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Autore: anna_22    27/06/2018    1 recensioni
Dopo la fine della relazione con Maggie, Alex non sta attraversando un periodo roseo, si ritrova a pensare alla sua vita e ai suoi problemi davanti a qualche bicchiere in un bar squallido. Lì, uno scontro con una persona si trasformerà in una piacevole scoperta.
(Guardando la terza stagione ho iniziato a vedere bene insieme Alex e Sam e ho scritto qualcosa su loro due.)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Alex Danvers, Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Inizialmente quella doveva essere una missione semplice, ma alla fine Alex si era ritrovata con una bruciatura su tutta la schiena e lividi e dolori ovunque. L'alieno che stava creando caos nelle strade di National City aveva ucciso una nuova persona e lei stava per beccarlo, sfortunatamente non aveva considerato degli orribili tentacoli che le avevano attorcigliato il corpo e l'avevano sbattuta contro un auto facendole perdere conoscenza per un po'. Adesso si ritrovava in un bar sporco e affollato a sorseggiare un bicchiere di scotch e a pensare a quel caso. Doveva trovare una soluzione, ma ogni volta che lei e Kara erano sul punto di catturare l'alieno, lui anticipava le loro mosse e successivamente si ritrovavano nell'infermeria del DEO. Winn aveva provato a costruire delle armature che potevano essere tossiche per quel mostro così non avrebbe potuto stringerle con quei maledetti tentacoli acidi, ma tutti i suoi tentativi si erano rivelati inutili. Come se questo non bastasse Alex si sentiva sempre più sola ed era convinta di aver fatto un grande errore  lasciando Maggie. Quella donna l'aveva stregata con i suoi sorrisi e la sua felicità e a lei mancava. La maggiore delle Danvers non era veramente felice da un bel po' di tempo, non riusciva a non pensare alla sua ex. Maggie si era impossessata della sua mente anche quando le due sorelle Danvers erano andate al matrimonio di Barry. Alex si era ritrovata a flirtare da ubriaca con Sara Lance, una ragazza bellissima. Al mattino, dopo essersi svegliata sotto le lenzuola con quella ragazza, era corsa via facendosi anche male e continuando a pensare al suo gesto che considerava sbagliato. Lei non aveva mia fatto cose simili con altre ragazze, Maggie era stata l'unica e lei l'aveva lasciata andare. Una piccola lacrima sfuggì al controllo di Alex e questo le bastò per smettere di perdersi nei suoi pensieri. Era ancora in quel sudicio bar affollato con un bicchiere pieno in mano e tre già vuoti davanti a lei. Voleva tornare a casa, ma era certa che sarebbe scoppiata a piangere nel suo appartamento vedendo quanto fosse sola. L'ultima cosa che voleva fare era piangere, non voleva terminare quella giornata disastroso con delle lacrime. Alla fine, quelle persone ubriache, festaiole o con il cuore spezzato come il suo le davano un motivo per non piangere: la vergogna di farsi vedere debole e senza protezioni. Lei non era così, Alex Danvers non piangeva, Alex Danvers reagiva e affrontava i problemi. Forse, però, in quel momento non voleva affrontare il problema dato che il vero problema era lei. Lei aveva lasciato Maggie, lei aveva deciso di rinunciare a qualcosa di vero per una stupida voglia, lei aveva incasinato tutto. Doveva riprendere in mano la sua vita, non poteva piangere ancora per Maggie anche se sentiva la sua mancanza. Sapeva cosa fare, avrebbe chiamato Sara. Magari la ragazza stava viaggiando nel passato per risolvere un anacronismo in cui Shakespeare era un semplice calzolaio o poteva essere nel futuro a cercare di fermare una terza guerra mondiale. Certe volte si fermava a pensare alla vita delle Leggende e provava un po' di invidia. Loro viaggiano ovunque nel tempo e nello spazio e, per quanti problemi potessero avere, almeno c'erano uno per l'altro e in più non dovevano più pensare alle preoccupazioni della vita normale, anche se la sua di normale aveva poco. Sua sorella in realtà era un alieno e da qualche anno era diventata l'eroina della sua città, lei lavorava ogni giorno per sventare minacce di extraterrestri e il suo capo era un marziano. Forse voleva proprio vedersi con Sara per ripetere quello che era successo al matrimonio dell'amico di Kara perché voleva essere capita. Il comandante delle Leggende poteva capirla e distrarla. Stava per prendere il telefono, quando una ragazza alta e con i capelli lunghi e castani la urtò. Quella era intenta a baciare un'altra tipa più bassa e bionda e, mentre esplorava con la lingua la bocca della biondina, la spinta che Alex aveva subito fece cadere il suo telefono nel bicchiere di birra di un vecchietto accanto a lei. Non ci poteva credere, quella giornata stava terminando in modo pessimo. Poteva già dire addio a tutti i dati che aveva sul suo telefono, che usava anche per il lavoro, e anche all'idea di chiamare la signorina Lance per una notte movimentata. Con tutta la calma che possedeva Alex prese il suo telefonino dalla pinta del suo vicino scusandosi e si girò verso le due ragazze che erano ancora intente a baciarsi. L'agente del DEO attirò l'attenzione della ragazza più alta picchiettando sulla sua spalla e quando si girò il suo volto assunse un'espressione sorpresa e agitata, come se fosse appena stata scoperta.

"Alex? Che ci fai qui?" 

Alex si aspettava di vedere qualsiasi persona in quel bar, ma non lei. Non c'erano motivi particolari, ma aveva sempre pensato che quella donna fosse troppo impegnata con il lavoro e con la sua vita per dedicarsi a delle relazioni, in più non pensava di vederla mentre baciava appassionatamente una ragazza. 

"Bevo per dimenticare questa giornata orribile. Tu usi le belle ragazze per eliminare lo stress?" La rossa era così ubriaca da non riuscire a dire una frase in modo corretto. 

"Sei troppo ubriaca, ti porto a casa." La donna si era già avvicinata ad Alex per aiutarla ad alzarsi.

"E tu sei gay o bisessuale. L'unica cosa che mi devi è un nuovo telefono e non un passaggio a casa" Non voleva essere così dura, ma non voleva muovere pena nei confronti di nessuno e non voleva essere aiutata. 

"Fatti portare a casa e domani ti comprerò un nuovo telefono." Alex allora si alzò e un po' barcollante si diresse verso la porta. La donna subito la seguì pronta a prenderla in caso di cadute. Dopo che la maggiore delle Danvers ebbe vomitato nel parcheggio e dopo che ebbe piagnucolato un po' perché voleva tornare a casa da sola e con la sua moto, le due donne salirono in macchina. Alex si mise a osservare la città, tutti ormai stavano dormendo o stavano tornando a casa. Le luci dei lampioni iniziarono a darle fastidio agli occhi, amava la sua città, ma allo stesso tempo la odiava. Era sempre così rumorosa e caotica: uno non poteva avere neanche pace di notte. Inoltre, con il lavoro che faceva doveva essere sempre pronta a correre per sventare qualche minaccia aliena o a fermare qualche pazzoide che si era impossessato di materiale alieno potenzialmente pericoloso. Una volante della polizia sfrecciò davanti a loro e lei non riuscì a non pensare a Maggie, magari c'era la sua ex là dentro e magari avrebbe rischiato la vita. E non c'era più Alex ad aiutarla dopo una giornata pesante, Alex si era privata di quello e probabilmente c'era già una nuova ragazza che aveva preso il suo posto. Al pensiero un piccolo singhiozzo le uscì dalle labbra.

"Hey, tutto bene? Se vuoi ti porto da tua sorella." La mano della donna che era accanto a lei si appoggiò sul ginocchio di Alex, come se fosse la cosa più naturale del mondo, come se quella mano era destinata a stare là. 

"Non portarmi da Kara, si preoccuperebbe troppo. Non portarmi neanche nel mio appartamento, da qualche mese è troppo vuoto e non voglio stare sola." Solo dopo aver pronunciato quelle parole Alex si rese conto di quella che aveva detto, non poteva approfittare della gentilezza di qualcuno. Stava per correggere le sue parole, ma l'altra voce la anticipò e propose di ospitarla da lei.

"Grazie, ma ne sei sicura? Se è un problema dimentica le mie parole e lasciami nel mio appartamento. Non vorrei crearti problemi poi domani." 

"Ne sono sicura e poi fino alle dieci di mattina avrò casa tutto per me, un po' di compagnia mi fa piacere." 

La rossa quindi si mise un po' più comoda sul sedile dell'auto e osservò il mutare del paesaggio fuori, si stavano allontanando dal centro della città. Lentamente i suoi occhi si chiusero e si addormentò. 

Una mano calda le stava accarezzando in modo delicato il viso, aprì lentamente gli occhi.

"Dormigliona, siamo arrivate." La ragazza come risposta si stiracchiò un po' e cercò di uscire dalla macchina e cadde a terra. 

"Mi gira la testa." Subito arrivò accanto a lei l'altra donna che senza sentire le lamentele di Alex la prese in braccio. 

"Non pensavo che tu avessi tutta questa forza per alzarmi…" Alex appoggiò la sua testa nell'incavo del collo della castana.

"Non sai tante cose di me, Alex." 

"So che vorrei baciarti, ma non lo farò perché la mia bocca al momento sa di scotch, alcol e fallimenti." Il corpo di Alex venne adagiato lentamente su un letto in una stanza arredata con un mobilio moderno. 

"Ora ti do qualche cosa con cui puoi dormire" La donna scomparve per qualche minuto lasciando l'altra su un letto a pensare a quello che stava facendo e tornò con in mano un pantaloncino nero e una felpa grigia dell'università di National City. 

"Sei fin troppo gentile e io non dovrei essere qui, non voglio approfittare della tua ospitalità e gentilezza…"

"Alex, non preoccuparti, mi fa piacere aiutarti e ho sempre voluto conoscerti meglio." La donna si sedette accanto a lei.

"Fidati che non vale la pena perdere tempo con me, ti ho rovinato anche l'appuntamento che avevi con quella donna." La rossa si lasciò cadere all'indietro.

"Non era un appuntamento, dovevo staccare la testa per un po', sono entrata in quel bar e quella ragazza ci stava provando con me, io ne ho approfittato."
"Quindi sei gay?" Alex guardò l'altra con una faccia incuriosita.

"Bisessuale."

Alex si avvicinò alla donna e la guardò negli occhi. Le loro facce erano a pochi centimetri di distanza, potevano sentire l'una i respiri dell'altra. Alex voleva baciarla, voleva farlo da quando, dopo la rottura con Maggie, aveva iniziato a passare del tempo con lei. Non ci pensò troppo e la baciò con il pensiero che tanto avrebbe potuto dare la colpa ai bicchieri che aveva bevuto. Le due si stavano baciando fino a quando il telefono della donna che era insieme ad Alex suonò. L'altra si staccò immediatamente e si allontanò. I pensieri negativi di Alex riempiono la sua mente. Cos'aveva fatto? L'aveva baciata da ubriaca e magari ora lei stava pensando che per l'agente del DEO non avesse significato nulla, che l'avesse baciata solo perché era ubriaca, che si sentisse sola e che volesse approfittare della situazione. Però, nessuna di quelle cose era vera, ad Alex quella donna interessava veramente e voleva conoscerla e vedere se poteva nascere qualcosa di più di una semplice amicizia. Dopo essersi maledetta mentalmente e aver tirato un pugno al cuscino che aveva affianco a lei, Alex si mise i vestiti che le erano stati portarti in precedenza e si risedette sul letto con la testa tra le mani.

"Quella felpa sta meglio a te che a me, sai?" Lei era appoggiata allo stipite della porta e le stava sorridendo.

"Uh, grazie. Ho pensato di mettermi un po' più comoda, ma se non mi vuoi qui chiamo un taxi e me ne vado. Mi vuoi qui? Va tutto bene? La telefonata era importante?" Alex iniziò a sommergere l'altra con delle domande.

"Wow, calma. Puoi stare qui e io ti voglio qui. Era una semplice telefonata di lavoro e sono riuscita a risolvere senza dover tornare in ufficio."
La padrona di casa si avvicinò al letto, prese un pantalone e una t-shirt da sotto il cuscino e si cambiò di fronte agli occhi di Alex. Quest'ultima cercava di non guardare in modo troppo insistente, quindi iniziò a giocare con le sue mani e ad osservare le sue dita. 

"Hai intenzione di metterti sotto queste coperte con me o vuoi fissarti le mani per tutta la notte?"

"Oh, scusa." 

Le due donne erano sdraiate accanto, una vicina all'altra. La luce venne spenta, il silenzio era fastidioso per Alex, doveva togliersi un dubbio. 

"Ti è piaciuto il bacio?" Si girò verso la faccia dell'altra ragazza anche se non poteva vedere la sua  espressione a causa del buio.

"Sì, ma vorrei riprovare nei prossimi giorni quando il tuo alito sarà un po' meno pesante. Ora dormiamo che è stata una giornata pesante per entrambe." Il braccio della donna circondò la vita di Alex.

"Notte, Sam!"

 
   
 
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