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Autore: indacoecannella    23/06/2018    0 recensioni
Nicole è una ragazza tormentata dai suoi fantasmi che cerca di accantonare rifugiandosi nelle storie occasionali, nell'alcool e nel divertimento. Ma si sa, i fantasmi continuano a perseguitarti finché non li affronti e, forse, l'unico modo di farlo è quando tocchi il fondo. Un ragazzo misterioso, presuntuoso e sicuro di sé come lei, catturerà la sua attenzione e a quel punto sarà come uno scontro tra titani, una lotta a chi riesce ad essere più forte e distaccato. Chi vincerà?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Nicole aspirò un altro tiro della sua Marlboro Light, seduta a gambe incrociate sul davanzale della sua finestra. Nella mano sinistra, la tazza di caffè nero sprigionava il suo odore pungente che si mescolava a quello più forte del fumo. Poggiò la sigaretta nel posacenere e addentò un pezzo di pain au chocolat del giorno prima, per poi fare una faccia disgustata quando ne sentì il sapore stantio.

- Cazzo, che schifo! – esclamò buttandolo infastidita nell’immondizia.

Si spazientì di stare lì ad aspettare che il ragazzo si svegliasse. In fondo, quando era lei a rimanere a dormire a casa dei suoi flirt di una notte non veniva mai trattata con i guanti bianchi. È proprio questo che ci si dovrebbe aspettare da queste scappatelle: dopo essercisi divertiti ci si batte il cinque e ognuno torna alla propria vita. Grazie e arrivederci. Né più, né meno. E poi, come si chiamava questo qui?

Si diresse a piedi scalzi verso la camera da letto, l’unica altra stanza del suo piccolo appartamento oltre all’angolo cottura. Il ragazzo biondo dormiva tranquillo sulla parte destra del letto, con la bocca leggermente socchiusa. Faceva quasi tenerezza, a vederlo così. Nicole raccolse i suoi indumenti dal pavimento e li appallottolò. Guillaume, ecco come si chiamava!

- Guillaume, Guillaume svegliati. – disse piegando la sua testa scura da un lato.

Il ragazzo non diede segni di vita. Nicole alzò gli occhi al cielo e perse la pazienza.

- Guillaume, alzati che è tardi. – disse scrollandolo vigorosamente da una spalla.

Il biondo si svegliò e si guardò intorno stordito. Poi la guardò in viso e sorrise sornione.

- Buongiorno tesoro. –

Nicole arricciò il labbro. Odiava quella parola. Gli lanciò i suoi vestiti e incrociò le braccia sotto il petto.

- Non sono il tuo tesoro. Devo andare a lavoro, devo chiederti di vestirti e andare. –

- Lavoro? Ma è domenica. –

- E io pensavo che eri troppo ubriaco per ricordarti di che giorno è oggi. – fece lei sorridendo.

- D’accordo ho capito, me ne vado. – disse Guillaume scoprendosi e uscendo dal letto completamente nudo.

Nicole scrutò il suo corpo palestrato per qualche secondo, alzò le sopracciglia in segno di approvazione e uscì dalla stanza. Niente male, ma prima o poi dovrà finirla con questi adoni tutti muscoli e poco cervello. O forse dovrebbe finirla con il sesso occasionale in generale. Ma tanto chi vuol prendere in giro? Lo sa tutta Lione che lei è una facile. Non una ochetta in cerca di attenzioni, quanto una che cerca qualsiasi diversivo per non pensare alla sua vita e alla direzione che stava prendendo. Una disperata in cerca di una via di fuga dai suoi mostri interiori. Ed era talmente palese che era impossibile non notarlo.

Tornò al davanzale e alla sua sigaretta, che nel frattempo era diventata quasi tutta cenere. Bevette un sorso di caffè e aspirò la Marlboro. Guillaume uscì dalla camera abbottonandosi i suoi Levi’s scuri e sistemandosi i polsini della camicia bianca. Nicole sorrise al pensiero di Pablo, il suo portiere, e al suo inevitabile commento nel veder passare l’ennesimo ragazzo di domenica mattina presto con i vestiti del sabato sera.

- Perché sorridi? Vuoi un altro round? – chiese Guillaume con una voce sensuale.

- Non ti è bastato ieri sera? –

- Direi proprio di no. - Guillaume le si avvicinò e la prese per i fianchi – Senti, prima di andarmene, posso avere il tuo numero? –

Nicole si nascose dietro la tazza e guardò da un’altra parte.

- Ti sembro una tipa che chiama o che vuole essere chiamata dopo aver scopato? –

Guillaume alzò le spalle. - No, in effetti no –

Nicole si divincolò dalla sua presa. Camminò fino alla porta d’ingresso, l’aprì e le si poggiò contro in una posizione sexy, alzando la sua gamba abbronzata e tonica. Sorrise maliziosa e indicò le scale con una mano. Sapeva l’effetto che faceva sugli uomini quando usava quell’atteggiamento stronzo e presuntuoso, ma allo stesso tempo giocherellone.

- Ciao Guillaume, buona domenica. –

Il ragazzo la guardò divertito, mise una mano in tasca e estrasse il portafogli. Lasciò un biglietto da visita sul bancone della cucina e ci picchiettò sopra con due dita.

- Sai dove chiamarmi, se mai cambiassi idea. –

Sfilò davanti a lei e si indirizzò verso la porta. Quando le passò accanto la folgorò con uno sguardo, le sorrise e uscì. Nicole chiuse la porta e finì il caffè in un solo sorso. Andò al bancone e prese il bigliettino tra le dita. Guillaume Gerard, lesse distrattamente.

Altra notte, altro uomo, altra sensazione di vuoto che le attanagliata lo stomaco. Perché era così? Perché perdeva interesse in un uomo tanto velocemente? È come se fosse la sua croce, una triste routine che ormai andava avanti da troppi anni. Usciva, adescava gli sguardi di tutto il locale e lei puntualmente li ignorava tutti. Andava alla ricerca dell’unico uomo che non la guardasse, faceva di tutto per conquistarlo, se lo portava a letto e il giorno dopo lo gettava via come un fazzoletto usato. 

È sempre stato così, fin da quando aveva sedici anni. Fin da quando si rese conto che i ragazzi delle sue amiche le toccavano le cosce sotto il tavolo mentre le fidanzate erano distratte. All’inizio Nicole era imbarazzata, poi l’imbarazzo aveva lasciato spazio alla curiosità e un giorno andò a letto con Erik, il ragazzo della sua migliore amica. Erano tutti in campeggio con la parrocchia ed era la prima volta per Nicole. Il giorno dopo Raphaelle, la ragazza di Erik, la prese per i capelli davanti a tutti i suoi amici e la fece cadere nel fango dandole della puttana. Tutti guardarono Nicole con disprezzo e corsero a consolare Raphaelle. Nicole si era alzata fiera, ripulendosi la faccia dal fango e trattenendo le lacrime. Due ore dopo stava scopando con Erik nel capannone degli attrezzi, perdendosi con lo sguardo nel soffitto di legno sopra di loro. Nello stomaco aveva lo stesso magone che provava adesso.

Dieci anni dopo, Nicole non era tanto diversa dall’adolescente che aveva tradito la fiducia della sua migliore amica. Non che l’avesse fatto per cattiveria nei confronti di Raphaelle. A dire il vero, non sapeva nemmeno lei perché l’avesse fatto. Era successo e basta. E da lì in poi la sua vita è stata un continuo susseguirsi di cose che “succedevano e basta”. Un uomo dopo l’altro. Un errore dopo l’altro. Una delusione dopo l’altra. 

Così, mentre tutte le sue amiche andavano avanti e si dedicavano alla famiglia o alla carriera, Nicole rimaneva sempre ferma. Faceva lavoretti saltuari, usciva con le amiche e si divertiva. Non aveva progetti, né scopi precisi. Né tantomeno voleva averne. La parola “futuro” le faceva mancare l’aria. 

Accartocciò il biglietto da visita di Guillaume e lo gettò nella pattumiera. Basta con queste sciocchezze, doveva trovare un altro modo per distrarsi, o tutti gli altri problemi le sarebbero ricaduti addosso come massi pesanti. E lei non aveva la forza di affrontarli.

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Ciao, mi chiamo Federica e sono tornata su EFP dopo tanti anni e un libro pubblicato! Mi sembra quasi un ritorno alle origini.
Fatemi sapere cosa ne pensate di questa storia che ho buttato giù di getto. Intanto continuo a lavorare sui prossimi capitoli!
   
 
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