« Be’, a livello burocratico ci sarebbero non pochi problemi, però fintanto che rimane all’interno del corpo docenti e della classe, non dovresti aver disguidi. » la voce calda del professor Aizawa sembrava la più bella che avesse mai udito. Non gli sembrava vero: tutto ciò stava divenendo realtà.
« Ad ogni modo, voglio avvertirti che in Giappone non abbiamo specifiche leggi che autorizzano i transessuali nel poter esser chiamati col loro nuovo nome nel frattempo della transizione. » lo avvertì l’uomo, poi. « Pertanto, il tuo nome rimarrà Todoroki Sayuri nei documenti finché la transizione non verrà ufficialmente terminata presentando un documento d’identità ed uno scritto dall’avvocato. »
« La ringrazio. » sussurrò il giovane, si inchinò e fece per uscire dall’ufficio degli insegnanti il più in fretta possibile.

L’aria condizionata di quell’aula rinfrescava soavemente le membra accaldate del giovane Todoroki, intento ad inchinarsi un’ultima volta prima di uscire dall’aula. Il suo cuore era un continuo battito di sentito entusiasmo per il suo primissimo traguardo. Mancavano pochi giorni all’inizio del liceo, ed egli non vedeva già l’ora che il primo giorno arrivasse.
Tutto cominciò agli inizi della prima media, quando nella fragile mente di Todoroki Sayuri un unico pensiero si faceva spazio, inizialmente come un fastidioso ronzio all’orecchio finché esso non divenne un macigno di innumerevoli chili, difficile certamente da sostenere.
Prima che se ne rendesse conto, Sayuri cominciò a vestire con abiti sempre più larghi, poiché le forme aggraziate del suo corpo gli provocavano sentimenti troppo negativi per essere tollerati. Passavano i giorni e poi i mesi, e di quella ragazza un tempo tra le più carine e le più delicate della classe non ne rimase più traccia. Al suo posto, un ragazzo dai capelli corti, il petto nascosto in strette fasce, vestito di colori anonimi si faceva chiamare Todoroki Shouto.
Non mancarono i commenti di chi non apprezzava: “Dovresti essere più femminile!”, dicevano. “Perché non ti depili le sopracciglia?”, oppure “Con la gonna staresti meglio!” che come lame ferivano la sua autostima, minandola, mirandola come un predatore innanzi alla sua preda. Davanti al mondo, Todoroki Shouto non si sentiva nessuno né aveva il coraggio di alzare la sua voce e dire “Io sono fatto così!” perché… be’, aveva paura.
Seguirono diversi atti di bullismo. Egli venne più volte preso di mira, e coi problemi che cominciavano ad annidarsi anche nella sua famiglia come civette nell’attesa del succulento topo, Todoroki Shouto divenne come il riccio, e chiudendosi in se stesso non permise a nessuno di potersi infilare nelle sue spine.
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Con l’inizio di una scuola nuova, omettendo la triste verità riguardo al suo sesso, Shouto credeva che tutto avrebbe avuto un riscontro totalmente nuovo. Nuovi volti, nuovi nomi, nuove identità, un nuovo inizio che avrebbe inaugurato tre anni di serenità come aveva chiesto in preghiera giù al tempio, offrendo pochi spicci coi quali avrebbe potuto, invece, mangiare riso e pesce per una settimana.




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Sono prettamente conscia di star toccando un argomento pari ad un tabù per molte persone. Sono anche conscia del fatto di star comunque cercando un modo per sensibilizzare e mostrare al prossimo che il mondo LGBT+ non è solo tabù, ma anche crescita.
E poi perché sognavo di scrivere una fan fiction dove Todoroki è trans da troppo tempo. Insomma, una combo perfetta, credo.
Spero che il prologo sia un inizio adatto. La coppia l'ho scelta perché è la mia OTP, e perché credo che nessuno smuoverebbe perfettamente Todoroki come un calcio nei gioielli di famiglia meglio di Bakugou. ORSÙ!
Avviso che il rating potrebbe variare, perché nella trama originale ci sono scene nsfw/VM18.
ADIEU.