettere a lui di compiere un miracolo.

 

“Calma Seiya...” Si diceva fra sè

“Non hai motivo di tremare così... quello che devi colpire è solo uno stupido bersaglio..”

 

Poi, il ragazzo sentì una mano gentile posarsi sul suo braccio, teso fino allo spasmo

“Aspetta cucciolo...”

Disse una voce, familiare, carica di emozione.

“Così non ce la farai mai... se vuoi centrare il bersaglio, fai un bel respiro e smetti di tremare...”

Concluse in un perfetto giapponese con una lieve inflessione di greco antico

 

Seiya rimase attonito quando si voltò e vide di fronte a lui un ragazzo incredibilmente somigliante a qualcuno che aveva ormai perduto da tempo. I riccioli biondi e quello sguardo gentile sempre velato di tristezza.

Forse era l'effetto delle luci del luna park, ma il giovane davanti a lui sembrava emanare bagliori dorati.

“Cosa? Tu! Ma non è possibile” esclamò Seiya

 

Il giovane davanti a lui, non parve notare il suo sgomento e si limitò a chiedergli l'arco per il tiro a segno

 

“Posso? Sembra divertente”

 

“S.. si” rispose Seiya in un soffio

 

Il nuovo arrivato tese l'arco e con sorprendente facilità colpì il centro del bersaglio

 

“Wow” esclamò Miho, incantata da tale visione

“Quel ragazzo è bellissimo! Sembra un angelo e sembra che ti conosca, tu sai chi è Seiya?

Concluse rivolta all'amico.

 

Lui le rispose in tono vacuo

“Io... non lo so... davvero, non so cosa dire”

 

Mentre il ragazzo biondo si accingeva a tendere l'arco una seconda volta, per poter vincere il pupazzo più grande messo in palio, e mentre Seiya e Miho erano intenti a guardarlo, lui perchè sapeva che quello che il cuore gli suggeriva non poteva corrispondere alla realtà e lei perchè affascinata dalla bellezza del giovane, una figura incapucciata li guardava da lontano.

 

“Aiolia? Ma che diavolo...”

Disse fra sé, mentre calava ancora di più il capuccio a celare il suo volto.


Miho si risvegliò dal suo incanto solamente quando si trovò tre le mani il pupazzo di un leoncino.

“Tieni piccola, l'ho conquistato per te...” Le stava dicendo il misterioso ragazzo biondo che sembrava emanare bagliori dorati, mentre le rivolgeva un tenero sorriso, prima di allontanarsi

 

“Aspetta! Ti prego...”

Esclamò Seiya cercando di trattenerlo per un braccio

“Ti prego... dimmi chi sei!” Esclamò con la voce rotta

L'altro lo guardò per un lungo intenso istante e Seiya giurò di aver visto brillare le lacrime nei suoi occhi

 

“Io...” Iniziò a dire per poi voltarsi di scatto e allontanarsi tra la gente

 

“Dimentica di avermi incontrato”

 

Seiya, non tentò di fermarlo, ma abbassò lo sguardo e sentì le lacrime bagnargli le guance.

 

“Oh! è scomparso tra la folla...” affermò Miho, stringendo a sé il leoncino di pelusche.

 

“Sai Miho...” sussurrò Seiya portandsi una mano al petto e stringendola a pugno.

“hai ragione, credo fosse vermante un angelo...”

Concluse sommessamente mentre sentiva il suo cuore battere sordamente nel petto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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