Giochi di Ruolo > Dolce Flirt
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Autore: luciusxxx    20/06/2018    0 recensioni
L'ennesima fanfiction sull'universo Dolce Flirt.
Una versione più dark e mature del franchise dolceflirtiano, una dark romance novel ambientata nel famoso liceo "Dolce Amoris"
Cosa succede se una nuova ragazza arriva in un liceo dove tutti nascondono un segreto, che non vogliono, o meglio non possono rivelare?
Spero vi piaccia!!
XO!XO!
-L
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"La ragazza in mezzo si chiama Ambra, quelle alle due estremità sono le sue tirapiedi Li e Charlotte" disse Iris a Para. La ragazza scrutò meglio le altre tre fare le prepotenti con il ragazzo dall'altra parte del cortile.
"Ambra ottiene sempre quello che vuole" continuava Iris cupamente, guardando il ragazzo occhialuto sganciare degli spiccioli, passandoli a quella Ambra. Para si soffermò sull'espressione compiaciuta della ragazza bionda e sullo sguardo disinteressato di Charlotte, mentre quella cinese, Li, si aggiustava il trucco per la quarta volta da quando Iris e Para avevano trovato posto sulla panchina del cortile. Ambra afferrò i quattrini dalla mano tremante del nerd, disse qualcosa di incomprensibile dalla distanza dove sedevano le due, e si allontanò con un sorrisino malefico con Charlotte e Li alle calcagna, avvicinandosi al distributore di snack presente nel cortile. Alla fine Para commentò: "E' terribile, nessuno le ha mai detto niente?". Iris deglutì, rispondendo:"Diciamo che professori e personale camminano con le fette di salame sugli occhi. Nessuno tiene conto delle richieste di noi studenti. Odio ammetterlo, ma questa scuola è un pò allo sbando da un anno a questa parte". Para fissò lo sguardo su un gruppetto di ragazzi che usciva da quel momento dall'edificio scolastico.

Ovviamente Para aveva sentito di quel ragazzo che proprio l'anno scorso si era tolto la vita. Frequentava quella scuola. Tuttavia non pensò che fosse il momento giusto di cacciare quell'argomento adesso, non ora che aveva appena conosciuto Iris. Sembrava una ragazza apposto, molto innocente. Era stata l'unica a rivolgerle la parola dopo che Para era arrivata in quella nuova scuola, quella mattina stessa. Tutti l'avevano fissata a lungo e probabilmente giudicata, mentre percorreva la distanza che la allontanava dal banco in fondo alla classe. Iris si trovava lì, pronta ad accoglierla con un sorriso smagliante, mentre sgombrava il banco dalla sua borsa e varie penne. Dalla prima ora fino all'intervallo, nessuno dei suoi nuovi compagni di classe si era avvicinato a lei. Para dovette sorbirsi dei lunghi monologhi da parte di Iris sulla scuola, i professori e di quanto era contenta di aver fatto amicizia con lei. Para non la odiava, non ancora, o meglio non ora che non aveva alternative. Nel liceo che frequentava prima, lei era la regina, continuamente circondata da amiche ed altri che si dichiaravano tali. Questa nuova situazione la turbava. Sapeva ovviamente che non tutti sarebbero caduti ai suoi piedi appena messo piede in quell'istituto, eppure la speranza era l'ultima a morire. Alle 8.15 quella speranza era già ben che andata e Iris ci sedeva sopra, frantumandola muovendo le chiappe avanti e indietro, continuando a ciarlare di come fosse giallo il sole e azzurro il cielo quel giorno.

"Non ti preoccupare del programma, Para! Potresti venire a casa mia questa sera e potremmo studiare, insieme. Sarò la tua maestra!", Iris aveva già cambiato discorso nel giro di pochi secondi. Para incrociò lo sguardo con un ragazzo seduto in disparte sul muretto del cortile. Non sembrava voler attirare troppo le attenzioni su di sè, ma risaltava solo lui in mezzo ai ragazzi del cortile, a causa dei suoi capelli rossi. Il ragazzo girò la testa altrove, come se non la avesse vista. Para non gliela voleva dare vinta.

"Sai, i miei genitori stasera rientrano tardi e..."

"Iris chi è quello?", la interruppe Para.

"Oh... Beh, quello è... certo, lui è Castiel. Non ti conviene avvicinarti a lui. Non va d'accordo con nessuno, qui a scuola. Lo conoscono tutti per via dei suoi continui scatti d'ira. I genitori sono sempre fuori città e... Para, dove stai andando?". Para si era alzata e stava camminando in direzione del nuovo ragazzo. La intrigava. Aveva sentito appena l'inizio di quello che aveva detto Iris. Forse lui poteva capirla. E mentre si avvicinava notò che quel Castiel non era niente male. Era ben piazzato e quel look da punk gli donava proprio. "Para, fermati,no, ti prego!!!". Iris le correva dietro per starle al passo. Para non la biasimava, aveva le gambe corte a causa di quel continuo spettegolare di tutto e tutti.

"Ehi, ciao! Tu devi essere Castiel" lo salutò Para. Il ragazzo voltò la testa verso di lei, gettò a terra la sigaretta che stava fumando e le disse burbero: "Senti non ho tempo, mi hanno convocato in presidenza, quindi...". Fece per alzare i tacchi, probabilmente per svignarsela, ma la ragazza lo bloccò per un braccio. "Non così di corsa, volevamo solo scambiare qualche parola con te, io e la mia amica". Castiel guardo Iris, dietro le spalle di Para. Stava piagnucolando e probabilmente si era fatta tutta rossa, sotto lo suardo di Castiel. Castiel esaminò le due ragazze: Para in piedi davanti a lui, con le mani sui fianchi; Iris che tirava Para per la giacca della ragazza, desiderando nient'altro che sparire. Qualcuno cominciò a gettare lo sguardo verso quel curioso gruppetto. Tuttavia Para non si accorse degli altri ragazzi intorno a loro, voleva solo conoscere Castiel. Il ragazzo sembrò riflettere un attimo, dopodichè esplose in una risata, si alzò e iniziò a raccogliere le sue cose. "Sentite ragazzine, vi conviene non scherzare con gli adulti; ho dovuto spegnere la sigaretta, credendovi delle delegate del consiglio studentesco, mandate da quell'odioso biondino". Castiel sembrava seccato di essere stato disturbato. "Scusa la mia amica, Castiel, ora ce ne andiamo. Dai Para, tagliamo la corda" aggiunse sottovoce, diretta alla sua amica. Para non poteva credere alle sue orecchie. "Adulti?! Ma quanti anni hai? Si e no avrai 17 anni, come tutti qui d'altronde" disse audacemente. Tutti nel cortile ora si erano girati verso di loro; trattenevano il fiato man mano che la conversazione continuava.

"Ragazzina, ma tutto apposto? Sai con chi hai a che fare?".

"Lasciala perdere Castiel, è quella nuova, non ha ancora capito qual è il suo posto qui, al Dolce Amoris". Una voce suadente giunse improvvisamente dalle loro spalle.

"Oh no, Ambra!" disse Iris con un filo di voce da dietro le spalle di Para. "E ora cosa facciamo?"

"Ambra, ci dispiace tanto, noi...", ma Para la interruppe per la seconda volta, quella giornata. Si voltò verso la nuova arrivata, o meglio nuove, dal momento che notò anche Li e Charlotte che le sembravano scrutare attentamente.

"Ciao! Tu devi essere Ambra. Quel cappotto ti sta un incanto. Peccato che non nascondi completamente quel fisico da operaio russo."

 Ambra non sembrò affatto scalfita da quelle parole, ma si rivolse invece alla sua amica.

"Iris, quando la tua nuova amichetta ti ha rivolto la parola questa mattina credevo che le saresti stata attenta almeno, che le avresti insegnato chi comanda. E adesso sento che vi state invischiando negli affari dei più grandi? Mi rincresce, ma credo che dovrò twittare quanto accaduto nel mio blog subito dopo scuola." Intorno a loro si era iniziato a formare un capannello di studenti.

Castiel approfittò della situazione per tagliare le cuoia, forse per accendersi una nuova sigaretta altrove.

"Ehi Castiel, ti ho salvato, dovresti almeno ringraziarmi!" disse Ambra civettuola.

"Ma cosa sta succedendo qui? Con permesso, fatemi passare...Fate passare il delegato, per favore". Fece la sua comparsa un ragazzo biondo, che Para aveva già conosciuto. Era Nathaniel, il delegato del consiglio studentesco, che la aveva aiutata quella mattina col suo modulo di iscrizione. Nathaniel studiò la situazione, per poi pararsi davanti Ambra.

"Ambra, spero che tu abbia una spiegazione per tutto questo", rivolse alla ragazza uno sguardo accusatorio.

"Fratellino, interessante come mi ritieni sempre responsabile di tutto quello che succede in questa scuola".

-Cosa?! Nathaniel era il fratello di quella strega!!- Para era inorridita. Probabilmente Iris gliene aveva accennato durante tutte le sue chiacchiere. Para si pentì di non aver prestato più attenzione.

"Ambra, non iniziare, sai che ti conosco meglio di tutti". 
Ma Ambra continuò imperterrita.

"Fratello, sono assai stupita che non mi hai accusata anche di aver annodato quel cappio intorno alla gola del ragazzo morto".

Qualche ragazzo tra la folla si scambiò uno sguardo inorridito. Para sentì Iris sussultare dietro di lei. -Quindi quella ferita non si è ancora rimarginata- pensò Para, mentre fissava Nathaniel, che era diventato tutto rosso di rabbia.

"ADESSO BASTA!!!. Ambra, adesso mi segui, continueremo questa discussione nell'ufficio della preside. Non credere che mamma e papà non saranno messi al corrente di tutto ciò". Al sentire menzionati i genitori la Ambra perse la sua espressione calma e si irrigidì subito. Lanciò un'occhiata truce a lei e Iris e mimò con le labbra "Non finisce qua". Dopodichè seguì Nathaniel all'interno della struttura, con Li e Charlotte che li seguivano a distanza di pochi passi, attraverso gli studenti, che si erano spostati per farli passare. All'improvviso nessuno fu più interessato a loro due e tornarono tutti alle mansioni in cui erano occupati.

Iris soffiò di sollievo e guardò Para negli occhi. La ragazza al contrario era interdetta, per la prima volta. -Cosa è appena successo?-si chiedeva fra sè e sè. Iris notò la sua espressione e la rassicurò: "Ambra fa così con tutti, quel blog non esiste nemmeno, te lo assicuro".

"Non è per quello che ha detto...", è tutto quello che riuscì a dire Para.

 "Ehi, non ti preoccupare succede spesso tutta questa merda: Ambra combina un pasticcio e Nathaniel arriva e se la porta via per le orecchie."
"Dai andiamo adesso. Rientriamo prima di beccarci un richiamo il tuo primo giorno qui". Iris avanzò con passo spedito verso la struttura. Para la seguiva. Le doveva assolutamente chiedere del ragazzo morto più tardi.
 
 
  
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