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Autore: Kia_1981    28/06/2018    2 recensioni
Eloise ha l'impressione che Megan le stia nascondendo qualcosa. Impaziente di scoprire la ragione dello strano atteggiamento della sua amica, decide di seguirla, venendo così a conoscenza di un piccolo, piccolo segreto.
Questa storia è stata scritta come regalo di compleanno per la civile di lady Eloise. Come al solito contiene riferimenti ad alcune role del GdR " Il Presidio BF" e alle puntate precedenti di questa serie. Buona lettura!
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eloise Weiss, Jordan Vandemberg, Julian Lord, Megan Linnet
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'We're Simply Meant To Be'
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Trattenendo il respiro, Eloise si appiattì contro il muro: era già la terza volta che rischiava di essere scoperta e cominciava a nutrire seri dubbi sulle sue capacità di pedinamento. Forse avrebbe potuto chiedere consigli a qualcuno più esperto di lei: ne conosceva diversi di soggetti del genere, in fondo.
Attese immobile per un tempo che le sembrò ragionevole, infine si arrischiò a sbirciare dal suo nascondiglio.

Aveva terminato il turno insieme a Megan e aveva pensato di invitare l'amica alla Reggenza per poter parlare in tutta tranquillità: c'erano davvero molte domande che Eloise voleva farle, domande per cui, immaginava, non sarebbe stato facile ottenere risposte soddisfacenti. Voleva comunque fare un tentativo. Era da tempo che la sua migliore amica si comportava in modo strano: spesso e volentieri era più irritabile di quanto fosse mai stata e aveva smesso di confidarsi con lei. A volte Eloise aveva avuto addirittura la sensazione che Megan cercasse di evitarla, soprattutto da quando le aveva accennato al fatto che Julian avesse cominciato a interessarsi ad  un'altra donna.  La principessa, nonostante la reputazione del ragazzo, continuava a ritenerlo assurdo.
Purtroppo, uscite dall'Ospedale, non aveva fatto in tempo a proporre niente: lei era stata bloccata da una studentessa, Megan si era guardata intorno, all'esterno della Misericordia, come per cercare di individuare qualcuno. La sua espressione si era rabbuiata, aveva fermato la prima malcapitata matricola che le era capitata a tiro, affidandole la propria borsa, quindi si era allontanata a passo spedito.
 
Seguendo l'esempio dell'amica, anche Eloise aveva rifilato le proprie cose alla ragazza che l'aveva fermata, quindi si era lanciata all'inseguimento di Meg. La dottoressa aveva camminato a lungo e con andatura sostenuta, al punto che la principessa aveva cominciato a sentirsi con il fiato corto finchè, finalmente, sembrò essere giunta a destinazione.
 
Ferma davanti ai cancelli di un parco nel Borgo di Altieres, Megan aveva osservato circospetta i passanti, quindi si era decisa ad entrare. Eloise decise di aspettare ancora qualche secondo prima di seguire l'amica, sperando di non perderla di vista. Dopo aver varcato anche lei i cancelli, ebbe l'impressione che il suo timore si fosse realizzato: non c'era traccia di Megan, sembrava essere scomparsa. Eloise picchiò il piede a terra, indispettita. Forse prendere lezioni di pedinamento le sarebbe servito molto più di quanto pensasse.
 
Dal momento che stare ferma era del tutto inutile, Eloise si addentrò nel viale che si snodava nel parco: la passeggiata le sarebbe sembrata piacevole, se solo non fosse stata tanto impegnata a cercare la sua amica. Aveva quasideciso di arrendersi, quando un movimento furtivo, al di fuori del sentiero, attirò la sua attenzione. La principessa abbandonò il viale, addentrandosi tra i cespugli e gli alberi che lo costeggiavano. Si muoveva con cautela verso il proprio obiettivo, cercando di non rimanere impigliata in qualche ramo nè di inciampare in qualche infida radice, augurandosi di essere proprio sulle tracce di Megan.

"Maledizione!"
 
Sentire quell'imprecazione diede a Eloise la conferma di essere sulla buona strada: ormai non aveva più alcun dubbio. Si fermò dietro il tronco di un grosso albero, in paziente attesa.
 
"Dove sei? Si può sapere cosa diavolo stai facendo?"
 
Dal suo nascondiglio, la principessa cominciò a sudare freddo, per il timore di essere stata smascherata.
 
"Dovunque tu sia, vieni subito fuori!" 
 
Eloise rabbrividì involontariamente, sentendo quel tono perentorio. Sentiva Megan aggirarsi nervosa nella piccola radura in cui si era fermata. Di lì a poco l'avrebbe scoperta ed era più che probabile che le avrebbe rivolto una sfuriata per averla pedinata in quel modo. La giovane inspirò a fondo, preparandosi ad uscire dal suo nascondiglio. Forse poteva ancora tentare di scappare senza essere riconosciuta. Indecisa sul da farsi si bloccò nel momento in cui sentì la voce di Megan ancora più vicina.
 
"Insomma, Lord! Mi stai facendo perdere la pazienza!"
 
La dottoressa era davvero irritata e sembrava che a stento si trattenesse dall'alzare la voce. Ancora nascosta al sicuro, dietro il grosso tronco che le aveva fornito un riparo, Eloise si tappò la bocca con entrambe le mani, per evitare che lo stupore che l'aveva sopraffatta potesse tradire la sua presenza. Possibile che Megan avesse in programma un incontro segreto con Lord? Se qualcuno glielo avesse raccontato, l'avrebbe trovata una storia assurda, eppure era più che sicura di quello che aveva appena sentito.
 
"Lord, ti avverto: sto per andarmene, poi sarà peggio per te"
 
Megan era di nuovo troppo vicina, in più un leggero fruscio tra i cespugli vicini fece sobbalzare Eloise, che, credendosi di nuovo sul punto di essere scoperta, non riuscì a credere alla propria fortuna quando si rese conto che l'amica si stava allontanando.
 
"Lord! alla buon'ora! Si può sapere dove diavolo eri finito?"
 
La voce di Megan suonava stranamente dolce, nonostante il rimprovero contenuto nelle sue parole.
 
"Cominciavo a preoccuparmi, sai?"
 
Eloise era sempre più incredula: non aveva mai sentito la sua amica esprimersi in quel modo nè l'avrebbe mai creduta capace di farlo. Non con Lord, almeno!
Rimanendo appoggiata al tronco dell'albero, la principessa scivolò silenziosa fuori dal suo nascondiglio, osservando perplessa Megan che, in quel momento, le volgeva le spalle. Strano che non ci fosse traccia di Julian: che si fosse nascosto da qualche parte?
 
"Meg?"
 
Sorpresa da quel richiamo, la giovane si voltò di scatto con uno sguardo ostile che spinse Eloise ad indietreggiare rischiando di cadere malamente dopo aver inciampato nella radice ai suoi piedi. 
 
"Eloise!"
 
Dal tono di Megan era scomparsa ogni traccia della dolcezza di poco prima, ma alla principessa non era sfuggito il sorrisetto che per un istante aveva increspato le labbra dell'amica di fronte all'ennesimo spettacolo della sua maldestria. 
 
"Meg, dov'è Julian?", domandò Eloise, fingendo di non notare il disappunto dell'amica.
 
"E cosa vuoi che ne sappia, io?", replicò l'altra seccata. In quel momento Eloise notò che l'amica teneva qualcosa tra le braccia, un gattino dal pelo bianco e rossiccio, che balzò a terra per avvicinarsi incuriosito a lei. Si strusciò per un po' contro le sue gonne, ma quando la principessa si abbassò per accarezzarlo, quello sgusciò via per tornare a reclamare le attenzioni di Megan.
 
"Non sapevo che avessi un gatto", constatò Eloise. Avvicinandosi all'amica, allungò di nuovo la mano per tentare di accarezzare di nuovo il morbido cucciolo che stava beatamente facendo le fusa.
 
"Infatti non è mio", puntualizzò Megan, "è solo un orfano... voglio dire, un randagio"
 
Eloise valutò il gattino: sembrava davvero molto ben nutrito e curato per essere un randagio. Forse la sua amica non si limitava a qualche visita saltuaria. E poi, aveva forse detto "orfano"? 

"E tu ti occupi di lui?", indagò in tono casuale.

Megan le rivolse di nuovo uno sguardo ostile.

"Può darsi che qualche volta mi prenda cura di lui e gli porti da mangiare, come è capitato oggi. Ma questo non fa di lui il mio gatto!"

"Meg, gli hai dato un nome. Ora ti appartiene"

Il sorriso allusivo di Eloise non fece che irritare maggiormente la dottoressa.

"Sciocchezze! Non potevo certo chiamarlo Gatto! Mi sentirei stupida, senza contare che probabilmente accorrerebbero tutti i gatti dei dintorni"
 
"Sì, certo", replicò ironica Eloise, "Ti stai arrampicando sugli specchi, e lo sai. Chiamarlo Gatto ti farebbe sentire stupida mentre chiamarlo Lord no?"
 
"E va bene!", si arrese infine Megan. "L'ho chiamato così perchè, in fondo, credo che gli somigli"

La principesa inarcò le sopracciglia, un sorrisetto scettico stampato sulle labbra.

"Ma sì, guardalo!", insistette Megan, "Rossiccio, sempre affamato... e mi segue con insistenza dalla prima volta che l'ho incontrato"

La dottoressa sbuffò, guardò il cucciolo che teneva fra le braccia e lo accarezzò con tenerezza. La bestiola teneva gli occhi chiusi e faceva dondolare la coda, esprimendo il propio apprezzamento con un concerto di fusa alquanto rumorose.

"Lord mi sembrava un nome adatto", soggiunse a bassa voce, quasi stesse parlando tra sè.

"Di sicuro, se Lord fosse qui, darebbe qualsiasi cosa per essere al posto di quel gatto", sogghignò la principessa, guadagnandosi un'altra occhiataccia.

"Che sciocchezze!", sbottò Megan.

Si chinò per lasciare a terra il gattino che cominciò a seguirla non appena lei si avviò verso il sentiero principale del parco. Eloise si affrettò ad andarle dietro, la raggiunse e la prese sottobraccio, ben decisa a non lasciarsela sfuggire di nuovo.

"Megan", esordì premurosa, "Sei proprio sicura che non ci sia qualcosa di cui mi vorresti parlare?

L'interpellata appariva combattuta: Eloise cominciò a pensare che, con una piccola spinta, forse le difese dell'amica sarebbero cadute una volta per tutte. 

"Qualcosa ti turba, per caso? Ho notato che da qualche tempo, a volte, ti comporti in modo... strano"

Megan alzò le spalle.

"Se lo dici tu", si limitò a replicare, assorta in chissà quali altri pensieri.

"Tu e Lord", esordì Eloise in tono vagamente inquisitorio. Megan si irrigidì e la principessa comprese che le sue intuizioni potevano essere fondate, quindi decise di insistere.

"Andiamo, Meg! Sputa il rospo! Cosa sta succedendo tra voi due?"

Pensava che la sua domanda indiscreta avrebbe provocato una sfuriata plateale, invece Megan rimase in silenzio per un po'.

"Non so di cosa tu stia parlando, Eloise", si sforzò di replicare infine.

Quella reazione, così insolita per Megan davanti allo spinoso argomento dei suoi ammiratori, lasciò Eloise completamente spiazzata. Sentì il bisogno di un confronto tranquillo con la sua amica che, con ogni evidenza, doveva aver bisogno di confidarsi. La guidò verso una panchina. Non appena si furono accomodate, qualcosa schizzò fuori dai cespugli, spaventando la principessa.

"Dannazione, Lord!", sibilò contrariata, suscitando l'ilarità di Megan che, nel frattempo, aveva ripreso ad accarezzare il gattino, dopo che questi le era balzato agilmente in grembo.  

"Hai ragione, sai?", commentò ironica Eloise osservandola, "Somiglia davvero a Julian: è appiccicoso quanto lui!"

L'unica reazione che ottenne dall'amica fu una specie di sospiro rassegnato che la fece preoccupare.

"Sicura di sentirti bene, Meg?", domandò preoccupata.

"Sì, certo. Benissimo"

Quella conferma non risultò affatto convincente. Le parole di Megan erano state seguite da un silenzio un po' teso e sembrava non ci fosse la volontà di aggiungere altro. Poi la giovane sembrò ripensarci: aprì bocca e la richiuse per un paio di volte, alla fine si arrese, scuotendo la testa. Eloise non l'aveva mai vista tanto combattuta.

"Qualunque cosa mi dirai, ti giuro che rimarrà un segreto. Un nostro segreto", la spronò con enfasi.

"Mi prenderesti in giro per il resto della vita", replicò Megan con un sorriso tetro.

Eloise boccheggiò sorpresa e, muovendosi in maniera scomposta, rischiò perfino di cadere dalla panchina: la sua espressione si era di colpo illuminata davanti alla possibilità che i suoi sospetti fossero fondati.

"Non ti sarai per caso...", cominciò, ma venne immediatamente interrotta.

"No!" 

L'inaspettato grido della giovane aveva fatto sobbalzare perfino il gattino che le si era appisolato in grembo. Megan lo accarezzò per tenerlo buono.

"So cosa stavi per dire, ma ti assicuro che ti sbagli", si affrettò a spiegare, "Non è possibile. Non è da me. Non mi lascio distrarre da simili sciocchezze che potrebbero compromettere i miei risultati. O che mi costringerebbero a rivedere i miei progetti per il futuro"

Sembrava che la sua amica stesse cercando di convincere se stessa. Eloise non aveva intenzione di desistere, quindi tornò alla carica.

"Ti sei per caso inn..."

"Non dirlo!", sibilò Megan senza lasciarle finire la frase.

"Non è poi così terribile, sai?", le fece notare la principessa con una scrollata di spalle. 

"Ne sei sicura? Non è terribile non riuscire a più a concentrarsi? Non vederlo e domandarsi cosa stia facendo? Oppure vederlo e sperare che si avvicini per parlare, che mi rivolga un sorriso? O rigirarsi nel letto, la notte e immaginare come sarebbe se..."  

Rendendosi conto di essersi lasciata andare troppo, Megan si interruppe di colpo. Lanciò un'occhiata cauta all'amica, valutando la sua espressione che sembrava un misto di incredulità, comprensione e, in fondo, soddisfazione.

"Oh! Lascia perdere!", si arrese infine. Chi meglio di Eloise poteva capire cosa volesse dire tormentarsi in quel modo?

"Ma no, ti prego. Vai pure avanti", la incoraggiò la principessa, cercando inutilmente di restare seria.

"Sarei proprio curiosa di sapere quando e come è cominciata questa storia con Lord"

"Stai scherzando, vero?"

La fulminò Megan

"Chi ha mai parlato di Lord? Non c'è nessuna storia. Mi hai forse sentito fare il suo nome?"

Eloise non si scompose.

"Mi siete sembrati molto in confidenza, ultimamente. Devi aver passato molto tempo con lui"

"Per l'amor del Cielo, Eloise! Stai vaneggiando. L'unico Lord con cui passo molto tempo è questo qui!"

Megan sollevò di slancio il gattino, che miagolò la sua protesta per essere stato disturbato un'altra volta in un modo tanto brusco. 

"Andiamo, Meg!"

Eloise incrociò le braccia, intenzionata a non cedere.

"Giuro che non ti prenderò in giro. Si vede lontano un miglio che è successo qualcosa tra te e Julian. Non so nemmeno più da quanto tempo io abbia la sensazione che tu mi stia nascondendo qualcosa. Avanti", la spronò di nuovo, "Non mi accontenterò di una mezza verità, questa volta"

Si osservarono in silenzio, per un tempo che a Eloise parve interminabile. Megan stava valutando con attenzione le sue possibilità: era chiaro che l'amica si sarebbe dimostrata irremovibile, quindi decise di essere evasiva. Meno particolari avrebbe dato, meglio sarebbe riuscita a eludere domande troppo indiscrete.

"E va bene", si arrese infine con un sospiro rassegnato, "Una volta mi ha aiutata. Avevo... davvero, davvero bisogno di aiuto a causa di uno stupido fantasma che mi perseguitava. Non ho potuto fare altrimenti, purtroppo. Ad ogni modo, quello che mi è successo è stato anche a causa sua: sua e di quegli stupidi fiori che mi aveva mandato"

Eloise era rimasta insoddisfatta di quella spiegazione così sbrigativa: voleva più particolari e li avrebbe avuti. Non capiva i fiori si collegassero con le persecuzioni di un fantasma, tuttavia, sentendoli nominare, si illuminò.

"Come hai scoperto che è stato lui a mandarteli?"

L'altra scosse la testa, infastidita: avrebbe dovuto fare più attenzione, avrebbe dovuto omettere quel particolare, ma ormai il danno era fatto. L'importante era non fare cenno del ritratto che la raffigurava con quei particolari fiori tra i capelli, quello che aveva confermato i suoi vaghi sospetti.

"Non credo di ricordarlo", mentì decisa. "Tu, piuttosto, come lo sai? O meglio, da quanto lo sai?" 

"L'ho capito vedendo un suo disegno ", rispose, decidendo di ignorare la seconda domanda. "Sapevi che prende lezioni di disegno? Da una donna, credo".

Eloise si stava divertendo a stuzzicare Megan: era convinta che se fosse riuscita ad esasperarla abbastanza, sarebbe riuscita ad ottenere le risposte che voleva. L'amica scrolò le spalle.

"Ho visto un paio dei suoi scarabocchi", ammise con noncuranza.

"E chiamali scarabocchi!", esclamò Eloise. "A me sembravano dei bei lavori. E potrei scommettere che ti ha fatto anche qualche ritratto", soggiunse maliziosa.   

Di nuovo Megan scrollò le spalle.

"Come ho già avuto modo di dirti, Julian ha, finalmente, perso ogni interesse per me", ribattè sperando che non si notasse il suo disagio per la piega che aveva preso la conversazione.

"E come ho già avuto modo di dirti io, invece, sono sempre convinta che ti stia prendendo in giro. A parte questo, mi piacerebbe tanto sapere in che modo sia venuto fuori questo discorso tra voi due"

"A me invece piacerebbe tanto abbandonare questo discorso una volta per tutte!"

Megan si alzò sbuffando e, dopo aver messo a terra il gattino, si avviò per il sentiero che l'avrebbe portata fuori dal parco.
Temendo di lasciarsi sfuggire l'irripetibile occasione di soddisfare la sua curiosità, Eloise si affrettò di nuovo dietro l'amica, osservandola in silenzio mentre tormentava, come ogni volta in cui era pensierosa, il fiocco di neve che portava perennemente al collo.

"Dunque, diciamo che hai cominciato a nutrire un interesse nei confronti di qualcuno"

Eloise provò a riportare la discussione al punto in cui era prima che venisse fatto il nome di Julian. Megan alzò gli occhi al cielo.

"Qualcuno che non è Lord", puntualizzò seccata.

"E va bene", acconsentì la principessa, intimamente divertita da quel comportamento. 

L'altra annuì soddisfatta. Non era sicura di volersi confidare, ma aveva la certezza che Eloise non le avrebbe dato tregua finchè non fosse riuscita a strapparle qualche brandello di ammissione in più.
 
"Sono confusa, Eloise. Forse lui... questo giovane, potrebbe interessarmi, ma sono sicura che non sarei ricambiata. Quindi la soluzione migliore, la più ragionevole, sarebbe metterci una pietra sopra e smettere di pensarci"
 
Eloise ripensò alle impressioni che le aveva trasmesso Megan quel pomeriggio: le era sembrata a tratti abbattuta, delusa, nervosa... di sicuro era impaziente di svignarsela, ma lei non glielo avrebbe permesso.
 
"Non capisco come tu possa essere tanto sicura che non possa avere qualche interesse per te", commentò, più che convinta che stessero parlando di Lord, nonostante Megan continuasse a negarlo. Continuavano a camminare lentamente, con il gattino che le seguiva da vicino, cercando di attirare l'attenzione di Megan e facendo crescere il timore di Eloise di inciampare in quella palla di pelo e cadere malamente.
 
"Lo so perchè me l'ha detto lui!", fu la risposta venata di frustrazione.
 
La principessa, in quel momento, si sentì assolutamente certa delle sue supposizioni.
 
"Vuoi dire che gliel'hai chiesto?"
 
Il cenno affermativo di Megan fece vacillare la convinzione di Eloise: le era davvero difficile immaginare la sua amica che affrontava un simile argomento con Julian.
 
"E in che occasione sarebbe successo?"
 
"Dannazione, Eloise!", sbottò esasperata la dottoressa. "Sei un'impicciona, lo sai?"
 
La principessa sogghignò, senza aggiungere una parola. 
 
"Stavo male, avevo la febbre e probabilmente stavo delirando. Ecco perchè è successo"
 
Quello che venne fuori poi, la lasciò sbalordita al punto da farle dubitare delle proprie orecchie.
 
"Per caso ci siamo trovati insieme e poi... anzi, sai una cosa? Di sicuro stavo delirando, perchè, se fossi stata in me, non sarei mai finita a dividere il letto con lui o a fare questo genere di discorsi!"
 
Alle ammissioni di Megan, fatte quasi senza prendere fiato, seguì un'audace imprecazione di Eloise che, per lo stupore, era riuscita ad inciampare nel gatto, facendolo fuggire con un miagolio disperato. Dopo essersi miracolosamente salvata da una rovinosa caduta, la giovane si era parata davanti all'amica, bloccandole la strada.
 
"Aspetta un istante: sei andata a letto con Lo... con qualcuno e non me ne hai nemmeno parlato? Come hai potuto?", domandò incredula.
 
Megan incrociò le braccia, fronteggiando ostile l'amica.
 
"Mi sono accorta che stavi per dire a letto con Lord! Sbaglio o avevamo stabilito che non stiamo parlando di lui?"
 
Eloise era interdetta: doveva essersi davvero ingannata perchè, se Julian fosse stato a letto con Megan, tutta la città l'avrebbe saputo nel giro di poche ore dal fatto. Le sembrava impossibile che lui non ne avesse fatto parola nemmeno con Jordan, il suo migliore amico; o che non avesse colto l'occasione per vantarsi almeno un po'.
 
"Va bene, va bene! Come ti pare! E scusa se sono sconvolta: ho appena scoperto che la mia migliore amica, senza neppure essere fidanzata, è stata a letto con un uomo e non me ne ha nemmeno parlato!"
 
"Andiamo, Elo! Non farla tanto lunga", la zittì Megan con un sorriso caustico, "dubito che tu sia arrivata illibata al matrimonio. Ad ogni modo non c'era proprio niente da raccontare perchè non è successo nulla di quello a cui stai sicuramente pensando, maliziosa che non sei altro!"
 
Eloise decise di ignorare la provocazione dell'amica e la prese di nuovo sottobraccio, avvicinandosi per parlarle sottovoce, visto l'argomento delicato.
 
"Hai detto che sei stata a letto con un uomo, Meg! Quando è successo? E perchè è successo, soprattutto?"
 
L'interpellata sembrava non darle nemmeno retta e continuava a guardarsi in giro sempre più inquieta.      
 
"Dov'è Lord?", domandò contrariata.
 
"Come faccio a saperlo?", replicò Eloise perplessa. Le ci volle un momento per realizzare a quale Lord si stesse riferendo Megan.
 
"Lord? Dove diavolo sei finito stavolta?"
 
La principessa si passò una mano sul volto, sicura che quella fosse una scusa buona come un'altra per sviare la conversazione.
 
"Hai detto che è un randagio, Meg. Sii ragionevole. Va e viene come gli pare, tornerà di sicuro da te, prima o poi, se è abituato a fare così. Trovo insensato affannarsi come stai facendo adesso"
 
"Forse hai ragione. Lui è libero di fare quello che vuole. Non è mio"
 
Il dubbio che l'amica non si stesse riferendo solo al gatto fuggitivo si insinuò subito nella mente della principessa. 
 
"Sai, forse stai passando troppo tempo sui libri, ultimamente . Dovresti provare a svagarti un po'"
 
Megan levò teatralmente gli occhi al cielo, dimostrando quanto avesse intenzione di tenere in considerazione quel parere non richiesto. Eloise provò a provocarla di nuovo.
 
"Per esempio, un incontro tra le lenzuola è molto rilassante. Potresti irretire quel tuo uomo misterioso e magari fargli cambiare idea su di te"
 
"Ho detto che eravamo in un letto insieme. Non ho mai detto che sia successo quello che tu stai dando per scontato", sibilò Megan ormai a corto di pazienza.
 
"Non ha senso, Meg! Non puoi essere stata a letto con un uomo senza fare... altro! Non è possibile! A meno che..."
 
Prima che Eloise si lanciasse in elucubrazioni azzardate, la giovane la zittì.
 
"E va bene, se proprio insisti. Abbiamo parlato a lungo. Poi ci siamo addormentati"
 
Megan si era resa conto che Eloise pendeva letteralmente dalle sue labbra, avida di qualunque brandello di informazione decidesse di darle. Pensò che prenderla un po' in giro e tenerla sulle spine sarebbe stato un giusto contrappasso per averla tenuta sulla graticola fino a quel momento.
 
"Sei impossibile!", protestò la principessa, impaziente di scoprire di più. "Almeno lui è bello?"
 
"Credo che alcune donne lo considerino attraente", rispose con noncuranza.
 
"E perchè stavate a letto insieme?", incalzò ancora la principessa. 
 
"Perchè c'era un solo letto a disposizione ed era una situazione d'emergenza"
 
"Mi stai facendo venire il mal di testa", sospirò Eloise frustrata, massaggiandosi le tempie con gli occhi chiusi, senza accorgersi del sorriso diabolico che si era disegnato sulle labbra di Megan.
 
"Sai, in realtà devo confessarti che non abbiamo solo parlato e dormito", ammise a bassa voce, in tono cospiratorio, suscitando l'immediato risvegliarsi dell'interesse dell'altra. 
 
"Mi ha tenuta per tutto il tempo stretta fra le sue braccia, parlando a bassa voce. Le sue labbra mi sfioravano la pelle. Diceva che non gli interessavo, ma ti assicuro che una certa parte di lui era in disaccordo. Poi, mentre ero sul punto di addormentarmi, ha cominciato a baciarmi sul collo e..."
 
"Basta così!", esplose Eloise, contrariata. Megan era scoppiata a ridere.
 
"Ti stai prendendo gioco di me! Te lo stai inventando!"
 
"Ovvio", ammise candidamente l'amica, "Fai domande indiscrete, quindi non aspettarti risposte sincere"
 
"Volevo solo che ti confidassi. Sembravi averne un gran bisogno", replicò Eloise piccata.
"Ma se non vuoi parlare, non importa. Non era necessario che mi rispondessi in quel modo"
 
Megan la studiò per un momento. Non poteva essersi offesa per davvero, ma poteva benissimo sbagliarsi. 
 
"Hai ragione, Eloise. Perdonami. Non avrei dovuto comportarmi così, ma in questo momento non sono pronta a confidarmi. Però ti prometto che, appena sentirò il bisogno di farlo, sarai la prima che verrò a cercare"
 
"E va bene", si arrese finalmente la principessa.
 
"Adesso devi aiutarmi a trovare Lord, prima che gli succeda qualcosa"
 
Impaziente di cominciare la ricerca, Megan si voltò di scatto, rischiando di andare a sbattere contro qualcuno che era sopraggiunto proprio in quel momento. Le due ragazze erano talmente assorte nella loro conversazione che non si erano accorte di non essere più sole.
 
"Parli del diavolo...", sogghignò la principessa, mentre osservava divertita la scena di fronte a sè: Megan si era trovata faccia a faccia proprio con Julian e la sua reazione era stata sorprendente. Nessuna ostilità, nemmeno la consueta indifferenza; sembrava, anzi, che stesse trattenendo il respiro.
Dal canto suo, Julian sembrava assolutamente in estasi. Aveva qualcosa tra le mani: qualcosa di piccolo, morbido e miagolante. Alle sue spalle, Jordan rideva divertito.
 
"Buon pomeriggio, signore", le salutò educato il giovane principe. "Vi siete appena perse uno spettacolo esilarante"
 
"Certo. Come no!", borbottò Julian contrariato.
 
"Avrei voluto vedere te, se fossi stato aggredito a tradimento da una creatura del Presidio come questa"
 
Il cavaliere tese davanti a sè il gattino, guardandolo con diffidenza.  La bestiola cominciò ad agitarsi, cercando di graffiare Lord per potersi liberare e fuggire. Megan approfittò di quel momento per riprendersi il cucciolo che tornò docile e tranquillo tra le sue braccia. 
 
L'espressione di Julian, mentre li osservava, sembrava un malcelato misto di desiderio e invidia.
 
"Povero Lord!", esclamò Megan con dolcezza. 
 
"Ti ha spaventato?"
 
Jordan spalancò comicamente la bocca, mentre Julian boccheggiò sconvolto.
 
"Figuriamoci!", esalò tentando di assumere un tono baldanzoso.
 
"Guarda che sta parlando con il suo gatto!"
 
Eloise rideva talmente tanto che aveva le lacrime agli occhi e Jordan si unì a lei dopo aver tirato una pacca sulla spalla a Julian che appariva incredulo e imbarazzato.
 
"Non so se essere offeso o lusingato per il fatto che questo piccolo demonio porti il mio nome"
 
"Falla finita", lo zittì Megan.
"Ti ha graffiato? Perchè se l'ha fatto è meglio che tu vada subito a farti ripulire e disinfettare la ferita", comunicò in tono professionale.
 
"No. Nè graffi nè morsi. Si è limitato a piombarmi addosso da chissà dove per poi infilarsi nella mia giacca"
 
Sembrava piuttosto seccato, ma non appena Megan cominciò a ridere, la sua espressione si addolcì. Eloise non potè fare a meno di notarlo e fu sufficiente a convincerla che i sentimenti di Julian nei confronti della sua amica non potevano essere cambiati. Decise che ne avrebbe parlato con Jordan: forse Lord non era stato reticente quanto Megan.
 
"Ad ogni modo l'hai spaventato", stava dicendo Megan, di nuovo seria.

"E spero davvero che tu non gli abbia fatto male. Povero Lord, è così piccolo!"
 
"Di sicuro non è indifeso: quando ho cercato di scrollarmelo di dosso, mi ha artigliato la schiena"
 
"Scrollarlo?", inorridì Megan. "Sei forse impazzito? E se per colpa tua fosse finito schiacciato da una carrozza o da un cavallo?"
 
Julian si passò una mano sul volto.
 
"Lord, se dici che il gatto ti ha artigliato la schiena, forse sarebbe davvero il caso che ti vada a far controllare", s'intromise Eloise.
 
"Steph è di turno, scommetto che sarebbe più che felice di occuparsi delle tue ferite"
 
"Ora sto benissimo. Se finissi tra le mani di Eldridge non sono sicuro che potrei dire lo stesso, visto che mi guarda sempre come se volesse sezionarmi"
 
A quelle parole, perfino il sorriso di Jordan divenne un po' forzato ed Eloise era ben consapevole di aver provato la stessa sensazione in più di un'occasione.
 
"Ad ogni modo, Onorabile Megan, se sei... se siete tanto preoccupata che a questo piccolo mostro possa succedere qualcosa, fareste meglio ad affidarlo a qualcuno che si occupi di lui"
 
"Giusto", assentì Jordan tenendo a freno l'ilarità.
 
"Forse potrebbe tenerlo quella zia di Soph che adora gli animali. Se non ricordo male la sua villa è poco lontana da qui"
 
"E va bene", acconsentì Megan, "Immagino sia la soluzione migliore. Mi puoi accompagnare, Julian?"
 
Il giovane sembrava non aspettare altro, ma cercò di nascondere la sua soddisfazione. Si congedò con un inchino, affrettandosi a seguire la dottoressa che si era già avviata verso i cancelli del parco.
 
"Jules!", chiamò Eloise.
 
"Fossi in te, la smetterei di insultare quel povero gatto: Meg è convinta che ti somigli"
 
Il ragazzo aprì le braccia in segno di resa, si esibì in un ultimo cenno di commiato e si affrettò a raggiungere Megan, senza dare peso alle risate del suo migliore amico.         
   
 
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