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Autore: _Freiheit_    09/07/2018    7 recensioni
Una ragazza comune che all'improvviso non si trova più a casa sua, trascinata in un mondo nuovo e sconosciuto. Riuscirà a tornare a casa alla fine?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. Alone


L’aria fresca si dissipò, lasciando invece spazio a quella che assomigliava sempre più all’afa. Camminare si stava dimostrando inutile, le radici degli alberi inondavano il terreno rendendolo quasi impraticabile e i piedi della ragazza cominciavano a risentire delle ore perse a vagare in quella fitta vegetazione che la stava rendendo prigioniera della sua stessa passione. L’era sembrata un’ottima idea uscire di casa presto quella mattina per andare ad esplorare ancora una volta quel luogo incantato e misterioso che ormai conosceva e amava alla follia da anni: il bosco. Sin da piccolissima aveva sempre trovato affascinante passeggiare nel più completo silenzio della natura, ascoltando solo il suono del proprio respiro e i battiti accelerati del proprio cuore quando il percorso si faceva più arduo. Era stato suo padre a trasmetterle quell’amore, a portarla con sé ogni qual volta che decideva di andare a funghi, ad insegnarle il rispetto verso Madre Natura e a riconoscere le varie piante e specie animali che abitavano il posto. Ai suoi occhi nulla poteva essere più bello di un bosco e credeva che nulla lo sarebbe mai stato. Quella mattina, però, si stavano infrangendo tra le sue stesse dita tutte le sue passioni.

Era partita con la luce dell’alba appena sorta, la rugiada sulle foglie e gli uccellini che cantavano risvegliandosi e ora si trovava sotto il sole del mezzogiorno con le scarpe infangate fin oltre le caviglie, il fiato grosso per l’interminabile tratto di salita che non le dava tregua da quelle che a lei sembravano ore e, quel che era peggio, non sapeva più dove stava andando. All’inizio non si era accorta del muto e costante cambiamento che stava avvenendo intorno a lei. Non aveva notato la temperatura crescente che era pressoché impossibile in pieno inverno e sulle montagne, non aveva fatto caso alle piante che stavano a mano a mano cambiando d’aspetto, tramutandosi in ignote e non appartenenti a quelle che, sapeva, dovevano invece trovarsi lì. I pini e gli abeti erano stati sostituiti da querce e pioppi, il tappeto di aghi che segnava il sentiero era semplicemente stato inglobato e sostituito dall’erba alta e incolta. Tutto intorno a lei era diventato improvvisamente estraneo. Certo, non appena si era accorta della cosa aveva tentato di tornare sui suoi passi, ma aveva ben presto scoperto che il sentiero che aveva appena percorso era sparito. Presa dal panico aveva comunque tentato di tornare verso la direzione da cui era partita e da allora non aveva mai smesso di camminare. Avanzava da così tanto tempo che non era nemmeno sicura che fosse mezzogiorno, il caldo e la fatica la stavano ormai disarmando di ogni sua astuzia e abilità che aveva sempre faticosamente guadagnato con l’esperienza e con lo studio approfondito del territorio. Ora che si era calmata, aveva avuto modo di guardarsi attorno, in cerca di una soluzione. Stava salendo in direzione sud, l’unica verso la quale era saggio puntare, dato che era da lì che era partita, ma cominciava a sospettare che anche quella scelta si sarebbe dimostrata errata. Infatti, anziché scendere verso il basso, il terreno aveva dapprima preso un’inclinazione quasi pianeggiante, per poi salire a picco in una salita piuttosto ripida e senza fine.

Gli uccellini avevano smesso di cantare, ora la ragazza sentiva solo il suono assordante delle cicale e di altri piccoli insetti che si muovevano intorno a lei. Anche quest’ultimo fatto era strano, giacché dalle sue parti animali piccoli come quelli non c’erano, soprattutto in pieno inverno, dove la neve arrivava anche a cadere per settimane intere, non potevano sopravvivere a quei climi.

D’un tratto il terreno cominciò a pianeggiarsi, l’erba iniziò a farsi sempre più rada e non più fitta e impraticabile. Gli alberi stessi non erano più folti, adesso tra un tronco e un altro c’erano metri e metri di distanza e tra essi i raggi del sole potevano finalmente penetrare ed illuminare il cammino della giovane. Sebbene lei fosse certa che mai avrebbe dovuto incontrare segnali del genere nel suo bosco, il desiderio di uscire da quella gabbia verde aveva preso il sopravvento su tutto il resto, l’istinto di sopravvivenza le diceva che la soluzione a tutta quella storia era, intanto, tornare alla civiltà e da lì sarebbe finalmente tornata a casa. Aumentò il passo fino quasi a correre, le gambe urlarono tutto il loro disappunto, ma le ignorò, ignorò anche lo sforzo estremo che stavano facendo il polmoni e il sudore che aumentava sotto tutti gli strati di vestiti che aveva indossato da quella mattina. Si strappò di dosso il cappello e la sciarpa, abbandonandoli dietro di sé, ormai completamente inutili con quella temperatura, e si sbottonò anche il giubbotto, ma quello preferì conservarlo. Riusciva a vedere l’uscita, con un ultimo sforzo accelerò ancora e dopo pochi metri fu finalmente libera.
 
Nessuno al mondo avrebbe mai potuto prepararla allo spettacolo che vide una volta fuori dal bosco: le alte montagne che circondavano tutta la sua regione erano sparite, sostituite da una pianura irreale con distese immense di cambi agricoli che, al suo paese, era quasi impossibile coltivare per via del terreno pendente e irregolare. In lontananza riuscì a scorgere delle basse e monotone colline, ma non erano nulla di familiare, nulla che poteva riconoscere come la sua terra. L’aria stessa era diversa, calda e umida anziché fredda e secca. Il sole illuminava coraggioso il cielo e a terra non c’era il minimo segno di una recente nevicata, a dire il vero sembrava che fosse una stagione totalmente diversa dall’inverno da cui, invece, proveniva. Era forse un sogno? Uno scherzo di cattivo gusto creato dalla sua stessa mente stanca? Era certa di aver lasciato casa con almeno venti centimetri di neve fresca e le previsioni della giornata avevano annunciato altra neve per il resto della settimana, com’era possibile quel clima? A un certo punto una domanda le sorse spontanea, salendo inesorabile sulla sua lingua, anche se la logica le urlava che era impossibile, che non doveva farla, ma alla fine non riuscì più a trattenerla:


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