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Autore: Ace of Spades    01/07/2018    3 recensioni
"Come va la tua vita sessuale, Law? Ti vedo un pelo frustrato” rimbeccò il biondo.
“Benissimo, e la tua? O il bel coccodrillo ti ha già mandato in bianco?”
“Per quanto ti piacerebbe, no. Ma ora che mi ci fai pensare potresti scrivere un articolo a riguardo”
Law sbattè le palpebre.
“Sulla tua vita sessuale? Potrebbero denunciarci”
“Ma no sciocchino, sul come riesci sempre a mandare a monte le tue storie”
“Io non ho storie”
“Appunto. Dieci giorni.”
“Cosa?”
“ ‘Come farsi lasciare in 10 giorni’ , è perfetto! È uno di quegli articoli che vendono” commentò annuendo.
Poteva dire di no, dire che era una cavolata ed una perdita di tempo, ma quello che uscì dalla sua bocca invece fu: “Perchè dieci giorni?”
“Cinque è troppo poco, e tra undici andiamo in stampa, ecco perchè”
-
Kidd si sporse in avanti.
“È una scommessa? Se trovo una persona che dica di amarmi e la porto all’evento mi darai la loro stessa posizione nell’azienda?” chiese rivolgendosi a Crocodile. “Perchè no? Voglio proprio vedere cosa ne tiri fuori. Se dovessi fallire ti aspettano le pulizie di primavera. Di tutto lo stabile”
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Ispirato al film Come farsi lasciare in 10 giorni, KiddLaw edition.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Crocodile, Donquijote Doflamingo, Eustass Kidd, Killer, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law, Shichibukai/Flotta dei 7
Note: AU, Missing Moments, Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Come farsi lasciare in 10 giorni

KiddLaw edition





 

“C'è una riunione tra mezz'ora, dov'è Penguin?” sbottò Law abbandonando la sua postazione e rivolgendo uno sguardo scocciato a Shachi.

“Lo sai com'è quando viene mollato” sbuffò il ragazzo di fronte a lui, girandosi sulla poltrona verde.

In quel periodo gli uffici erano un vero casino, con la stampa che si avvicinava e gli articoli da scrivere non ci voleva proprio l’ennesima relazione andata a monte di Penguin.

Law si alzò velocemente, prese il caffè e lanciò uno sguardo d'intesa all’altro prima di uscire e dirigersi a casa del suo amico di lunga data. Riunione voleva dire che dovevano essere tutti presenti ad ascoltare le elucubrazioni stralunate del loro direttore, completamente pazzo e con gusti discutibili, ma chiunque conoscesse Doflamingo sapeva che era riuscito ad essere a capo di una delle riviste di moda più famose del paese anche per la sua eccentricità.

Come ci era finito lui, Trafalgar Law, con una laurea in chirurgia, a scrivere pezzi da quattro soldi in una rivista da donnette? Per colpa di una scommessa ovviamente.

Prese un taxi al volo ed espirò, appoggiandosi al sedile.

Non avrebbe mai dovuto scommettere contro quel cazzone che andava in giro con un cappotto di piume rosa e lo spacciava per alta moda, ma quel giorno era così nervoso che il sangue non era arrivato in tempo al cervello per fermarlo dal fare una cavolata. Scommettere che il più importante boss affaristico in circolazione, che quell’anno aveva con successo portato a termine diverse campagne pubblicitarie e si era guadagnato alcuni premi, avrebbe baciato Doflamingo in meno di due giorni era un azzardo, ma che ne sapeva lui che quei due stavano uscendo insieme e si erano messi d'accordo?

Ricapitolando, lui aveva perso, e ora doveva passare un anno intero alle dipendenze del menomato con gli occhiali.

Ancora se le ricordava le facce di quei due.

Sperava solo che per il favore di farlo vincere, Crocodile gli avesse chiesto una montagna di soldi. O un rene.

Penguin aveva deciso di fargli compagnia per evitare che evirasse ogni persona presente, e Shachi li aveva seguiti per evitare ad entrambi di usare le persone come topi da laboratorio.

 

Scese dal taxi e affrettò il passo, estrasse le chiavi ed entrò nella casa di Penguin; come aveva immaginato lo trovò sotto una montagna di coperte.

“Non voglio uscire”

Law spalancò le finestre e strattonò il piumone da sopra l’altro, cominciando a scuoterlo.

“Ascoltami bene, tra dieci minuti abbiamo una riunione e tu sei ancora in pigiama. Muoviti o ti vesto io.”

La minaccia funzionò; qualche secondo dopo il ragazzo era vestito, con cappello calato sugli occhi annesso.

Mentre si dirigevano verso gli uffici, dovette sorbirsi ogni lamentela a riguardo degli uomini e del loro mancato sex appeal e del fatto che venisse sempre mollato e che…

“Adesso basta Penguin, se vuoi scoparti qualcuno vai in un bar e rimorchia”

“Ma non si tratta di una scopata! Si tratta di amore!” sbottò Penguin, indignato, puntando i piedi.

“Amore. Davvero.”

“Piantala Law, se vomitassi su qualcuno quello non solo non ti mollerebbe, ma ti chiederebbe di farlo ancora, insomma, guardati”

“Tu hai degli strani kink”

“Era un esempio. Non so perchè non abbia funzionato questa volta, e dire che mi stavo impegnando”

“Hai nascosto i libri di anatomia? Quelli con le parti del corpo ben visibili?”

“Certo”

“E i film delle operazioni chirurgiche?”

“Anche!”

“Cosa mi dici delle videocassette dei My Little Pony?”

“Mi prendi per cretino?”

Law non rispose ma continuò a fissarlo senza aggiungere altro.

“Dicevo” riprese Penguin mentre entravano in ascensore per raggiungere il piano dove si sarebbe tenuta la riunione “non so cosa sia andato storto, anche il sesso era fantastico”

“Non lo so proprio” commentò Trafalgar disinteressato, cercando di non addormentarsi.

“Kira-chan era così bello, penso anche di avergli detto di amarlo”

“Cosa?”

“Cosa?”

“Penguin.”

“Ma è vero, sentivo il bisogno di esternare le mie emozioni, ok?”

“Dopo un mese?” chiese Law passandosi la mano tra i capelli e, sentendo la mancanza del suo cappello maculato, sbuffò.

Quel giorno sembrava una locomotiva da quanto sbuffava, ma la gente attorno a lui non collaborava.

“Che ci posso fare, sai che non mi innamoro facilmente, e ho ritenuto necessario dirlo”

“E quindi l’hai fatto scappare”

Le porte dell’ascensore si aprirono e i due si diressero verso la sala convegni.

“Oh, ecco il Dottor Stranamore e il suo fidato compagno Pinguino, sedetevi” disse Doflamingo sorridendo.

Una decina di persone era già disposta davanti al grande capo, segno che stavano aspettando solo loro.

Law sbuffò, ancora.

“Come mai quel muso lungo, animaletto?” chiese il biondo guardando il suo amico.

Law aprì la bocca per rispondere, ma, data la sua espressione, Shachi capì che stava per insultarlo, quindi lo anticipò.

“È stato mollato pochi giorni fa”

“Oh, capisco, scrivi qualcosa a riguardo, usa la tua vena creativa!” esclamò soddisfatto Doflamingo allargando le braccia.

Un mugugno di assenso fece aumentare il suo sorriso.

“Non credo comunque siano affari tuoi, Mingo” sibilò il dottore, non riuscendo a trattenersi dall’usare il nomignolo che il suo capo odiava.

“Siete ancora miei dipendenti, o ostaggi se preferisci, quindi sì, è affar mio. Come va la tua vita sessuale, Law? Ti vedo un pelo frustrato” rimbeccò il biondo.

Shachi si spalmò una mano sul volto; come ogni volta le riunioni erano dei battibecchi tra quei due, gli altri venivano solo per fare presenza.

“Benissimo, e la tua? O il bel coccodrillo ti ha già mandato in bianco?”

“Per quanto ti piacerebbe, no. Ma ora che mi ci fai pensare potresti scrivere un articolo a riguardo”

Law sbattè le palpebre.

“Sulla tua vita sessuale? Potrebbero denunciarci”

“Ma no sciocchino, sul come riesci sempre a mandare a monte le tue storie”

“Io non ho storie”

“Appunto. Dieci giorni.”

“Cosa?”

“ ‘Come farsi lasciare in 10 giorni’ , è perfetto! È uno di quegli articoli che vendono” commentò annuendo mentre dietro di lui Vergo, il suo braccio destro, faceva lo stesso.

Poteva dire di no, dire che era una cavolata ed una perdita di tempo, ma quello che uscì dalla sua bocca invece fu: “Perchè dieci giorni?”

“Cinque è troppo poco, e tra undici andiamo in stampa, ecco perchè”

Law rimase a fissarlo.

“Io ho una laurea in medicina”

“Lo so”

“Massimo dei voti”

“Sì”

“E tu mi fai scrivere… questo…”

“Se non ne sei in grado basta dirlo. Ma sai, potresti sfruttare il tuo bell’aspetto e le tue brevi storie per scrivere qualcosa di interessante non ti pare?”

“No, non mi pare”

Penguin decise di salvare il collo all’amico mettendogli una mano sulla spalla.

“Non si preoccupi, stasera andiamo in un bar e scegliamo qualcuno come cavia” disse evitando lo sguardo di puro odio di Trafalgar.

“Ottimo! E ora passiamo all’appuntamento delle dodici”

Una donna dai folti capelli ricci e una dai capelli lisci e profondi occhi azzurri si alzarono in piedi. Nessuno le aveva notate dato che si erano sedute in fondo.

“Nico Robin, Paula. Queste due fanciulle sono le rappresentanti di un evento organizzato da Crocodile, tema principale saranno i diamanti. Siamo stati invitati anche noi, quindi una pagina sarà riservata alla recensione e alla visione dei nuovi gioielli: in quale occasione indossarli, come, quando, eccetera, solita roba” concluse agitando una mano.

“Leccaculo” sussurrò Law.

“Che persona energica” commentò Robin guardando Doflamingo che rincorreva il ragazzo tra le sedie, mentre i colleghi si erano saggiamente posizionati vicino al muro per evitare coinvolgimenti.

“Ora capisco perchè piace tanto al Boss” aggiunse Paula bevendo un sorso di vino dal bicchiere che le aveva offerto Vergo poco prima.

-

 

“Sempre le stesse cose, questo è già visto, serve un titolo che colpisca”

Crocodile si appoggiò allo schienale della poltrona espirando una boccata di fumo.

‘Un diamante è per sempre’. Cosa c'è che non va?” chiese Bon Clay incrociando le braccia.

Erano in riunione da mezz'ora e ancora non avevano trovato nulla di decente.

“C'è che è usato. Antico. Noioso.” rispose laconico Daz Bornez.

La porta si spalancò e un ragazzo dai capelli rossi sparati in aria entrò sorridendo.

“Scusate il ritardo ma non volevo venire” commentò tranquillamente sedendosi su una sedia a caso, tanto erano solo in quattro in quella stanza.

Crocodile alzò gli occhi al cielo.

“Dicevamo. Serve un nuovo slogan che faccia presa e faccia venir voglia alle donne di comprare diamanti”

“Potremmo usare ‘Diamonds are a girl's best friends’ di Marilyn Monroe” rispose Bon Clay.

“È un classico intramontabile” aggiunse Daz.

“Ma è già stato usato fin troppo” concluse Crocodile, per poi aggiungere “Kidd, oltre a rifarti il trucco, potresti partecipare, ti ricordo che ti pago”

Il ragazzo unì le labbra per distribuire meglio la tinta rossa accesa, chiuse il rossetto e guardò l’altro negli occhi.

“Mi paghi una miseria”

“Se vuoi un aumento trova qualcosa”

“Aumento? Voglio la loro stessa posizione, quindi oltre a trovare un fottuto slogan mi farai presenziare all’evento”

Daz ringhiò e Bon Clay alzò un sopracciglio.

“Stai chiedendo troppo” disse il primo.

Il secondo sorrise. “Non riusciresti a far innamorare di te neanche una ranocchia, figurati trovare uno slogan accattivante per vendere diamanti”

Kidd si sporse in avanti.

“È una scommessa? Se trovo una persona che dica di amarmi e la porto all’evento mi darai la loro stessa posizione nell’azienda?” chiese rivolgendosi a Crocodile.

“Perchè no?” rispose il capo.

“Ma boss!” esclamò Bon Clay.

“Sarò io a decidere se è vero o meno che questa persona ti ama, voglio proprio vedere cosa ne tiri fuori. Se dovessi fallire però ti aspettano le pulizie di primavera. Di tutto lo stabile”

Kidd impallidì; Crocodile era rinomato per la sua cura maniacale nei dettagli, e questo voleva dire che avrebbe pulito un edificio di oltre dieci piani per i prossimi cinque anni, finchè il suo capo non avrebbe ritenuto il posto pulito secondo i suoi standard.

Ma la prospettiva di uno stipendio da capogiro era troppo allettante per rinunciare, e Kidd era il primo della fila se si trattava di buttarsi in situazioni difficili.

“Affare fatto. Anche se non capisco cosa vogliate dalla mia vita sentimentale, cazzo. Tu” disse indicando Bon Clay “frequenti i locali di Ivankov, e non credo ci sia da aggiungere altro; tu invece, mio caro braccio destro, sei così rigido che dubito tu ce l’abbia una vita privata, e tu esci con Doflamingo!” sbottò Eustass incrociando le braccia.

“Vuoi sapere perchè ho accettato?” chiese con noncuranza Crocodile spegnendo il mozzicone del sigaro nel posacenere. “Perchè mi sto annoiando.”

“Ti stai annoiando” ripetè Kidd.

“Sì, e ora andate e trovate qualcosa da usare come frase di lancio”

 

Usciti dalla sala, i tre si imbatterono in Robin e Paula, che decisero di finire la serata in un locale e si trascinarono dietro anche loro.

“Quindi Kidd avrai una posizione importante se riesci a trovare qualcuno in dieci giorni e a farlo innamorare di te” commentò Paula “in bocca al lupo”

“Non mi serve, avrò quell’aumento, costi quel che costi”

 

“Penguin, smettila di spingermi, siamo in questo locale da oltre dieci minuti e ho già voglia di staccare qualche arto” ringhiò Trafalgar mentre l’altro lo teneva per le spalle per evitare che se ne andasse.

“Devi trovare una persona e scrivere quel maledetto articolo, lo sai”

“Un giorno lo apro e gli rompo la cassa toracica, poi lo richiudo, ma solo dopo avergli lasciato dentro peperoncini e bombe a mano”

“Law”

“Lo so, ok? Non serve ripetermelo”

 

Nico Robin sorseggiò il suo Martini, distogliendo l’attenzione dalle chiacchiere dei suoi colleghi, questo fino a quando il suo sguardo non intravide una figura famigliare nella folla.

“Kidd, che ne dici di quel bel ragazzo col pizzetto e gli occhi di ghiaccio vicino al balcone?” chiese sorridendo in modo mefistofelico.

Eustass si girò verso la persona indicata e rimase qualche secondo imbambolato: fisico tonico, sguardo da cazzone, culo da favola e gambe da capogiro.

Il suo tipo ideale.

“Niente male, è perfetto” disse alzandosi e dirigendosi verso di lui.

Paula guardò in modo interrogativo Robin, che le rispose con un occhiolino.

“Mi piace fare Cupido, e poi mi sto annoiando”

-



 

“Ehi tu, levati sei in mezzo”

Law si girò, pronto a rompere il naso a chiunque fosse il proprietario di quella voce profonda e indisponente, solo per trovarsi davanti un armadio con buffi capelli rossi, truccato di tutto punto e vestito ancora meglio.

Piantò il suo sguardo nelle iridi ambrate di quel tizio e sorrise.

“Solo se mi chiedi per favore, magari in ginocchio”

Kidd non distolse lo sguardo dall’altro e pensò mentalmente che Robin aveva trovato l’unico essere interessante in quella merda. E che voleva farselo sul balcone.

“Come ti pare” rispose il rosso, appoggiandosi al corpo dell’altro per ordinare un’altra birra.

Law si trovò spalmato tra il legno del balcone e il petto di quell’energumeno nel giro di qualche secondo, così decise di approfittarne.

Kidd afferrò la bottiglia, ma dovette trattenersi dal lasciare la presa.

Abbassò lo sguardo verso l’altro, che gli rispose con un'occhiata di scherno.

“Dato che ti sei messo comodo, ho fatto lo stesso” disse, enfatizzando il tutto stringendo il culo a Kidd.

Penguin, che non si era mosso di un millimetro, aveva la bocca aperta e la risata pronta, ma si trattenne, pensando che si sarebbe divertito un mondo.

“Allora io vado, Law” commentò, attirando l’attenzione di entrambi “ ricordati di mangiare che ancora non hai cenato, ciao” e se ne andò, non mancando di fare l’occhiolino al moro.

“Andiamo a mangiare in un posto con meno casino” e Trafalgar annuì, lasciandosi trascinare fuori dal locale.

“Tieni” esclamò Kidd lanciandogli un casco per poi infilarsi il suo e salire sopra una Kawasaki nera dalle striature rosse.

“Non ci siamo ancora presentati, Eustass Kidd”

Il moro salì dietro di lui.

“Trafalgar Law”

 

Dopo qualche minuto di corsa spericolata per le strade, si fermarono davanti ad un ristorante italiano.

“Dubito tu abbia preso la patente” commentò il dottore sedendosi finalmente davanti al tavolo.

“Ovvio che ce l’ho” gli rispose indispettito Kidd.

“Sei un pirata della strada, non hai rispettato una regola del codice stradale”

“Non volevo farti aspettare ancora, il tuo amico ha detto che non hai mangiato”

A quel punto il moro si zittì.

“Che carino. Ordiniamo?”

 

La successiva ora la passarono a scambiarsi convenenvoli, punzecchiandosi e riempiendolo stomaco.

“Casa mia è qui vicino se vuoi fermarti per un drink” buttò lì Kidd.

“Perchè no? Andiamo”

Il rosso fece strada e lo portò al suo appartamento; Law non aveva intenzione di fare qualcosa, ma si ricordò della sua scadenza, anche se sembrava più un conto alla rovescia verso il patibolo.

La casa era disordinata, piena di vestiti e piatti da lavare.

“C'è un po’ di casino”

“Direi che è vissuta”

“Per dirlo in modo carino”

“Il bagno?”

“In fondo a destra”

Law si incamminò, chiuse la porta dietro di sè ed estrasse il cellulare.

 

“Penguin”

“Dove sei Law? Tutto bene? Ci è cascato vero?”

“È un buzzurro, l’unica cosa che ha è un fisico da paura, ovvio che sia perfetto”

“Ottimo”

“Sono a casa sua ora”

“Non perdi tempo, eh?”

“Voglio solo farlo impazzire, ricordi? Dieci giorni”

“Ah già, da come lo guardavi al locale mi era sembrato che ti piacesse”

“Non farmi ridere, io questo lo riduco a brandelli”

“Ok”

“Ci sentiamo”

 

Kidd guardò l’altro chiudersi in bagno e ne approfittò per mettere un po’ in ordine, accendere qualche candela e pulire i piatti.

Quando Law sbucò in soggiorno l’appartamento era diventato vivibile.

“Hai pulito per me, non dovevi”

“Non volevo fare brutta figura”

“Potevi evitare di sbattermi contro il balcone”

“Sei tu che non ti sei spostato”

“Sarebbe colpa mia?”

“Avrei davvero voluto sbatterti”

“Lo so”

 

Nessuno dei due si era accorto di aver accorciato le distanze, tanto che potevano sentire l’uno il fiato caldo dell’altro.

Kidd se lo spinse addosso ed unì le sue labbra a quelle del moro, che ricambiò di buon grado posizionando le mani nuovamente sul fondoschiena del rosso.

“Aspetta, stiamo andando troppo in fretta, non ti pare?” chiese Law scostandosi un poco.

 

Kidd lo fissò.

Ricordati che lo devi far innamorare di te.

 

“Hai ragione, andiamoci piano, vuoi che ti chiami un taxi?”

“No, non serve” commentò Law leccandosi le labbra; si staccò e scrisse qualcosa su un foglietto, poi uscí dall’appartamento.

Una volta in strada sentì la voce dell’altro.

“Ci vediamo, dottore”

Alzò lo sguardo e vide Kidd alla finestra.

 

“Ci vediamo”

Ti farò rimpiangere di non essere morto prima di incontrarmi.

Pensò Law prima di entrare nel taxi.

 

Kidd chiuse la finestra.

“Ti stai già innamorando di me” commentò, notando il numero di telefono sul foglio.

-

 

Ciao Eustass-ya, ti va se pranziamo insieme oggi?”

“Ma certo Law, dimmi solo dove e quando”

 

Trafalgar chiuse la chiamata ghignando, sotto lo sguardo divertito di Penguin, che occupava la scrivania di fronte alla sua.

“Ricordati che devi farti mollare”

“Ovvio, ma prima devo farlo affezionare un po’, oggi mi comporterò ancora come una persona normale si comporterebbe” rispose, ignorando il ‘tu non sei proprio normale’, “e poi gli renderò la vita un inferno in terra”

 

Penguin decise di non immischiarsi oltre dopo aver visto l'amico cominciare a ridere da solo, denotando una strana inclinazione alla mimica del comportamento del suo capo.

Controllò il cellulare; non poteva lasciare le cose come stavano, avrebbe davvero dovuto chiarirsi con Kira-chan prima o poi.

 

Kidd e Law si presentarono al ristorante prestabilito e si comportarono usando  tutti i cliché di causa, tra lo spostamento della sedia all'alzarsi quando uno dei due andava in bagno.

Continuarono a sparare frasi che avevano sentito in film romantici intervallate da frecciatine e doppisensi.

Quando si salutarono Law, che di tempo non ne aveva, non lo perse.

“Stasera vengo te, ok?”

“Ma certo, mi farebbe piacere” rispose cordiale il rosso mentre il moro già pensava a cosa avrebbe potuto combinare.

Lo salutò con un bacio sulla guancia e cominciò a prepararsi.

 

La sera, vestito di tutto punto, non solo si presentò in ritardo di quaranta minuti, ma con un adorabile chihuahua chiuso in una borsetta pelosa.

Kidd lo fissò stralunato, non nascondendo che una parte del suo cervello aveva appena avuto un ictus.

“E quindi sai cosa ha detto? Che lo aveva mollato perché gli piaceva un'altra, ma non gli ha detto che era sua sorella, assurdo” esclamò Law masticando a bocca aperta.

Per tutta la cena non aveva fatto altro che parlare ad alta voce di cose totalmente inutili, godendosi la vena sulla fronte della sua vittima.

Incredibilmente resisteva all'impulso di tirargli un pugno.

Come era un mistero per lui, ma questo voleva dire solo una cosa: doveva impegnarsi di più.

 

Il giorno dopo il moro si presentò con due piante grasse e le lasciò nell'ingresso, dicendo che ci teneva molto ma aveva problemi col lavoro e che quindi lui doveva prendersene cura. Kidd rispose che non vedeva l'ora.

La sera Law si presentò con cibo messicano super piccante, poi cominciò a lamentarsi del suddetto cibo. Poi cominciò a dare libero sfogo alla sua vena creativa.

Si limò le unghie, cosa che non diede molto fastidio al rosso; provò anche la carta dell’insetto, liberò uno scarafaggio senza farsi vedere e cominciò ad urlare, lanciandosi sul tavolo e buttando a terra un modellino su cui l'altro stava lavorando da giorni, distruggendolo. Pensava di averlo fatto arrabbiare e che gli avrebbe finalmente chiesto di non vederlo più.

Vide l'istinto omicida nei suoi occhi e pensò di avercela fatta.

“Fa nulla, tesoro, succede.”

L'aveva quasi sbiascicato, tirando fuori quelle parole con delle tenaglie perché doveva sopportare, una persona normale avrebbe sopportato.

Kidd ingoiò una pillola di calmanti per non buttare Trafalgar giú dalla finestra quando per sbaglio aveva fatto saltare la luce mentre lui stava giocando all'ultimo livello di Super Mario, perdendo ovviamente tutti i dati.

 

Il quarto giorno arrivò al lavoro con due occhiaie marcate e uno sguardo decisamente poco amichevole.

“Kidd che ti succede? L'amore è difficile da gestire, vero?”

Bon Clay finí con la faccia in mezzo ad una fotocopiatrice e Daz rise guardando come il rosso si stava distruggendo pian piano.

Il giorno dopo arrivò struccato e Crocodile alzò un sopracciglio sorpreso.

“Ha buttato tutti i miei trucchi perché ha letto un articolo che diceva che provocano il cancro. ‘Ti ho salvato la vita’ ha detto. Ho dovuto tirare un pugno contro il muro per non prendermi la sua di vita” sibilò il rosso.

L'uomo distolse lo sguardo, nascondendo un sorriso dietro un sigaro Montecristo.

 

Law si presentò al lavoro con una pelle perfetta.

“Ti vedo rinato” scherzò Penguin serrando le labbra dopo che l'altro gli ebbe dedicato uno sguardo di sufficienza.

“Siamo al quinto giorno e questo non cede. Gli ho buttato via tutti i trucchi, capisci? Tiene a quella roba più che alla sua casa! E cosa fa invece che buttarmi fuori? ‘Non è un problema, hai fatto bene volevo rifarmi da capo l'intera collezione’ ha detto!” ringhiò, frustrato.

Penguin lo fissò in silenzio.

“Non li ho buttati, li ho portati a casa mia e ho provato un po’ di creme, questa roba è favolosa, chissà quanto ha speso”

Penguin continuava a fissarlo in silenzio.

“Cosa diavolo devo fare ancora per farmi mollare da quell'idiota?” urlò lasciandosi cadere sulla sedia davanti alla sua scrivania. “Law, ti vedo in difficoltà” la voce gracchiante del biondo gli arrivò alle orecchie, provocandogli un altro aumento di pressione.

“Doflamingo non è il momento” sibilò.

“Se vuoi un consiglio dovresti usare le armi pesanti”

Il moro si girò a fissarlo.

“Sarebbe?” chiese, e il fenicottero umano gli lanciò in risposta una chiavetta.

“La stanza delle riunioni è libera oggi, prenditi dei pop corn” concluse allontanandosi.

 

Peggio di cosí non poteva andare, quindi si armò di pazienza e si diresse verso l'ufficio indicatogli, collegò la chiavetta e vide cosa effettivamente intendesse il coglione per armi pesanti.

Fece partire i primi due video di riassunto dei momenti top di Il Segreto, Paso Adelante, Beautiful e Cento Vetrine.

Dopo ore uscí da quella stanza piú frastornato di prima, ma aveva ottenuto la conoscenza di una donna sulla sessantina.

Avrebbe impersonato Ridge e qualsiasi altro personaggio con evidenti problemi comportamentali pur di farcela, ormai era una questione di principio.

 

Il giorno dopo  si presentò nuovamente col chihuahua, rubato ancora una volta alla vicina di casa, e non si sorprese di trovare la casa più spoglia del giorno prima.

Meno roba, meno danni potenziali.

Sorrise chiudendosi la porta alle spalle.

Tesoro! Sono venuto a farti una sorpresa!” esclamò con la voce più gay che riusciva a  fare senza scoppiare a ridere.

Quando si voltò si trovò davanti Kidd e altri due tizi.

“Non ti aspettavo proprio oggi” disse di risposta il rosso cercando di sembrare amichevole.  “Come sei entrato?”

“Ma con le chiavi, sciocchino! Ho preso l'impronta con il pongo l'ultima volta e sono andato da un fabbro, non è stata un'idea fantastica?”

Perfetto, Law, la fidanzata stalker è un classico.

 

Kidd ingoiò quello che era il suo amor proprio e gli sorrise.

“Ma certo” la voce gli uscí più stridula di un unghia che graffia una lavagna.

“Ti presento i miei amici, lui è Killer e lui è Ace”

I due, che erano rimasti in silenzio, scambiandosi solo qualche occhiata allibita, salutarono in coro con un ciao piacere che fece ghignare Law.

Entrambi sapevano in che situazione si fosse cacciato il rosso, ma non pensavano fosse messo cosí male.

 

Ed ora diamo inizio alla parte due. Anche se pensavo che non ci sarebbe stato bisogno di passare oltre, evidentemente gli piacciono gli stalker.

 

“Cucino qualcosa mentre voi tornate a fare quello che stavate facendo?”

E Kidd colse la palla al balzo.

“Certo, vai pure, la cucina è qui noi siamo in salotto ciao” sputò tutto d'un fiato spingendolo in cucina e chiudendosi la porta alle spalle.

 

Entrati nuovamente in salotto, Ace scoppiò a ridere.

“Quanto sei fottuto”

“Kidd, davvero, cerca di sopportare, ormai mancano pochi giorni. Quattro, no?”

Il ragazzo si lasciò sfuggire un respiro pesante. “Sto sopportando dal secondo giorno che lo conosco, il primo era tutto normale, per quanto possa esserlo un dottore che come fantasia erotica ha quella di farsi scopare in un obitorio” disse agitando una mano “ma poi è cambiato, come se fosse un'altra persona. Come se si stesse impegnando a rendermi la vita un inferno”

Ace lo fissò divertito. “Solitamente il tuo istinto non fallisce mai, ma per quale motivo dovrebbe comportarsi cosí?”

E quella era la domanda del secolo.

 

Quando Killer stava per rispondere, sentirono un botto provenire dalla cucina e il cane cominciare ad abbaiare.

I tre si alzarono di scatto e si precipitarono verso la fonte del rumore.

La scena che si trovarono davanti non era esprimibile a parole: Law era riuscito a far letteralmente esplodere una pentola con dentro quello che forse era pomodoro e che ora era finito ad imbrattare i muri e il frigorifero; il cane correva per la cucina in fiamme e il frigo aveva subito una qualche sorta di implosione interna, rovesciando il suo contenuto per terra.

Latte, pomodoro, polpette, il forno addirittura aveva lo sportello staccato.

E Law li fissò come se nulla fosse.

“Ops?”

 

Killer si voltò verso Kidd nell'esatto istante in cui il suo volto si colorò come i suoi capelli.

“Ora basta” ringhiò “non ne posso più, sei insopportabile, guarda che cazzo hai combinato! Neanche un uragano sarebbe riuscito a fare tanti danni! Ace spegni quel cane!”

E Law, che stava gongolando internamente, lo fissò con un'espressione sconsolata.

Ora il colpo di grazia.

 

“E tu? Guarda come hai ridotto le mie piante! Ti avevo chiesto di prendertene cura, le hai uccise!” esclamò indicando le piante grasse, più morte di Crilin in ogni saga di Dragonball.

“Simboleggiavano il nostro rapporto e tu non te ne sei preso cura” e detto questo, cominciò a singhiozzare mentre si precipitava di corsa fuori dall'appartamento.

Arrivato in strada cominciò a ridere.

“Sono un genio, simboleggiare il nostro rapporto? Mio dio, quella merda che mi ha fatto vedere Doflamingo è servita a qualcosa. Com'è successo che siano morte le piante? Forse perché le ho annaffiate con la candeggina. Taxi!”

 

Ace, con in braccio il cane mezzo affumicato, diede una gomitata a Kidd, che ancora fissava la cucina.

“Ti conviene correre e recuperarlo, ti serve quel pazzo”

“L’ho appena cacciato, cosa vuoi che gli dica?” commentò, rendendosi conto delle conseguenze che ci sarebbero state se avesse perso la scommessa.

“Terapia di coppia”

“Come?”

“Terapia di coppia, proponi di andare da un terapeuta per farvi aiutare” ripetè Killer, e Kidd si lanciò giú per le scale.

 

Law si era appena seduto sul taxi quando qualcuno aprí lo sportello dell'auto.

“Mi dispiace per la mia reazione, andiamo dal terapeuta” rantolò il rosso guardando il sorriso di Law spegnersi.

“Terapeuta?” ripetè sbigottito.

Kidd annuí.

“Ma certo, stasera fisso un appuntamento a domicilio da te”

“Mi dispiace per le piante, non so perché siano morte”

“Fa nulla, a più tardi” ripetè monocorde il moro chiudendo la portiera.

 

Terapeuta.

Cosa diavolo gli avrebbe ancora dovuto fare per farsi mollare? Si era comportato nel peggior modo possibile, aveva rotto di tutto, compresi i coglioni, e quel tizio non voleva saperne di lasciarlo andare.

Va bene che non usciva da tempo con un'altra persona, ma dubitava che la fauna in circolazione si fosse evoluta a tal punto da diventare cosí sopportabile e carina.

 

Law sgranò gli occhi.

Carina.

Stava dando i numeri.

Afferrò il cellulare e chiamò l'unico che potesse aiutarlo.

 

Kidd rientrò in casa e sistemò il delirio nella cucina, aiutato da Killer e Ace. Il chihuahua stranamente si era affezionato e scodinzolava per la casa.

“Il cane bagnato è un conto, ma il cane bruciato fa un discreto fetore di pollo arrosto”

“Tutto sa di pollo se sei abbastanza coraggioso da assaggiarlo”

“Ace, non mangeremo quel cane”

“Rimane solo lui di commestibile e io ho fame”

“Ordino un pizza”

“Cinque”

-



 

Kidd prese un bel respiro e si sedette sul divano di fianco a Law. Di fronte a loro si trovava un ragazzo più o meno della loro età che, a detta del moro, studiava psicologia ed era bravo ad ascoltare.

Sembrava una persona normale, se solo non avesse avuto quel cappello strano con scritto Penguin che lo faceva assomigliare ad un evaso dal manicomio.

“Ditemi i vostri problemi”

E Law pensava di avere il controllo della situazione, se solo non fosse entrato in casa l'amico del rosso, che aveva pensato bene di venire a controllare che tutto stesse procedendo nel migliore dei modi.

“Killer, cosa fai qui?”

“Kira-chan?”

“Penguin?”

 

E Law seppe di aver perso la battaglia, non contro Kidd, ma contro il Fato palesemente avverso alla riuscita del suo piano fin dall'inizio.

 

“Voi due vi conoscete?” sbottò il padrone di casa, che ci capiva sempre meno.

“Questa pagliacciata non poteva durare”

 

Kidd si voltò verso Law, che ora lo fissava annoiato.

Killer e Penguin, che si stavano guardando negli occhi, si girarono a fissare la scena.

“Non potevi mollarmi subito? No, dovevo trovare l'unica persona con una pazienza fuori dal comune che perdonerebbe al suo partner anche se andasse a letto con sua madre!” sbottò il moro alzandosi in piedi.

“Avrei voluto appenderti al muro il secondo giorno che ti ho conosciuto ma non potevo perdere la scommessa!”

“Doflamingo mi ucciderà”

Il silenzio che si diffuse nei secondi successivi fece immobilizzare i presenti.

“Cosa?”  dissero in contemporanea.

 

Quando Kidd spiegò la situazione con Crocodile e Law la sua con Doflamingo collegarono i pezzi del puzzle, e capirono di essersi messi in ridicolo per lo stesso motivo.

“Crocodile mi farà pulire l'intero stabile se non mi presento con una persona che tiene davvero a me” commentò Kidd, pensando alla quantità di stanze.

“Doflamingo userà il fatto che non sono riuscito a scrivere un articolo decente per prolungare l'anno di penitenza, magari per altri sei mesi.” sibilò Law.

“Quei due si meritano una lezione”

“Già, se solo non fossi cosí insopportabile”

“Mi sono davvero impegnato, non sono cosí di solito”

 

“No infatti” intervenne Penguin “Kidd, ti presento Trafalgar Law, laureato in medicina col massimo dei voti, chirurgo, appassionato di libri thriller e gialli, ama lasciare per casa le sue cose, girare nudo dopo la doccia, mangiare quando si ricorda di farlo, e tiene alcuni organi nel freezer. È estremamente vendicativo, se provocato è capace di rovesciarti come un calzino e farti piangere come un bambino, adora mangiare cose zuccherate ma non sa cucinare”

“Law, ti presento Eustass Kidd” disse Killer, imitando il ragazzo di fianco a sé, “esperto in tecnologia e laureato in ingegneria elettronica, adora giocare con i videogiochi nel tempo libero e pratica box nei weekend. È un tipo disordinato ma non troppo, è vendicativo, non sa cosa sia la pazienza - infatti non so come sia sopravvissuto fino ad ora - gli piace la musica rock, canta sotto la doccia le sigle dei cartoni animati e tiene alla sua collezione di trucchi più che alla sua vita”

 

I due si guardano davvero per la prima volta.

 

“I tuoi trucchi non li ho buttati, li ho portati a casa mia comunque” commentò Trafalgar. “Non hai idea di quanto ti ami” rispose Kidd afferrandolo per le spalle e facendolo ghignare.

“Beh, a cena mi hai già portato, possiamo passare direttamente alla parte divertente”

Il rosso gli afferrò i glutei con entrambe le mani e se lo spinse contro.

“Per una volta siamo d'accordo”

 

Killer e Penguin uscirono da quella casa appena in tempo, videro qualche vestito volare per aria e si chiusero la porta alle spalle, appoggiandoci le mani per essere sicuri che fosse davvero chiusa.

“Non mi innamoro spesso, avrei dovuto aspettare a dirtelo” sussurrò Penguin tenendo lo sguardo fisso davanti a sé.

“Non mi è mai piaciuto nessuno quanto mi piaci tu, e la cosa mi ha spaventato”

Il ragazzo col cappello si voltò a guardarlo con gli occhi sgranati.

“Allora possiamo ricominciare?”

“Possiamo riprendere da dove eravamo rimasti. Ti va un film?” propose Killer allungando una mano, che l'altro fu ben felice di afferrare.

“Certo”

-





 

I giorni successivi li passarono in casa, intrattenendosi tra le lenzuola e lanciandosi qualche oggetto addosso. Law ammise a sé stesso che non si era mai divertito tanto, anche quando aveva cercato di sgozzarlo col bisturi, quell’energumeno non aveva battuto ciglio, ma lo aveva spinto contro il muro mozzandogli il respiro e catturando le sue labbra in un bacio poco casto. Si era presto dimenticato dell'arma, caduta poco distante.

Kidd si era reso conto di quanto fosse deviato il moro quando lo aveva visto parlare con un cuore dentro una teca di vetro, piena di una strana sostanza lattiginosa,che a quanto pare si portava nella borsa.

 

Senza che se ne accorgessero, il giorno dell'evento era arrivato, ed entrambi erano decisi a dare il loro peggio.

Si vestirono di tutto punto, Eustass quasi pianse quando rivide i suoi amati trucchi.

Arrivarono nel luogo adibito alla festa trovandolo già pieno di gente.

Fiumi di champagne e lusso ovunque. Un perfetto mix di sfarzo e ricchezza che avrebbe fatto impallidire pure qualche attore di Hollywood.

Ovviamente Crocodile e Doflamingo stavano già intrattenendo gli ospiti, parlando educatamente e fingendo di non volersi mettere le mani addosso.

Bon Clay e Daz stavano aspettando solo lui; quando lo videro entrare gli corsero praticamente in contro.

“Kidd, allora hai avuto il coraggio di venire” lo punzecchiò il primo, per poi rendersi conto della presenza di un'altra persona.

“Già, chi l'avrebbe detto, vero? Voi no sicuramente. Conoscete Trafalgar? Sto cercando di ucciderlo da tre giorni e ancora respira” commentò il rosso venendo affiancato dal dottore.

“Quindi voi due siete Mister One e Mister Two, i tirapiedi di Crocodile, che carini. Bere troppo fa male, ma continuate pure, se finite all'ospedale mi prenderò cura di io di voi, personalmente. Tranquilli, sono un dottore.

I due uomini si guardarono con un'espressione impaurita e sorpresa sul volto.

 

“Kidd, sei riuscito a trovare l'unica persona deviata quanto te, congratulazioni” concluse Daz bevendo un sorso di vino.

“Vediamo se passa l'esame del boss, altrimenti Cenerentola, per te la festa finirà a mezzanotte e senza carrozza”

Detto questo si allontanarono, o almeno ci provarono.

Daz rimase in mutande, mentre i suoi pantaloni cadevano a terra; Bon Clay inciampò finendo gambe all'aria.

 

Il tutto attirò l'attenzione dei presenti, compresi Doflamingo e Crocodile, che rimasero a fissare i loro due sottoposti, uno con un bisturi in mano e l'altro con un ghigno poco rassicurante sul volto, darsi il cinque e andarsene come se nulla fosse.

“Adoro queste feste” commentò Law prendendolo a braccetto. “chi altro possiamo umiliare?”

“Dove sei stato tutto questo tempo?” rispose con un tono ironico Kidd, cosa che fece nascere un altro sorriso sghembo sul volto di Law.

 

“A quanto pare dovrò aumentarti lo stipendio”

Kidd si immobilizzò alla voce del suo capo.

Se doveva essere sincero, si era dimenticato della scommessa che aveva fatto con lui.

E l'uomo non mancò di notarlo dalla sorpresa dipinta sul suo volto.

“Non volevamo disturbare il vostro piccolo show” aggiunse Doflamingo affiancandolo, trovando l'intera faccenda più che esilarante.

“C'è la possibilità che ti vada di traverso il vino e soffochi nel tuo ego?” chiese Law guardandolo.

“Non fare cosí zuccherino, ti mancherei” gli rispose prendendogli una guancia e strizzandogliela, finchè una mano schiaffeggiò la sua, allontanandola.

“Zuccherino chi, pezzo di merda. Tieni le mani in tasca. Ce ne andiamo, questa festa sta diventando noiosa senza qualcuno che si fa male” ringhiò Kidd fissando minaccioso Doflamingo e trascinandosi dietro Law.

 

“Lo hai fatto apposta” commentò Crocodile guardando i due allontanarsi.

“Dovevo pur vedere se aveva intenzioni serie”

“Zuccherino, davvero?”

“Croco-chan, non essere geloso, sei tu l'unico dolce della mia vita”

“Ed ora che sto per vomitare il cenone di tre anni fa posso anche andare a salutare gli ultimi ospiti”concluse il moro allontanandosi, ma non nascondendo un certo divertimento.

“Tanto lo so che ti piaccio” sentí aggiungere poco dopo, e questa volta sorrise davvero.



 



Salve a tutti! Per chi non mi conoscesse mi scuso in anticipo per aver scritto KiddLaw quando solitamente scrivo DoflaCroc (che non manco mai di infilare ovunque) e se sono sfociata nel ooc, non mi pare ma non si può mai sapere.
Per chi avesse visto il film, ad un certo punto ho ritenuto opportuno cambiare il corso della storia perchè la fine del film era troppo da commedia romantica, e quei due necessitavano di un finale fatto apposta per loro.
Spero di avervi strappato un sorriso con questa cavolata un po' nonsense, ho finito di scriverla da poco.
A presto e fatemi sapere cosa ne pensate,
Ace of Spades

 
  
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