~~9 agosto 1991
La bambina guarda dalla finestra sconsolata, da tre giorni non fa che piovere nonostante sia piena estate. Si alza, fa il giro della stanza e torna a sedersi sull’amorino1 rosso scuro. Si alza di nuovo e cerca un libro nell’immensa biblioteca e sceglie un libricino dall’aspetto antico. I genitori le hanno insegnato l’amore per i libri fin da quando era molto piccola, e lei ama leggere, leggere sul serio, non solo sciocche storielle per bambini con un’immagine su ogni pagina. Le immagini sui libri nemmeno le piacciono, preferiva la sua sconfinata immaginazione. Ma oggi Hermione non ha voglia di leggere. Vorrebbe solo uscire di casa con la mamma e andare in piscina o magari a fare un giro per Oxford Street e comprare qualcosa di carino per la scuola. Come se questo potrebbe renderle la scuola più gradita. Ama studiare, almeno quando ama leggere. Ma lei è sempre e solo “la secchiona” o addirittura “quella strana”. Amiche non ne ha e si sente sempre troppo sola. Sospira Hermione, acciambellandosi come un gattino nella nicchia della finestra. Il suo cuoricino da undicenne soffre solo al pensiero delle prese in giro dei compagni. Apre il libricino ma non legge, annusa il profumo della carta e rimane lì, sognante, a pensare a quando sarà grande.
La riscuote dal suo torpore il suono del campanello.
- Hermione!
Hermione s’alza, infila le ciabattine minuscole e scende di corsa al pian terreno da dove la mamma la sta chiamando a gran voce. Entra in salotto e rimane a bocca aperta. Un uomo altissimo e vestito con stravaganza siede placidamente sulla poltrona preferita del papà sorseggiando con noncuranza una tazza di tè. La mamma è pallida in viso, quasi avesse visto un fantasma, è seduta sull’altra poltrona ma sembra anche piuttosto soddisfatta. Hermione fissa con intelligente curiosità il vecchio. Ha una lunghissima barba bianca che sembra zucchero filato e buffi occhiali a mezzaluna su un naso molto storto.
- Hermione Granger, cercavo proprio te. Io sono il professor Silente.
Hermione spalanca in grandi occhi castani mentre si tortura le mani.
- Perché mi cerca? – Chiede infine guardando il vecchio nei limpidissimi occhi chiari.
- Perché ti voglio offrire un posto nella mia scuola.
- Che scuola? – Domanda la bambina drizzando le orecchie.
- Hogwarts.
- Non l’ho mai sentita nominare. – Asserisce Hermione.
- Certo che non la conosci. – Rivela il professore Silente guardandola con simpatia negli occhi, in cerca di un timore che non c’è. – Hogwarts non è una scuola come le altre. E solo le persone molto speciali sono ammesse.
- E io sarei una persona molto speciale? – Domanda la bambina cercando l’approvazione della mamma, la quale le sorride per infonderle coraggio.
- Hermione, tu sei una strega. Quindi ora ti offro il posto che ti spetta dalla nascita nella scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Entro qualche giorno ti manderemo per posta tutte le informazioni che ti serviranno per arrivarci.
Hermione spalanca gli occhi e si lascia cadere sul divanetto, urtando il fianco sul romanzo che la mamma ha abbandonato quando era andata ad aprire la porta a quello strano professore.
- Io sono una strega?
- Certo, Hermione. E sono certo che potremo aspettarci grandi cose da te.
E con quest’ultima enigmatica affermazione il professor Silente scomparve con un sonoro crak.

NOTE: non mi pare di aver mai letto chi avesse detto ad Hermione di essere una strega (e se c’è perdonatemi ma non lo ricordo). Come figlia di babbani non penso che avesse ricevuto una semplice lettera, ma qualcuno (come con Tom Riddle) fosse andato da lei, chissà magari la McGranitt o addirittura Silente in persona.

1 divano per due persone.