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Autore: BlackMoonRising    08/07/2009    10 recensioni
- Naruto, posso farti una domanda? - fece Sakura, osservando il cielo.
- Sicuro. Dimmi.
- Secondo te vedremo mai la fine di questa guerra?

Aprile 1945: i partigiani e gli Alleati riconquistano sempre più terreno, la situazione si fa più calda. Due ragazzi si incontrano in un covo di partigiani ed è colpo di fulmine.
Può l'amore nascere nel mezzo di una guerra?
Prima classificata al contest "NaruSaku Alternate Universe!" indetto da Coco Lee
Genere: Romantico, Azione, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo
- Waiting for the prodigal brother's return -

[In diretta esclusiva da Mogliano ^^.
Dedicato a tutti quelli che sono qui: Michela, Nicholas, Stefania, Gioele,
Jacopo, Martino, Michele, Luca, Elisa, Erika.
Di tutti questi, solo Michela sa dell'esistenza di questa storia.
Grazie a tutti voi. Vi voglio bene.]


[I wish I could fix you
And I wish you could fix me
The Offspring - Fix You]

I due bambini giocavano nelle vigne. Era settembre e i grappoli, gonfi di succo violaceo, pendevano dai rami, decorati da pampini verdissimi e attorcigliati. Erano un maschio e una femmina. Lui era biondo e aveva gli occhi verde cupo; lei aveva lo sguardo smeraldino come il fratello, ma più tendente all’azzurro e i capelli lisci e rossi come una fiamma.
- Da chi avrà preso? - si chiedeva spesso sua madre, toccandosi i capelli rosa.
- Non lo so - rispondeva il padre, facendo spallucce - Forse dalla nonna materna.
La bambina, sebbene fossero così strani, andava fiera di quei capelli e tutte le mattine li spazzolava con una cura quasi maniacale.
I due correvano tra i filari, cercando di catturare il loro gatto. I loro piedi, che calzavano sandali estivi, solcavano veloci le zolle di terra. Il ragazzino si tirava su le maniche della maglietta per galoppare più liberamente e la bimba si teneva il vestito, che svolazzava al vento. Avevano all’incirca tra i sei e i nove anni.
Arrivarono alla fine del vigneto. Davanti a loro si stagliava il panorama mozzafiato delle Langhe, con le sue montagne azzurrine in lontananza e le colline verdi e lussureggianti. Ma loro avevano fretta: se non riacchiappavano il gatto prima che calasse il sole, sarebbe rimasto fuori tutta la notte. I raggi arancioni del tramonto dipingevano le case e gli specchi d’acqua.
D’un tratto la bambina si fermò.
- Minato! Minato!
Minato Fugaku Uzumaki, sempre sollecito verso la sua sorellina, tornò indietro dopo qualche esitazione, facendo attenzione a non mettere i piedi dentro le buche. Il gatto scomparve tra i campi.
- Che c’è, Mikoto? Guarda, lo hai fatto scappare! Ora chi lo riacchiappa più?
La bambina indicò un punto con il dito. Il fratello maggiore lo seguì con lo sguardo, ancora un po’ seccato.
Sulla dimessa strada di campagna c’era qualcuno che camminava. Il sole accarezzava la pelle chiara e i capelli mori, senza però intaccarne il pallido chiarore. Si avvicinava lentamente, curvo, come oppresso da un peso invisibile.
I ragazzini osservarono in silenzio quello sconosciuto. Quando capirono che si stava dirigendo verso di loro, corsero via e tornarono a casa.
- Mamma, mamma! - gridava Mikoto.
- Cosa c’è? - chiese Sakura, allarmata.
- Un estraneo sta venendo qui!
Quando il viaggiatore raggiunse il casolare, la famiglia al completo era pronta ad accoglierlo sulla porta.
Rimasero in silenzio, gli uni davanti all’altro. Minato osservava incuriosito il bambino di fronte a lui, che stava fissando con intensità le proprie scarpe impolverate e consunte. Doveva avere la sua età. Però, differentemente da lui, era solo. Non c’era nessuno che gli stringesse la spalla, come stava facendo suo padre in quel momento.
- Come ti chiami? - chiese Sakura, con voce dolce.
- Nekoshiro - mormorò il ragazzino, senza guardarla in faccia.
-Come sei arrivato da noi?
- È stato mio padre. Mi ha detto di venire qui.
- Chi è tuo padre?
- Sasuke Uchiha - affermò, alzando lo sguardo. Sakura provò un brivido.
Era la fotocopia precisa di Sasuke, un equilibrio perfetto di bianco e nero. I lineamenti delicati, il corpo gracile e apparentemente fragile… C’era solo un tratto diverso: gli occhi, non i due pezzi di carbone rovente che Sakura era abituata a vedere, ma due perle bianche incastonate nel viso, vuote, spente, ma che, pronunciando il nome del padre, si erano accese come due stelle. Sulle spalle, reggeva una piccola sacca di tela floscia, che probabilmente conteneva tutti i suoi averi. Minato vide i suoi genitori scambiarsi uno sguardo; suo padre circondò le spalle di sua madre, mentre lei nascondeva il volto nella sua spalla.
- Come mai sei da solo? Tuo padre dov’è? - chiese Naruto, con un’espressione indecifrabile.
- L’hanno portato via due uomini - raccontò Nekoshiro, con una scintilla di rancore - Quando l’hanno preso, mi ha detto di andare qui. Ha detto che sarei stato bene…
L’uomo tacque, sopraffatto dai ricordi...

I loro compagni, cedendo all’amicizia verso Naruto e Sakura,avevano rimesso a loro qualsiasi decisione riguardo Sasuke. Naturalmente, sapevano che loro non avrebbero mai accettato di condannare il ragazzo.
- Allora? Rimarrai qui? - domandò Sakura, rivolta a suo fratello. Lui aveva lo sguardo perso, pensieroso. Lo distolse e lo posò sul viso di sua sorella, guardandola con un’aria grave.
- No. Andrò altrove.
- Perché? - esclamò Sakura, sconvolta - La tua casa è qui e noi ti…
- No, casa mia non è più questa - la interruppe.
- Ma che dici! Tu rimani qui e…
- Sakura - la fermò Naruto con sua grande sorpresa - Basta. Lascialo partire.
La ragazza lo guardò con occhi furiosi.
- Ma sei rimbecillito anche tu?
- Grazie - disse l’Uchiha, chiudendo gli occhi.
L’amico sorrise.
- Fai buon viaggio.
- Trattala bene - lo redarguì il ragazzo dai capelli mori, indicando sua sorella - Se, quando torno, la trovo infelice, te le suono per le feste, Testa Quadra.
Naruto strinse le spalle della sua promessa sposa.
- Devi solo provarci - sogghignò.
Sasuke annuì e poi fece una carezza alla sorella.
- Buona fortuna - le augurò - Addio.
Lo osservarono insieme mentre spariva dietro la strada. Avanzava piano, come se in fondo fosse restio ad abbandonare il luogo dov’era nato. Scrutava i monti, i colli, così familiari, così accoglienti; quindi affrettò il passo e riprese la sua strada, imponendosi di non guardarsi indietro.
Quando non lo videro più, Sakura si sciolse  dal suo abbracciò e lo fissò, inviperita.
- Ora mi dici perché l’hai lasciato andare! - lo aggredì.
Naruto chiuse gli occhi.
- Sai meglio di me com’è fatto tuo fratello: ha un orgoglio impossibile. Restare con noi sarebbe stata un’umiliazione, per lui.
- Ma è una sciocchezza!
- Vai e spiegaglielo - brontolò il ragazzo.
Sakura sapeva che Naruto aveva ragione. Tornò a guardare il punto nel quale suo fratello era scomparso, come se sperasse di vederlo riapparire. Ma quel giorno, non riapparve nessuno, su quella strada.
- Stai tranquilla - le sussurrò Naruto - Vedrai. Prima o poi tornerà. Ne sono certo…

Ora, osservando il figlio del suo migliore amico, suo nipote, Naruto sentì un groppo alla gola che lo soffocava. Deglutì, riprendendo possesso di sé.
“Brutto bastardo. Hai detto che saresti tornato per controllare Sakura. Devi mantenere la promessa, dannazione!”
- E tua madre? - domandò ancora il giovane, per allontanare i brutti pensieri.
- Mia madre si chiama Hinata.
- Ora dov’è?
- Non lo so - rispose, guardando altrove - Hanno catturato anche lei. Solo io sono riuscito a fuggire.
Naruto socchiuse gli occhi e strinse le labbra in una smorfia amara.
- Non hai più nessuno? - domandò.
- Sì! - esclamò energicamente Nekoshiro - Ho mio padre e mia madre! Hanno detto che torneranno. Dicevano la verità, vero?
Sakura strinse con più forza l’orlo della camicia del marito. Con il cuore infranto e sanguinante, Naruto sorrise.
Sasuke gli aveva mandato suo figlio perché lui lo accudisse in attesa del suo ritorno. Ciò significava che si sarebbero rivisti? O avrebbe infranto la parola data?
Non lo sapeva, ma il fatto che gli avesse affidato suo figlio lo rendeva contento.
- Certo che torneranno. Però ora andiamo dentro: tra poco comincerà a far freddo.
Il bambino varcò la soglia. Osservò i suoi nuovi cugini e notò che quello biondo aveva all’incirca la sua età. Era sempre stato un ragazzino timido quando si relazionava con gli altri, anche se sapeva essere freddo e scostante quando si sentiva escluso. Per quello, sua madre diceva che somigliava tutto al padre.
Anche in quel momento, l’orgoglio Uchiha manteneva alte le sue difese. Tenendosi sulle sue, varcò esitante la soglia di casa, per posare il suo modesto bagaglio a terra.
- Piacere! Io sono Minato.
Nekoshiro si voltò, sorpreso. Il bambino gli tendeva la mano, con un sorriso radioso stampato in faccia. Non lo conosceva affatto: come faceva ad essere così amichevole? Spalancò gli occhi, arrossì leggermente e poi strinse con poca decisione la mano del cugino. Lui, da parte sua, la ghermì con la forza di un cucciolo vivace.
- Nekoshiro - mormorò, piantando gli occhi a terra.
- Questa è mia sorella Mikoto Kushina - esordì il suo coetaneo, per nulla intimidito dalla sua reticenza - I miei genitori si chiamano Naruto e Sakura. Vedrai che ti troverai bene qui.
Nekoshiro sbirciò per l’ultima volta fuori dalla porta: il sole era definitivamente tramontato e il cielo si tingeva già di blu scuro. Si preannunciava una serata serena.
Si voltò e, accompagnato dalla cuginetta più piccola, entrò in cucina, per mangiare ciò che la zia aveva preparato per cena.

FINE

Epilogo. Eh già. Un po' delusa, perchè nello scorso capitolo ho ricevuto pochissime recensioni, ma alla fine va bene così. Spero almeno che adesso qualcuno in più recensisca l'epilogo.
Aggiungerò un altro capitolo per i ringraziamenti. Spero che vi sia piaciuto, l'accenno felino ^^.
Black Cats rulez :D!
Cleo92: Non si sa cosa sia successo a Sasuke, infine ^^. Finale libero: vuoi ucciderlo o salvarlo? xD
Fallen Star: Va be', dai! Anch'io ero Mosca Nera, prima. Poi ho visto che Shikamaru stava bene un po' con tutte. Così adesso sono Mosca Grigia (lo ShikaShiho, però, non mi piace >.<). Però prediligo il Bianco ^^. Della serie "ma-che-me-ne-frega".
Pai: Nah, l'epilogo è questo ^^! Spero ti siano piaciuti i due pargoletti **. Io adoro Minato **.
simonachan90: Hidan ce l'ho infilato all'improvviso, in realtà ^^'. All'inizio doveva esserci... un soldato sconosciuto, poi Kisame (?). Però non mi piaceva, così sono ricorsa ad Hidan (che, al contrario di te, non sopporto ^^' Si dà troppe arie...). Grazie mille per i complimenti **.
Cavolo, questa long mi ha fatto tornare voglia di altri capitoli. Mi dispiace, ma la storia è così. Continuarla significherebbe forzarla. Però, se va tutto bene, pubblico uno spin-off su Shikamaru e Ino ^^. Statemi dietro, non si sa mai...
Bacioni!
Marti
   
 
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