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Autore: EleSoKi    12/07/2018    2 recensioni
Ino era molto legata a suo padre ma in una notte lo perse e Shikamaru la aiuterà a superare il dolore..
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Perdita Dolorosa

Lasciai quella stanza vuota con le lacrime che rigavano sul mio volto sentii mia madre chiamarmi ma la ignorai correndo via da quell’edificio che avevo frequentato per mesi ormai, era notte fonda ma non mi importava, correvo per le strade di Konoha che ormai conoscevo a memoria. Poi la vidi, quella casa che spesso mi aveva accolta negli ultimi periodi anche per una semplice ciotola di ramen, saltai sulla tettoia al secondo piano e bussai alla finestra. La luce all’interno della stanza si accese debolmente vidi la sua ombra venirmi incontro e scostare la tenda, la finestra si aprì –Ino- disse lui saltai all’interno della stanza e mi lasciai andare fra le sue braccia, le lacrime ormai non volevano cessare e lui sembrò capire il motivo. –Mi dispiace- disse stringendomi fra le braccia.

Non avrei mai pensato che proprio a lei accadesse una cosa simile, trovarla fuori la mia finestra in lacrime non me lo sarei mai immaginato. Non riuscivo a capire quanto soffrisse in quel momento ma sapevo che il dolore che provava era grande, mi stringeva forte e piangeva, piangeva e singhiozzava; la porta della mia stanza si aprì e vidi mio padre sulla soglia, vide Ino fra le mie braccia e capì la situazione, suo padre era morto. –Io e tua madre andiamo in ospedale, stai con lei- disse, mi limitai ad annuire e lui andò via -Non lasciarmi ti prego- singhiozzò –Non intendo farlo- risposi, la feci sedere sul mio letto e le tolsi i stivali, aveva lo sguardo perso, quella ragazza che avevo sempre visto forte e sicura di se ora sembrava un’altra persona.

Shikamaru mi convinse a fare una doccia, i pensieri vagavano nella mia testa come impazziti, chiusi la porta del bagno senza girare la chiave e mi parai davanti allo specchio,  tolsi la divisa viola che fasciava il mio corpo e sciolsi alcune bende, tolsi il reggiseno tenendo l’intimo ed entrai nella vasca da bagno. L’acqua scorreva sul mio corpo mentre io avvolgevo le gambe con le braccia attirandole al petto, le lacrime non scendevano più ma sentivo che una parte di me era distrutta.

Sentivo l’acqua scorrere da un bel po’, mi avvicinai alla porta e bussai –Ino tutto ok?- chiesi nessuno rispose, cavolo e ora che avrei fatto? –Posso entrare?- domandai, sentii l’acqua chiudersi e un flebile si, aprii la porta. Mi guardai attorno e vidi la mia compagna di squadra seduta nella vasca da bagno mezza nuda con lo sguardo perso, afferrai un asciugamano e mi avvicinai a lei mettendoglielo sulle spalle, lei mi guardò –Fa male- disse –Lo so, ti prometto che starai meglio-. Poco dopo eravamo entrambi nel mio letto, le avevo prestato una mia maglietta, lei era seduta mentre io mi ero allungato, le stavo accarezzando la schiena poi mi guardò. –Domani pomeriggio abbiamo una missione- disse quasi sussurrando –Si- riposi –Non credo di farcela.. pensi che il maestro Asuma mi lascerà rimanere qui?- domandò –Certo che lo farà tranquilla-. Si stese accanto a me guardando il soffitto, spensi la luce e lei mi abbracciò addormentandosi. Quella mattina quando mi svegliai Ino era ancora accanto a me, stringeva la mia maglietta con una mano in più aveva la sua gamba sulle mie impedendomi di muovermi. I suoi occhi erano gonfi segno che aveva pianto molto, i capelli erano sparsi sul cuscino. Vidi i suoi occhi aprirsi lentamente e guardarmi.

Era rimasto accanto a me tutta la notte –Ei- disse sorridendomi –Ei- risposi debolmente, sarei rimasta così per sempre in attesa che il dolore scomparisse ma non potevo, osservai meglio il mio compagno di squadra e notai che aveva i capelli scompigliati, non l’avevo mai visto in questo stato, appena sveglio con i neuroni ancora sconnessi. Sorrisi senza rendermene conto –Che c’è?- domandò curioso –Non ti ho mai visto così- spiegai poggiando la testa al suo petto, sentivo il suo cuore battere e questo mi calmava –Così come?- chiese –Appena sveglio- risposi –C’è sempre una prima volta, come ti senti?- domandò poi. Scossi la testa tentando di trattenere le lacrime mi misi seduta guardando fuori dalla finestra.

Sentii un singhiozzo e lì capii che stava piangendo, mi sollevai prendendole il viso con una mano e costringendola a guardarmi, le lacrime rigavano sul suo viso gliele asciugai ma poi si lasciò andare stringendomi –Ho bisogno di te.. non credo di farcela- farfugliò. Mi dispiaceva così tanto per lei –Ti aiuterò ad affrontare tutto questo, non ti libererai di me tanto facilmente- dissi, la sentii sorridere –Allora, ti va di mettere qualcosa nello stomaco?- proposi –Va bene- rispose. Ci alzammo dal letto, aprii la porta della mia stanza pronto a scendere giù in cucina poi la vidi immobile, la raggiunsi prendendole una mano –Puoi farcela, sei fortissima sai- la incoraggiai. Scendemmo le scale, sentii delle voci in cucina e lì capii che i miei erano a casa, Ino si nascose dietro di me, indossava solamente la mia maglietta –Buongiorno- disse mia madre non notando Ino. –Cosa c’è per colazione?- domandai –Quello che vedi sul tavolo, ieri sono stato..- lanciai uno sguardo fulminante a mio padre che mi guardò interrogativo, afferrai la mano di Ino facendola uscire da dietro di me. –Ino sei qui, che bello vederti cara, hai fame?- domandò mio padre. –Siamo qui apposta- esordii, mio padre si alzò e raggiunse la mia compagna di squadra –Puoi rimanere tutto il tempo che vuoi, se hai bisogno di qualsiasi cosa basta chiedere ok?- le disse, lei annuì. Mia madre la abbracciò mentre raggiungevo il tavolo, poi, insieme a mio padre andarono via, Ino era rimasta impalata dove l’avevo lasciata, volevo aiutarla ma non sapevo da dove iniziare, riuscii a farla sedere a tavola ma la situazione non migliorò –Ino.. ti prego mangia qualcosa- la supplicai, lentamente afferrò un biscotto e se lo portò alla bocca.

EleSoKi
   
 
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