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Autore: solemiosole    10/07/2018    2 recensioni
Dopo la Caccia Fantasma e l’Anuk-ite, Theo non può dimenticare, non è un suo privilegio, perché Tara è sempre lì con lui. Lo sveglia la notte e non lo lascia andare.
[…] Non sanno come hanno iniziato, o forse lo sanno anche troppo bene, ma non sanno come smettere. Forse hanno iniziato una sera al ritorno di Liam da un allenamento finito male o forse è stato una mattina presto quando Theo si è svegliato tra le braccia di Liam, ignaro che il ragazzo l’avesse stretto durante la notte per calmare le sue urla. […]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Dunbar, Theo Raeken
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sharp edges have consequences
I guess that I had to find out for myself
Sharp edges have consequences, now
Every scar is a story I can tell

Linkin Park, Sharp Edges

 
 
 
 
 
Si rigira sui sedili, avvolto nella coperta di lana spelacchiata.
La temperatura non può di certo essere definita bassa, sono a maggio e la primavera è già arrivata, ma quella coperta non lo riscalda, non è quello l’intento. Gli è stata regalata dai suoi genitori per il suo settimo compleanno, un anno prima che decidesse di spaccare la sua famiglia a metà. Forse la considera una specie di legame anche se lui per primo sa quanto ridicolo può sembrare ciò. Sbuffa mentre continua a cercare un posizione. Non riesce davvero a capire chi sia stato il primo a dire “la notte porta consiglio”. Parole più ridicole non le ha mai sentite. La notte porta sogni, incubi e freddo ma non il consiglio.
Theo questo lo sa bene perché circa ogni notte ha incubi da cui si sveglia terrorizzato e con il battito furioso del cuore che inveisce contro le ossa del petto come se volesse uscire e Theo sa anche dove vuole tornare, nel corpo morto di sua sorella, e ringrazia il cielo che non ci sia nessuno lì a vederlo in quello stato. Poi arriva un poliziotto, in divisa e cappello, che sbatte con la torcia sul finestrino e gli intima di andarsene.
Andare dove? Non è un mio problema ragazzo; tu fatti trovare ancora qui tra dieci minuti e ti porto in centrale.
E così Theo sbuffa, alza gli occhi al cielo, mette in moto e cerca un altro parcheggio in cui finire di dormire, perché se si mette a discutere azzannerà la gola dell’uomo e proprio non ha voglia di rivedere ancora lo sceriffo. Dopo tutti i casini, tra la Caccia Selvaggia e l’Anuk-ite, tutti sembrano essersi silenziosamente dimenticati di lui e a Theo sta bene perché ormai è abituato a scomparire e riapparire da un giorno all’altro. E se loro non lo cercano, di certo lui non andrà incontro a coloro che hanno il potere di rimandarlo là sotto. La spada è spezzata, è vero, ma chi gli assicura che non trovino il modo per assemblare i pezzi e spedirlo senza tanti complimenti da sua sorella?
Theo non vuole rischiare di tornare nel luogo dove Tara lo aspetta, sempre sveglia e vigile.
Sua sorella è divenuta l’unica costante della sua vita, l’unica presenza fissa in ogni sua giornata. Sapeva già che raggiungere la perfezione avrebbe significato pagare un prezzo ma aveva messo in conto di aver già saldato il debito uccidendo Tara e prendendo il suo cuore senza alcun consenso. Ma non è stato altro che un preludio verso ciò che da sempre lo attendeva: la sua punizione.
Tara lo sorveglia anche ora, ad anni di distanza, lo chiama, rivuole quel cuore che appartiene a lei.
Nel buio del suo pick-up, Theo sa che Tara lo troverà sempre e quando lo troverà, strapperà il suo cuore e lo stringerà tra le dita fredde, osservandolo morire lentamente con occhi vacui.
Al mattino, o in piena notte, quando si sveglia e lo sente battere così forte non sa più cosa provare: dovrebbe essere sollevato per essere ancora vivo, forse anche grato, ma non ci riesce perché quel cuore è la sua maledizione, oltre che la sua impresa più grande.
I morti non hanno alcuna pietà e Theo sa di meritare quella vendetta.
Tara ha sete di sangue e poco importa che sia morta; le basta rincorrere il fratello per i corridoi bui del suo incubo.
Theo vede nello specchietto un poliziotto, lo stesso della sera prima e di quella prima ancora, che si avvicina con la torcia in mano. Allontana la coperta, ripiegandola sul sedile del passeggero alla sua destra, si stiracchia per quanto gli è concesso dallo spazio e si siede al posto di guida, passando sopra al cambio, e mette in moto prima che l’agente dica qualcosa, o che si avvicini solamente, perché Theo sa che se quello si avvicina, niente lo farebbe desistere dall’impulso di azzannargli la gola, solo per il gusto di vedere il sangue scorrere. È arrivato ormai al limite della sopportazione e dietro di quello ci sono le sbarre della prigione cittadina, che non sono poi una così rosea prospettiva.  
Esce dal parcheggio in cui si era fermato e, arrivato in strada, curva a sinistra. Trova un posto libero –e gratis, cosa più importante – di fronte ad un’anonima casa allineata con le altre lungo un viale senza alberi.
Spegne il motore, toglie la chiave e guarda l’ora.
00:08.
Non è sicuro riuscirà a dormire, perché quel maledetto poliziotto può rintracciarlo anche lì, ma almeno può riposarsi prima che Tara venga a salutarlo. Se è fortunato si addormenterà nell’oblio di un mondo buio e freddo. La fortuna però lo ha abbandonato molto prima.
*

*

*
Un fastidioso ticchettio lo riscuote. Apre gli occhi e la prima cosa che vede è il buio in cui il mondo galleggia. La seconda cosa che vede è l’orario.
1:12.
Vuole imprecare contro tutti, ringhiare e tagliare la gola all’idiota che l’ha svegliato.
Si solleva a fatica, gli occhi ancora opachi dal velo di sonno e riesce benissimo a sentire gli artigli che premono contro i polpastrelli per uscire. Ancora una volta, si impone la calma. Calma che viene sostituita da un vivo stupore quando vede chi lo ha svegliato. Non dice nulla, solo abbassa il finestrino.
-Theo
-Liam – è una forma di saluto, niente di più. Lui l’ha chiamato e Theo risponde perché prima il piccolo Beta dice ciò che ha da dire e prima Theo potrà tornare a dormire al fianco di Tara. Passano alcuni minuti in silenzio, durante i quali Theo pondera attentamente se mettere in moto e andarsene visto che quella conversazione -conversazione che lui, beninteso, non voleva nemmeno iniziare- non sta portando da nessuna parte e Liam osserva dall’alto Theo e non sfuggono ai suoi occhi celesti le occhiaie e la coperta ammassata ai piedi.
-Cosa fai qui?
In tutta onestà Liam non sa perché l’ha chiesto. Nel senso, è palese che Theo stesse dormendo prima che lui lo svegliasse ma Liam non ha proprio programmato di chiedergli qualcosa. Non sa nemmeno perché lo ha svegliato perché quelle occhiaie scompariranno solo con il sonno e non parlando, ma appena l’ha visto ha sentito qualcosa dentro, all’altezza dello stomaco. Ma probabilmente sono solo le troppe patatine al bacon che ha mangiato a casa di Mason, da cui stava tornando. Sì, deve essere così e lo ha svegliato solo per infastidirlo e perché non gli andava che sostasse davanti a casa sua, perché era, in qualche modo, sbagliato che Theo stesse lì.
Si, è così. Scott è al college e ha lasciato a Liam il compito di proteggere la città e Liam non intende deluderlo ed è sicuramente per questo che ha svegliato Theo, perché sostare di fronte alla sua casa, nonostante il parcheggio sia gratuito, è una minaccia che Liam non è pronto per affrontare. 
Theo non risponde ma sbuffa e rotea gli occhi ed è qualcosa che fa sempre quando gli fanno domande a cui non vuole rispondere. Fissa il nulla oltre il parabrezza e attende che Liam se ne vada o che lo mandi via e se non lo farà allora se ne andrà lui di sua spontanea volontà, perché di dormire di fronte alla casa del protetto di Scott non ne ha proprio l’intenzione.
-Perché stai dormendo in macchina? - Liam, di nuovo, non ha pensato di domandarglielo. Ma il suo cervello non è, evidentemente, connesso e parla prima di pensare.
-E dove dovrei dormire, sentiamo? - La voce di Theo è sfuggente, acida, quasi fredda e i suoi occhi si fanno sottili. Ora la notte a Liam sembra più ventilata anche se gli alberi sono immobili e sono comunque sempre a maggio.
-Magari in una casa, come le persone comuni?
-Quale casa, Liam?
-La tua, magari?
Theo sbuffa una risata sottile di seta e rotea di nuovo gli occhi. La pelle si stiracchia e sembra avere ancora più occhiaie.
-E dove sarebbe?
*

*

*
Theo non ha mai capito appieno l’insito senso di bontà che alcune persone hanno di dover, per forza, far del bene agli altri. È una cosa che trascende la sua comprensione perché nella sua vita nessuno ha mai fatto qualcosa senza chiedere in cambio e lui, d’altro canto, non ha mai sentito la necessità di farlo. In primis perché non avrebbe avuto nessuno con cui scambiare un atto di carità cristiana, come si suole chiamarla, ma anche perché Theo, fondamentalmente, non è una persona buona e quindi può anche astenersi dal seguire le regole comuni. Ha il sospetto che sia rilevante l’aver ucciso la sorella e non solo, l’averle strappato il cuore e aver tentato di uccidere un Alpha. Però va bene, perché sono cose del suo passato che Theo si è riproposto di non fare, e fino a che restano indietro, fuori da incubi e sogni, non ci sono problemi. Ma comunque non capisce il motivo per cui le persone si offrono di far qualcosa senza ricevere nulla in cambio.
C’è troppo buonismo in quel mondo a cui Theo non è abituato, per niente.
Per questo è rimasto sconvolto quando Liam gli ha intimato di scendere dall’auto e l’ha trascinato dentro casa, presentandolo alla madre ancora sveglia e in vestaglia da notte e chiamandolo “un amico che si ferma per la notte”. Non riesce proprio a capire perché Liam l’abbia fatto perché non era obbligato e soprattutto non doveva chiamarlo amico perché Theo ha avuto due amici nella sua vita e ha tentato di ucciderli entrambi quindi non è proprio la persona giusta da voler avere sotto il tuo stesso tetto.
Ma Liam l’ha chiamato “amico” e Theo sente crescere nel petto qualcosa di indefinito, che si premura di sopprimere all’istante. Quel senso inaspettato di calore però non scompare.
Si è sentito ancor più stranito quando la madre, dopo averlo scrutato da cima a fondo, gli ha afferrato una mano e l’ha trascinato su per le scale, dentro ad una camera abbastanza spaziosa, tirando fuori dall’armadio dei lenzuoli, chiedendogli quale colore preferisse. Theo non ne ha sinceramente idea e visto il suo mutismo la madre opta per un blu scuro. Liam intanto ha raggiunto la stanza, che Theo capisce essere la sua stanza, e lo fissa divertito, salvo poi aiutare la madre nel tirare fuori da sotto il letto una brandina già munita di materasso. La signora si affaccenda con le coperte mentre Liam torna a guardare Theo.
È strano vederlo così, immobile in un angolo e non ci vogliono i sensi da lupo per capire quanto si senta fuori posto.
Non sa bene cosa fare. Un “grazie” sarebbe d’obbligo e siccome non ha intenzione di specificare a chi sia diretto si limiterà a buttarlo all’aria quel “grazie”, a dirlo nel silenzio della stanza, piano e chi lo vuole raccogliere lo raccoglierà.
Liam lo guarda e scuote la testa, come a dirgli di non preoccuparsi, che non aspetta di certo un ringraziamento da uno come lui. Non ha idea di cosa gli sia preso per invitarlo, obbligandolo ad onor del vero, ad entrare in casa. Non avrebbe dovuto e la sua parte razionale gli sta ricordando di quanto Theo sia malvagio ed approfittatore e abbia ucciso Scott, anche se temporaneamente, e abbia istigato lui contro di Scott e abbia ucciso sua sorella, sangue del suo sangue e gli ricorda anche altre cose che Liam sceglie di non ricordare perché in quel momento ci sono solo lui, Theo e le occhiaie troppo profonde sotto occhi troppo spenti. In quel momento non vuole che Theo dorma in una scomoda auto al freddo e con solo una coperta.
È, in qualche modo, sbagliato e Liam lo sa.
Non che la faccenda gli piaccia, perché invitare uno come Theo sotto al tuo tetto richiede una fiducia che Liam non crede di avere ancora e sicuramente sa già che non dormirà per non rischiare che Theo lo uccida nel sonno, ma comunque ora Theo è un senzatetto e Liam si sente moralmente in dovere di aiutarlo, perché lui ha una morale e la rispetta.
È solo per questa notte, si ripete.
Continua a ripeterselo anche sotto il getto caldo dell’acqua mentre nell’altra stanza sente il respiro lieve di Theo; per un momento aveva sperato che se ne fosse andato ma, concentrandosi, ha poi sentito il battito del suo cuore e piccoli scricchiolii del materasso e ha sospirato, sapendolo ancora lì.
Solo per questa notte, si ripete mentre si infila il pigiama e torna in camera. Sa bene chi è Theo e soprattutto di cosa è capace eppure si rende conto che ci deve essere un motivo per cui è ancora in città: se avesse voluto andarsene, l’avrebbe fatto finita tutta la faccenda dell’Anuk-ite ma no, è ancora a Beacon Hills e non sta facendo nulla di orrendamente malvagio, a parte dormire di fronte a casa sua. Liam non sa di preciso cosa potrebbe macchinare ancora perché del suo branco tanto sognato sono rimaste nemmeno le briciole e ora Theo è solo e non sembra avere chissà quali mire al potere supremo però è sempre meglio non abbassare la guardia, non si può mai sapere. Liam non sa, oppure lo sa ma non l’ha ancora realizzato, che semplicemente Theo è rimasto perché semplicemente non aveva altro luogo in cui andare: non ha una casa, non ha amici, non ha famiglia. Ha solo un pick-up e una coperta vecchia e sfilacciata con cui si copre durante tutte le notte, ma non ha un luogo in cui andare. Almeno, a Beacon Hills conosce posti, il bosco per esempio, dove passare le sue giornate, e può vedere da lontano Liam e Corey e gli altri che si divertono a giocare a lacrosse, che vanno al liceo mentre Theo non ha potuto finirlo perché ha fatto fuori i suoi genitori prima di completare la scuola. Theo è rimasto perché sente di appartenere a Beacon Hills. Nemmeno lui sa come o perché ma è così. Punto. 
Liam, nella penombra della stanza, illuminata solo dalla piccola lampada che si trova sul suo comodino, vede la figura raggomitolata sotto il lenzuolo blu. Theo sta dormendo e Liam si da dello stupido perché non aveva pensato che Theo si sarebbe addormentato. Non sa perché ma nella sua testa, una volta uscito dal bagno, avrebbe trovato Theo ancora sveglio, con quel solito luccichio negli occhi, e avrebbero iniziato una discussione sul perché e sul come Liam avesse pensato anche solo alla possibilità che Theo si fermasse a casa sua per la notte. Poi si sarebbero insultati perché proprio non potevano farne a meno ed infine Theo se ne sarebbe andato, tornando in macchina e il giorno dopo Liam avrebbe raccontato alla madre che il suo “amico” era dovuto andare via presto e l’avrebbe detto con una tale convinzione che la madre ci avrebbe creduto. Liam, ovviamente, non aveva pensato all’opzione più banale, ovvero che Theo si sarebbe addormentato. E stranamente questo non gli dà fastidio anzi, gli infonde uno strano senso di calma e rilassamento, lì, all’altezza dello stomaco.
Una mano di Theo è tesa verso il pavimento, le dita a cercare di prendere la coperta che se ne sta tranquillamente a pochi centimetri di distanza. Liam si avvicina silenzioso ed è ben consapevole del piccolo sorriso che gli è nato sulle labbra e che rimane quando, raccolta la coperta, la posa con delicatezza sul corpo di Theo, che subito si rigira su un fianco, stringendolo possessivamente, senza però svegliarsi, in barba i sensi da lupo. Si ferma un momento a guardare l’espressione calma, e quasi fanciullesca, niente sorrisi da squalo tutti scintillanti e niente ghigno da stronzo nato e finito e niente luccichio negli occhi di un qualcosa che Liam non sa ancora riconoscere. Alla fine, anche lui va a letto, osservando l’ora dalla sveglia
È solo per questa notte si ripete, solo per questa notte.
*

*

*
Liam non ha mai aspirato a grandi cose nella vita: non ha mai chiesto successo o fama e neppure soldi. Ha desiderato che i suoi attacchi di rabbia diminuissero e questo è successo quando è stato morso da Scott, prima dell’Anuk-ite. Ma di base Liam non ha mai desiderato molto o troppo o qualcosa.
Ora però si ritrova a fissare il soffitto con sguardo vagamente furente per essere stato svegliato alle 5.31 del mattino, cristo santo, le 5.31 e la sua sveglia sarebbe suonata alle 6.00 per arrivare in orario agli allenamenti di lacrosse, ogni martedì mattina. Ma i mugugni che sente nel letto accanto l’hanno tenuto sveglio per 29 maledetti minuti e Liam ora desidera, brama ed esige il maledetto riposo che gli è precluso dalla persona che dorme, anzi si lamenta, a pochi passi da lui.
È strano che Theo si agiti in quel modo ma dopotutto Liam può far finta di credere che sia un sogno erotico e che quelli siano mugugni di piacere o anche che Theo stia sognando di uccidere qualcuno, magari i poliziotti di prima o magari anche lui. Di norma il suo orgoglio reagirebbe ma per adesso vuole sperare che sia così e gli andrebbe anche bene se Theo stesse sognando di ucciderlo perché è un sogno e non la realtà. Ma Liam sa anche che non è così e che quello è un incubo perché Theo si muove e sta sudando e sussurra parole, anzi un nome
No, Tara, no…-
In un certo senso, Liam non vuole realmente aiutarlo perché se lo merita tutto quello e la sua parte razionale continua a ricordargli chi è Theo realmente ma ancora una volta Liam si ricorda di avere una morale e ignora la razionalità, perché piano piano si sta convincendo che Theo non è più il cattivo di quella storia. Inoltre c’è qualcosa, sempre lì all’altezza dello stomaco, ed è quello che lo fa alzare e lo porta al suo fianco per scuoterlo leggermente.
Ma Theo non apre gli occhi e continua ad agitarsi.
Liam può sentire il cuore furioso battere ed è sbagliato che batta per una paura che è nella mente e che quindi non può fare male realmente.
Finalmente Theo apre gli occhi e sono così pieni di terrore che Liam indietreggia di un passo e si ritrova al buio della stanza. Theo si guarda intorno spaesato per un secondo e Liam vede le pupille dilatate per la paura e si stupisce perché Theo non è uno che si spaventa facilmente e se Tara riesce a fargli questo effetto nei sogni, non vuole proprio immaginare nemmeno lontanamente come deve essere stato ritrovarsi all’inferno con lei.
Theo si è alzato a sedere e le sue dita stringono nervosamente il bordo della coperta; respira veloce e Liam non sa proprio cosa fare e quindi se ne sta lì, al buio, a guardarlo ed ascoltare il suo cuore che piano piano si calma. Theo si guarda attorno e lo vede e Liam si aspetta quasi che gli si rivolga contro in malo modo, magari con una battuta sarcastica perché significherebbe che Theo è di nuovo lo stesso Theo che conosce, quello stronzo e manipolatore a cui Liam era abituato, quel Theo che non esiterebbe a salvarsi la pelle ma non prima di aver salvato quella di Liam perché alla fin fine, Theo è così e può sembrare duro quanto vuole ma a Liam salverà sempre la vita, nemmeno lui sa perchè.
Ma non dice niente, si limita ad osservarlo per poi ripiombare sul materassino, quasi senza forze ed a chiudere gli occhi. Non ha ancora parlato e Liam è preoccupato perché non è da Theo farsi vedere così esausto perché la migliore arma che ha, sempre, è l’attacco e non perderebbe mai l’occasione di mettere in imbarazzo Liam –Theo riesce sempre a rivoltare ogni situazione contro di lui, in effetti. Ma Theo ha già chiuso gli occhi ma non sta dormendo e si nota il tremore leggero dell’anulare e del mignolo della mano destra e il tremolio delle palpebre e Liam percepisce anche il lieve sfasamento nel battito cardiaco.
Torna a letto, la sveglia che segna le 5.40 e Liam ha venti minuti esatti per dormire ma non avrebbe senso quindi se ne sta lì, con gli occhi spalancati verso il soffitto, a sentire il battito di Theo.
Theo, d’altro canto, si è girato dandogli la schiena, negli occhi le immagini vivide del cuore che gli viene strappato dalle mani putrescenti di Tara. Non vuole dormire, non è proprio pensabile e non è abituato a farlo dopo un incubo. Passerà i prossimi venti minuti ad osservare la parete e a cercare di controllare il tremolio delle dita e a pensare a quanto sia stato ingenuo Liam ad invitarlo per la notte. Poi si maledice mentalmente, dandosi dell’idiota: ora che Liam ha visto cosa gli succede durante le ore notturne, non ci penserà due volte e lo sbatterà alla porta, liquidandolo senza troppi complimenti e Theo non vuole perché significherebbe tornare a dormire nel pick-up, su scomodi sedili e senza nessuno al proprio fianco.
A Theo piace dormire su un letto, con l’odore penetrante di Liam tutt’intorno a lui e il battito leggero del suo cuore nel letto accanto.
Non l’avrebbe mai ammesso, ma gli piace l’odore di Liam.
*

*

*
Quando Liam bacia, le sue labbra sanno di mille sapori. Quelle di Theo invece, sono sempre fredde.
È un freddo che si è portato dall’Inferno perché quel posto non è caldo, non ci sono fuochi ardenti, non c’è luce accecante, no, in quel luogo non c’è nulla.
Nulla tranne i tuoi peggiori incubi, nulla tranne voci di sussurri, nulla tranne la mano fredda di un morto che ti tocca il corpo e ti scava nelle ossa. Theo è sempre freddo ma Liam compensa tutto perché la sua pelle è calda, non bollente, solo calda, piacevole.
Non sanno come hanno iniziato, o forse lo sanno anche troppo bene, ma non sanno come smettere. Forse hanno iniziato una sera al ritorno di Liam da un allenamento finito male o forse è stato una mattina presto quando Theo si è svegliato tra le braccia di Liam, ignaro che il ragazzo l’avesse stretto durante la notte per calmare le sue urla.
La verità non la sanno nemmeno loro.
Quando Liam bacia, entrambi sembrano essersi dimenticati che un tempo Theo era solo un bambino spaventato e che Liam era un ragazzo con problemi nel gestire la rabbia ed un amico al suo fianco.
La verità è che Theo, cadendo all’Inferno, si è fatto più male di quanto pensasse e ne porta i segni ancora addosso ed è quello che gli grida di dormire stretto a Liam, attaccato al suo fianco, con una mano nella sua. La verità è che Liam non vuole lasciare Theo perché se prima non era certo di ospitarlo a casa sua, dopo quattro mesi non riesce ad immaginarsi senza la sua presenza.
Non hanno dimenticato ciò che è successo circa sei mesi prima ma forse ci si può mettere una pietra sopra perché Theo ha occhi liquidi e dentro ci sono pezzi di una tristezza infinita e Liam forse può anche pensare di abbandonare in una angolo della sua mente tutto quello che è accaduto, guardando quegli occhi. Theo non ha dimenticato che le sue mani sono rosse di sangue, che ha tradito, ingannato e rubato ma Liam ha occhi che sono pezzi di cielo e Theo è sicuro di poter soprassedere a tutto quello, se Liam lo guarderà ancora con occhi così.
Alle volte, guardandolo dormire, Liam corre con la mente a sei mesi prima, quando Theo era il cattivo, il male, quello da sconfiggere. Liam era lì mentre Theo implorava un aiuto che sapeva già non sarebbe arrivato, perché avrebbe dovuto? dopotutto lui era il cattivo della storia. Ora Liam non è molto sicuro di ciò che avrebbe potuto fare se tutto ciò si fosse rivelato un ennesimo inganno. Ma gli basta guardare l’espressione addormentata di Theo alla sua destra e si dice che no, è cambiato, sta cambiando, e non lo lascerebbe mai.
Forse è egoistico da parte sua ma Liam non ha mai detto di essere privo di difetti e l’egoismo, se tale si può essere considerato, è ben accetto, purché gli lasci Theo che è tutto ciò che vuole.
Liam quando bacia sa di speranza e di futuro e una piccolissima parte di Theo spinge per fermare quei baci perché un’anima come la sua non può meritarsi la speranza o il futuro o entrambi.
-A cosa pensi?
La voce di Liam è fiacca e addormentata, ovvio è appena mattina della domenica. Hanno dormito insieme, come ogni notte, e Theo si è svegliato prima perché ormai si è abituato così, a svegliarsi presto e a dormire poco. Non risponde Theo e si limita a guardarlo con occhi limpidi e un sorriso che da troppo tempo ha lì, fissato sulle labbra, ogni volta che Liam è nella stanza. Sa bene che non dovrebbe essere così felice, perché uno come lui non può avere la felicità a lunga durata e tantomeno si merita uno come Liam che lo guarda sempre con occhi azzurri pieni di qualcosa a cui Theo non vuole dare nome. Lui non è mai stato uno a cui piace catalogare ciò che vede o sente, non ha mai pensato di incasellare proprio niente e gli stava bene così.
Theo non risponde e Liam si tira su a sedere, e lo tira verso di sé e lo bacia con un sorriso sulle labbra perché ha imparato che se Theo non risponde alle sue domande è perché è ancora troppo presto.
Liam stringe Theo come se ne andasse della sua vita e si ritrova a pensare che è strano, terribilmente strano, perché loro due avevano sempre avuto ruoli definiti, dai contorni netti, lui l’aiutante buono della storia e Theo il cattivo da sconfiggere, quello che metteva tutti contro tutti, che ambiva al potere.
Ma ora del branco agognato non restano che briciole e del suo potere solo occhi gialli, non rossi. Liam non sa quando i ruoli siano cambiati, quando qualcuno abbia scritto un diverso finale, ma gli va benissimo così. Liam quando bacia sa di libertà e di mare e di vento e Theo ne vuole sempre di più perché è paradisiaco e Theo ha sempre bramato la libertà, fin da quando era piccolo, fin da quando era ancora amico di Stiles e Scott. Theo voleva la libertà e forse è per questo che ha fatto ciò che ha fatto, per un insito bisogno di libertà che aveva dentro.
Liam ha Theo e ha la sua bocca fredda e ha il compito di proteggerlo, anche se nessuno lo ammetterebbe mai e Theo ha la sua libertà.
E non ha intenzione di lasciarla andare. Non di nuovo.
Tara è solo un’ombra nella mente, ormai.
 


 
Nota: Sharp edges, ovvero Bordi Taglienti, è il titolo di una canzone del gruppo Linkin Park. Non esiste alcun altro legame tra questo testo e la mia one-shot.
   
 
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