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Autore: Boyo_Mate    13/07/2018    0 recensioni
" ‘Avrei potuto salvarti?’
Ancora oggi me lo chiedo e so che non avrei avuto altra scelta, tu non me l’hai permesso. Come si può scegliere tra il tuo cuore e la vita di milioni di persone, anche se non tutte sono innocenti? Una domanda che sembrava uscita da uno dei romanzi che leggevo una vita fa sulla terra, a casa. Non avrei mai pensato che un quesito simile mi si sarebbe posto dinnanzi, tanto meno pensavo che sarei stata io a dovervi dare risposta."
* Attenzione: spoiler per coloro che non hanno giocato oltre l’episodio 17 *
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leiftan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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-Fanaa

(n.) Destruction of the self; ‘destroyed in love.’
 

 
‘ I call us part dread, part song
Part story, part wrong.
We built our castles in each other
Out of splintered spine and blood.
We met in grief and
were held together by its mud.
Took crowns made of bones
placed it on each other heads.
We loved each other
with frangments of ourselves that were dead.
This is why we couldn’t rely
on the promises that we spoke.
Perhaps in a different time
I would have named us hope.
Perhaps in a different universe
we would not meet so battleworn
And I would call us forgiveness,
and not remember us as war. ‘
-Nikita Gill
“Eroina”
Non credevo mi sarebbe mai stata data questa etichetta. Dispersa, dimenticata, disperata… questi erano gli aggettivi che meglio si addicevano alla mia persona. Non credo di poter essere definita un eroina, mi sembra così sbagliato. Può un eroe uccidere la persona che ha amato? non sono sicura di conoscere la risposta. Credo io e lui avessimo qualcosa, poteva non essere amore ma nemmeno poteva definirsi niente. Forse erano solo sguardi rubati nei lunghi corridoi del quartier generale, o le risate dovute ai momenti imbarazzanti; forse era solo quel senso di vertigine che provavo ogni qual volta ci sfioravamo, le pause che entrambi non ci rendevamo conto di fare prima di sussurrare i nostri nomi. Non era amore, ma avrebbe potuto esserlo. In un altro momento, in un altro luogo, in una realtà parallela magari sarebbe potuto diventarlo. La cosa peggiore era forse il dover continuare ad andare avanti con la consapevolezza che ero stata io, solo io  a porvi una fatale ed inconfutabile fine.
‘Avrei potuto salvarti?’
Ancora oggi me lo chiedo e so che non avrei avuto altra scelta, tu non me l’hai permesso. Come si può scegliere tra il tuo cuore e la vita di milioni di persone, anche se non tutte sono innocenti? Una domanda che sembrava uscita da uno dei romanzi che leggevo una vita fa sulla terra, a casa. Non avrei mai pensato che un quesito simile mi si sarebbe posto dinnanzi, tantomeno pensavo che sarei stata io a dovervi dare risposta. Cos’altro puoi fare quando migliaia di persone ed un oracolo ripongono le loro speranze in te? Leiftan non mi aveva dato scelta. Lo odiavo per questo, lo odiavo per avermi permesso di vivere ma a caro prezzo: Il ricordo e la colpa.
Il ricordo di come non si sarebbe fermato davanti a niente e nessuno pur di ottenere la sua vendetta, anche a costo di perdere tutto; a costo di perdere me e, non ultima, la sua stessa vita. Così era stato, avevamo entrambi dovuto fare una scelta e lui aveva fatto la sua… era infine morto, per mano mia. 
Leiftan era andato oltre ogni limite, la corruzione del cristallo aveva preso il sopravvento sulla sua psiche. La vendetta, nient’altro esisteva per lui in quel momento. Dovevo fermarlo e solo io ne avevo il potere, ma avevo il coraggio di farlo? Avevo ucciso la persona a me più cara sul mondo di Eldarya. Ora eravamo lì, a pochi metri dal grande cristallo, ancora puro, ancora intatto, splendente di una luce azzurrognola. I frammenti corrotti giacevano non lontano da noi nella direzione opposta. Leiftan era riverso a terra, le grandi e possenti ali nere attraversate da spasmi, la mia mia mano sul suo petto, sul punto in cui sapevo esserci il cuore. Lo avevo colpito, potevo sentire il potere che scorreva libero nel mio corpo invadere il suo, distruggendolo dall’interno; distruggere la persona a cui avevo donato il mio cuore, la mia fiducia e a cui avevo rivolto le mie speranza. La sua mano raggiunse la mia sul suo torace fino a stringerla nella morsa gentile cui ero abituata. Il contatto improvviso mi ridestò facendomi cadere lo sguardo sul suo volto. Scorsi infine un barlume di lucidità nel suo sguardo. Non riuscivo a metterlo bene a fuoco, mi resi conto allora che stavo piangendo. La mano sinistra dell’aengel si posò sul mio volto asciugando le lacrime che continuavano a cadere. Volevo urlare, parlare, dirgli tante cose ma non un suono uscì dalla mia bocca, solo singhiozzi. Mi guardò e lo vidi sorridere mentre la sua mano continuava a stringere la mia e l’altra ricadeva al suolo priva di energie. Se ne stava andando…
“ Mi odi adesso? “ sussurrò, la sua voce sembrò rompere un incantesimo. Dalle sue labbra sgorgò altro sangue, così scuro da sembrare nero.
No, no,  NO.
La sua mano strinse più forte la mia cercando risposta.
“… no, non ti odio. Odio quello che hai fatto.” Lo guardai di nuovo negli occhi, le lacrime continuarono a scorrere sul mio viso. “ Odio quello che sei diventato…” dissi con una risolutezza che non sentivo di possedere. Leiftan chiuse gli occhi e la mia mano, di sua spontanea volontà, si posò sulla sua guancia. Occhi verdi, di un bagliore soprannaturale rincontrarono i miei. “ Ma ricordo l’uomo che mi ha salvata più di una volta, l’uomo che mi ha ricordato di non essere sola, ricordo l’uomo che mi regalava collane che già avevo…  che mi ha confortato quando ho perso tutto:la mia famiglia e ogni speranza. Colui che c’era sempre.” Una calda lacrima raggiunse il mio pollice sulla sua guancia. “ Quindi no, non ti odio. Odio quello che sei diventato perseguendo  la tua  vendetta… odio quello che mi hai costretto a fare.”  Dissi lasciando che la disperazione prendesse il sopravvento sulle ultime parole e stringendo il suo corpo di più al mio.
“ E’ tutto così tragico non è vero? ” rise, una risata rauca che fu però accompagnata da altro sangue. “ Smettila di parlare! ” singhiozzai, ma lui continuò sapendo che la fine era comunque vicina.
“ Perdonami, se un giorno potrai…” “ e ti ringrazio, ti ringrazio di avermi amato nonostante l’angoscia e tutto ciò che ti ho fatto. “ sorrise, un sorriso di sincera felicità nonostante il sangue continuasse a sgorgare. “ Grazie per avermi fatto provare qualcosa di unico che non pensavo di meritare, perdonami se non è bastato…” la sua voce andava via via affievolendosi, i suoi battiti diminuivano. A stento sentì le sue ultime parole.
 “… per quel che vale, sappi che ti amo, Maeve.”  Con un ultimo sforzo Leiftan sfiorò le mie labbra un’ultima volta, poi l’oscurità lo avvolse, i suoi occhi persero lucidità spegnendosi come una candela. Lo sentii  spirare e desiderai andarmene con lui. Sapendo di non avere il potere di farlo, lo strinsi più forte a me mentre un grido mi squarciava la gola.
Lui non c’è più, ed io sono qui. Ci siamo incontrati nel momento sbagliato, questo è quello che continuo a ripetermi. Forse uno di questi giorni , anni da ora, in un'altra vita ci rincontreremo e potremo avere un'altra occasione, ma per ora non mi resta altro che il suo ricordo e la consapevolezza che alla fine cosa c'è di più ingiusto del dover scegliere tra l'essere un mostro o un eroe? avevo trovato la mia risposta: quando devi essere entrambi.
-Fine-

NdA: 
Salve gente! Grazie per aver letto questa oneshot, sarei grata di avere pareri e critiche poiché è da poco che ho ripreso a scrivere. Che dire, questa fanfiction nasce per Leiftan, un personaggio che mi incuriosisce da morire ( ogni riferimento è puramente casuale). Maeve invece è la mia OC, se vi state chiedendo che tipo di fae sia sappiate che è un drago in grado di utilizzare il maana come fuoco.  La scena che ho voluto descrivere si rifà ad un possibile finale della storia di eldarya, che ovviamente spero non si avveri. ^^” Mi piace l’angst, ma entro certi limiti :’)
Detto ciò spero che questo piccolo scritto vi sia piaciuto, fatemi sapere e alla prossima. <3
  
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