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Autore: milky04    16/07/2018    0 recensioni
come sarebbe vivere nel villaggio di manigoldo? conoscere la sua famiglia? e se non fosse stato distrutto quel luogo ma solo danneggiato? ecco secondo me come sarebbe.
Genere: Guerra, Slice of life, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cancer Manigoldo, Cancer Sage, Thanatos
Note: Lime, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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1700 circa…..
I campi di grano erano dorati, le colline viste dal piccolo paese sembravano avvolte in una seta d’orata. Era arrivata l’ estate, i grilli cantavano, e il suolo nella sua immensità , dopo qualche anno dalla fine del grande scontro curava le proprie ferite . Michele un bambino di soli 10 anni aveva visto la morte, con la quale giocava ad acchiapparella , ma essa a quanto pare non riusciva a raggiungerlo quindi a Michele bastarono le sue agili gambette che scattavano veloci in caso di pericolo. Anche se ancora un bambino Michele aveva già le sue preoccupazioni provvedere alla sua famiglia e procurarsi delle medicine per la sua mamma malata di polmonite, dato che il padre ormai riposava cullato tra le braccia della morte. Per tirare avanti Michele faceva dei lavoretti ,come aiutare il prete dopo aver pregato nella chiesa principale del paese ,Michele era biondo con gli occhi castani e la pelle leggermente abbronzata , aveva delle gambe snelle come quelle di un cerbiatto, tutte le donne del paese lo adoravano perché anche se lo faceva per una piccola mancia ,dava un fiore a tutte le signore e adulandole le aiutava con le faccende  che dovevano svolgere. Una domenica estiva dopo la messa ,Michele per avere in cambio del pane e della frutta , andò al pozzo con due grossi secchi che servivano al parroco , o meglio alle sue due caprette assetate, calò il primo secchio e con molta fatica lo tirò su , calò il secondo secchio lo sforzo impiegato era il doppio dato che le sue braccine erano stanche, con l’aiuto di un bastone, incastrando ad esso i due secchi riuscì con molti sforzi a portare l’ acqua alle caprette. - potevi chiedermi una mano, avresti avuto lo stesso la tua ricompensa, - don Angelo a me le cose piace guadagnarmele, altrimenti non le accetto e ora scappo che a casa sicuro hanno bisogno di me. –Michele che i santi ti proteggano ! –anche a lei don!. Rispose frettolosamente il bambino allontanandosi in faccia un’ aria fiera e soddisfatta e con in mano un paniere di paglia contenente tanta frutta e tre pagnotte di pane. Con l’ acquolina alla bocca Michele buttò una mano nel paniere e prese un’albicocca alla quale diede un bel morso , era questa la vita che si svolgeva nei paesini siciliani del 1700 ,provare soddisfazione  anche nel possedere una semplice  piccola e dolce albicocca. Nell’ assaporare quel dolce frutto al ragazzino tornò in mente il fratello ,l’ esatto opposto di lui, rude , muscoloso , e fannullone, tutto ciò che faceva lo faceva per lui , proprio per questo lo chiamavano Manigoldo. Manigoldo aveva i capelli neri ,la pelle abbronzata , e degli occhi rari di color viola, Manigoldo voleva a tutti costi diventare un cavaliere di Atena, un pezzo grosso no? Uno di quelli che alla sola vista le fanciulle svengono  e gli uomini abbassando il cappello si facevano da parte, Michele aveva sentito parlare di questi uomini in corazze dorate ad Atene, ma non pensava che il fratello ci credesse, eppure dopo qualche anno dallo scontro che quasi distrusse il villaggio , tramite delle navi commerciali, Manigoldo sparì lasciando solo un foglio logoro sul tavolo, - sono solo un peso, Michele prenditi cura della mamma e della sorellina ,io vado in Grecia a diventare qualcuno ,e quando ci riuscirò tornerò con la mia armatura luccicante  a dirvi eccomi ce l’ho fatta ...........Furono solo queste poche parole a lasciare un grande vuoto avvolto da un’ alone di mistero. Ormai di quella dolce albicocca ne era rimasto solo il nocciolo, Michele arrivò a casa posò il paniere uscì si allontanò un po’ e spinse il nocciolo nel terreno. Le ultime luci del giorno dipingevano il cielo , la sorella servì in tavola la zuppa ancora fumante, - com’è andata oggi ? chiese la madre riferendosi ad entrambi i figli con voce fioca, - bene. Risposero all’ unisono. Appena finito di mangiare Michele si alzò da tavola diede un bacio alla madre, scompigliò i capelli della sorellina ,uscì fece una ventina di passi e si stese sull’ erba davanti casa, le stelle in silenzio brillavano, la luna illuminava i tetti delle case in lontananza, chissà se anche Manigoldo osservava le stesse stelle, chissà se è ancora vivo...   – Mick posso stare qui un po’ con te? – si certo. Rispose il fratello con voce dolce ,la sorellina si stese di fianco a Michele , Aurora aveva i capelli biondi , gli occhi viola scuro come il fratello maggiore  i lineamenti eleganti di Michele e una corporatura esile, - secondo te Manigoldo è ancora vivo? Chiese con voce spezzata la più piccola dei tre. – secondo me si, ho fiducia in lui, so che non si arrenderà, ci ha fatto una promessa, tornerà ne sono sicuro ma bisognerà attendere, penso che la parte più dura per lui sia appena iniziata.
   
 
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