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Autore: Alchimista di Neve    28/06/2018    3 recensioni
Molto semplicemente, colonnello e tenente si sono sbarazzati per una sera dei propri gradi militari e sono usciti insieme a cena.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang | Coppie: Roy/Riza
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Riza era nervosa. Non era una novità per lei essere tesa come una corda di violino, ma questa volta era diverso: si sentiva disorientata, tremendamente fuori posto, e pensare che non aveva ancora varcato l’uscio di casa. Se ne stava seduta sul letto, con indosso un lungo abito nero a collo alto che le lasciava scoperte solo le braccia; in mano reggeva un paio di scarpe nere a tacco alto, e i capelli ancora umidi le ricadevano sulle spalle. Era avanti con i preparativi, poteva concedersi qualche minuto per pensare. Hayate dormiva nel suo lettino in un angolo dell’appartamento, gli unici rumori che le giungevano erano quelli del traffico serale di Central City.
Doveva uscire. Doveva uscire e non se la sentiva, le cicatrici sulla sua schiena e sul suo collo sembravano essere scoperte e ben visibili nonostante l’abito la coprisse esattamente nei punti più critici del suo corpo. Non se n’era mai curata, ma quella sera si sentiva diversa dal solito. Roy… il Colonnello sarebbe passato a prenderla di lì a poco, e sarebbero andati al ristorante insieme, per la prima volta in veste non ufficiale. Lui si era raccomandato che si vestisse elegantemente, e come se fosse stato un ordine lei aveva obbedito: ora che ci pensava era stata veramente una sciocca a prendere sul serio quel dongiovanni del Colonnello. Si schiaffò leggermente una mano sulla fronte, ridendo mentalmente di se stessa.
 
- Tenente, io e te dobbiamo uscire. –
- Signore? –
- Ho voglia di filet mignon e champagne. Ho recuperato la vista, non posso rischiare di perdere anche il gusto! –
- Provvedo a inserirlo in agenda… -
- No, no, niente agenda, Riza. –
Nel momento in cui l’aveva chiamata col suo nome di battesimo, il cuore le era rimbalzato in gola per poi risprofondare nello stomaco. Le aveva sfiorato la mano quando lei aveva fatto per prendere il diario degli appuntamenti, gliel’aveva stretta delicatamente e le aveva chiesto di uscire, non come colonnello e tenente, bensì come Roy e Riza.
 
Riza si stava distrattamente carezzando le mani dove ricordava di aver sentito il contatto del colonnello qualche giorno prima. Sentì un rintocco d’orologio: erano le sette e mezza, mancava mezz’ora all’appuntamento. Si alzò e andò a finire di prepararsi: volente o nolente ora era in ballo.
 
---
 
Roy era sotto casa di Riza dalle sette. La aspettava in macchina a motore spento, tamburellando le dita sul volante nell’impazienza di vederla. Sapeva che sarebbe arrivata puntuale come sempre, ma l’attesa era estenuante: voleva vedere il suo viso, sentire il suo profumo, ascoltare la sua voce. Più di ogni altra cosa, voleva passare con lei una serata da persone normali, fingendo di non avere sulla coscienza la sporcizia che purtroppo dovevano caricarsi ogni giorno e ogni notte.
Si ingobbì per appoggiarsi al volante ed emise un sospiro. Di donne quella macchina ne aveva caricate molte ma, nonostante le voci che giravano su di lui, poche erano state quelle che avevano raggiunto anche il suo letto. Magari Riza… no, no! Era il loro primo appuntamento, come poteva pensare di sedurla? Non che lui non lo desiderasse, anzi, ma affrettare così le cose in nome di un istinto non gli sembrava né appropriato né rispettoso nei confronti di lei. Sogghignò: in ogni caso, che speranze poteva avere con quel portento di donna che era la tenente? Se l’aveva invitata a uscire era solo per soddisfare un proprio capriccio, illudersi di poterla vedere al di fuori dell’ambiente militare, sognare di poter passare del tempo con lei senza che si dovessero guardare le spalle. Non che lui fosse tanto capace, ma lei, l’Occhio del Falco, vegliava costantemente su di lui.
 
- Metti qualcosa di elegante, d’accordo? –
- E lei si copra bene. Le previsioni mettono cielo coperto e temperature basse per venerdì sera. –
- Agli ordini! –
Mentre lei usciva dall’ufficio, lui la seguì con lo sguardo, non volendo perdersi nemmeno un frammento della sua immagine: pacata e al contempo intimidatoria, un’austerità raccolta come i suoi capelli. Poteva ancora sentire l’odore della polvere da sparo della sua pistola.
 
Si ritrovò presto un sorriso ebete in volto al pensiero di Riza, se qualcuno fosse passato di lì e l’avesse visto avrebbe quasi sicuramente chiamato la polizia. Roy tornò ad appoggiarsi contro lo schienale, sollevò il polsino della manica sinistra, avendo lasciato a casa il suo orologio da taschino, e guardò l’ora: le sette e mezza. Si ravviò i capelli, appoggiò le mani sul volante, e attese.







Angolo autrice: vi lascio qui una Royai piccina picciò. Dovrei studiare, ma le idee corrono e non le posso fermare; questa mi assillava da un po' di tempo, seguiranno altri due capitoli, se non uno solo.
   
 
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