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Autore: Corvonero_mancata    18/07/2018    3 recensioni
— Ehm.. Teddy.. sai, le due persone devono anche amarsi molto per fare un bambino! — enfatizzò la parola per catturare l’attenzione del figlioccio, e attese una reazione.
— Zio, cosa significa a m a r s i ? — Bingo!
— Vedi, piccolo, ci sono persone che si vogliono bene come la nonna ne vuole a te.. e ci sono persone, come me e zia Ginny, che si amano. Ѐ una magia molto potente, — aggiunse — più potente del volersi bene! — Sia benedetta la veste purpurea di Albus Silente! Gli insegnamenti del vecchio professore si rivelavano utili, pensò Harry.
— Ma quindi.. se la nonna mi vuole bene e non mi ama, allora vuol dire che tiene poco a me? Perché la nonna non mi ama? — Teddy sembrava sul punto di scoppiare in lacrime. Aveva gli occhi lucidi e il labbro tremante.
— Ma no piccolo! Mi sono sbagliato, la nonna ti ama tantissimo! — corse subito ai ripari l’Auror Potter, spaventato più da un possibile pianto infantile che da un’orda di Mangiamorte armati di bacchetta. La Seconda Guerra Magica sembrava una passeggiata, a confronto con quella conversazione!
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Teddy Lupin | Coppie: Harry/Ginny, Remus/Ninfadora, Teddy/Victorie
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Godric’s Hollow

— Zio.. come nascono i bambini? — Teddy Lupin, dall’alto dei suoi cinque anni, guardò speranzoso il padrino, seduto sulla vecchia poltrona davanti al camino.
I capelli gli ricadevano scomposti sulla fronte, accesi da un’allegra sfumatura turchese, e numerose macchie di cioccolato gli punteggiavano la pelle chiara. Aveva il mento sporco di briciole e il tipico sorriso malandrino con cui, Harry lo sapeva bene, riusciva ad incastrare tutti, compresa l’austera preside McGrannitt.
— Ehm.. piccolo, perché non lo chiedi alla nonna? — gli rispose l’Auror Potter, con una punta di terrore nella voce. Non era pronto. Non era assolutamente pronto.
— L’ho fatto! E lei mi ha detto di chiederlo a te! — A quelle parole, Harry sospirò.
Quando Andromeda Black, anni prima, gli aveva messo tra le braccia un Teddy piangente, il cuore gli era esploso nel petto. Quel bambino, così piccolo, così indifeso, ignaro degli orrori che avevano a lungo devastato il Mondo Magico, che si stringeva a lui accoccolandosi contro il suo petto come un cucciolo.. era il suo figlioccio. Il figlio di Remus e Tonks, un orfano. E lui se ne sarebbe preso cura.
Sarebbe stato un padrino amorevole tanto quanto Sirius Black lo era stato per lui prima di morire. Lo avrebbe fatto sentire amato. E, con l’aiuto di Ginny, che lo aveva accolto come se fosse suo figlio, di Molly, che l’aveva cullato con le ninnananne magiche, persino di Bill, neopapà della piccola Victoire, ci era riuscito.
Ma in quel momento, arrivato all’improvviso durante un pomeriggio cioccolatoso, Harry avrebbe preferito non avere tutta quella responsabilità.
Per il cappello floscio di Merlino!
Andromeda gli aveva lanciato la patata bollente, senza avvertirlo, e lui doveva inventarsi qualcosa. Doveva farlo immediatamente, a giudicare dall’espressione del piccolo Teddy.
Cercò in fretta negli angoli più nascosti della sua mente un modo carino per spiegare ad un bambino di cinque anni come nascono i bambini.. ma invano. Diamine! Dov’era Ron, con le sue battutine sulla scarsa conoscenza che aveva della cultura magica? Lui avrebbe saputo cosa dire. Esisteva sicuramente una spiegazione non babbana. Una spiegazione a lui ignota.
Si trattenne dallo sbuffare.
Poteva sempre iniziare il discorso dell’ape sui fiori.. NO! Troppo banale. E imbarazzante. L’avrebbero preso in giro a vita.
Guardò l’orologio appartenuto a Fabian Prewett che aveva al polso. Ginny sarebbe tornata a casa dagli allenamenti non prima di due ore.. non aveva scampo. Passandosi una mano tra i capelli, tentò di radunare i pensieri. Pian piano un’idea iniziò a prendere forma nella sua mente. Ci sono! Poteva funzionare!
Sorrise, e guardò Teddy come se gli stesse rivelando un grande e importantissimo segreto.
— Allora, zio? Come nascono i bambini? — ripeté il piccolo Metamorfomagus, mentre i capelli assumevano una cerulea tonalità di grigio.
— Beh.. se due persone si vogliono tanto bene e si abbracciano forte forte, dopo un po’ nasce un bambino. — rispose Harry, fiero di aver finalmente aggirato l’ostacolo. Ce l’aveva fatta!
— Quindi anch’io farò un bambino? La nonna dice sempre che mi vuole tanto bene quando mi abbraccia. E i suoi abbracci soffocano, lo sai! — O forse no. Teddy lo guardava con una scintilla di eccitazione negli occhi.
— Ehm, no..vedi, solo le donne possono far nascere i bambini! — Aveva ancora una possibilità..
— Quindi la nonna aspetta un bambino? — No, niente da fare.
— Tesoro.. la nonna non.. cioè, una donna deve.. non può.. deve essere giovane! — disse Harry scompigliandosi i capelli con fare nervoso. Quella faccenda stava diventando sempre più complicata.
— Ma zio.. tu dici che la nonna è vecchia? — L’espressione perplessa del bambino fu accompagnata da un repentino cambio di colore, e i ciuffi scomposti si trasformarono in un mutevole arcobaleno.
— No! Teddy, la nonna non è vecchia! — reagì Harry con foga, terrorizzato all’idea dei rimproveri che Ginny, Molly, Hermione.. e persino Andromeda -però, per Merlino, se lo sarebbe meritato!- gli avrebbero rivolto. Una volta Ron aveva tentato d’insegnare a Victoire a rincorrere gli gnomi per spaventarli.. le urla gli risuonavano ancora nelle orecchie!
— Ma.. zio.. l’hai appena detto! L’hai detto tu! Hai detto che non è giovane e.. e non può avere un bambino. — lo riprese serio il piccolo, assumendo un’espressione concentrata che gli ricordò moltissimo Remus Lupin durante le lezioni  di Difesa. Harry deglutì. Poteva cambiare argomento.. avrebbe funzionato.
— Ehm.. Teddy.. sai, le due persone devono anche amarsi molto per fare un bambino! — enfatizzò la parola per catturare l’attenzione del bambino, e attese una reazione.
— Zio, cosa significa a m a r s i ? — Bingo!
— Vedi, piccolo, ci sono persone che si vogliono bene come la nonna ne vuole a te.. e ci sono persone, come me e zia Ginny, che si amano. Ѐ una magia molto potente, — aggiunse — più potente del volersi bene! — Sia benedetta la veste purpurea di Albus Silente! Gli insegnamenti del vecchio professore si rivelavano utili, pensò Harry.
— Ma quindi.. se la nonna mi vuole bene e non mi ama, allora vuol dire che tiene poco a me? Perché la nonna non mi ama? — Teddy sembrava sul punto di scoppiare in lacrime. Aveva gli occhi lucidi e il labbro tremante.
— Ma no piccolo! Mi sono sbagliato, la nonna ti ama tantissimo! — corse subito ai ripari l’Auror Potter, spaventato più da un possibile pianto infantile che da un’orda di Mangiamorte armati di bacchetta. La Seconda Guerra Magica sembrava una passeggiata, a confronto con quella conversazione!
— Quindi.. — Teddy tirò su col naso, e aggrottò le sopracciglia in un’espressione pensosa — Lei aspetta un bambino?
— No.. Teddy, vedi.. la nonna non aspetta un bambino perché.. perché.. — s’interruppe, alla ricerca di una spiegazione plausibile e comprensibile per il suo figlioccio.
— Perché? — lo incalzò il piccolo, sporgendosi verso la scatola di biscotti al cioccolato che Ginny aveva lasciato sul tavolo del salotto. Ginny! Merlino, quanto mancava al suo ritorno?
— Perché.. beh, perché.. perché per aspettare un bambino due persone che si amano devono abbracciarsi — fece una pausa — e usare la bacchetta! — si complimentò mentalmente per l’idea geniale. Aveva risolto tutti i suoi problemi!
— E perché? — continuò Teddy, incuriosito.
— Per fare un incantesimo speciale! — Per i calzini a pois di Morgana, era tutto così semplice!  Harry sorrise, certo di averla scampata. Qualunque cosa il suo figlioccio gli avesse chiesto, la magia avrebbe fornito un’ottima risposta!
— E com’è questo incantesimo? — Beh, non proprio qualunque cosa. Lui non aveva fantasia! Non era creativo! Ad Hogwarts aveva persino copiato dal libro di Divinazione i sogni surreali e improbabili per la Cooman.. Okay, forse non è tutto così semplice.
— Ehm.. è molto bello. Ci sono scintille bianche come un’esplosione di coriandoli e — il bambino lo interruppe, la bocca ormai ridotta ad un campo di battaglia con le gocce di cioccolato.
— E poi nasce il bambino!
— No. Teddy, prima si aspettano nove mesi! — gli rispose Harry, tirando un sospiro di sollievo. Descrivere l’incantesimo era stato arduo, ma ormai si muoveva in territorio sicuro..
— Perché?
— Perché il bambino cresce! — Ce l’aveva fatta. Davvero, stavolta.
— E dove cresce? — incalzò Teddy, gli occhioni spalancati che brillavano di curiosità. Si era accoccolato contro la poltrona come un gatto, stringendosi nel suo maglione marca Molly Weasley per tenersi al caldo.
— Nella pancia della mamma! — Stava andando benone!
— Zio, perché deve crescere nella pancia della mamma? Come ci è arrivato lì dentro? — Harry ignorò la prima domanda. Forse, eludendo quelle a cui non sapeva rispondere, se la sarebbe cavata.
— Con la bacchetta! — disse poi, mentre rivolgeva una speranzosa preghiera ai suoi avi affinché lo salvassero. Ormai l’avevano torturato abbastanza, no? Era un Auror, e aveva sconfitto Voldemort. Come poteva dubitare di sé?
— Quindi l’incantesimo si deve fare dentro la pancia? — Poteva. Grazie a quella peste del suo figlioccio. Emise un impercettibile respiro e si mosse imbarazzato: quel discorso stava nuovamente degenerando! Perché non riusciva a tenere il controllo di una conversazione con un bambino di cinque anni?
— Ehm.. sì.. Teddy. Ecco, sì. L’incantesimo si fa con la bacchetta dentro la pancia della mamma e, poi.. quando il bambino è cresciuto.. nove mesi dopo, nasce. — Finito!  Dopo tantissimi momenti imbarazzanti.. c’era riusc–
— Come nasce, zietto? — Per le mutande di Merlino! Harry si trattenne dall’imprecare. Come poteva rispondere a quella domanda? Forse, se Hermione gli avesse prestato una nuova Giratempo.. costruita per lui in via del tutto eccezionale.. Kingsley avrebbe approvato? Probabilmente no, si disse.
— Con un altro incantesimo! — rispose allora, gli occhi smeraldini scintillanti per la pronta trovata.
—Come funziona?
— Beh, è semplice.. Funziona con delle scintille rosse! —Perché si era fatto prendere dal panico?
— Belle! E il bambino viene fuori dalla pancia? — Teddy sorrise estasiato, immaginando scenari idilliaci. Un giorno, molti anni dopo, si sarebbe ricreduto.. ma ancora poteva crescere nell’ignoranza! Sono un padrino fantastico!
Sì! La mamma sente il solletico e poi.. puf, il bambino è nato! — Harry guardò il piccolo Metamorfomagus, i cui capelli danzavano allegri tra sfumature rosate e tenui arancioni, e fece per alzarsi. I suoi ricordi della nascita di Victoire erano piuttosto confusi, ma non si sarebbe presto dimenticato delle urla di Fleur e della faccia sconvolta di Bill.. aveva appena risparmiato a Teddy un brutto -anzi, due- trauma.
— Mh.. va bene.. — Si bloccò, la gamba a mezz’aria. Cos’era successo? Perché il bambino non sorrideva? Sembrava.. perplesso?
— Cosa c’è che non va, piccolo? — Indagare. Doveva indagare.
— Vedi.. zio.. allora perché non fai l’incantesimo alla nonna?  Io non ho la bacchetta, ma tu sì! — Porco Salazar! E adesso? L’ex Grifondoro prese coraggio, chiamando a sé tutte le forze che possedeva. Forse poteva ancora scappare.. No! Non era un codardo! Allora.. come fare? Cosa dire? Harry frugò nella mente, ma nessuna idea geniale venne a trovarlo. Scelse la via più semplice. Come diceva Hermione? Qualcosa come “La via più semplice è spesso la migliore”?
Non posso perché.. non conosco l’incantesimo! Non so farlo! — emise un sospiro di sollievo, che durò ben poco. Teddy lo guardava con un’espressione satura di dubbi e preoccupazione.
— Ma zio.. non sei tu il papà del bambino che sta crescendo nella pancia di zia Ginny? —Per gli slip consunti di Merlino e Morgana! Un bambino di cinque anni metteva in discussione la sua paternità? Da non credere! Hermione si sbagliava.. la via più semplice non era la migliore.. Hermione si sbagliava! Harry si trattenne dal saltellare sul posto. Provava l’irrefrenabile istinto di mettersi a danzare. Lottò contro la parte ballerina di sé.. finché non si ricordò dell’offesa appena subita dal suo lato mascolino.
— Certo che lo sono! Sono io il padre! — Discutere della fedeltà di sua moglie con un bambino di cinque anni.. roba da matti!  Cercò di darsi un contegno. Sorrise. Incoraggiò il piccolo Teddy ad esprimere ciò che provava.. vedendolo turbato.. e se fosse stato un piano di Ginny per mollarlo?
— Allora hai detto una bugia? — Il sorriso gli scomparve dalle labbra. Aveva combinato un disastro. Andromeda l’avrebbe ucciso. Anzi, pensò Harry con una punta di rimorso grande quanto l’America, prima avrebbe costretto Ginny a lasciarlo davvero, poi l’avrebbe fatto a pezzettini con l’aiuto di Hermione, Molly e Fleur.
— Ehm.. beh, Teddy.. — provò a rispondere. Poteva ancora salvarsi!
— Ma zio! Non si dicono le bugie! — Il piccolo Metamorfomagus sembrava arrabbiato. Apriva e chiudeva i pugni strizzando gli occhi con fare minaccioso.. e si mordeva il labbro inferiore. Brutto segno.
— Hai ragione. Ti chiedo scusa. — Harry parlò con voce falsamente pentita e realmente spaventata — Adesso hai capito come nascono i bambini? — chiese poi, per distrarre il figlioccio dalla situazione spinosa in cui si era invischiato.
— Certo! — Sia lodato Merlino! — Ma.. — il piccolo assunse un’espressione speranzosa e tenera al tempo stesso.
— Sì? — lo incalzò Harry, sul punto di un esaurimento nervoso.
— Mi insegni quell’incantesimo? — Nel mezzo di un esaurimento nervoso! Guardò l’orologio cercando di guadagnare tempo in attesa dell’arrivo di Ginny, e pregò mentalmente Remus affinché lo aiutasse con suo figlio. Poteva farcela. Doveva solo trovare una scusa.. e respirare. Respirare, sì.
— Teddy.. non hai la bacchetta! Sei ancora troppo piccolo. — Sconfiggere Voldemort era una passeggiata. Superare gli esami per diventare Auror un riposante sonnellino. Questo era.. folle!  Impossibile!  Mise a tacere le voci nella sua testa. Poteva farcela. Doveva solo..
— Uffa! Mi prometti che me lo insegnerai quando avrò la bacchetta e andrò a scuola? — Harry annuì, mentre immagini di lezioni sull’incantesimo Anti-Concezionale gli balenavano sotto le palpebre. Un giorno.. Teddy l’avrebbe cercato. Non per far nascere un bambino.. ma per evitare che venisse concepito! Non vedeva l’ora! Sarebbe stato facilissimo, rispetto a quella conversazione.
— Devi dire: lo prometto! Altrimenti non vale.. — replicò il suo figlioccio con voce seria. Doveva solo..
— Lo prometto! Ma.. perché vuoi che te lo insegni? — ..capire perché volesse impararlo! Alla vista del rossore che all’improvviso colorava le guance pallide del bambino, il moro si complimentò con se stesso. Teddy era imbarazzato. Per merito suo!
Ehm.. zio.. se te lo dico.. mi giuri di non dirlo a nessuno? Neanche alla nonna? — Era una faccenda seria!
Si precipitò ad annuire vistosamente. Doveva guadagnarsi la sua fiducia.
— Parola di mago! — disse poi, una mano sul cuore e l’altra sulla bacchetta. Teddy parve rassicurato, e si sporse verso di lui come se gli stesse rivelando un segreto di grandissima importanza.
— Voglio avere un bambino! Un bambino da Victoire! Lo chiameremo Harry, proprio come te! — Miseriaccia! Per Merlino, aveva davvero pensato “ miseriaccia”? La notizia l’aveva traumatizzato più di quanto immaginasse. Nella sua mente, Harry vide Bill. Infuriato con lui per aver messo indirettamente messo incinta la sua primogenita. Vide Fleur. Piangente, perché il nome del nipotino era Arrì. E poi vide Ginny. Doveva correre ai ripari.
— Perché vuoi chiamarlo Harry? — chiese,  concedendosi un minuscolo attimo di vanità. Teddy gli avrebbe dato il suo nome perché era il padrino migliore del mondo -anche se stava parlando con un bambino di cinque anni del suo futuro figlio-, oppure perché era un Auror assai rinomato -anche se, probabilmente, il figlioccio non sapeva neanche il significato della parola Auror-, oppure perché..
— Perché sarai tu a insegnarmi come fare un bambino! — Okay, come non detto. Forse si era fatto prendere un po’ troppo la mano.
— Ah.. va bene. — rispose, gli occhi smeraldini colmi di orgoglio. In fondo, quel bambino avrebbe portato il suo nome!
— Zio.. — la voce di Teddy lo riscosse dai suoi sogni ad occhi aperti.
— Sì?
— Quando tu e zia Ginny farete un fratellino o una sorellina al vostro bambino.. posso venire a farvi compagnia? Così posso imparare meglio! —

Miseriaccia.
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Angolino dell’autrice.
Perché ehm.. sì.. questa storia demenziale ha un’autrice! Lanciatemi tutti i pomodori che volete, so che non è niente di che! Spero comunque che vi piaccia.. e lasciatemi una recensione! Così capirò quanto devo migliorare il mio senso dell’umorismo.. e beh, forse Harry imparerà a gestire quel povero curioso bambino!
Baci e Puffole Pigmee,
Gaia.
   
 
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