Anime & Manga > Lady Oscar
Ricorda la storia  |      
Autore: Marianna 73    19/07/2018    21 recensioni
Perché continuare a vivere se ogni cosa intorno è sofferenza?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
RITORNI


Stringo forte il bicchiere e strizzo gli occhi per metterne a fuoco il fondo mentre impreco piano contro la mia vista che si fa ogni più incerta; quando finalmente ci riesco devo reprimere un piccolo moto di disgusto nel vedere il vetro lasciato scoperto dal pessimo vino che ho appena ingollato tutto d'un fiato: è lurido, così come è lurido il bancone, lo sgabello su cui siedo e, credo, ogni cosa intorno a me in questa infima bettola.
Ho cercato la peggiore, la più defilata, la più lontana dai percorsi abituali dei Soldati della Guardia, una di quelle sulle rive della Senna, una di quelle dove nessuno ti domanda nulla se non le poche monete di stagno con cui ripagare la broda acida che chiamano vino e dove, per una sola moneta in più, potresti sparire dalla memoria di chi quella broda te l'ha servita e scomparire senza lasciare traccia.
Potresti partire su un barcone diretto verso le valli della Loira in cerca d'avventura, potresti imbarcarti su una chiatta che si dirige verso il mare e cercare un impiego  come mozzo su una nave in partenza verso il Nuovo Mondo, potresti, semplicemente, buttarti nel gorgo lurido delle acque melmose ed andare a fondo: chiudere gli occhi, sforzarti di non provare a respirare, lasciare che l'acqua si impadronisca del tuo corpo, colmi i tuoi polmoni, saturi ogni più piccola parte di te.
Potresti smettere di pensare, di sentire, di soffrire. Potresti sparire, morire, dissolverti e nessuno, nessuno direbbe di averti visto o servito questo vino disgustoso, o aver raccolto il tuo ultimo sguardo.

Mi percorre un brivido, un istante dopo aver formulato questo pensiero, perché  mi rendo conto che forse è  stato prorio questo desiderio a guidarmi qui. 

Forse dopo aver disertato la compagnia chiassosa dei miei commilitoni ed aver declinato l'invito di Alain e di Gerard ad unirmi alla loro partita a carte, forse dopo aver alzato ancora una volta lo sguardo alla tua finestra, chiusa quanto il tuo cuore, è stata la voglia di farla finita a guidare i miei passi.
La voglia di porre fine all'immane sofferenza che è divenuta la mia vita da quella notte maledetta, la voglia di annientare la mia inutile esistenza in modo vigliacco, incapace, da quel codardo che sono, di affrontare le conseguenze di un gesto che ti ha portato lontana da me come non sei mai stata. Forse è  questo che cerco nel fondo incrostato di questo bicchiere: l'offuscamento necessario a compiere quel passo oltre il bordo del fiume, oltre il confine del tuo cuore che ormai mi è precluso, oltre la cecità  che presto spegnerà i miei occhi, oltre la ragione, la pazienza, la perseveranza che mi sono state compagne in tutti i miei giorni.
Un passo, uno soltanto, oltre il dolore, verso il buio caritatevole della morte.

Mi alzo, la mia mente lo registra atterrita ma lucidissima benché incapace di opporsi al volere delle mie gambe, pago con abbondanza il mio debito all'oste e mi dirigo malfermo verso l'uscita posteriore, quella che affaccia direttamente sul fiume.
C'è fumo intorno a me ed un odore greve e nauseabondo di corpi non lavati ed escrementi stantii così invadente che il mio stomaco si ribella provato ulteriormente dal vacillare che la mia vista precaria mi impone. Ogni cosa prende a girarmi insidiosa intorno e, per un attimo, la fronte diaccia ed il respiro affrettato, temo di non riuscire a raggiungere l'esterno prima di rigettare ogni goccia di dolore che si annida amara nel fondo della gola. Poi spalanco l"uscio sbilenco e l'aria notturna sebbene pregna anch'essa di miasmi mi aiuta a ritrovare il controllo delle mie viscere.
Respiro, una volta, poi un altra, mentre la nausea si ritira ed il ronzio che mi rode le tempie si acquieta.
Respiro di nuovo a fondo, grato che il mondo abbia smesso di vorticare, poi lo sento.
Il rombare cupo del fiume, il richiamo nero della follia, il desiderio incofessabile ma potentissimo di compiere quel passo fatale.
In fondo sarebbe così bello: smetterei di anelare il tuo sorriso, di invocare invano il tuo perdono, di sognare il tuo amore; smetterei di portare avanti una vita che non sono piu sicuro di volere, smetterei di rimpiangere minuto dopo minuto la mia follia, la mia brama, il troppo amore che si è fatto bieca costrizione e mi ha condannato all'inferno del tuo biasimo.

Vacillo, mentre compio un paio di passi, quasi che la disperazione in cui vivo dall'istante dannato in cui ho incontrato il tuo sguardo  quella notte, si sia fatta forza, viva e pulsante, e mi spinga, inesorabile come un maglio puntato dritto dentro la colonna vertebrale.

Forse, in fondo, tu me ne saresti grata: sono diventato una presenza ingombrante, per te, me ne accorgo ogni volta che il tuo sguardo mi sfiora.
Sempre presente, ostinato come il più caparbio dei muli, a ricordarti la tua fragilità di donna. A ricordarti l'amore, quello che tu vuoi sradicare dal tuo cuore. A ricordarti cosa sei, e cosa continuerai ad essere, sempre, malgrado te stessa.
I miei piedi si muovono nuovamente e guadagnano un altro palmo, verso il baratro buio che mi chiama sempre più suadente.
È così facile, penso, così facile scegliere di morire quando vivere diventa così difficile, così inutile, così vuoto... Un altro passo e ci sarò, mi dico, un altro passo e sarà finita.
Serro forte gli occhi su una lacrima che si ostina a voler scendere, il cuore un rimbombo impazzito nel petto mentre già la punta dello stivale sfiora il vuoto. Addio Oscar, amore mio. Addio...
"Vuoi sbrigarti maledetto imbecille?" La voce aspra dietro di me mi afferra come una tenaglia rovente nelle carni e mi fa barcollare: perdo l'equilibrio e cado, sbattendo miseramente le terga al suolo, il cappello che rotola poco lontano e le mani ad artigliare l'erba rada che ricopre la sponda. "Mai visto nessuno che ci metta così tanto a pisciare!" continua irritata la voce alle mie spalle "e pure nel mio posto preferito!"
Il bofonchiare si allontana di poco, seguito da un suono disgustoso quanto inconfondibile. Provo a fatica a rimettermi in piedi, ed appena torno in posizione eretta comprendo fino in fondo quanto sono stato vicino alla fine.

Ed è  così  grande il terrore che mi invade per ciò che stavo per fare che devo fuggire di corsa, spintonando malamente un altro avventore che esce dalla locanda per approfittare della stessa latrina, e di corsa raggiungere il cavallo e spronarlo, il viso inondato di lacrime amare di paura e vergogna affondato nella seta della sua criniera.
Sono stato davvero ad un passo dal farlo, Oscar... sono stato ad un passo dal lasciarti sola.
E Dio solo sa che non mi sarebbe bastata l'eternità per perdonarmi, se lo avessi fatto.

Mi ci vuole tutto il tragitto fino alla caserma, per ritrovare un briciolo di equilibrio ma qualcosa nel mio aspetto ancora mi tradisce. O quantomeno rivela una parte del mio tormento ad Alain che seppur in poco tempo ha imparato a leggermi dentro molto meglio di quanto io immaginassi.

C'è un grande sollievo nello scuro dei suoi occhi, quando mi guarda ed una nota appena accennata di contentezza nella sua voce, quando mi si rivolge.
"Sei tornato", mi dice, poi prende un respiro ed approfitta della pausa per far cambiare posizione alla pagliuzza che, come sempre, stringe tra le labbra "Credevo non lo avresti fatto"
Cerco a tentoni la panca, di colpo sopraffatto da una stanchezza infinita.
Sento Gerard che si sposta di poco per farmi spazio accanto a lui. Mi accorgo di non riuscire a fermare il tremito che ancora mi percorre le mani, allora le stringo l'un l'altra e cerco di nasconderle sotto all'asse della tavola.

È  difficile rispondere, senza dire fino in fondo la verità

"Anche io credevo non lo avrei fatto" rispondo dopo qualche istante e quasi non riconosco la mia voce.
È la voce di un uomo che è stato sul punto di spezzare ogni legame, di compiere il gesto più  disperato che esista e che ancora non sa spiegarsi del tutto dove ha trovato la forza di fermarsi.
"Ma si deve tornare a volte." Di nuovo la mia voce mi sorprende, così come scoprire che  la ragione che ha avuto la meglio sulla follia sei ancora una volta tu.
Tu, l'inizio e la fine di tutto. La mia gioia ed il mio dolore. La nebbia, la spuma del mare, l'erba bagnata di rugiada... sempre tu, ovunque.
"Occorre tornare per i propri amici" mormoro e provo a sorridere per la pacca amichevole che Alain mi propina proprio in mezzo alle spalle. Lo ha capito, che sia maledetto, quanto ci sono andato vicino, anche se non so come abbia fatto.
"Occorre tornare per pagare i propri debiti" continuo.
Sarà arduo, forse la strada più difficile che mi sia mai capitato di intraprendere. Ma proverò a riconquistare la tua fiducia, Oscar. 
"Occorre tornare per chi amiamo" la mia voce sfuma in sussurro ma so che i miei amici l'hanno sentita.
E mentre volgo lo sguardo alla finestra dietro le loro spalle, non posso fare a meno di pensare che forse, in qualche modo che non mi è dato sapere, l'hai sentita anche tu.
C'è una luce incerta, appena accennata, che filtra dai vetri, poco più di un barbaglio ma è  sufficiente per scacciare il ricordo del baratro senza amore che per poco non è riuscito a ghermirmi. Perdonami Oscar, per aver vacillato.
Sono qui, ci sarò sempre per te.




Nota dell'autrice:
Stamattina un'amica mi ha chiesto di tornare a scrivere.
Ci ho provato, perché le voglio davvero molto bene ma spero che visto il risultato non si penta della sua richiesta... Avrei voluto raccontare di amore e baci e cieli sereni ma non ci sono riuscita: il mio sentire in questo momento mi porta a questo.
Un bacio grande a chi è arrivato a leggere di quello spiraglio di luce: avete tutta la mia ammirazione e la mia gratitudine incondizionata.
Monica
   
 
Leggi le 21 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: Marianna 73