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Autore: anyaccia    06/07/2009    5 recensioni
Jacob Black vive con i genitori, Billy e Sarah, nella riserva indiana di La Push. Frequenta il liceo con gli amici Quil ed Embry e la sua passione è aggiustare auto...per ora!
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan, Jacob Black
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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La sveglia suonò, come ogni mattina

La sveglia suonò, come ogni mattina.

Allungai la mano per spegnerla, ancora intontito dal sonno, col solo risultato di farla cadere dal comodino mentre continuava a emettere il suo fastidioso trillo.

 

Aaaah, che strazio!!!” Mi alzai a fatica dal letto e misi fine a quel fastidio.

Jacooob! Ti sei alzato?”

“Sì...sì mamma.....” – Che barba – brontolai tra me e me.

 

Come molto ragazzi della mia età, alzarsi per andare a scuola era una barba. Non che fossi un somaro, me la cavavo abbastanza bene; ma mi piaceva dormire la mattina.

Dopo essermi lavato e vestito raggiunsi mia madre in cucina, intenta a prepararmi la colazione.

 

“Sei il solito dormiglione Jake! Poi ti tocca sempre correre per non fare tardi!”

“Non ti preoccupare mamma, oggi c’è il sole, posso usare i pattini per andare a scuola; arriverò in un lampo!”

“Va bene, va bene, ma fa attenzione!”

“Certo certo...” Infilai lo zaino in spalla, diedi un rapido bacio alla cannella sulla guancia di mia madre, e afferrai i pattini.

 

Vivevo a La Push, una riserva indiana nella Penisola di Olimpia, uno dei posti più piovosi degli Stati Uniti. Non era certo una grande metropoli, tutt’altro. Tutti si conoscevano nella nostra comunità, come una vera e propria tribù dopotutto.

 

Mentre sfrecciavo sulla strada per scuola avvistai i miei amici, Quil ed Embry. Ci conoscevamo da sempre, erano come fratelli per me.

 

“Ecco Jake!”

“Guarda che faccia! Hai fatto le ore piccole?”

Quil lo sai che il nostro amico è un dormiglione! Ahahah!”

“Ah ah...divertente...Io vado avanti, a dopo” E accelerando l’andatura mi avvia verso scuola.

 

La mattinata passò in fretta. All’ora di pranzo, vista l’insolita giornata di sole, raggiunsi i miei amici sui tavoli del cortile.

 

“Finalmente si mangia!” Quil era un pozzo senza fondo.

Jake come procedono i lavori sulla macchina?” Anche Embry, come me, era appassionato di motori.

“Andrebbero meglio se avessi i pezzi che mi mancano...chissà quando riuscirò a trovarli, e ad avere i soldi per potermeli procurare...

Che ne dici se più tardi facciamo un giro a Forks? Potremmo andare a dare un’occhiata dallo sfasciacarrozze.”

“E se non trovate niente magari potremmo incontrare qualche bella ragazza in centro!”

Quil, le belle ragazze del liceo di Forks non aspettano che te!” rispose Embry.

“Ah ah ah ah ah! Ok, allora ci vediamo più tardi”.

 

Quando tornai a casa mia madre, Sarah Black, era in veranda ad aspettarmi, intenta come al solito a intrecciare monili Quileute, la tribù dalla quale discendevamo. Il giorno seguente ci sarebbe stata una festa tribale sulla spiaggia, con falò e cibo a volontà. Mio padre, Billy, era uno degli anziani, insieme al nonno di Quil e ad Harry Clearwater.

 

“Mamma, io vado a Forks con Quil ed Embry.

“Non fare tardi, stasera abbiamo ospiti a cena.

“Ospiti? Qualcuno che conosco?”

“Gli amici di tuo padre.”

Ok, a più tardi allora”.

 

Mi tolsi i pattini e presi il vecchio pic up rosso di papà. Quel ferro vecchio faceva un rumore infernale, non vedevo l’ora di sbarazzarmene. Pare che papà avesse trovato qualche folle a cui venderlo, ma nell’attesa di finire il restauro della mia Volswagen Golf non avevo altri mezzi di trasporto.

 

Passai a prendere i ragazzi, davanti al negozio di alimentari della madre di Embry, e li trovai che discutevano come al solito per chi dovesse stare nel cassone dietro, visto che c’era un solo posto a sedere oltre al mio.

Quil, se starai dietro avrai una visuale migliore nel caso dovessi scorgere qualche ragazza in giro!”

“Certo, bella scusa! L’ultima volta sei stato tu sul sedile con Jacob, oggi tocca a me!”

Che ne dite di tirare a sorte?” li interruppi.

“Sarà meglio, sennò non ci schiodiamo più da qui!” Embry era un tipo pratico, per fortuna, ma la sorte scelse Quil, che si sedette accanto a me, davanti.

 

Andammo dallo sfasciacarrozze per primo, ma non trovammo nulla di utile, o meglio niente per le mie tasche. Il giro in centro invece fu più fruttuoso, almeno per Quil, il quale era al settimo cielo perché grazie alla temperatura insolitamente alta, le ragazze di Forks erano meno imbacuccate del solito. Era insopportabile, ma anche divertente!

 

Comunque nessuna di loro sembrava disposta a dargli retta.

“Quelle pollastre non capiscono niente!”

“Certo Quil....fu la risposta laconica mia e di Embry.

 

  
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