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Autore: _Phobos_    22/07/2018    2 recensioni
L'amore...
Cosa succederebbe se ci affidassimo completamente ai siti di incontri per scovare il nostro partner ideale?
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Stava invecchiando, ne era pienamente cosciente sebbene provasse a mascherare in ogni modo i segni che solcavano inesorabili quello che, una volta, era il corpo di una bella ragazza.
Non rinunciava mai ad un filo di trucco, mai troppo di dubbio gusto, e teneva a dare una forma ordinata alla sua adorata chioma ormai grigia, che tanto adorava in tenera età.
Prima i suoi bei boccoli castani erano invidiati dalle sue coetanee, ora restavano segregati in uno chignon in modo da mascherare il più possibile quanto fossero sfibrati.
 
Ma non si è mai troppo vecchi per cercare il proprio amore.
Da sempre è stata una donna concentrata solo sulla carriera: voleva arrivare da qualche parte e, tenendo sempre duro, poteva al mondo che ce l’aveva fatta, aveva raggiunto il suo obbiettivo.
Era pienamente soddisfatta del lavoro che svolgeva. Certo, essere Preside spesso comportava grandi rompicapi, per non parlare delle continue lamentele o i vari attacchi di vandalismo alle pareti della scuola da parte dei suoi studenti, ma vi faceva fronte risolvendo e placando ogni possibile ribellione.
 
Facendo carriera, mise da parte un altro suo grande sogno: avere dei figli.
Una mancanza grande nella sua vita solitaria, forse non smetterà mai di piangersi addosso per non averne mai cercati.
Eppure, in un certo senso, considerava gli alunni del suo Liceo come dei figli. Li vedeva crescere, sapeva che istruzione stava dando loro e insomma… un po’ si sentiva madre.
 
Tutto questo però non le bastava più.
Raccolse da terra il suo amato Welsh Corgi color miele, si mise a sedere con lui adagiato comodamente sulle sue stanche gambe ed accese quell’aggeggio elettronico che, pian piano, le sembrava sempre meno alieno.
Era riuscita, non si ricordava bene come, ad iscriversi ad un bizzarro sito di appuntamenti online. Sapeva di non aver compreso appieno il significato delle strane parole, le bastava aver trovato un uomo con il quale scambiarsi qualche parola e chissà… magari fissare un appuntamento.
 
Lo aveva trovato prima di quanto potesse mai immaginare.
Ormai si scrivevano da diversi giorni e fu elettrizzata quando lui le propose di vedersi dal vivo. Sapeva che non si sarebbero affatto annoiati, d’altronde anche lui abitava in quella città e lavorava in ambito scolastico quindi perché non sfruttare questo punto in comune per spezzare il ghiaccio?
 
Sapeva già come vestirsi, ovviamente nulla di provocante o che potesse etichettarla come donna-disperata-alla-ricerca-di-attenzioni.
Il grande giorno era arrivato, non contò quante volte dovette rifare lo chignon, spesso molte o storto, ma sapeva che erano davvero troppe.
Non era mai stata così nervosa, che le prendeva? Possibile che pensasse fosse già la persona giusta per lei?
Decise di lasciarli sciolti, diede solo una possente spazzolata per domare un po’ l’effetto rimasto mosso. Era un’occasione importante, si disse che per una volta poteva stravolgere di poco il suo monotono look.
 
Tolse anche gli occhiali. Non ci vedeva benissimo, ma quel tanto che bastava per non andare a sbattere contro ogni singolo oggetto. Sperò con tutta se stessa che quella scelta servisse a ringiovanirla di qualche anno.
Si truccò sempre in modo sobrio, il giusto che serviva per donarle un po’ di colore e mascherare le rughe risiedenti nel suo viso.
 
Ora mancava il vestito. Lo aveva scelto con una cura maniacale puntando su tonalità marine: era molto semplice, con maniche lunghe e con una scollatura non pronunciata ma a cuore. Quanto adorava quel genere di scollature!
Inoltre era corto abbastanza da permetterle di esibire le sue scarpe, di una tonalità più scura, provviste di qualche centimetro di tacco che, a detta sua, non guastava mai.
Abbinò qualche gioiello nel tentativo di abbellirsi di più e di scintillare alla luce gioiosa del sole che l’avrebbe accompagnata in quel giorno importante.
Prese al volo la borsa, dello stesso colore delle scarpe, pronta ad uscire.
-Kiki vedi di fare il bravo, altrimenti oggi resti senza pappa!- lo mise in guardia.
Sorrise quando lo vide abbassare le orecchie in segno di disappunto.
 
Si sedette su una panchina davanti al negozio di gioielli: era lì che si erano dati il loro primo appuntamento.
Ce ne sarebbero stati altri? Chissà…
Già fantasticava su come sarebbe stato quello che sperava diventasse il suo compagno di vita, almeno quella che le restava da vivere.
Alto, possente, con occhi chiari magari cenere, una folta capigliatura bianca come la barbetta incolta e vestito in…
-P-P-Preside Shermansky?-
 
Sgranò gli occhi di colpo, quasi non le andò di traverso la saliva.
Quella voce la conosceva fin troppo bene: insicura, smidollata e per niente autoritaria. La collera iniziò ad impossessarsi del suo essere, stufa di avere ancora a che fare con lui oltre l’orario di chiusura dell’istituto.
Come aveva fatto a non pensare che poteva trattarsi di quel docente? Le aveva fornito quasi ogni informazione affinché potesse realmente sospettare che, probabilmente, stava chattando con uno dei professori del suo Liceo.
-Faraize cosa sta facendo qua?! Sempre a perdere tempo lei!-
 
Non volle né chiedere né dare spiegazioni. Semplicemente si alzò dalla panchina e tornò indietro, pronta a rifugiarsi di nuovo nella sua casa. Casa dolce casa, così si dice no?
Non sprecò nemmeno tempo per osservare come si era conciato per quello che avrebbe dovuto essere il loro incontro romantico: sarebbe risultato sempre un uomo senza spina dorsale per lei.
La passeggiata servì a farle sbollire la frustrazione fortunatamente.
Spalancò la porta d’ingresso della sua modesta dimora, venendo affettuosamente accolta dall’unico essere che ogni giorno le dimostrava un amore incondizionato.
-Mio caro Kiki, credo tu mi debba sopportare ancora per un bel po’- sbuffò mentre accarezzava il suo soffice pelo.
 
Gettò un’occhiata di sfida al proprio computer: non si sarebbe data per vinta al primo fallimento.
   
 
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