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Autore: Ladyhawke83    02/07/2018    5 recensioni
Note: Questa storia è ispirata alla canzone "Mia" dei Modà, proposta da Isabel kido per l'iniziativa de Il giardino di efp "A world full of song".
Non era il mio genere, quindi spero di aver fatto comunque bene.
La storia in sé è una sorta di cross-over tra i miei personaggi de “La promessa del mago” Isabeau e Vargas, del mondo di D&D e i protagonisti della saga dello strigo “The Witcher”, Geralt e Yennefer.
Questa piccola OS, senza pretese, narra di un incontro ipotetico tra le due coppie, in cui a dominare sono i sentimenti di gelosia, quella di Isabeau e Geralt verso Vargas e Yennefer e mistero, cosa cercano, in realtà, lo strigo e la maga in Academia?
Buona lettura.
Ladyhawke83
Genere: Avventura, Fantasy, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Geralt di Rivia, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Un ballo con lo strigo

 

Isabeau non sarebbe dovuta nemmeno essere lì, ma in fondo quella era una festa a cui potevano partecipare tutti, non solo i diplomati dell’Academia. Si celebrava infatti l’inizio dell’estate, nella giornata del solstizio, con canti, balli, buon vino ed un grande falò a concludere il percorso accademico dei giovani maghi, ormai perfettamente in grado di pro padroneggiare la propria arte.

Tra i tanti ragazzi, perlopiù di stirpe elfica, spiccava qua e là qualche mezzelfo e qualche figlio di Adamo, proprio come lo era Isabeau. Se gli umani maghi non erano diffusi figuriamoci i druidi che fossero anche maghi! La ragazza sapeva di essere un’eccezione, era stata ammessa all’Academia solo per gentile concessione del gran mago Ianis e solo perché aveva interceduto per lei Simenon Vargas, un potente mago mezzelfo, e padre di suo figlio.

La druida sciolse i lunghi capelli mossi e, dopo aver affidato il piccolo Nak’ell alle cure dell’amica Yulia, decise di buttarsi nella mischia e ballare.

Non era la sua festa del diploma, le mancavano ancora due anni di studi per quello, ma era pur sempre la notte magica del solstizio, quindi perché perdersela?

“Gradireste ballare con me?” Le chiese ad un tratto una voce che lei, voltandosi, non riconobbe. Apparteneva ad un uomo dai lunghi capelli chiari, quasi nivei, con riflessi argentei qua e là tra le ciocche. Le sue iridi erano di un colore ramato piuttosto scuro, reso ancora più intenso dal riflesso delle fiammelle del falò nei suoi occhi.

Quello strano individuo, dall’età indecifrabile, non era un mago, non ne portava gli ornamenti tipici. 

Avrebbe potuto benissimo essere uno stregone in visita, ma Isabeau scartò subito quella possibilità, perché ben sapeva quanto poco si sopportassero maghi e stregoni. Nessuno dell’Academia si sarebbe sognato di invitare uno stregone ad una festa così intima e importante.

L’uomo percepì l’esitazione di Isabeau nell’accettare la sua mano, quindi si affrettò a mostrarle il medaglione con incisa una testa di lupo, così lei seppe subito, e senza ulteriori indugi che quell’affascinante sconosciuto era un cacciatore.

“Potrei anche accettare la vostra proposta, se prima però mi dite almeno il vostro nome”. Chiese lei, mantenendosi sul vago.

“Mi chiamo Geralt, Geralt di Rivia, sono uno strigo. E voi? Con chi avrò il piacere di danzare?”. Domandò lui, già certo che lei avrebbe accettato di ballare, e forse non solo di ballare, con lui quella sera.

“Il mio nome è Isabeau D’Anjou e sono una... druida”. Rispose lei un po’ incerta se rivelargli anche dei suoi studi per diventare una maga, oltre che druida.

Con la coda dell’occhio Geralt guardò oltre la spalla di lei, fissando, ad una certa distanza, una donna molto bella intenta a parlare fittamente con un mago dell’Academia.

Isabeau, seguendo la direzione data dallo sguardo intenso dello strigo, si voltò e non riuscì a trattenere un verso di disapprovazione. Le dava mortalmente fastidio che Vargas, il suo Vargas si mostrasse così intimo e affabile con quella sconosciuta, che Geralt conosceva bene, dato che anche sul suo viso era comparsa un’espressione inequivocabile, che lo strigo non fu così rapido nel dissimulare.

 

Penso a quelli che dicon che

Il geloso non sa amare

Gli risponderei che per te per noi potrei morire

 

“La gelosia è una brutta bestia, difficile da uccidere...” Disse l’uomo rompendo il silenzio in cui entrambi erano piombati.

“Io non sono gelosa...”. Rispose lei offesa.

“I vostri occhi e le vostre azioni dicono il contrario. Ma vi capisco, Yennefer fa sempre questo effetto agli uomini che non la conoscono”. Sottolineò Geralt lasciando intendere molto di più di quello che dicevano le sue parole.

 

Potrei impazzire a vederti mano per mano

Con uno che non sono io

E la tua bocca che sorride per

Dei discorsi non miei

 

“Vedo che anche per voi, però, il suo atteggiamento non è indifferente, sapete anche Vargas è un tipo affascinante, a suo modo...” Lo stuzzicò Isabeau.

“Vogliamo ballare, prima che le nostre rispettive metà si scordino di noi?” Chiese lo strigo, impaziente di terminare quella conversazione, porgendo nuovamente la mano alla ragazza.

“Certo, ma vi avverto, sono una pessima danzatrice...” quel suo ammonimento fu accompagnato da una risata non troppo velata da parte di Geralt.

“Sono uno strigo. Uccido feccia per vivere, seguire la musica non è in cima alla lista di cose che so fare bene, però posso provarci”. Rispose l’uomo sempre con un occhio rivolto alla donna dai lunghi capelli neri, che si stava facendo sfiorare da quel damerino, uno stupido mezzelfo che tutti parevano rispettare, in virtù di non si sa quale motivo.

La missione richiedeva il massimo riserbo, e Geralt sapeva che far saltare la propria copertura insieme a quella di Yennefer, non sarebbe stata un’ottima idea, ma non sopportava davvero vederla vicino a quella nullità dalle orecchie a punta. Le nocche gli diventarono bianche nello sforzo di trattenere fermi i pugni chiusi.

 

Vorrei guarire ma il mio problema è

Che finché ci sarai tu malato sarò io

 

La druida si sentì improvvisamente a disagio, ma cercò di convincersi che in fondo non stava facendo nulla di male. 

Quello era solo un ballo innocente, nulla di più, eppure c’era qualcosa in quell’uomo dai capelli quasi bianchi e dalle strane cicatrici sul viso, che non la tranquillizzava del tutto, costringendola a stare all’erta.

Chi era lui? 

Cosa significava quella donna per Geralt?

Cosa c’era fra loro?

Cosa ci facevano ad una festa come quella?

Chi, o cosa, cercavano?

Tutte le domande furono accantonate da un brivido potente, che le percorse la schiena, come una scossa, nel momento in cui  Geralt le cinse saldamente i fianchi, costringendola a deglutire a vuoto.

“Siete troppo magra. Dovreste mangiare un po’ di più...” esordì lo strigo, spiazzandola.

“Come?” Chiese lei, distratta dalla vista di Yennefer che si accostava pericolosamente alla guancia di Vargas, non troppo lontano dalle labbra schiuse del mago, che le rispose con un frivolo sorriso.

Istintivamente strinse la presa nella mano dello strigo, che la conduceva nella danza, e i suoi begli occhi nocciola si ridussero a due fessure fiammeggianti.

“Volevo essere gentile, ma vedo che siete troppo presa dall’osservare la bella coppia alle nostre spalle...”.

 

non sopporto neanche l'idea che lui ci provi perchè

Perché tu sei solo mia...

 

“Sì... cioè... no. Insomma è così evidente?” Chiese lei, punta sul vivo, un po’ in imbarazzo.

“Che lo amate? Sì, è chiaro come la luce del sole. Ma lui, lui vi ama?”. Chiese diretto Geralt, riuscendo a far breccia nella corazza d’argilla di Isabeau.

“Non lo so, a suo modo, credo di sì. E Yennefer? Yennefer tiene a voi, quanto voi tenete a lei?” Chiese di rimando la druida, mentre lo strigo la accompagnava in una giravolta un po’ troppo veloce.

“Sì, a suo modo. A dispetto di quello che appare, forse a lei a provare sentimenti troppo forti, che io non merito” Rispose lo strigo, stando sul vago.

Il piano stava funzionando, se uno dei due fosse riuscito a far “sbottonare” la druida, o il mago, forse avrebbero scoperto di più circa il talismano del viaggiatore, e della strana creatura chiamata “Nephilim”, di cui Geralt aveva sentito parlare solo nelle leggende della sua terra. Più che altro nei racconti dei vecchi per spaventare i bambini.

“Come mai pensate di non meritare il suo affetto?” Chiese ingenuamente Isabeau.

“Perché un amante, e un uomo devoto, non farebbe ciò che sto per fare io ora...”. Negli occhi ambrati di Geralt comparve uno strano luccichio famelico, nel momento in cui la afferrò, infilando le dita callose tra i suoi capelli color cenere. Con una smorfia maliziosa sul volto, lo spadaccino, fece incontrare le loro bocche baciando Isabeau in modo tutt’altro che casto.

Mentre la lingua dello strigo prendeva possesso delle labbra della druida, senza chiedere consenso, lei se ne restava quasi inebetita tra le sue braccia, completamente rapita da quel suo tocco deciso, non tentando nemmeno di ribellarsi.

Una voce, fin troppo familiare, risuonò nella mente di Geralt.

 

Vacci piano Geralt, altrimenti la farai venire tra le tue braccia solo per un bacio... mi vorrei divertire anche io così, ma questo sciocco mago, non si lascia incantare...” 

 

Yennefer guardò nella direzione dello strigo e della druida, notando il repentino e violento cambio di espressione del suo cavaliere dagli occhi scuri, nell’esatto momento in cui si era accorto del bacio tra Isabeau e Geralt.

Sorrise, lei, senza farsi notare. 

Quella sciocca gelosia la divertiva da morire. Poi qualcosa attirò i suoi poteri latenti. 

Sul viso di Vargas iniziavano a comparire leggeri, e via via, sempre più evidenti, segni neri e delineati, come fossero un marchio arcaico.

Nello stesso istante il medaglione dello strigo di Rivia vibrò e si illuminò, segno che né lui, né la maga di Vengerberg, erano lontani dal trovare la risposta che cercavano e che, questa risposta era racchiusa in solo un nome: Simenon Vargas.

Yennefer e Geralt incrociarono gli sguardi a distanza, e silenziosamente assentirono a vicenda.

Quella sera né Isabeau, né Vargas, ignari del piano ordito alle loro spalle, avrebbero avuto sonni tranquilli, anzi forse non avrebbero dormito affatto.

Yennefer, dal profumo inconfondibile e i lunghi capelli scuri, raccolti sulla schiena, eseguì un movimento di dita, scandito da un incantesimo sussurrato in una lingua sconosciuta. 

Tutti i presenti caddero in un sonno profondo, tranne loro quattro.

Isabeau e Vargas si guardarono attorno allarmati, raggelati dalla voce di Geralt.

“Dobbiamo parlare”. Disse lo strigo, mentre Yennefer, trascinandosi  il mezzelfo appresso, gli si accostava, quasi soddisfatta di aver ridotto ad un ammasso di corpi dormienti l’intera Academia.

“Chi siete?” Domandò Vargas con voce sicura  seppur nel profondo si sentisse incerto.

“Forse tu dovresti dirci chi sei... “Viaggiatore”... O forse dovrei chiamarti Nephilim?” Domandò Geralt entrando la propria spada, puntandola dritta verso il mago, il quale fu sorpreso, ma non arretrò, fissando lo sguardo in quello di Isabeau, mentre con la mano libera sfiorava la pietra che portava appesa al collo, sentendo bruciare la pelle sotto la tunica.

“Io sono Simenon Vargas, non ho nulla da nascondere, né tantomeno ho paura di voi”. Il mezzelfo osò sfidare lo strigo, era una lotta impari, ma Vargas non intendeva scoprire tanto facilmente le proprie carte, e neanche arrendersi, così, su due piedi alla mercé di due sconosciuti dagli strani poteri.

“Risposta sbagliata mago...” Sibilò Geralt prima di avventarsi rapido sul corpo dell’avversario.

 

Quello che accadde dopo si perde nei resoconti della leggenda.

Una cosa è certa: quella fu una delle rare volte che lo strigo Geralt di Rivia perse uno scontro. Purtroppo aveva sottovalutato Simenon Vargas, convinto di aver già la vittoria in tasca.

Si dice anche che il mezzelfo, dal canto suo, abbia rimediato alcune ferite di moderata entità e, provocato senza volerlo, lo svenimento di entrambe le donne presenti, sia Yennefer, che Isabeau.

Qualcuno dice anche di aver visto strigo e mago, lasciare l’Academia completamente ubriachi.

Quello che si dissero dopo lo scontro lo si può solo immaginare, ma più o meno le cose potrebbero essere andate così...

 

“Donne...” dissero mago e strigo all’unisono, quasi in maniera scocciata, quando si accorsero che le rispettive compagne giacevano a terrà prive di sensi.

“Sì impressionano sempre per un po’ di sangue” sottolineò Geralt, sputando sui ciottoli.

“Forse è meglio berci su, non trovi?” Propose Vargas, quando riuscì a rimettersi in piedi, tenendosi il braccio sanguinante e dolente.

“Cominci a starmi simpatico mago... ma le donne? Le lasciamo qui?” Chiese Geralt indicando i corpi svenuti di Yennefer e Isabeau.

“Perché no? Tanto tra poco si risveglieranno insieme a tutti gli altri...” Aggiunse Vargas, pragmatico.

“Non ti facevo così cinico...” Disse Geralt, sollevando un sopracciglio.

“Normalmente non lo sono. Ma ho davvero bisogno di bere... Ci sei andato giù pesante...”. Sottolineò il mezzelfo zoppicando verso Geralt.

“Scusami, non sapevo di doverci andare cauto, principessa...” ghignò lo strigo, sorreggendo il mago sulla propria spalla.

“Vai all’inferno strigo!” Imprecò Vargas, accompagnato da una grassa risata dello spadaccino dai capelli bianchi.

“Ci sono già, mago. Ci sono già...”. Rispose, mentre entrambi uscivano dal chiostro dell’Academia dormiente, per cercare qualsiasi cosa che potesse andar bene per scaldarsi la gola e le viscere, e per dimenticare.

 

se vorrai starmi vicino

Dovrai accettarmi per quello che sono

 

 

§§§

 

 

Note: Questa storia è ispirata alla canzone "Mia" dei Modà, proposta da Isabel kido per l'iniziativa de Il giardino di efp "A world full of song".

Non era il mio genere, quindi spero di aver fatto comunque bene. 

La storia in sé è una sorta di cross-over tra i miei personaggi de “La promessa del mago” Isabeau e Vargas, del mondo di D&D e i protagonisti della saga dello strigo “The Witcher”, Geralt e Yennefer.

Questa piccola OS, senza pretese, narra di un incontro ipotetico tra le due coppie, in cui a dominare sono i sentimenti di gelosia, quella di Isabeau e Geralt verso Vargas e Yennefer e mistero, cosa cercano, in realtà, lo strigo e la maga in Academia?

Buona lettura.

Ladyhawke83

   
 
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