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Autore: echelon1985    06/07/2009    5 recensioni
Gli esseri umani non sono fatti per cambiare le cose.
Le fasi si succedono e cambiano
Noi non possiamo fermarle
Possiamo solo vivere
Pairing improponibile XD Jeph Howard/Spencer Smith
Genere: Generale, Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Panic at the Disco, The Used
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La vita è fatta di una serie di fasi
Una moltitudine di fasi che per quanto ci appaiano confuse nel loro svolgimento,
si susseguono ordinatamente l’una dopo l’altra
E se non fossimo troppo impegnati a vivere,
se prestassimo una maggiore analitica attenzione, potremmo chiaramente svelarne la sequenza,
e magari cambiarla
Ma gli esseri umani non sono fatti per analizzare, ma solo per vivere



La fase più importante è quella del cambiamento

Jeph l’aveva sentita arrivare, ne aveva sentito l’odore,
come se il vento che soffiava da est l’avesse portato con sè
Era arrivata in un momento strano, nel quale la noia e la stanchezza
avevano reso il moro scontroso e irritabile
E quella strana sensazione l’aveva gelato, perché non sempre i cambiamenti
sono positivi, e portano con sé tutto un bagaglio di dubbi e scelte da prendere,
del quale Jeph avrebbe fatto volentieri a meno al momento, grazie tante.

Quindi quella mattina, quando era sceso dal bus, il bassista voleva solo il suo solito the,
e restarsene da solo con i suoi pensieri, anche se per la verità erano più imprecazioni che veri e propri pensieri.
La proposta per quel festival di un paio di settimane era arrivata all’improvviso,
tra capo e collo, quando Jeph si era già abituato all’idea di godersi un po’
di pace e di riposo, dopo un estenuante tour durato quasi un anno e mezzo
Ma non si rifiutano proposte del genere
Così aveva rifatto le valigie ed erano ripartiti

Quando erano arrivati alla location erano stati accolti dall’organizzatore,
con al seguito quattro ragazzini, che gli erano stati presentati poi come i
Panic at the disco
Ne aveva sentito parlare, anche se era quasi sicuro di non aver mai nemmeno
sentito una loro canzone.
Ora, Jeph non era certo il tipo della rock star stronza, che credeva  di essere migliore degli altri.
Era più che convinto che ci fosse posto per tutti
ma Cristo santo, erano dei ragazzini!

Quando erano ritornati al bus, quella cazzo di strana sensazione si era acutizzata,
tanto per migliorare ancora un po’ il suo già funereo umore
E a farle compagnia si era aggiunto anche qualcos’altro
Qualcosa che Jeph non capiva e non riusciva a spiegarsi
La sua mente aveva registrato qualcosa, una cosa che Jeph non riusciva a mettere a fuoco, e che lo inquietava

Dopo un giorno o due le cose cominciavano ad andare meglio.
Era stanco, si, ma alla fine amava il suo lavoro
Amava suonare e stare in tour, ed era fortunato a poterlo fare

Era mattina, e faceva caldo, ma nello spiazzo si vedeva già qualcuno,
venuto evidentemente ad accaparrarsi i posti migliori per guardare i propri
gruppi preferiti
Si era seduto su una cassa, col suo amato the verde,  accanto ad uno dei palchi che avrebbero dovuto accogliere le esibizioni dei vari artisti
I quattro ragazzini, perché così Jeph li chiamava nella sua testa,
stavano provando

Il cantante pareva vagamente esaltato, e sorrideva contento saltellando
da un lato all’altro del palco.
Aveva una bella voce, anche bella forte, Jeph non se lo sarebbe mai
aspettato, data l’apparenza
Alla sua destra il chitarrista.
Dio, era così piccolo e gracilino che Jeph pensava avrebbero dovuto
mettergli dei sassi nelle tasche, nel caso ci fosse stato vento
A sinistra del cantante c’era il bassista, un ragazzo con un leggero accenno di barba.
Sembrava più grande degli altri e aveva un’aria simpatica
In fondo al palco, dietro agli altri, c’era il batterista
Sembrava ancora più piccolo del chitarrista-bambino, se possibile.
Aveva un’espressione vagamente truce, o concentrata, Jeph non avrebbe saputo dirlo
 

Il bassista si era alzato, improvvisamente irritato da qualcosa, anche se non avrebbe saputo dire cosa fosse.




La seconda fase è la consapevolezza
.
Il momento in cui ti rendi conto che il cambiamento è arrivato, ed oramai
è piuttosto tardi per rimandarlo al mittente
E quelli che parlano del “lungo cammino verso la consapevolezza” sono veramente degli idioti
Per Jeph era arrivata improvvisa come un lampo di luce, come una specie
di flash chiarificatore
Se ne stava dietro al palco, aspettando che i quattro ragazzini finissero la loro
esibizione
Li aveva osservati scendere dal palco contenti per l’entusiasmo che il pubblico
aveva dimostrato loro
Lo avevano sorpassato una alla volta, in fila indiana
Ed eccolo lì, il lampo di luce
Il batterista chiudeva la fila, i capelli leggermente lunghi e sudati a coprirgli
un po’ gli occhi
Ancora manteneva quell’aria vagamente incazzosa, che Jeph pensava fosse
una specie di marchio di fabbrica, o cose così
E poi...
E poi aveva sorriso
E il suo viso aveva completamente cambiato espressione, facendolo
apparire ancora più piccolo
Sembrava quasi un bambino
Jeph si era reso conto di aver trattenuto il fiato solo quando lui era uscito
dal suo campo visivo, e l’aria aveva abbandonato i suoi polmoni tutta in una
volta
La parola “fottuto” era confusamente circolata nella sua testa.
Ma Jeph l’aveva ignorata ed ara passato oltre




La fase successiva è quella dell’ammissione, e dell’accettazione

Certo, ci sono modi e modi
Quello che il bassista aveva scelto non era certo dei più dignitosi, perché
al momento stava rumorosamente sbattendo la sua testa sul tavolino
della zona giorno del bus, peraltro aumentando il suo già presente mal di testa
Quinn l’aveva raggiunto, incuriosito e discretamente preoccupato
E Jeph aveva deciso di vuotare subito il sacco
Perché necessitava di un aiuto e di qualche buon consiglio
Il discorso in verità si era rivelato alquanto surreale, e non gli era stato di
grande aiuto
Ammettere con sé stessi di aver completamente perso la testa per
un ragazzino,che per inciso si è visto appena un paio di volte, non si era rivelata un’impresa semplice
Confessarlo ad uno dei suoi più cari amici si era dimostrato addirittura terribile
Con tanto di frasi del tipo “Ma sei impazzito? E’ poco più di un bambino!”
E con annesse visioni apocalittiche di lui in galera, di lui linciato dai fan del suddetto ragazzino, e via dicendo
Alla faccia pressoché disperata del bassista, Quinn aveva tentato di riacquistare un minimo di contegno


“Ma come cazzo è successo?”
“Ha sorriso”
“Tutto qui? ha sorriso?”
“Già. Ha sorriso. E io ho pensato che avrei ammazzato pur di avere quel sorriso per me, assurdo mh?”
“Si, e anche vagamente morboso”

A quel punto Jeph aveva mandato a fanculo Quinn e si era rintanato nelle cuccette
per sbattere in santa pace la testa contro il muro



Dopo l’accettazione c’era l’impotenza, o l’azione,  a seconda dei casi
Jeph era perfettamente conscio del fatto che non avrebbe dovuto
neppure avvicinarsi a lui
Ma Spencer continuava a sorridere, ogni tanto, regalando i suoi sorrisi
a chiunque non fosse lui, e Jeph si sentiva tremendamente geloso
Geloso del fatto che qualcuno potesse godersi i suoi sorrisi a qualsiasi ora del
giorno e della notte
Geloso che qualcuno potesse ascoltarlo ridere, vederlo stanco o eccitato, osservarlo dormire.
Così una sera, dopo l’ennesima esibizione, a Jeph era sembrato che le sue
gambe si muovessero da sole, guidate da un moto intrinseco
Si era avvicinato a Spencer, complimentandosi per lo show
perché nonostante la così giovane età quel ragazzino ha carisma mentre suona.
E’ ipnotico
E a quel punto Spencer aveva sorriso
Aveva sorriso
In quel modo assurdo che illuminava la sua faccia,
mandando a puttane per alcuni minuti il sistema nervoso centrale del bassista
E quando Jeph aveva deglutito a vuoto per un paio di volte, la parola “fottuto”
gli era sembrata a dir poco un eufemismo




Da quel momento in poi le cose erano velocemente precipitate
O si erano evolute, a seconda dei punti di vista.
E Jeph avrebbe potuto giurare che non c’era nessuna maligna
premeditazione nelle sue azioni
Era solo che quei ragazzini erano sempre là intorno
E non era lui che tentava di crearsi delle occasioni per entrare in contatto
O magari si
ma voleva solo osservarlo, ok? Tutto qui
Perché non riusciva a capacitarsi che qualcuno potesse sorridere
a quel modo
Non era certo colpa sua se quando questo succedeva il suo cervello
perdeva il 50 percento della sua funzionalità
Si sentiva un idiota, e un pervertito
E quando lo diceva a Quinn, l’amico non si affrettava certo a smentire quell’assioma



Spencer si era rivelato un tipo divertente, nonostante l’apparenza discretamente incazzosa
Certo, era grossomodo una della persone più stronze cha avesse mai
incontrato, secondo solo a Bert probabilmente.
Ma lo era in un modo così particolare da essere divertente.
Inoltre in quei giorni aveva scoperto molte piccole cose di lui
Era spiritoso, e curioso.
Beveva quintali di caffè e mangiava quantità industriali
di biscottini ripieni al limone
Ed era contento quando li mangiava, diventava dolce e sorridente
Come un bambino
Jeph non avrebbe potuto sentirsi più maniaco di così




Poi era arrivata la fase delle prime volte

La prima volta che avevano preso un caffè da soli, perché hey, stavano
andando entrambi allo starbucks, perché non andarci insieme?
La prima volta che Jeph non era riuscito a mordersi la lingua e la
frase “sei bello” era scivolata fuori dalla sua bocca facile come non mai
La prima volta che l’aveva baciato, guadagnandosi un paio di insulti,
che lui aveva ascoltato in silenzio, con la vaga sensazione di aver fatto una grossa cazzata
E quando il giorno dopo Jeph era ormai più che deciso a tornare alla sua vecchia attività,
consistente nel prendere a testate qualsiasi superficie rigida,
Spencer gli si era seduto accanto sulle scalette del bus
Erano rimasti in silenzio per dei minuti, finchè Jeph non si era deciso
a parlare
“Spence mi dispiace, sai, per il bacio. Ti ho confuso?”
“Si”
“Sei arrabbiato?”
“Non lo so, riprovaci”
Spencer aveva avvicinato il suo viso tipo, tanto
E Jeph aveva pensato che se doveva beccarsi qualche altro insulto, o magari
un pugno, era meglio farlo col sapore di Spencer sulla bocca
Così si era sporto, in quei pochi centimetri che li dividevano, e l’aveva baciato
Ancora
Gli occhi chiusi in attesa del pugno, che però non era arrivato



In compenso, in seguito, erano arrivate molte altre cose.
Spencer era diventato parte delle sue giornate in una maniera così semplice
e così veloce che Jeph aveva ancora delle difficoltà a capacitarsene
Se ne rendeva conto però
Quando i compagni di band di Spencer gli lanciavano quegli
sguardi eloquenti che dicevano “se gli fai del male ti uccido”
Quando tra i corridoi di un qualunque Wal-Mart il suo sguardo finiva
inspiegabilmente sugli scaffali dei dolciumi, e Jeph neanche la
mangiava, quella roba
Ma soprattutto gli era diventato chiaro quando quelle due settimane
erano finite
Tutti a casa
Lui a Los Angeles
Spencer a Las Vegas



Il bus dei Panic at the disco era già in attività quella mattina
Anche se era molto presto
Si potevano vedere le luci accese dall’esterno
Spencer gli aveva riferito che la loro partenza era stata fissata
quasi all’alba.
Las Vegas era più lontana di Los Angeles, da dove si trovavano
adesso, quindi avrebbero impiegato parecchie ore per tornare a casa.
Il bassista aveva bussato piano alla porta, con una scatola di tastykake al
limone e un caffè amaro, il preferito di Spencer
Jeph si era ritrovato a sorridere, tra sé e sé, pensando a come
il batterista avesse il coraggio di mangiare da solo almeno dieci scatole
di quei dolcetti, ma fosse assolutamente convinto che il caffè zuccherato è
“troppo dolce”
A turno, Jeph si era sorbito, da ciascuno degli amici del ragazzo, uno sguardo tra l’annoiato e il minaccioso
prima di potersi godere il sorriso di Spencer
Il ragazzo l’aveva seguito fuori
E si era esibito in un versetto molto simile alle fusa di un gatto, non appena
i suoi occhi avevano notato le delizie tra le mani dell’altro.
Jeph aveva sorriso porgendogliele, e Spencer aveva distrattamente
sfregato il naso contro il suo collo
Se il bassista avesse mai avuto dei dubbi sul fatto di provare qualcosa
per Spencer, in quel preciso istante si sarebbero decisamente dileguati
E non voleva salutarlo
Era troppo presto


Ma il bus era partito lo stesso, e Jeph era rimasto ad osservarlo allontanarsi
finchè non era sparito alla sua vista
Era ritornato al bus e si era preparato un the, aspettando che i suoi amici
si svegliassero per poter partire
Il primo a raggiungerlo nel piccolo cucinino era stato Quinn.
Si era preparato la sua dose mattutina di caffè ed aveva preso posto di fronte
al bassista

“Già sveglio e vestito?”
“Volevo salutare Spencer”
“E’ già partito?”
“Si”
“Stai bene?”


Jeph si era limitato a scrollare le spalle, perché davvero, non si sentiva in
grado di rispondere a quella domanda.
Non era ben sicuro di comprendere appieno il suo stesso stato d’animo
Si era detto che alla fine era meglio così, e che lontano dalla vista del
suo sorriso l’avrebbe dimenticato in fretta
Decisamente meglio così
Perché Spencer è piccolo, troppo piccolo, nonostante Jeph tenti di convincersi
del contrario

“Tra qualche giorno l’avrò dimenticato”
“Sei un idiota”
“Mmh?”
“Sei un idiota”
“Era chiaro anche la prima volta, perché, di grazia?”
“E’ un po’ tardi per questi discorsi del cazzo, non trovi?”
“Non riesco a seguirti”
“Hai perso la testa”
“Spencer è solo un ragazzino”
“Già, lo è. Eppure hai perso la testa, oramai il danno è fatto, piantala di fare
 l’eroe romantico e fa qualcosa”
“Ma non eri tu che dicevi che era un bambino e io un pervertito?”
“Dio, sei proprio un idiota”
“La pianti?”
“Ma chissenefrega, ha 18 anni”
“E io quasi 30”
 “Non è stupido Jeph, lascia decidere a Spencer se vai bene per lui oppure no”


Aveva riflettuto a lungo sulle parole di Quinn, giocherellando col sidekick, indeciso se chiamarlo o no.
Alla fine aveva optato per un messaggio. Era rimasto sul vago, chiedendogli
semplicemente come stesse andando il viaggio
La risposta di Spencer era arrivata quasi subito
“Il viaggio è ok. Ho appena battuto Ryan a Guitar Hero, è divertente farlo
 arrabbiare”

Jeph se l’era immaginato mentre rideva coi suoi amici, e fanculo l’eroe romantico.
Doveva decisamente fare qualcosa

Quella sera quando aveva finalmente messo piede in casa sua aveva alzato
il telefono ed aveva chiamato Spencer.
Non era ancora sicuro che fosse la cosa giusta, ma era decisamente l’unica cosa che avesse voglia di fare
L’apparecchio aveva suonato appena un paio di volte, prima di riempirsi
della voce del batterista
Avevano parlato almeno un paio d’ore, per la verità assolutamente di niente,prima di salutarsi ed andare a dormire
Ma era stato bello
La sera dopo quando il display del suo sidekick si era illuminato, mostrando il
nome di Spencer, si era ritrovato emozionato come un idiota
La trafila di telefonate era durata per dei giorni
Era carino.
Si chiamavano per raccontarsi quello che gli succedeva,
per chiedersi un parere su questa o quella cosa, a volte per nessun motivo
Per parlare e basta



Ed ad un certo punto era arrivata una nuova fase, nella quale Jeph si
era reso conto che non gli bastava più ascoltare la sua risata per telefono ed immaginarselo
Voleva vederlo
.
Ne aveva bisogno


“Spence”
“Mh?”
“Sai, pensavo di fare un giro a Las Vegas questo week-end”
“E’ una città piena di attrattive”
“Me ne viene in mente una sola”
“I casinò?”
“Tu”

Aveva percepito il sorriso di Spencer anche attraverso la cornetta del
telefono



Due giorni dopo era in viaggio verso Las Vegas
Aveva deciso di andare in macchina, cinque lunghe ore per costruirsi un
minimo di autocontrollo, un’ora di aereo non sarebbe bastata.
Appena arrivato in città aveva digitato sul GPS l’indirizzo che Spencer
gli aveva dato
Era bastato un attimo per individuare la sua casa, così semplice e
non eccessivamente grande, rispetto allo sfarzo, alle luci e al lusso che gli
erano scorsi davanti agli occhi mentre arrivava lì
Spencer aveva aperto la porta in pigiama, ad essere sinceri, un improponibile pigiama
Coi capelli arruffati e l’aria vagamente assonnata
Il pigiama è decisamente uno degli indumenti meno sexy che sia mai
stato creato, ma anche così Spencer gli sembrava bellissimo
Aveva sorriso non appena aveva riconosciuto Jeph
Ed il cuore del bassista aveva mancato un battito

“Non pensavo arrivassi così presto”
“Scusami, ti ho svegliato”

Spencer aveva sorriso
Ancora quel dannato sorriso, e l’aveva trascinato dentro

“Non importa, sono contento che tu sia qui”

Era arrossito subito dopo averlo detto, le sue guance si erano colorate
di un adorabile tonalità di rosa, e Jeph aveva detto addio all’autocontrollo
che aveva tentato di acquistare durante il viaggio


“Vuoi dormire ancora un pò?”

Spencer aveva annuito, e l’aveva nuovamente trascinato con sé.
La sua camera da letto era grande e ordinata.
Due grandi finestre occupavano quasi un’intera parete, rendendola
probabilmente molto luminosa, una volta aperte le tende.
Si erano stesi l’uno accanto all’altro e Spencer si era addormentato poco dopo
Jeph non era riuscito ad addormentarsi, o forse non voleva
Era rimasto solo a guardarlo, finchè non si era svegliato

Possibile che lo amasse già quel ragazzino incazzoso e stupendo?


L’aveva baciato delicatamente, solo poggiando le sue labbra sulle sue.
Spencer aveva dischiuso le labbra, chiedendo qualcosa di più,e Jeph
l’aveva accontentato più che volentieri
Aveva accarezzato la sua lingua col piercing e l’aveva sentito fremere, stringendosi maggiormente a lui
Il bassista non voleva fare niente di affrettato, non voleva spaventarlo
Ma l’ odore di Spencer era così invitante
Aveva introdotto la mano destra sotto la maglietta, sfiorandogli la schiena
con la punta delle dita
Il più piccolo si era inarcato verso quella carezza, cercando a sua volta
la pelle di Jeph
Le dita di Spencer erano fredde ed incerte, eppure lo stavano facendo
impazzire
L’aveva fatto stendere sopra di sé per poterlo toccare meglio
E per guardarlo

“Tu sei bellissimo”
“No, tu lo sei, io sono grassottello e pallido”
“Stronzate”

Gli aveva chiuso la bocca con un bacio, interrotto poi per sfilargli la
maglietta
Le mani di Spencer lo toccavano, curiose, coi palmi aperti, come se volessero
sporcarsi dell’inchiostro che ricopriva la pelle di Jeph
Quando si era avvicinato ai pantaloni però aveva tentennato

“Spence, forse dovremmo fermarci”
“Perché?”
“Perché non lo vuoi”
“Invece si, solo che...”
“Solo che?”
“Probabilmente non sarò all’altezza”


Aveva girato il capo, per sfuggire allo sguardo del bassista

“Mi fai impazzire se solo sei vicino, immagina che succederebbe se tu mi
 toccassi”
“Non sono capace, non l’ho mai fatto”
“E’ tutto ok Spence, ti insegno io”

Aveva preso le mani del più piccolo tra le sue e le aveva mosse su di sé, per
tranquillizzarlo.
E quando Spencer aveva iniziato a prendere l’iniziativa l’aveva lasciato fare,
spostando nuovamente le proprie mani su di lui e riprendendo a toccarlo
L’aveva spogliato ed il più piccolo aveva fatto lo stesso con lui
Poi Jeph l’aveva fatto stendere sotto di sé

Era stato sconvolgente fare l’amore con lui, sentirlo soffiare il suo nome,
percepire il suo corpo muoversi sotto di lui, contro di lui.
In quel preciso istante, steso accanto a Spencer dopo aver fatto l’amore
Jeph si era reso conto che non c’era modo di dimenticarlo
Che non l’avrebbe dimenticato mai quel ragazzino


Col passare del tempo Spencer era diventato parte integrante della sua vita

L’aveva visto diventare più grande, migliorare sempre di più alla batteria,
rilasciare interviste e ritirare premi
Sempre più bello, un tantino meno impacciato, sempre tendente all’acido
e con quel sorriso meraviglioso
Era stato con lui
Sempre




Le fasi della vita si succedono e cambiano
Non tutte sono belle, alcune fanno male

E nonostante Jeph pregasse ogni giorno che ciò non avvenisse, nel
profondo del suo cuore sapeva che sarebbe successo
Era arrivata anche per loro quella fase
Adesso gli anni di Spencer erano diventati 20
Era cresciuto, si. Ma restava pur sempre un ragazzino
Un ragazzino bellissimo, che aveva tante cose da conoscere, da fare, da provare
Quasi tutte cose che Jeph aveva già fatto
Non si può tornare indietro, non si può vivere due volte la stessa vita
Non era possibile, per quanto Jeph ci provasse con tutte le sue forze
Era stato devastante capire che ad un certo punto Spence sarebbe stato meglio senza di lui
Perché lui, al contrario, non sarebbe mai stato bene senza Spencer
Ma l’età che fino ad allora non era stata un problema adesso diventava
motivo di allontanamento
Stava bloccando la sua vita, e la propria
L’aveva osservato allontanarsi da lui piano, gradualmente
E sarebbe morto piuttosto che dirgli addio
Ma sapeva che sarebbe successo ugualmente
Lo sapevano entrambi
L’aveva lasciato andare, perché non poteva sopportare l’idea che trascinando
quella situazione in eterno Spence l’avrebbe odiato
Voleva che quello che c’era stato non fosse rovinato
L’aveva lasciato andare
Sapendo che non l’avrebbe mai dimenticato
L’aveva lasciato andare
Ed era come morto







Quella sera ai VMA avevano fatto le cose in grande, più del solito
Jeph se ne stava sul divano di casa sua
Osservava la scenografia colorata e luminosa del palco, il pavimento trasparente e lucido
gli artisti alternarsi sul palco tra esibizioni e premiazioni
Sentiva Quinn armeggiare con qualcosa in cucina, ma non riusciva a staccare
gli occhi dallo schermo

E poi eccolo, il premio per il video dell’anno
I Panic at the disco al completo
E Spencer, soprattutto Spencer
Capelli più corti e camicia bianca, il viso sicuro e la voce ferma e leggermente
bassa mentre rispondeva alle domande e ringraziava
Si era accorto della presenza di Quinn accanto a lui solo quando l’aveva sentito
parlare

“Perché lo stai guardando?”
“Volevo... volevo solo vedere quello che è diventato”
“Perché l’hai lasciato andare?”

Non era una domanda molto importante, adesso che oramai era passato del tempo
Il bassista non aveva risposto, mentre i Panic at the disco cominciavano la
loro esibizione sul palco
Osservava Spencer agitarsi, concentrato e bellissimo
Jeph lo osservava rapito, incapace di distogliere lo sguardo da lui
E non gli erano sfuggiti i sorrisi che regalava a Jon
Né aveva potuto fare a meno di notare il modo in cui Jon guardava Spencer
Lo conosceva bene
Era lo stesso modo in cui l’aveva sempre guardato Jeph
Il bassista provava un dolore lancinante, come se anche quel poco che restava
nel suo petto da quando Spence se n’era andato avesse completato il suo
lavoro, frantumandosi definitivamente
Qualcun altro si sarebbe preso cura di lui
Lui era già di qualcun altro
Lo sapeva
Jeph sarebbe rimasto sempre di Spencer invece
Sapeva anche questo


Quinn l’aveva osservato preoccupato
Il suo amico era diverso da quando Spencer non faceva più parte della sua vita
Il chitarrista non avrebbe saputo dire come, ma era cambiato
Qualcosa nel suo sguardo, nel suo modo di sorridere
Aveva ripetuto ancora una volta la domanda a cui poco prima non aveva ricevuto risposta
e Jeph aveva spostato per un momento l’attenzione sul suo amico, riportando
subito dopo il suo sguardo su Jon, e poi su Spencer


“Lui starà bene”
“E tu?”
“E’ solo una fase Quinn”




Gli esseri umani non sono fatti per cambiare le cose.
Le fasi si succedono e cambiano
Noi non possiamo fermarle
Possiamo solo vivere







Ok, non ho idea da dove venga questo delirio
Mi rendo conto che è un’idiozia, quindi sentitevi liberissimi di picchiarmi XD
E credetemi, mi rendo conto che è una coppia improponibile XD
Eppure, non lo so. Spencer è così awww
E Jeph è così “uomo”
Nella mia mente malata sembravano giusti insieme

   
 
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