Anime & Manga > Detective Conan
Ricorda la storia  |      
Autore: Ily Briarroot    17/07/2018    4 recensioni
[Classificata al 3° posto per il contest: "Le forme dell'amore" indetto da i love ace 30 sul forum di EFP] - Possibile accenno spoiler.
"E poi, lentamente, un'altra persona era stata capace di farle vedere dentro se stessa, varcando la soglia di un muro che non sarebbe crollato facilmente.
Ogni volta era così, istintivamente. Si fermava a riflettersi negli occhi del ragazzo con il quale parlava da qualche mese, dopo l'iniziale periodo di estrema diffidenza nei suoi confronti.
Tuttavia, Rei aveva compreso l'altezza di quel muro, di quella corazza impenetrabile. E, passo dopo passo, la stava buttando giù."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Tooru Amuro | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara, Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Rise



Non aveva mai conosciuto l'amore vero. Quello autentico, palpabile, del quale è impossibile fare a meno. Quello che avvolge dolcemente e che afferra con la potenza di un uragano, lasciando indietro la realtà e i pensieri. 
Un sentimento forte che credeva di aver avuto solo per lui. Senza esporsi particolarmente, percepiva chiaramente il senso di protezione che si amplificava nel cuore ogni volta. Un qualcosa di unico che era riuscita a provare soltanto con Shinichi. Il suo punto di riferimento, la sua ancora di salvezza in un mare scuro e pericoloso. E lei aveva accettato quell'emozione, in fin dei conti, senza complicare nulla. Si limitava ad amarlo in silenzio, senza pretese e senza illusioni. Shinichi era la sua metà, una parte importante di se stessa, in ogni caso. L'estremità del suo filo rosso, pescato chissà dove, che l'aveva trovata in mezzo all'oscurità e alla confusione di una vita che non le apparteneva più. Con lui era tutto più semplice, non serviva parlare. L'aveva accolta e protetta - seppur dopo qualche diffidenza - e adesso era semplice, istintivo. Lui era tutto ciò che le era rimasto al mondo. 
Tuttavia, aveva cercato di non darsi false speranze. Il  cuore di lui era già colmo di un sentimento che non se n'era mai andato, nonostante tutti i problemi, e che era sempre stato rivolto verso un'altra persona. 
«Tutto bene, Ai?». 
Le aveva offerto la sua mano per aiutarla a rialzarsi, dopo essersi coperta velocemente con l'asciugamano preparato in precedenza. Lei stava ancora cercando di riprendersi, il respiro affannoso, il corpo bruciava come se si stesse sciogliendo. Le fitte al petto diminuivano lentamente, ma inspirare era ancora complicato. La frangia ramata ricadeva scomposta sulla fronte sudata, il dolore si attenuava attimo dopo attimo.
Accettò il suo aiuto e lo guardò, mentre si sollevava. Non era di certo possibile che avesse già il controllo di se stesso senza aver risentito degli effetti dell'antidoto. E invece, Shinichi era pronto. 
Interamente vestito, il sorriso impresso sul volto. Non aveva la minima traccia della sofferenza che aveva provato lei, in quello sguardo.
«Devo andare da Ran ora che sono finalmente tornato me stesso!». 
Ed era corso via senza pensarci a lungo, sotto lo sguardo stravolto e colpito della giovane donna che lo aveva amato e che continuava a farlo, nonostante tutto. 
Shiho non potè impedire che una fitta più forte delle altre le trapassasse il cuore. 

Con lui, si era convinta di un sentimento che la faceva stare bene. Shinichi era così. Buono, puro. Gli occhi blu innocenti di un bambino, la profondità di un ragazzo di quasi vent'anni che l'aveva salvata più volte e che non aveva mai negato di tenere a lei. 
Forse, si era innamorata di lui proprio per questo. Aveva visto tutto ciò che c'era di buono nel mondo, l'aveva visto correre in suo aiuto più volte. Si era ritrovata a pensare di volere quella vita, di volere lui. 
Ma non aveva mai avuto un confronto. Era la prima volta che si ritrovava a provare sentimenti così casti e profondi verso qualcuno, così lontani dall'ossessione e dalla dipendenza verso di lei da parte di un uomo che non avrebbe potuto neanche definire tale. 
Un criminale, esattamente come lei. 
Era stato bello provare qualcosa di diverso rispetto alle mani macchiate di sangue che l'avevano sfiorata facendola sentire amata, un tipo di amore che non era tale. Era desiderio, bramosia. Era necessità. 
Era l'incubo più grande che aveva celato e che, dopo due anni, la faceva sentire ancora sporca, come se il tempo non fosse passato. 
In fin dei conti, inconsciamente, aveva cercato un altro tipo di legame per potersi redimere da quei sentimenti da criminale. E con Shinichi non aveva funzionato, perché era tornato da Ran senza rifletterci due volte. 

L'aveva lasciata sola.
Già, adesso che era tutto finito, che avrebbe potuto concedersi il lusso di vivere libera, trovava davanti a sé un'altra montagna da scalare.
L'idea di ricominciare da capo la sua vita. 
Ne aveva sempre avuto timore al solo pensiero, tranquillizzata dal fatto che il detective sarebbe rimasto accanto a lei, senza lasciarle la mano, e che le avrebbe insegnato a vivere, perché Shiho Miyano non aveva idea di come iniziare a farlo.
Ma lui era andato via senza voltarsi e, ora più che mai, avrebbe dovuto cavarsela da sola. 

E poi, lentamente, un'altra persona era stata capace di farle vedere dentro se stessa, varcando la soglia di un muro che non sarebbe crollato facilmente. 
Ogni volta era così, istintivamente. Si fermava a riflettersi negli occhi del ragazzo con il quale parlava da qualche mese, dopo l'iniziale periodo di estrema diffidenza nei suoi confronti. 
Tuttavia, Rei aveva compreso l'altezza di quel muro, di quella corazza impenetrabile. E, passo dopo passo, la stava buttando giù.
I capelli biondi che incorniciavano la pelle scura del viso. Gli occhi del colore del ghiaccio, ma caldi e confortevoli. 
Shiho gli stava spiegando - irritata - il modo in cui il dottor Agasa fosse riuscito a ingrassare ulteriormente nonostante la sua supervisione, quando il ragazzo le posò lentamente le mani sulle guance, tra i capelli ramati che le scivolavano sul viso. 
Lei non riuscì a muoversi, presa alla sprovvista. Rei si sporse ulteriormente verso la ragazza, finché i loro volti non furono pericolosamente vicini. 
Fu quello il momento nel quale Shiho si allontanò brusca, sollevandosi dallo sgabello del Poirot senza parlare. 
Lui la guardò stupito, scrutandola. 
«Io... io non posso. Non ne sono in grado. Scusami» disse Shiho, prima di dargli le spalle e sparire oltre la porta di vetro del locale. 

«Cosa? Tu hai conosciuto Akemi?». 
Camminavano nel verde del parco di Beika un pomeriggio di primavera, dopo che lui era riuscito - con fatica - a convincerla. Bastò una chiacchierata senza grandi pretese per poter abbattere la tensione che si era creata tra di loro dopo l'ultima volta. 
Shiho non si voltò a guardarlo, evitando di essere catturata ancora una volta dai suoi occhi. Non voleva cascarci, non ancora. 
Rei sollevò lo sguardo verso il cielo, una mano sulla nuca, lo sguardo rilassato e perso verso le nuvole bianche. 
«Sì, eravamo piccoli. Correva in mio aiuto quando mi vedeva pieno di lividi e graffi» rispose lui, ridacchiando. «Era una vera peste, non stava ferma un attimo. Ma non ho mai incontrato una bambina più dolce». 
Shiho si voltò un secondo verso di lui, convinta del fatto che non la stesse guardando. Gli occhi verdi improvvisamente lucidi mentre cercava di trattenere quel miscuglio di emozioni che la stava uccidendo. Un dolore che credeva di aver superato, ma che era ancora dentro di lei, da qualche parte. 
Lui se ne accorse. La osservò in silenzio, per poi bloccarsi. Le prese un polso e la trattenne vicino a sé, concentrato sul suo sguardo perplesso. 
«Ti capisco, Shiho. Non è semplice» le mormorò, l'espressione seria sul viso. 
«No, non capisci» gli rispose lei decisa, la sofferenza mascherata in rabbia le trapelava dal viso. «
Nessuno può farlo».
Rei non le lasciava scampo. Percepiva il suo respiro su di sé, le sue dita strette contro la sua pelle bianca. 
«Ehi» riprese di nuovo Rei, gli occhi azzurri riflessi in quelli verdi. «Puoi amare solo quando sei felice dentro di te». 
Shiho sgranò gli occhi, per la prima volta incerta, catturata da quello sguardo come se non ne potesse fare a meno. Sentiva la sua rigidità crollare, la compostezza del suo corpo venire meno. 
Il ragazzo sollevò una mano e le sfiorò la pelle delicata del viso, mentre le si avvicinava. Piano, dolcemente, per evitare che scappasse di nuovo. 
Tuttavia, questa volta lo lasciò fare. Sentì le labbra di lui avvolgerla di un calore nuovo, mai provato nella sua vita.
Il primo bacio, quello vero. Quello che non aveva mai provato e per il quale avrebbe fatto qualsiasi cosa, adesso. 
Abbracciò Rei istintivamente, con la sensazione che il cuore stesse per scoppiarle nel petto. Un sentimento nuovo, diverso da ogni altro. Una consapevolezza strana, differente, fatta di una felicità che non aveva mai provato.
L'unico che potesse comprenderla davvero. L'unico che riuscisse ad alleviare quella sofferenza profonda che era nascosta dentro, celata da uno sguardo pieno di indifferenza. Shinichi continuava a essere importante, una parte di se stessa. Ma, adesso, non era più lui il suo pilastro. Non era più lui l'unica persona che potesse tenerla in piedi, ma quel nuovo amore. L'amore puro. L'amore vero e autentico che aveva cercato a lungo. Già, doveva essere quello. E non cercò più di scappare, perché era perfetto così. Ogni cosa, adesso, andava bene. 





  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Detective Conan / Vai alla pagina dell'autore: Ily Briarroot