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Autore: SpecchioMist    28/07/2018    0 recensioni
Sentendo che esiste gente che shippa Draco ed Hermione, il che rappresenta un'assurdità e spero che su questo siamo tutti d'accordo, decido di scrivere una fan fiction che non vuole assolutamente essere presa sul serio presentando una ship completamente nuova e originale: Argus Gazza ed Hermione Granger.
Ripeto che NON VUOLE ESSERE PRESA SUL SERIO. Prendetela per quello che è.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Argus Gazza, Hermione Granger | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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CAPITOLO 1
 
Il Signore Oscuro era deceduto. L’intera scolaresca di Hogwarts era nella Sala Grande, lo sguardo rivolto verso l’enorme finestra in fondo all’immensa stanza, cercando con gli occhi una delle strane creature che la fantasia di Luna Lovegood aveva tirato fuori. L’intero castello si era liberato della consueta atmosfera oscura dell’ultimo anno. Era stranissimo pensarlo, ma il Ragazzo Che È Sopravvissuto era riuscito veramente a sconfiggere Lord Voldemort e Harry Potter divenne ancora più famoso di prima. Nessuno avrebbe mai detto che gli esiti della Seconda Guerra dei Maghi sarebbero stati positivi. E si può tranquillamente e serenamente affermare che sono stati più che positivi. In particolar modo per una ragazza. La ragazza senza la quale Harry Potter sarebbe morto già durante il suo primo anno a Hogwarts. Hermione Granger era sempre stata la migliore amica di Harry e Ron. Ma questo una volta, perché poi ha trovato l’amore nel ragazzo dai capelli rossi. Ed è durante la battaglia di Hogwarts che la signorina Granger e il giovane Weasley si sono scambiati il primo bacio. A dir la verità Hermione aveva sempre guardato Ron con un certo interesse che andava oltre l’amicizia, e dopo il loro primo bacio si autoconvinceva che l’esperienza fosse stata di suo gradimento. Se lo imponeva continuamente, ma ormai non ne era più tanto sicura.
Hermione si guardò intorno, dando uno sguardo alle mura di Hogwarts distrutte dalla battaglia che si era conclusa appena un’ora prima. Era impressionante vedere il castello in quelle condizioni, dopotutto era la sua casa. Ma fortunatamente, presto dei maghi incaricati avrebbero preso in mano la situazione e sistemato tutto. Ma in quel momento, era la sua ultima preoccupazione: stava cercando Harry. Era sparito. Le possibilità erano due: o qualcuno lo aveva rapito, o semplicemente si era nascosto sotto il Mantello dell’Invisibilità. Forse voleva semplicemente allontanarsi un po’, dopotutto gli ci voleva. Ed effettivamente, anche a Hermione in quel momento non faceva scomodo isolarsi un po’. Si allontanò dalla massa degli studenti e si recò nel salone di ingresso per attraversarlo e uscire nel cortile. Mentre usciva, vide un anziano uomo che tentava di pulire i residui di Hogwarts con scopa e paletta. L’uomo le stava dando le spalle, ma Hermione poté presupporre si trattasse di Argus Gazza, il guardiano. La ragazza provò una certa compassione per lui: Gazza era un Magonò, non aveva poteri magici. Dunque, perché non far pulire Hogwarts a un mago in grado di gestire la situazione con i suoi poteri? Ma Hermione decise di cancellare questo pensiero dalla testa e recarsi alla rimessa per le barche: era uno dei suoi posti preferiti di Hogwarts. Scese le lunghe scale che portavano alla rimessa e si sedette sulla riva, guardando il suo riflesso nell’acqua, cominciando a pensare a Ron. Era davvero l’uomo per lei? Sarebbe stato in grado di proteggerla? Hermione non dava molto peso agli stereotipi delle caratteristiche principali del maschio in una coppia, ma andiamo, Ron era una frana! Hermione si ricordò dell’episodio in cui, poche ore prima, un Serpeverde aveva provato ad ucciderla con una Maledizione e Ron, dopo una scenata in cui provava a rincorrerlo, cominciò a scappare nella direzione opposta a gambe levate. Ma di una cosa era sicura: provava un grande affetto nei confronti di Ron, dopotutto era sempre stato il suo migliore amico. Ma il problema era questo: sette anni di amicizia speciale possono concludersi con un fidanzamento? Hermione pensava di no. Ma quindi non era innamorata di nessuno? Probabile… non erano molti i maschi con cui la ragazza era in contatto, a parte Harry e Ron. Per un attimo pensò a Draco Malfoy, ma poi rise della sua momentanea stupidità. Ma comunque, ormai aveva deciso: avrebbe lasciato trascorrere la giornata, e la sera stessa avrebbe lasciato Ron. Non poteva funzionare.
Hermione si alzò e risalì le scale che portavano all’ingresso di Hogwarts. Mentre rientrava nella Sala Grande, vide Ron venirle incontro insieme ad Harry.
"Harry!" esclamò Hermione abbracciandolo. "Dov’eri? Non puoi sparire così! Mi hai fatto preoccupare!".
"Avevo bisogno di un po’ di riposo, e cinque ore non sono neanche sufficienti" rispose Harry alzando le spalle.
Nel frattempo Hermione notò l’espressione semi-offesa di Ron, il quale non era ancora stato considerato.
"Cinque ore? Sono stata via per cinque ore?". Hermione era esterrefatta. Doveva essersi persa nei pensieri.
Mentre il trio raggiungeva la Sala Grande, Hermione notò di nuovo il signor Gazza che tentava di lavorare con scopa e paletta. La ragazza si rivolse a Harry.
"Harry, come può un Magonò rimediare manualmente ai danni subiti da questo castello? Perché non usi la Bacchetta di Sambuco per aggiustare Hogwarts e risparmi le fatiche di un povero signore anziano?".
Questa volta fu Ron a parlare:"Ti rispondo io: perché Harry è stato così scemo da riporre la Bacchetta nella tomba di Silente, non ricordi? E da quando ti importa che Gazza si stanchi? Ci ha sempre torturati a scuola!".
Hermione era indignata:"Oh Ron, per l’amor del cielo, se voi due aveste avuto un po’ di buonsenso nei suoi confronti non vi avrebbe torturati! E per la cronaca, neanche Fred e George avevano proprio la coscienza apposto…".
A sentir nominare il nome del fratello caduto, a Ron si riempirono gli occhi di lacrime. Hermione lo ignorò e tornò a rivolgersi a Harry:"Secondo me dovresti aiutarlo, Harry!".
"Ma secondo me ci odia così tanto che neanche vuole il nostro aiuto, e poi non voglio violare la tomba di Silente!"disse il ragazzo.
"Tu dici?"disse Hermione con aria di sfida. Voltò le spalle ai ragazzi e andò verso Gazza.
"Ehm, signor Gazza?" tentò Hermione timidamente. Il vecchio fece finta di non sentire. La ragazza riprovò una seconda volta. Alla terza volta, Gazza le rivolse uno sguardo carico d’odio: il tipico odio che riservava verso gli studenti di Hogwarts. Ma ciò non fece arrendere Hermione, che continuò:"Non le pare il caso… di lasciar svolgere questa mansione a qualcuno che possa risolvere tutto molto più velocemente?". Cercò di essere il più delicata possibile, senza sottolineare esplicitamente il fatto che Gazza non avesse poteri magici.
" È il mio lavoro" rispose il guardiano.
"La prego, signor Gazza… non posso vederla continuare così!"implorò Hermione.
"Vattene" fu la risposta che ricevette.
Hermione si allontanò con aria sconfitta, ma Ron ed Harry non avevano sentito la conversazione. E la ragazza senza dubbio non voleva arrendersi così facilmente.
"Ha detto che gli farebbe comodo una mano"mentì a Harry.
"Cosa?" dissero Harry e Ron in coro.
Hermione ignorò Ron.
"Harry, vai a prendere quella bacchetta e aiuta Gazza!".
Ed Harry sentì che non aveva scelta.
 
Poco dopo, Harry tornò con la Bacchetta di Sambuco in mano. Nel Salone di Ingresso c’erano Gazza sempre con scopa e paletta e Ron ed Hermione ad aspettare, i quali non si erano rivolti la parola. Ron sembrava soffrire molto la situazione, era costantemente in procinto di scoppiare a piangere.
Harry diede un colpo di Bacchetta e in una manciata di secondi, il Salone di Ingresso tornò come era un tempo: non c’erano tracce di guerra. Hermione andò da Gazza e gli disse:"Ogni tanto un po’ di aiuto non fa male". Stranamente, il Magonò non le rivolse uno sguardo carico d’odio come di consuetudine, ma sembrava quasi riconoscente. Hermione lo guardò intensamente e notò alcuni tratti eleganti sul viso anziano di Gazza, in particolare le labbra. La ragazza si diede coraggio e gli diede un bacio sulla guancia, poi si allontanò dicendo:"Ci vediamo… Argus!". Il vecchio signore tentò di rivolgerle un gran sorriso, ma era troppo sorpreso di aver ricevuto un bacio che ancora gli faceva bruciare la guancia.
"Da quando lo chiami Argus?!" esclamò Ron.
   
 
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