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Autore: Khailea    29/07/2018    0 recensioni
Per i propositi migliori si possono commettere le azioni peggiori, e quasi non ce ne si potrebbe nemmeno accorgere...
Tale storia riguardante il passato di Sombra e dai personaggi umanizzati è una mia immagine personale ed ipotetica che non ha nulla a che fare con i fatti riportati nel fumetto dell'opera se non per appunto un personaggio. Torno quindi a precisare che nonostante conosca ciò che è stato scritto questo non vi è collegato è puramente una fiction nata da un ispirazione momentanea della scena.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Re Sombra
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nessun’ombra era in grado di raggiungere quel regno di luce, in cui non c’erano tramonti ma solo albe.
Le persone vivevano in armonia, non v’erano guerre a distruggere case o famiglie ed ogni cosa possedeva il proprio equilibrio.
Viaggiatori da ogni dove accorrevano per visitare quel luogo che perfino in un mondo di magia pareva incantato, le strade, gli edifici, ogni cosa era costruito con il cristallo più puro che risplendeva alla luce dei cuori della gente.
Purtroppo però, anche se molti non vogliono credervi, dove si trovano le luci vi sono inevitabilmente le ombre…
Queste prendono varie forme nutrendosi dell’odio come delle paure, ma è su quest’ultime che fanno maggiormente affidamento perché grazie a tale sentimento anche le menti più forti vanno a piegarsi.
L’impero di cristallo s’ergeva in una splendida radura senza fine, dove i fiori crescevano splendidi ed il sole non mancava mai di baciare quel suolo, per arrivarvi fortunatamente i viaggiatori potevano usufruire di vari tipi di mezzi, ma non tutti avevano la fortuna di raggiungerlo in maniera felice.
Forse in quel luogo non v’erano dolori ma all’esterno d’esso molte cose mettevano alla prova la vita d’altri, difficoltà nel coltivare da mangiare, nell’allevare i propri animali, terreni che improvvisamente perdevano la loro fertilità ed animi i cui cuori oscuri prendevano più di quanto fosse loro concesso, e così coloro che dovevano pagarne le conseguenze se sopravvivevano si ritrovavano a vagare sperduti nel mondo senza più nulla.
Le maggiori vittime erano sempre e comunque i giovani, ed è proprio uno di questi che involontariamente arrivò all’Impero di cristallo nella maniera più difficile.
La sua mente era completamente vuota, nemmeno il più piccolo ricordo si muoveva all’interno ma c’era qualcosa che per qualche motivo gli riempiva il cuore dandogli coscienza di qualcosa.
Aveva perso tutto ciò che aveva.
Probabilmente il trauma di ciò o qualcosa di simile gli aveva causato una perdita di memoria, ma le lacrime che rigavano il suo viso erano il chiaro segno d’un dolore tanto profondo da non esser esprimile nemmeno dalle urla peggiori.
Era come se qualcuno volesse prendersi gioco del suo povero destino, non ricordava nulla ma provava un dolore simile senza saperne il perché.
Qualsiasi cosa potesse essergli capitata in ogni caso non aveva importanza al momento, da giorni non aveva fatto altro che camminare, più che per istinto che per desiderio di sopravvivere, senza però trovare altro che fiori ed erba.
L’azzurro cielo sopra la sua testa non era mai cambiato durante quel periodo ma il sole che gli batteva contro alla lunga aveva iniziato a renderlo stanco ed affaticato, non s’era fermato nemmeno un minuto quindi il suo calore debilitava il suo corpo, che si muoveva senza nemmeno coscienza.
Come inevitabilmente accade, purtroppo, presto anche lui dovette cedere, il mondo prese a roteare attorno a lui, il cielo divenne terra e la terra cielo, e poi il nulla.
Sarebbe facilmente potuta essere la fine per lui, senza cibo o acqua, ma finalmente dopo un tempo che poteva facilmente sembrare ingiusto la fortuna sorrise alla sua sorte.
L’oscurità rimase negli occhi del giovane per molto tempo, fino a quando questi non si svegliò.
Non era più in quel meraviglioso quanto infinito prato, ma in una stanza dal pavimento e muri di cristallo azzurro, sdraiato in un grande e morbido letto dalle coperte bianche.
Guardandosi attorno vite ben poco arredamento attorno a sé, un comodino su cui era stata lasciata una brocca d’acqua, una serie di colonnini sopra cui per abbellimento qualcuno aveva metto dei grossi vasi azzurri con sfumature bianche colmi di fiori, ed un candelabro che pendeva proprio sopra la testa del giovane.
C’erano oltretutto una porta ad arco e due ante, al momento chiusa, ed un’alta finestra. Muovendosi, non comunque senza fatica, il giovane s’alzò avvicinandosi ad essa e si ritrovò davanti uno spettacolo meraviglioso.
L’impero di cristallo in tutto il suo splendore.
In ogni dove i raggi del sole che toccavano le superfici di strade e case producevano un piccolo arcobaleno che dava colore al tutto,  un numero incredibile di persone passeggiava liberamente e serenamente ma tutte loro avevano qualcosa d’incredibile.
La loro pelle, i loro capelli ed i loro abiti sembravano splendere proprio come il cristallo e perfino da quell’altezza era impossibile non notarlo.
Il giovane rimase a bocca aperta davanti ad un simile spettacolo che gli toccò il cuore, mentre una dolce brezza gli concedeva il buongiorno.
Sarebbe potuto restar ore intere ad osservare quel mondo ma gli furono concessi solo pochi minuti perché il portone nella stanza s’aprì.
Voltandosi poté vedere una figura che eguagliava facilmente la bellezza di quel luogo.
Si trattava d’una donna dal fisico snello ed alto, dai lucenti capelli rosati con sfumature violacee, una parte dei capelli le ricadeva lungo le spalle ed arrivava a toccarle perfino i piedi, solo sul capo questi erano raccolti in una sottile treccia in prossimità d’una corona azzurra divisa in tre punte.
Questa però difficilmente era notabile vista la del suo viso, asciutto ma con lineamenti ben definiti aveva delle sottili labbra che in quel momento sorridevano in una maniera tale che nemmeno il calore del sole avrebbe potuto superarlo.
Gli occhi nascosti da delle lunga ciglia nere avevano una chiara tonalità castana messa in risalto da un qualche luccichio che producevano.
Sulla fronte era presente un piccolo pendagli azzurro dal cui centro era attaccato un cuore d’oro
Il sottile collo era abbellito da una collana d’oro divisa in tre file in ciascuna delle quali era presente un cristallo puro.
Indossava un abito azzurro dalle corte spalline abbassate, il busto era un insieme di stoffe di varie sfumature del colore principale, al cui centro però era presente il giallo disegno d’un cuore, che intrecciate insieme s’univano all’attaccatura della lunga gonna tempestata di brillanti.
Sulla sua schiena si potevano facilmente vedere delle grandi ali dalle morbide piume piegate sul corpo in modo da non occupare spazio alcuno.
Ad entrambi i fianchi la gonna presentava un motivo raffigurante un fiocco di neve racchiuso all’interno d’una luce azzurrognola.
La sua nivea pelle sembrava però risplendere ancora più d’essi ma guardarla non infastidiva in alcun modo gli occhi.
Assieme a lei c’erano anche due giovani donne, entrambe però vestite con solo un abito bianco senza spalline e con una cintura dorata in vita.
Appena gli occhi del giovane e quello della donna s’incontrarono il sorriso di lei divenne ancor più luminoso ed aprendo le braccia lo raggiunse per abbracciarlo. L’altro ancora intontito la lasciò avvicinare ma rimase comunque rigido su se stesso, solo quando fu a proprio agio la donna prese a parlare spiegandogli che le sue guardie l’avevano trovato fuori dall’impero e l’avevano soccorso.
Aveva dormito per quasi dieci giorni ed i medici non avevano trovato nulla che potesse svegliarlo, ma a quanto pare le preoccupazioni erano state inutili visto sembrava star bene.
La donna si presentò come la regina dell’impero di cristallo e gli chiese quale fosse il suo nome.
Il giovane rimase in silenzio a lungo cercando di ricordarlo, ma gli fu impossibile, tutto ciò che vedeva erano solo ombre, per questo si scusò con la regina spiegando non aveva alcuna memoria e che purtroppo anche il loro nome era sparito con esse.
Lei si mostrò da subito molto dispiaciuta, nonostante il suo regno fosse pacifico non era all’oscuro di ciò che accadeva fuori da esso e poté solo immaginare cosa fosse successo al povero ragazzo.
Per questo motivo, con un sorriso dolce come il miele, s’inginocchiò accanto a lui offrendosi di prenderlo con sé. Gli avrebbe restituito l’affetto e la casa persa, avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per farlo sentire amato e proteggerlo.
Il giovane rimase scioccato da tanta gentilezza, il suo cuore vibrò nel petto mentre innumerevoli emozioni si scontravano all’interno prendendo la forma di lacrime. La regina abbracciandolo lasciò che si sfogasse accarezzandogli i capelli, rimanendo in silenzio per tutto il tempo necessario.
Quando il giovane si calmò gli accarezzò le guance e baciandolo sulla fronte gli diede un nuovo nome, uno che richiamasse alla luce ed alla gioia che in futuro avrebbe provato e fatto provare a tanti. Lei per prima.
Da quel giorno vissero insieme come madre e figlio, il ragazzo ricevette una delle migliori educazioni e grazie all’aiuto di molti non ebbe alcuna fatica a diventare amico dei suoi concittadini.
I suoi maestri come prima cosa gli spiegarono la diversità della gente nel mondo, alcuni erano dotati di poteri magici, altri invece nascevano con splendide ali che permettevano loro di superare i limiti del cielo, altri invece non possedevano nessuna di tali abilità ma non per questo erano stati meno importanti nella storia, anzi proprio loro visto vivevano in una condizione più difficile s’erano adoperati nella costruzione di grandiosi apparecchi.
Lui non possedeva delle ali, ma la magia sì, ed era d’una forza unica nel suo genere, grazie alle quali aveva potuto contribuire al benessere di tanti.
C’era infine chi possedeva entrambi, ma si trattava soltanto di persone che avevano meritato tale dono compiendo gesti tali da permetterglielo, e tra questi c’era la regina, ed un giorno forse ci sarebbe stato anche lui, di questo in molti ne erano certi..
La promessa della madre stava prendendo vita, non c’era altro che amore nel cuore di lui ed assieme ad esso cresceva il desiderio di poter far qualcosa per sdebitarsi.
L’impero gli aveva dato tutto, una nuova vita, una madre, degli amici e tutto l’affetto che qualcuno poteva desiderare, e queste erano solo le prime cose gli potevano venir in mente.
Gli anni passarono e lui si mostrava una sempre più grande promessa come successore al trono, mai una volta aveva mancato d’aiutare qualcuno, che fosse solo per una semplice difficoltà o una vera situazione di pericolo, e tutti sentendo solo il suo nome sorridevano grati.
Era l’orgoglio dell’impero, dei suoi maestri e della madre.
Ma come è già stato detto all’inizio di tutto ciò, una delle armi migliori delle ombre sono le paure.
Nonostante ancora non avesse alcuna memoria di ciò che gli accadde in giovane età sapeva perfettamente quali orrori potevano distruggere la vita della povera gente, e temeva che un giorno tali sciagure si sarebbero abbattute anche sull’impero di cristallo.
Questo pensiero divenne sempre più forte quando regnanti d’altri luoghi vollero incontrare la madre per discutere sulla politica, ma siccome lei cercava sempre una soluzione volta alla pace ed all’equilibrio spesso riceveva la minaccia di venir attaccata se non avesse preso parte alle guerre degli altri.
L’animo della donna però non aveva mai vacillato, quello del figlio invece lo fece per la prima volta.
Se per tutto quel tempo l’amore era stato il sentimento dominante ora nel suo cuore provava anche qualcosa di nuovo, rabbia, quasi odio per coloro che minacciavano un luogo tanto buono quanto pacifico, che di male nulla aveva fatto. Temeva anche il fatto che, se con il passare del tempo l’impero si fosse unito a quelli altrui, sarebbe irreparabilmente cambiato finendo così per scomparire.
Se ci fosse mai stato un momento buono per agire sarebbe stato proprio quello.
Per mesi interi rimase rinchiuso nell’immensa biblioteca di quel palazzo cercando qualcosa che potesse assicurare una protezione totale per la sua casa, non avrebbe permesso a qualcuno di portargliela via nuovamente.
Cercò incessantemente facendo tuttavia attenzione nel non insospettire nessuno, non voleva far preoccupare i suoi insegnati né tantomeno la madre, che già certamente aveva le sue responsabilità e timori.
Fu quanto ormai credeva fosse tutto inutile che trovò qualcosa, il racconto d’un uomo in un tempo lontano che aveva lasciato alle ombre il dominio nel cuore ma che controllandole era stato in grado di fare grandi cose.
Tali però furono anche mostruose, ma tutto ciò che il giovane riuscì a vedere era un potere tale da far avverare il suo desiderio.
Scoperto ciò che doveva fare passò altrettanto tempo nel quale le sue ricerche si concentrarono proprio su tali poteri.
Più s’avventurava in questo tipo di magia però più il suo cuore rischiava di cadere nell’oscurità, ma non riuscì a rendersene conto in tempo…
Bastò soltanto un anno perché trovasse il libro che gli avrebbe concesso ciò che voleva, qualcosa che era stato nascosto agli occhi di tutti e custodito in un luogo nel regno che forse nessuno nemmeno conosceva, una grotta nascosta nel terreno del giardino attorno all’impero, al cui interno c’erano solamente cristalli rosso sangue.
Il libro si trovava proprio all’interno di uno di questi e per riuscire a distruggerlo il ragazzo aveva dovuto usare tutta la sua forza magica, finendo così per perdere conoscenza.
Come il giorno in cui era arrivato anche allora non seppe dire per quanto tempo avesse dormito, sapeva solo d’avercela fatta. Con quasi le lacrime agli occhi ed il sorriso più radioso potesse avere uscì da quella grotta, che probabilmente venne dannata nei secoli a venire per non esser stata sigillata, e tornò verso il palazzo.
Una volta arrivatovi subito cercò la madre che appena lo vide non riuscì a trattenere le lacrime e gli andò incontro abbracciandolo, dicendogli che per interi giorni non era tornato ed aveva temuto il peggio.
Lui abbracciandola a sua volta le disse che non aveva più nulla da temere, che da quel giorno tutti i loro problemi sarebbero svaniti.
Al suo sguardo confuso ma felice il ragazzo le mostrò il libro che aveva trovato, raccontandole tutte le sue ricerche, spiegandole che in quel modo chiunque fosse arrivato con intenzioni malvage sarebbe stato annientato, che lui avrebbe potuto proteggere tutti distruggendo ciò che avrebbe potuto ferirli e che sarebbe partito per un viaggio in  modo da aumentare il territorio dell’impero di cristallo facendo sì che tutti, sotto il suo comando, potessero vivere felici.
Ad ogni parola il suo viso diventava più radioso, mentre quello della madre si tingeva d’orrore, al termine della spiegazione lei gli chiede di consegnarle il libro dicendogli che l’avrebbe nascosto a dovere in modo nessuno lo potesse ritrovare.
Non capendo il ragazzo si ritrasse dal suo abbraccio allontanandosi di qualche passo, tentò di spiegare nuovamente che grazie a quel libro ed a quei poteri sarebbero stati tutti salvi, ma lei continuò dicendogli che ciò che aveva trovato non era quello che credeva.
Un simile tipo di magia avrebbe portato solo un indicibile dolore a tutti quanti, e si scusò dicendogli che lei avrebbe dovuto fare più attenzione, essere più presente come madre per insegnargli a riconoscere le ombre ed a capire che non era ferendo gli altri sarebbero stati felici..
Lo pregò di fermarsi perché, altrimenti, non sarebbe più potuto tornare indietro, concluse poi dicendo che quello non era ciò di cui il regno aveva bisogno.
Quella fu l’ultima goccia per il ragazzo, iniziò ad urlare che tutto ciò l’aveva fatto esattamente per il regno stesso, per lei, per loro.
La donna spaventata per le sue urla chiamò le guardie per fermarlo e prendere il libro, mentre queste gli correvano incontro lui fissò gli occhi della madre pregando potesse capirlo e vedere che era lei a sbagliarsi, ma quando ormai gli uomini erano ad un passo da lui sentì il cuore andare in frantumi.
Sua madre, la donna per cui avrebbe fatto qualsiasi cosa, non aveva voluto ascoltarlo ed utilizzare qualcosa che effettivamente avrebbe migliorato la vita a tutti, aveva preferito il precario equilibrio che i sovrani del passato avevano costruito ma che sarebbe andato a sgretolarsi.
Non gli aveva permesso di proteggere il luogo che amava.
Urlando dalla rabbia aprì il libro ed un aura nera uscì da esso circondandolo, evitando così che altri potessero raggiungerlo.
La terra tremò sotto i suoi piedi mentre l’oscurità si muoveva sempre più verso il suo corpo, improvvisamente qualcos’altro nacque nel cuore di lui, la paura.
Non sapeva cosa stesse accadendo, aveva aperto il libro per dimostrare non avrebbero dovuto temer nulla ed invece al momento era tutto il contrario, non riuscì ad evitare che neri tentacoli lo bloccassero per le braccia e le gambe, salendo lungo tutto il suo corpo infilandosi sotto la pelle.
Urlò dal dolore ma non importava perché questi non si fermarono, all’improvviso però sentì anche un incredibile potere dentro di sé, qualcosa che mai avrebbe immaginato di sentire e si rese conto che proveniva esattamente da quelle ombre.
Capì quindi che se voleva diventare abbastanza forte da proteggere l’impero doveva accoglierle, non rigettarle.
Prendendo un profondo respiro rilassò tutti i muscoli del proprio corpo ed evitò d’usare qualsiasi tipo di magia, lasciando che le ombre lo ricoprissero del tutto.
La cupola nera creatasi attorno a lui svanì risucchiata dal ragazzo stesso ed una nuova esplosione scaraventò tutti i presenti, tranne la regina, contro la parete.
Il ragazzo salvato a cui era stata data una seconda possibilità si trovava a mezz’aria, apparentemente in uno stato d’incoscienza. Ciò però durò per pochi secondi ed in seguito, fluttuando, s’avvicinò alla madre con una risata tetra, schernendola per non avergli creduto.
Aveva ottenuto quel potere proprio come aveva detto, ed ora nulla avrebbe più potuto fermarlo.
Lei tentò ancora di convincerlo a scacciare quella forza, a ricordare tutti i momenti meravigliosi che avevano vissuto, ma lui rispose che proprio per quelli era diventato così.
Fu in quel momento che il giovane vide il suo riflesso nel cristallo della parete alle spalle della madre.
La prima cosa che notò furono gli occhi, completamente verdi con solo le pupille rosse, ed una tetra aura violacea attorno ad essi che si muoveva come spinta dal vento, i suoi denti visibili grazie al fatto tenesse la bocca semi aperta erano bianchi ma affilati. I suoi capelli neri ed ondulati si muovevano anch’essi probabilmente a causa della stessa potenza magica che lo faceva restar sospeso in aria. Il suo corpo era ben definito e robusto ma ciò che continuò a guardare fu la sua pelle, d’una tonalità quasi grigia rispetto a quella degli altri.
E fu in quel momento che realizzò che non aveva nulla in comune con i cittadini dell’impero di cristallo, neppure con la sua stessa madre. Non vi aveva mai fatto caso durante tutti quegli anni, ma le uniche cose cambiate nel suo aspetto effettivamente erano solo i denti e gli occhi, per il resto era sempre stato così.
La sua pelle mai era stata splendente come quella di un cristallo, mai i suoi occhi avevano emanato quel bagliore che poteva far invidia alle gemme tipico di molti.
Lui non era come gli altri…lui era destinato a cambiare ogni cosa.
Assottigliando lo sguardo tornò ad osservare la madre, nei cui occhi si poteva chiaramente vedere una forte paura ma non per se stessa, ma per il figlio.
Tutto ciò che lui le disse però fu che, se non era con lui, era contro di lui.
Prima che potesse fare qualsiasi cosa il giovane utilizzò la propria magia contro di lei tramutandola in un cristallo, la donna non urlò o simili mentre la sua pelle s’induriva ma disse solamente una frase.
Fin dal primo giorno ti ho amato.
Le labbra da cui uscirono quelle dolci parole materne si bloccarono in un leggero sorriso, e le ultime lacrime scesero lungo il viso di quella statua di cristallo.
Il cuore del ragazzo però non provò nulla a quella scena, solo pietà per una donna che avrebbe potuto fare ben altro per il suo popolo ed invece aveva quasi preferito condannarlo.
I soldati ripresisi non appena videro la scena subito cercarono d’attaccare il ragazzo, ma questo con molta facilità li bloccò, non aveva intenzione di far loro qualcosa però.
Per proteggere un regno servivano molti guerrieri infondo.
Mentre la sua risata echeggiava per la stanza raggiungendo ogni angolo del palazzo, rendendolo quasi gelido, gli occhi degli uomini divennero completamente verdi, le loro deboli menti erano state sconfitte da quella del giovane che li aveva resi suoi burattini.
Fece richiamare tutti i sudditi nella piazza principale della città ed in seguito volle gioire assieme a loro delle future conquiste avrebbero potuto intraprendere. La reazione del popolo però fu la stessa della madre, gli urlarono che era pazzo, chiesero dove fosse la regina e presto tutti iniziarono a muoversi verso il portone del castello per raggiungerla.
Lui osservò la scena in silenzio, mostrando però i denti affilati e quasi ruggendo.
Tutti loro erano stati plagiati da un pensiero debole che li avrebbe condotti solo alla disfatta in futuro, ma lui non lo avrebbe permesso, che l’avessero voluto o no.
Utilizzò la propria magia per piegare la mente di tutti coloro si trovavano nelle vicinanze, creando già un primo esercito che prese ad aggredire coloro non erano stati ipnotizzati. Era come una guerra tra gli stessi vicini di casa, tra i propri amici e fratelli.
Furono in molti a tentar di scappare ma prima che potessero raggiungere il confine di quel luogo il ragazzo creò dei giganteschi cristalli rossi grazie ai quali la mente di chiunque si fosse avvicinato troppo sarebbe stata sua.
Ridendo per il suo operato si voltò poi verso la statua della madre, ancora alle sue spalle.
Era stata colpa sua se anche i cittadini non avevano capito fosse tutto per il bene del regno,  con il suo operato era diventata il simbolo di quel pensiero.
E come ogni simbolo andava distrutta.
Gli bastò un solo gesto per ridurre quella statua in mille pezzi che andarono a spargersi sul pavimento, nemmeno in quel momento provò il minimo rimpianto.
Ripensò però al giorno in cui era arrivato in quel luogo, ancora senza memorie del passato ormai non gli interessava più conoscerlo, ma al tempo in cui tutto il suo mondo era cambiato gli era stato dato un nuovo nome.
Ritenne che anche quel momento richiedeva una simile cosa, la persona che fino ad ora aveva posseduto quel nome era morta dal momento in cui aveva accolto quel potere, per questo volle sceglierne uno che esprimesse l’essenza da cui scaturiva.
Da quel giorno venne conosciuto come il re Sombra, il quale riuscì a sottomettere tutta la sua gente arrivando così a costruire un esercito forse invincibile, e che pur d’evitare qualcuno potesse trovare il modo di rubargli il potere fece bruciare qualsiasi libro riguardando l’impero per far sì non se ne scoprissero segreti o tradizioni, nascondendo perfino la reliquia più potente, e forse unica cosa in grado di contrastare il suo potere, in un luogo sicuro.
Tutto ciò però non gli evitò di venir sconfitto in battaglia, venendo così imprigionato nei ghiacci più freddi del mondo.
Anche durante la sua caduta però volle proteggere il suo mondo, per ironia, maledicendolo.
Sarebbe andato a perdersi in una tempesta di neve in cui il tempo non si sarebbe più mosso, avrebbe mantenuto la sua bellezza e perfezione, non sarebbe stato contaminato o conquistato da altri.
Era solamente suo e solo lui poteva esserne il re ed il giorno in cui sarebbe ritornato avrebbe conquistato ogni angolo rimasto per far sì rimanesse come lui aveva sempre desiderato, non accorgendosi in verità che le ombre avevano corrotto il suo cuore e distorto il suo desiderio.
Sapeva solo che tutto questo, come ogni cosa fatta in passato, l’aveva fatto solo per l’impero.
E così il suo vero nome, come tutto ciò che di buono aveva fatto, andò perso nelle ombre…

   
 
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