Voglio un bambino
- Voglio un bambino.Era una sera come tante, verso la fine di un maggio stranamente freddo e piovoso e la famiglia Potter stava trascorrendo il dopocena nel salotto più piccolo della grande casa in cui vivevano dal matrimonio, avvenuto un paio di anni prima. Harry sollevò lo sguardo dalla sua ormai non più nuova Firebolt Extreme che lucidava con maniacale pazienza tutte le sere da quando Ginny gliela aveva regalata per il suo ultimo compleanno, il venticinquesimo.
- Puoi ripetere per favore? – Chiese infine con voce leggermente angosciata, aggiustandosi gli occhiali sul naso e indugiando un istante sulla cicatrice che tanto l’aveva reso famoso quando non era che un bambino.
- Ho detto che voglio un bambino. – ripeté Ginny con un’innaturale pazienza che non le apparteneva, quasi stesse già facendo pratica per quando si sarebbe rivolta ad un piccoletto.
Harry posò la scopa e il lucido sul tavolinetto basso e si lasciò sprofondare nella grossa poltrona che era appartenuta a Silente, l’unico pagamento che aveva richiesto quando aveva ucciso Voldemort. Il loro intero salotto pareva un monumento alla memoria di chi aveva lottato in una guerra che pareva persa ma che aveva avuto il miglior esito possibile. Decine e decine di foto magiche sorridevano e salutavano dalle loro cornici dorate: Lily e James con Sirius a Mielandia, Silente, con gli occhialetti a mezzaluna sul naso rotto, Fred con in mano uno dei fuochi d’artificio di Zonco, Piton con lo sguardo severo ed i capelli unti, Dobby con in suo copriteiera in testa, Tonks e Lupin che sorridevano al loro matrimonio. Foto che non commemoravano la morte ma celebravano la loro vita.
- Ginny hai solo ventiquattro anni, sei appena diventata titolare delle Holyhead Harpies, sei sicura di voler abbandonare tutto per avere un bambino?
Ginny si alzò dal divanetto e andò a sedersi in braccio al marito e lo baciò.
- Sicurissima!
- Allora – mormorò Harry ricambiando il bacio – allora avremo un bambino.
- Bene, perché sono incinta.