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Autore: Rei Murai    30/06/2018    2 recensioni
«Tutto questo è ridicolo! Stiamo davvero pensando di dare il comando ad uno che di politica non ci capisce un cazzo?».
«Meglio uno che non capisce e può imparare, invece di far vincere qualcuno che occupa quel posto da anni e continua a spingere sull’invasione di Suna!».
[TobiIzu]
Genere: Comico, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Izuna Uchiha, Tobirama Senju
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Non ho mai scritto una TobiIzu.
Ultimamente sto scrivendo solo cose che non ho mai scritto, coppie che non ho mai toccato, soprattutto personaggi che nemmeno conosco XD
Sta di fatto che, quando ho chiesto, mi è stato risposto un: “Tobirama e Izuna sono due Salvini, solo che uno dei due è anche intelligente”.
Così, spinta dalle puttanate che si dicono quando sei con gli amici, è uscita *questa* cosa.
Auguri Hyuodox!
Sperano che ti piaccia >___<
 
 
 
Come vincere una campagna elettorale
 
 
Rivali
 
«Tocca a te occupartene questa volta».
Izuna aveva alzato lo sguardo dai fogli che teneva in mano e, in fine, aveva sospirato.
«Devo proprio?» aveva chiesto, evitando lo sguardo delle persone che lo stavano accerchiando.
«Il loro lato ha proposto Tobirama» gli era stato risposto e i suoi occhi si erano accesi di divertimento.
Forse quelle elezioni sarebbero state spassose.
 
 
Volantini
 
Tobirama aveva alzato lo sguardo mentre veniva investito da una scarica di carta con la faccia del suo avversario. Dall’alto del tetto Izuna lo osservava ghignando mentre teneva tra le mani un secchio carico di volantini.
 
 
Promesse
 
«Quest’anno, il mio obbiettivo e rendere tutto più piacevole. Voglio che possiate sentirvi protetti e sicuri. Vi prometto che porterò a termine tutte le vostre richieste, anche quelle inespresse: perché so cosa volete e so come soddisfarvi! Sarà un anno innovativo dove mi obbligherò, fin dal principio, di occuparmi, prima di tutto, dell’eliminazione di certi scarafaggi! Potrete stare tranquilli! Io, Tobirama Senju, mi impegnerò ancora una volta a tenere questo posto in ordine e pulito!».
Izuna lo aveva osservato, aveva battuto le mani e aveva scosso il capo: il resto dei partecipanti si era disperso all’inizio di quel lungo e palloso discorso.
 
 
Programmi
 
«E i tuoi obbiettivi quali sarebbero?» Tobirama lo aveva squadrato infastidito, poggiato con le spalle al palco posto al centro del piazzale.
Izuna ci aveva pensato, si era lisciato il lungo codino nero assottigliando lo sguardo, poi aveva alzato le spalle incurante.
«Io non mi metterò a fare grandi promesse o programmi arzigogolati: mi limiterò ad impegnarmi a non farti vincere»
 
 
Scontro
 
«Tutto questo è ridicolo! Stiamo davvero pensando di dare il comando ad uno che di politica non ci capisce un cazzo?».
«Meglio uno che non capisce e può imparare, invece di far vincere qualcuno che occupa quel posto da anni e continua a spingere sull’invasione di Suna!».
Tobirama si era voltato furibondo.
«Quelli di Suna arrivano ogni anno, occupano i nostri letti e mangiano alle nostre mense! Scusami se mi preoccupo di questo!».
«E mentre tu ti preoccupi di questo, chi si preoccupa dei nostri alleati? Chi prende a carico le richieste dei nostri compagni? Chi rende Konoha un posto migliore?».
«Senza quelli di Suna sarebbe un posto migliore a prescindere!».
Izuna lo schernì incrociando le braccia al petto. Il respiro di Tobirama accelerò mentre reprimeva la voglia di riempirlo di pugni.
«Voglio dire: vogliamo davvero mettere lui al comando?».
 
 
Elettori
 
Da quando quello scontro era iniziato, il clima di tensione era velocemente salito.
La gente bisbigliava ogni volta che uno dei due avversari gli passava davanti, confusa su quale fosse il male minore. Izuna era giovane, pieno di idee innovative e aperto all’integrazione ma inesperto.
Per contro Tobirama continuava a riproporre sempre lo stesso programma da troppi anni e spingeva su ciò di cui pensavano di avere bisogno.
Il suo slogan: “fuori Suna dalle nostre vite” era accattivante.
Lo slogan di Izuna: “Fuori Tobirama, punto”, era certamente più divertente.
 
 
Ruspe
 

Izuna sedeva davanti al televisore, sorseggiando una tazza di tea.
Madara, accanto a lui, era intento a leggere il giornale bisbigliando di tanto in tanto cose senza senso.
«Sembri un vecchio» aveva rimproverato il fratello, scuotendo il capo.
«E così, Tobirama Senju ha chiuso il suo ennesimo discorso, davanti al giornale e ai pochi elettori che si sono presentati al suo comizio»
Si voltò di nuovo, alzando il volume e aspettandosi chissà quale nuovo attacco ai suoi danni:
«Come manderò via quelli di Suna? È semplice! Mio fratello Hashirama mi ha procurato una decina di Ruspe! Ci sederemo su di esse e li investiremo! Sono insetti e al pari di essi vanno schiacciati!».
 
 
Alleati
 
«Io non voglio che vinci ma dobbiamo collaborare!»
Izuna si era voltato di scatto, spaventato dalla voce cadaverica fin troppo vicina.
Tobirama lo osservava schifato, le braccia conserte e i capelli scomposti; sembrava non aver dormito e pensanti occhiaie nere gli cerchiavano gli occhi, manco fosse improvvisamente diventato un Uchiha.
«A cosa devo questo cambio di direttive?» si era permesso di chiedere, sturandosi l’orecchio destro.
«Un terzo candidato si è presentato alle elezioni. Lo infanghiamo di merda, attiriamo i voti dei suoi elettori e dopo di che torniamo a farci guerra tra di noi».
Uchiha aveva soppesato le sue parole, prima di scuotere il capo.
«No grazie».
«Cosa vuol dire “no grazie”?».
«Quello che ho detto: non mi piacciono i tuoi modi e non voglio allearmi con te».
Tobirama lo aveva fulminato con lo sguardo, poi aveva fatto un passo indietro sbuffando.
«Questo è tipico di voi Uchiha».
«Cosa vorresti dire?» punto sul vivo, si era sporto in avanti, intenzionato a spaccargli la faccia a pugni.
«Quello che ho detto – ribatté scimmiottandolo, prima di sorridere vittorioso – Hai paura di allearti con me. Sai che se mai dovessi vincere la gente sospetterebbe di una nostra collaborazione».
Uchiha si era morso il labbro inferiore prima di schernirlo.
«Nessuno crederebbe mai ad una nostra alleanza».
«Allora non c’è bisogno che nessuno lo sappia».
 
 
Lavoro di squadra
 
Izuna continuava a controllare compulsivamente sia a destra che a sinistra mentre Tobirama lavorava velocemente al computer.
«Sabotare l’avversario è la prima cosa da fare» gli aveva detto Senju quella sera, presentandosi di nascosto nella sua camera.
«L’hai fatto anche con me?» gli aveva chiesto Izuna, dubbioso. L’altro aveva scosso il capo e lo aveva squadrato con un moto di schifo negli occhi.
«Non c’è bisogno: ti saboti da solo».
Vorrei prenderlo a pugni aveva pensato Uchiha, notando solo successivamente la luce accesa in fondo al corridoio.
«Arriva qualcuno».
«Ho quasi fatto» Tobirama batteva sui tasti come un ossesso, senza guardarlo.
«Si avvicina» Izuna aveva chiuso la porta, girando la chiave nella toppa. Sperava che, chiunque fosse, non si dirigesse verso di loro.
«Ho fatto. Sta salvando sulla chiavetta. Hai una stampante?».
«No» Izuna si era abbassato fino a terra, in modo da non essere visto oltre il vetro.
«Sei inutile» Tobirama aveva sospirato e aveva spento il pc prima di accucciarsi accanto a lui.
 
La mattina dopo Konoha era tappezzata di manifesti dove il loro avversario era ritratto a bere birra in un bar.
Vogliamo davvero affidarci ad un alcolizzato? Tobirama aveva scritto sotto, con un sorriso soddisfatto.
 
 
Tensione
 
Izuna respirava ed espirava lentamente, contando fino a dieci.
Davanti a lui, Tobirama faceva lo stesso, anche se in modo meno vistoso.
Il consiglio stava decidendo se era il caso o meno di far ritirare il terzo avversario, dopo il loro piccolo scherzo, ma la cosa che li preoccupava di più era che qualcuno potesse averli scoperti.
«Smettila, darai nell’occhio a quel modo» lo aveva rimbottato Senju, tirando una gomitata al suo sterno.
«Lo stai facendo anche tu!» aveva risposto sotto voce, torcendosi le mani.
L’attesa era snervante e l’altro non era certo capace di farlo calmare.
Quando la porta si aprì, facendo uscire il loro avversario, scattarono entrambi in piedi.
Il capo del consiglio uscì dietro di lui, li squadrò per un istante e poi si congedò con un cenno del capo.
«Siamo gli unici due concorrenti in lizza» Tobirama si era voltato, quando tutti erano usciti, prendendo istintivamente le mani tra le sue. Izuna aveva osservato le mani dell’altro poi le aveva scostate, facendo un passo indietro.
«Si, ma non fartelo venire duro ora. La nostra collaborazione finisce qui».
«Potremmo davvero funzionare assieme, Uchiha».
Quelle parole l’avevano fatto arrossire prima di gettarlo in un baratro di disperazione: allearsi davvero? Loro due? No, non avrebbe mai funzionato.
«Ci vediamo il giorno delle votazioni» l’aveva oltrepassato, dirigendosi alla porta.
«Sei un codardo! Perderai di sicuro!» gli aveva urlato contro Tobirama intanto che la porta si chiudeva alle sue spalle.
 
 
Voti
 
Tobirama osservava Kaguya mentre separava i foglietti bianchi che riportavano il suo nome da quelli che riportavano quello di Izuna.
Seduto accanto a lui, il giovane Uchiha si mordicchiava la pelle del pollice destro, tenendo gli occhi sul movimento meccanico delle mani curate della donna.
«Chi pensi abbia vinto?» si era chinato in avanti, gomiti poggiati alle ginocchia.
Izuna aveva scosso il capo, teso come una corda di violino.
 
 
Vittoria
 
L’intero corpo studentesco si era avvicinato per la premiazione di quelle elezioni; Tobirama strinse la cravatta attorno al collo e si osservò allo specchio, ripetendo sotto voce, più volte, il discorso che avrebbe fatto.
Era stato un lungo e lento mese, una guerra estenuante, ma era certo che sarebbe salito su quel palco, che le telecamere l’avrebbero ripreso e che lui solo avrebbe avuto il giusto riconoscimento.
La preside sembrava non voler più smettere di parlare.
«E ora passiamo alle votazioni per il nuovo rappresentate di istituto della scuola superiore di Konoha. I candidati si avvicinino per favore».
Respirò a fondo e si avviò verso la scalinata, salvo poi fermarsi prima di salire il primo gradino.
Uchiha gli si piazzò accanto, si fece indietro e lo lasciò salire per primo – per pura cortesia mica per altri scopi!
Sedette al proprio posto e poggiò le mani sulle ginocchia pensando a quello che avrebbe fatto da quel momento in poi; niente più scuole abusive ad occupare i loro dormitori, niente più elementi molesti per i corridoi, niente spaccio di droga sul tetto. Avrebbe avuto la sua scuola pulita e – come pattuito con gli insegnati – avrebbe ridotto di pochi minuti l’intervallo; nessuno se ne sarebbe accorto e poi lui lo faceva per un bene superiore.
«E il vincitore di quest’anno è… - si alzò in piedi – Izuna Uchiha!».
Il sorriso gli morì sulle labbra, si voltò verso il ragazzo che – incredulo – saltò in piedi raggiungendo Kaguya fino al pulpito.
«Uchiha» bisbigliò con astio osservando la sua schiena tra le ovazioni generali degli studenti.
 
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NdA:
Facciamo prima le piccole spiegazioni per questa breve oneshot:
  1. È un Au scolastica – tanto non esco da questo circolo vizioso XD
  2. L’idea era quella di sfruttare una campagna elettorale per trasformarla poi una corsa al titolo di rappresentate di istituto – se non si fosse capito eh!
  3. Suna qui è una scuola a parte. Palesemente gli studenti di quell’istituto entrano in quello di Konoha e fanno i bagordi; agli studenti di Konoha non fa né caldo né freddo. Almeno non a quelli che non appoggiano Tobirama come rappresentante d’istituto.
  4. Il telegiornale, le videocamere, i giornali generici… Ecco qui si tratta del giornalino della scuola XD
Ho voluto fare questo piccolo specchietto con il terrore che non si sia capito. Avevo paura che a spiegare certe cose all’interno della fic, il plotwist sarebbe saltato in aria xD
Ovviamente il “Uchiha” detto alla fine da Tobirama, lo potete leggere come il “Dinkleberg” detto dal padre di Timmy (I fantagenitori).
E se siete arrivati fino a qui vi ringrazio, spero che la storia vi sia piaciuta o che comunque vi abbia fatto ridere almeno un po’.
Ancora auguri tesoro! Ti voglio bene vov
 
   
 
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